Translate

mercoledì 3 agosto 2011

Una Nuova Teoria Sull'evoluzione dell'uomo

Zecharia Sitchin
Era nato a Baku (Azerbaigian) nel 1922, un luogo forse non da tutti conosciuto, lontano dalle cronache, ma che rimane oggi legato ad una delle menti più prolifiche del nostro tempo, che ha lasciato un profondo segno in quella branca di ricerca che è l’Archeologia misteriosa.
Sitchin avrebbe ben presto incontrato il proprio destino di ricercatore, tutto sembrava predirlo, era l’intuizione a guidarlo, oltre che la sua grande curiosità.
Ancora giovane, mentre era intento a seguire i versi del preambolo della storia del Diluvio Universale (precisamente il capitolo 6 della Genesi dalla Bibbia in versione Anglicana), Sitchin non riuscì a trattenersi dal porre all’insegnante una semplice domanda: perché in quei versi il soggetto erano i Giganti quando, in realtà, il termine ebraico usato nell’originale parlava di Nefilim?

L’intuizione, per quanto folgorante e degna certo di un approfondimento, regalò al giovane Sitchin una sonora sgridata, ma forse accese anche la scintilla che avrebbe forgiato l’uomo e il ricercatore che tutti oggi conoscono attraverso i suoi scritti.
Dopo aver conseguito la laurea in storia economica presso la L.S.E. (London School of Economics), rientra in Israele lavorando come editore e giornalista; in seguito si trasferirà a New York.
Durante il suo soggiorno in Palestina apprende la lingua ebraica antica e approfondisce gli studi in merito alla scrittura cuneiforme; la sua profonda convinzione religiosa e la sua irrefrenabile passione per la storia e l’archeologia, lo portano a passare l’intera gioventù raccogliendo qualunque tipo di materiale possa riguardare le antiche culture preistoriche.
I risultati di questa sua attività saranno il motivo dominante del suo primo libro, “Il Pianeta degli Dei”; sarà l’inizio di una lunga attività che lo porterà a scrivere altri dieci saggi, tradotti oggi in ben venti lingue. Il Pianeta degli Dei sarà anche destinato a superare un altro record, sarà infatti tradotto in trentadue lingue compreso il Braile.
Quali sono dunque le incredibili rivelazioni che, per anni, hanno appassionato milioni di lettori e che ancora oggi rimangono oggetto di accesi dibattiti e controverse opinioni?
Riassumendo brevemente, per quanto ciò sia possibile, il pensiero di Sitchin, possiamo identificare il fulcro delle sue divulgazioni in un pianeta che viaggia su una orbita ellittica e con un periodo di rivoluzione intorno al sole di circa 3600 anni. Parliamo del misterioso pianeta X, ospite del nostro Sistema Solare ma non sempre visibile ai nostri occhi. Gli antichi Sumeri lo conoscevano con il nome di Nibiru, mentre per i Babilonesi si trattava di Marduk.
In un tempo stimabile in miliardi di anni fa, Nibiru venne a trovarsi in posizione tra Marte e Giove; in quello stesso periodo un suo satellite si scontrò con un pianeta (Tiamat) che si trovava sulla sua stessa traiettoria. Le conseguenze di questo scontro furono che il pianeta urtato si ritrovò, insieme a un suo
satellite (Kingu), tra Venere e Marte, dando così origine al sistema Terra- Luna. Una parte del pianeta colpito, ridotta ormai in frammenti, ricadde sul suo satellite, mentre i residui dei satelliti di Tiamat furono scagliati lungo una orbita oblunga e retrograda dando così origine alle comete.


Altri pezzi, infine, rimasero sul luogo dell’impatto dando origine alla fascia degli asteroidi.
Tiamat ospitava già sulla sua superficie forme di vita organica a livello macromolecolare che, in conseguenza dell’urto, si trasferirono sul pianeta colpito. Secondo Sitchin queste forme di vita subirono una evoluzione molto più veloce rispetto a quanto accadde sulla Terra; proprio da questo presupposto prende il via la teoria degli Anunnaki (termine estrapolato dagli antichi testi sumero babilonesi), i quali, 450mila anni fa, viaggiarono fino al nostro pianeta e vi fondarono una colonia al fine di estrarre preziosi
minerali dal sottosuolo, soprattutto l’oro. I primi insediamenti nacquero in Medioriente, lo stesso luogo che vide l’atterraggio degli Anunnaki, e al loro interno venne stabilità una sorta di gerarchia, basata soprattutto sull’indiscusso grado di evoluzione di questi esseri rispetto agli abitanti del nostro pianeta.
Per un lungo periodo di tempo gli eventi si trascinarono sempre uguali, almeno fino a quando l’ammutinamento di alcuni Anunnaki minatori, (avvenuto circa 300mila anni fa), portò uno degli scienziati venuti dal pianeta (Enki), a studiare la possibilità di creare una razza obbediente e poco bellicosa in modo da poter continuare il lavoro di estrazione dal sottosuolo. Nacque in tal modo
l’Homo Sapiens, mescolando l’ovulo di una ominide terrestre con il DNA di Enki; successivamente, attraverso alcune operazioni di ingegneria genetica, i nuovi esemplari di Homo Sapiens vennero messi in grado procreare. Si diffuse così una nuova razza sulla Terra, in particolar modo nell’ Africa, nel Medioriente e nella valledell’Indo. Secondo le teorie di Sitchin, le storie raccontate dalla Bibbia e contenute nel Libro della Genesi, non sarebbero altro che il ricordo lontano di tali avvenimenti, antiche cronache di fatti realmente accaduti e ricordati attraverso una nuova interpretazione, frutto della cultura e delle conoscenze dell’epoca. Le evidenze riportate in merito nei libri di Sitchin provengono dall’analisi di decine di testi ritrovati sotto forma di tavolette in scrittura cuneiforme. Interpretando quanto contenuto nei vari testi, Sitchin ipotizza che la prima civiltà terrestre, ovvero quella dei Sumeri, non era altro che il prodotto della decisione di educare questi nuovi lavoratori creati proprio allo scopo di soddisfare le
esigenze degli extraterrestri. In tal modo tutti i miti antichi sarebbero in relazione tra loro, così come si
spiegherebbero le misteriose similitudini tra culture sparse in tutto il globo, siano essi punti di contatto storici, linguistici, architettonici e religiosi.


In un tempo stimabile in miliardi di anni fa, Nibiru venne a trovarsi in posizione tra Marte e Giove; in quello stesso periodo un suo satellite si scontrò con un pianeta (Tiamat) che si trovava sulla sua stessa traiettoria. Le conseguenze di questo scontro furono che il pianeta urtato si ritrovò, insieme a un suo satellite (Kingu), tra Venere e Marte, dando così origine al sistema Terra- Luna.
Una parte del pianeta colpito, ridotta ormai in frammenti, ricadde sul suo satellite, mentre i residui dei satelliti di Tiamat furono scagliati lungo una orbita oblunga e retrograda dando così origine alle comete.
Altri pezzi, infine, rimasero sul luogo dell’impatto dando origine alla fascia degli asteroidi. Tiamat ospitava già sulla sua superficie forme di vita organica a livello macromolecolare che, in conseguenza dell’urto, si trasferirono sul pianeta colpito. Secondo Sitchin queste forme di vita subirono una evoluzione molto più veloce rispetto a quanto accadde sulla Terra; proprio da questo presupposto prende il via la teoria degli Anunnaki (termine estrapolato dagli antichi testi sumero babilonesi), i quali, 450mila anni fa, viaggiarono fino al nostro pianeta e vi fondarono una colonia al fine di estrarre preziosi minerali dal sottosuolo, soprattutto l’oro. I primi insediamenti nacquero in Medioriente, lo stesso luogo che vide l’atterraggio degli Anunnaki, e al loro interno venne stabilità una sorta di gerarchia, basata soprattutto sull’indiscusso grado di evoluzione di questi esseri rispetto agli abitanti del nostro pianeta.
Per un lungo periodo di tempo gli eventi si trascinarono sempre uguali, almeno fino a quando
l’ammutinamento di alcuni Anunnaki minatori, (avvenuto circa 300mila anni fa), portò uno degli scienziati venuti dal pianeta (Enki), a studiare la possibilità di creare una razza obbediente e poco bellicosa in modo da poter continuare il lavoro di estrazione dal sottosuolo.



Nacque in tal modo l’Homo Sapiens, mescolando l’ovulo di una ominide terrestre con il DNA di Enki; successivamente, attraverso alcune operazioni di ingegneria genetica, i nuovi esemplari di Homo
Sapiens vennero messi in grado procreare. Si diffuse così una nuova razza sulla Terra, in particolar modo nell’ Africa, nel Medioriente e nella valle dell’Indo. Secondo le teorie di Sitchin, le storie raccontate dalla Bibbia e contenute nel Libro della Genesi, non sarebbero altro che il ricordo lontano
di tali avvenimenti, antiche cronache di fatti realmente accaduti e ricordati attraverso una nuova interpretazione, frutto della cultura e delle conoscenze dell’epoca. Le evidenze riportate in merito nei libri di Sitchin provengono dall’analisi di decine di testi ritrovati sotto forma di tavolette in scrittura cuneiforme. Interpretando quanto contenuto nei vari testi, Sitchin ipotizza che la prima civiltà terrestre, ovvero quella dei Sumeri, non era altro che il prodotto della decisione di educare questi nuovi lavoratori creati proprio allo scopo di soddisfare le esigenze degli extraterrestri. In tal modo tutti i miti antichi sarebbero in relazione tra loro, così come si spiegherebbero le misteriose similitudini tra culture sparse in tutto il globo, siano essi punti di contatto storici, linguistici, architettonici e religiosi.
Esposte sommariamente le teorie di Sitchin, risulta adesso altrettanto importante tentare di capire se esistano delle prove a supporto delle stesse. Si può sicuramente affermare che gli indizi a favore non manchino, soprattutto in campo scientifico, letterario e archeologico.
Iniziamo a soffermarci sulle sue traduzioni dai testi sumeri; nel libro “Il Pianeta degli dei” del 1976, Sitchin ci informa in merito a una versione sumera dell’Enuma Elish (il mito della creazione sumero), nel quale vengono descritti i due pianeti Nudimmud e Anu, identificati dal ricercatore come Nettuno e Urano. Nel poema, i due corpi celesti vengono identificati come “kakkaba shanamma” che in sumero antico significa “pianeta gemello”, in seguito uno dei due viene anche descritto come “coricato
su un lato”. Due anni dopo la pubblicazione del libro, nel 1978, venne lanciata la prima sonda che sorvolò sia Nettuno che Urano, raggiunti rispettivamente nel 1989 e nel 1986. Le immagini trasmesse sulla Terra dalla nave spaziale mostrarono un pianeta color celeste azzurro e uno verde; stranamente
uno dei due era inclinato su un lato, mentre le successive misurazioni dimostrarono che si trattava di due corpi celesti gemelli tra loro. Rimanendo sempre sul primo libro di Sitchin è possibile leggere il procedimento con il quale gli Anunnaki avrebbero creato l’uomo, ovvero unendo il seme di un maschio Anunnakicon l’ovulo di una ominide; inutile dire che il riferimento alla moderna tecnologia in vitro risulta innegabile, così come non si può ignorare il fatto che la messa a punto di questi esperimenti avvenne soltanto due anni dopo la pubblicazione del libro di Sitchin.
In campo genetico le confutazioni provengono proprio dagli studi in merito agli spostamenti geografici e ai miscugli razziali; tali studi sono stati in seguito confermati durante gli Anni Novanta, durante la realizzazione delle ricerche genetiche utilizzate per combattere il concetto di razza e introdurre quello di etnia.
In tal senso si potranno leggere i risultati ottenuti dal genetista italiano Cavalli Sforza, oltre che gli approfondimenti condotti da Spencer Wells, tutto materiale che ha contribuito a tracciare la famosa “carta delle discendenze”, dimostrando l’origine comune delle etnie mediorientali, indiane, giapponesi e andine. Come se ciò non bastasse si possono anche citare le ricerche condotte da Brian Sykes, il quale ci informa che, negli ultimi 150.000 anni, sono esistite ben sette “Eva”, dalle quali nacquero in seguito tutte le attuali razze o etnie. Gli studi di Sykes fanno risalire la prima Eva a circa 150.000 anni fa, collocandola nel continente africano, mentre le ricerche di Wells, collocano Adamo a 60.000 anni fa, sempre nella stessa zona, o più precisamente in Tanzania.
Si tratta quindi di tutta una serie di informazioni già trattate da Sitchin ancora prima dell’inizio dei primi studi su Eva, basandosi sulla traduzione di numerosi reperti archeologici. Altra importante conferma ci viene fornita da tutta una serie di misurazioni effettuate tra il 1998 e il 2006; i risultati evidenziarono come il nostro sistema solare sia soggetto a un consistente aumento dell’attività solare, mentre uno studio del 2006 pubblicato su Space.com ci informa che nelle zone più esterne del nostro sistema planetario é in atto un surriscaldamento delle atmosfere di Plutone, Tritone, Nettuno e Saturno.
Questo concatenarsi di eventi nascerebbe da Plutone, un pianeta sotto il costante influsso di un oggetto che si avvicina dall’esterno.
Non mancano poi quelle che potrebbero definirsi come delle vere e proprie profezie: nel libro “Il libro perduto del dio Enki”, Sitchin descrive il viaggio di Ea verso il pianeta Terra a bordo di una “camera
celeste” alimentata da un sistema di propulsione ad acqua. Soltanto molti anni dopo, il 15 giugno del 2002, la rivista New Scientists riporterà uno schema di motore a propulsione basato sull’acqua e su raggi laser in un contenitore di alluminio. Passiamo adesso al saggio “Gli dei dalle lacrime d’oro”, nel quale Sitchin mette in relazione la civiltà mesopotamica con quella mesoamericana; anche in questo caso non mancano prove evidenti della veridicità di queste affermazioni. Durante il 1992, una spedizione archeologica impegnata in alcuni scavi a Chua (Bolivia), portò alla luce un vaso, ribattezzato in seguito con il nome di “Fuente Magna”. La particolare caratteristica di questa scoperta era che il reperto risultava interamente coperto da iscrizioni e da glifi; sul lato esterno si trovavano incisi glifi olmechi, mentre all’ interno erano presenti numerosi pittogrammi in seguito identificati da molti esperti come scrittura cuneiforme protosumera, databile a un periodo che va da 4100 a.C. al 3600 a.C.
Le Piramidi di Giza
Così come tante sono le conferme alle teorie di Sitchin, altrettante sono state le critiche sollevate dal mondo accademico, critiche alle quali è giusto dare voce nel rispetto di una giusta ed equa informazione.
I principali oppositori di Sitchin sono stati Michael Heiser, esperto in letteratura e lingua semitica, e Ian Lawton, del quale ricordiamo tra l’altro gli ottimi testi “Le antiche civiltà antidiluviane” e “Il codice di Giza”. Heiser critica le traduzioni effettuate da Sitchin, poiché le considera inattendibili e non supportate da alcuna corrispondenza nei dizionari ufficiali.
Sostiene inoltre che non esiste alcun riferimento a un pianeta esterno al nostro sistema solare in nessuna delle tavolette sumere di nostra conoscenza, riferendosi anche al fatto che tale civiltà aveva limitate conoscenze astronomiche. La maggior parte delle critiche mosse da Heiser si fondano sui libri scritti da Samuel Noah Kramer, considerato il più autorevole studioso di cultura sumera. Ian Lawton, proprio nel saggio “Il codice di Giza” appena citato, dedica addirittura alcuni paragrafi della sua opera alle critiche contro Sitchin, soffermandosi in particolar modo sull’analisi dei miti egizi. Le ipotesi del divulgatore russo attribuiscono infatti la paternità delle Piramidi di Giza proprio agli Anunnaki, in un periodo di tempo riferibile al 10.500 a.C. Questa teoria è stata in seguito ripresa da molti altri ricercatori, basti ricordare tra tutti Graham Hancock e Robert Bauval.
Sitchin in una foto di repertorio
Cosa ci rimane oggi di Zecharia Sitchin ?
Molti libri, appunti, interviste, un sito web contenente i suoi articoli e una vita spesa alla costante ricerca di verità a volte scomode, spesso destabilizzanti per un sistema che ritiene sia meglio non sapere. Le sue varie interpretazioni di natura ufologica, archeologica, a volte mistica, hanno accesso le fantasie di milioni di lettori, sono state aspramente criticate dalla scienza ufficiale e relegate in quell’immenso calderone di idee e intuizioni chiamato “pseudoscienza”, nel quale, a ben cercare, molte verità rimangono ancora accuratamente nascoste. D’accordo o meno sulle sue teorie, egli rimane un uomo che ha dedicato la propria vita alla ricerca della verità, che ha avuto il coraggio di spingere lo sguardo oltre, analizzando antichi eventi e forse anticipando un futuro ormai prossimo.
In attesa di meglio comprendere i suoi scritti, di una auspicata apertura al dialogo, e tenendo sempre bene in mente che la verità spesso ferisce profondamente, non possiamo che chinare il capo di fronte a un triste evento che tutti ci accomuna nello stesso universo che egli studiò fino alla fine dei suoi giorni.
La fonte:
http://www.ufoonline.it

2 commenti:

  1. Conferma di civiltà pre diluviane si celano sui fondali oceanici, forse se ne possono osservare le antiche vestigia, il livello di civiltà raggiunto e l'estensione delle loro città; mi permetto di segnalare questi link:
    http://phoo34.wordpress.com/2012/07/04/resti-di-una-civilta-antidiluviana/
    http://phoo34.wordpress.com/2011/02/03/cosa-si-cela-sui-fondali-oceanici-iv%c2%b0/

    L'origine della specie umana o forse delle specie umane è ben diversa da quanto le "fedi" scientifiche e religiose professano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per la tua segnalazione,condivido con entusiasmo e felicità quello che ci hai suggerito
      veramente interessante.
      A presto Simon Top

      Elimina