tag:blogger.com,1999:blog-44919744164876075902024-02-17T21:05:37.184-08:00MISTERO IN LINEAUna vita senza ricerca non è degna per l'uomo di essere vissuta.
PLATONEMistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.comBlogger504125tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-34914461522873116672024-02-13T10:50:00.000-08:002024-02-13T10:50:40.590-08:00Sommergibile scompare misteriosamente in Antartide, stava esplorando il “ghiacciaio dell’Apocalisse”<br /><br /><b>Il veicolo stava studiando la parte sommersa del ghiacciaio Thwaites, più conosciuto come ghiacciaio dell’Apocalisse per le sue dimensioni e perché, se dovesse sciogliersi completamente, il livello globale del mare aumenterebbe di più di mezzo metro.<br /><br />Un sommergibile è scomparso in Antartide, durante la sua ultima esplorazione del ghiacciaio Thwaites, più conosciuto come ghiacciaio dell’Apocalisse per le sue dimensioni (è grande quanto il Regno Unito) e perché, se dovesse sciogliersi completamente, il livello globale del mare aumenterebbe di più di mezzo metro.<br /><br />Il veicolo sottomarino senza equipaggio, denominato Ran, stava studiando la parte inferiore del ghiacciaio ma, durante un’immersione a fine gennaio, sotto il ghiaccio spesso 200-500 metri, “deve essere successo qualcosa di inaspettato” ha affermato Anna Wåhlin, professoressa presso il Dipartimento di Scienze Marine dell’Università di Göteborg, in Svezia, a capo del progetto. “Sospettiamo che abbia avuto dei problemi e poi qualcosa gli abbia impedito di uscire”.<br /><br />Nonostante le ricerche con apparecchiature scientifiche, acustiche, droni ed elicotteri, gli studiosi non sono riusciti a localizzare il sommergibile. “È un po’ come cercare un ago in un pagliaio, senza nemmeno sapere dove sia il pagliaio – ha aggiunto Wåhlin – . A questo punto, le batterie di Ran saranno scariche”.<br /><br />Cosa sappiamo di Ran, il sommergibile scomparso sotto i ghiacci dell’Antartide<br /><br />Ran è un veicolo sommergibile autonomo (UAV) di proprietà dell’Università svedese di Göteborg, ricco di tecnologia moderna e sensori in grado di misurare e documentare l’ambiente circostante e svolgere lunghe missioni sotto i ghiacci. Già impiegato con successo in altre spedizioni in Antartide, il sommergibile stava studiando la porzione inferiore del ghiacciaio Thwaites e acquisendo informazioni su quali meccanismi si nascondono esattamente dietro il suo scioglimento che, attualmente, contribuisce a circa il 4% dell’innalzamento globale del livello del mare.<br /><br />“Questa è stata la seconda volta che abbiamo portato Ran al ghiacciaio Thwaites per documentare l’area sotto il ghiaccio – ha precisato Wåhlin – . Grazie a Ran siamo diventati i primi ricercatori al mondo ad entrare nel Thwaites, nel 2019, e durante la spedizione attuale stavamo esplorando nuovamente la stessa zona”.<br /><br />Ran, il veicolo sommergibile autonomo (UAV) viene programmato in anticipo e poi inviato per lunghi viaggi sotto i ghiacci dell'Antartide / Credit: Anna Wåhlin<br /><br />Durante le immersioni, il sommergibile non ha un contatto costante la nave dei ricercatori che lo utilizzano ma segue un percorso programmato in anticipo, utilizzando un sistema di navigazione avanzato per ritrovare la via del ritorno sotto il ghiaccio verso il mare aperto. Tuttavia, dopo diverse immersioni riuscite, nell’ultimo fine settimana di gennaio qualcosa è andato storto e Ran non si è presentato al punto di incontro programmato.<br /><br />“Sapevamo che qualcosa del genere sarebbe potuto accadere e che questa sarebbe stata una fine probabile per Ran – ha evidenziato Wåhlin – . Personalmente, sono dell'opinione che questa sia la fine migliore rispetto a fare invecchiare un AUV in un garage. Allo stesso tempo, è ovviamente una perdita molto grande. Avevamo Ran ormai da cinque anni e durante questo tempo abbiamo effettuato una decina di spedizioni, lavori di sviluppo e test”.<br /><br />L'acquisto di Ran era stato finanziato nel 2015 con 38 milioni di corone svedesi (circa 7,9 milioni di euro) dalla Fondazione Knut e Alice Wallenberg che sostiene la ricerca a lungo termine per la Svezia. Ora l’obiettivo dei ricercatori è sostituire Ran. “Cercheremo un finanziatore per coprire le trattenute effettuate dalla compagnia assicurativa e l’aumento dei prezzi che si è verificato nel corso degli anni” ha concluso Wåhlin.<br /><br /></b><p><b><br /></b></p><p><br /></p>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-28903975920236966172024-02-02T10:11:00.000-08:002024-02-02T10:11:22.139-08:00 La Cina sperimenta una variante killer del Covid: “Mortale al 100% nei topi”<p>I<b>l nuovo coronavirus, denominato GX_P2V, è una forma mutata di Sars-Cov-2 originariamente scoperta nel 2017 nei pangolini in Malesia e conservata in un laboratorio di Pechino. L’allarme degli scienziati: “Studio terribile”.</b></p><b><br />La Cina sta sperimentando un nuovo coronavirus simile a quello del Covid che ha “un tasso di mortalità del 100% nei topi”. Secondo quanto riferito, la variante killer, nota come GX_P2V, è stata inizialmente scoperta nel 2017 nei pangolini malesi e conservata in un laboratorio di Pechino. Sperimentata su topi “umanizzati”, cioè geneticamente modificati per esprimere il recettore ACE2 umano con l’obiettivo di valutare la sua capacità di causare malattia negli esseri umani, la forma mutata di Sars-Cov-2 ha mostrato un impatto letale nei roditori.<br /><br />Tutti i topi infettati dall’agente patogeno sono morti entro otto giorni, un evento che i ricercatori cinesi hanno descritto come “sorprendentemente” rapido. Gli studiosi, coordinati da Lai Wei, Shuiqing Liu e Shanshan Lu del College of Life Science and Technology dell’Università di tecnologia chimica di Pechino, hanno inoltre riscontrato alti livelli di carica virale nel cervello dei roditori, suggerendo che la causa della loro morte possa essere collegata a un’infezione cerebrale. Una prima versione in preprint dello studio è stata pubblicata all’inizio di questo mese su bioRxiv.<br /><br />La variante Covid mortale al 100% nei topi: cosa sappiamo<br /><br />Il virus, denominato GX_P2V, è un mutante del coronavirus GX/2017, un patogeno correlato a SARS-Cov-2 identificato prima della pandemia di Covid nei pangolini in Malesia. Conservato in un laboratorio di Pechino, si è adattato alla coltura cellulare, evolvendosi in una forma mutata che possiede una delezione di 104 nucleotidi all’estremità 3’-UTR del suo RNA.<br /><br />Questa variante adattata è stata quindi analizzata allo scopo di valutare se potesse causare malattia nei topi transgenici che esprimono il recettore ACE2 umano (hACE2). Lo studio non specifica però quando quando sia stata condotta la sperimentazione, lasciando incertezze sulla reale sequenza temporale delle mutazioni.<br /><br />“Il coronavirus del pangolino correlato alla SARS-CoV-2, GX_P2V (short_3UTR) ha provocato una mortalità del 100% nei topi hACE2, potenzialmente collegata all’insorgenza di un’infezione cerebrale tardiva” hanno scritto gli autori dello studio.<br /><br />Nei giorni precedenti alla loro morte, i topi infettati hanno iniziato a mostrare una diminuzione del peso corporeo a partire dal 5° giorno dopo l’infezione, raggiungendo una riduzione del 10% rispetto al peso iniziale entro il 6° giorno. Entro il 7° giorno dall’infezione, i topi “mostravano sintomi come piloerezione (pelle d’oca, ndr), postura curva e movimenti lenti, e i loro occhi diventavano bianchi” hanno precisato i ricercatori. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, sono state rilevate cariche virali elevate in vari organi, tra cui cervello, polmoni, naso, occhi e trachea, suggerendo un modello di infezione unico rispetto al Covid.<br /><br />Preoccupazione nella comunità scientifica: “Studio terribile”<br /><br />Lo studio ha suscitato preoccupazione nella comunità scientifica, per il potenziale rischio di diffusione di GX_P2V negli esseri umani e sollevato interrogativi sulle misure di biosicurezza impiegate durante la ricerca. “Questa follia deve essere fermata prima che [sia] troppo tardi” ha scritto su X il dottor Gennadi Glinsky, professore in pensione della School of Medicine di Stanford. Anche il professor Francois Balloux, esperto di malattie infettive dell’University College di Londra, sempre su X ha descritto la ricerca cinese come “uno studio terribile, totalmente inutile scientificamente”.<br /><br />“Non vedo nulla di vago interesse che si possa apprendere infettando forzatamente una strana razza di topi umanizzati con un virus casuale. Al contrario, vedo come cose del genere possano andare storte...”.<br /><br />Dello stesso avviso Richard Ebright, chimico della Rutgers University di New Brunswick, nel New Jersey. “Il preprint non specifica il livello di biosicurezza e le precauzioni utilizzate per la ricerca – ha evidenziato l’esperto – . L’assenza di queste informazioni solleva la preoccupante possibilità che parte o tutta questa ricerca, come la ricerca a Wuhan nel 2016-2019 che probabilmente causò la pandemia di Covid-19, sia stata condotta in modo sconsiderato senza il contenimento minimo di biosicurezza e le pratiche essenziali per la ricerca con un potenziale agente patogeno pandemico”.<br /><br />Sebbene lo studio non sia correlato a quello del famigerato Istituto cinese di virologia (WIV) di Wuhan, diventato il centro delle controversie sull’origine del Covid durante la pandemia, ha riportato l’attenzione sul rischio di condurre esperimenti pericolosi con i virus. L’origine del Covid non è ancora stata chiarita, anche se il patogeno della pandemia è stato rilevato in diversi campioni ambientali prelevati dal mercato umido di Wuhan, associati spazialmente ai venditori di mammiferi vivi, come cani procione, volpi rosse, istrici, topi, tassi, lepri, marmotte, muntjak della Cina e cervi di piccole dimensioni. Manca però la “pistola fumante”, sebbene sia verosimile che tra questi animali vi fossero esemplari infetti, quali serbatoio intermedio del virus passato da un pipistrello, che in quel contesto avrebbe compiuto il salto di specie all’uomo.<br /><br />fonte:<br /><br />continua su: https://www.fanpage.it/innovazione/scienze/la-cina-sperimenta-una-variante-killer-del-covid-mortale-al-100-nei-topi/<br /><br />https://www.fanpage.it/</b>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-45250892796691958322024-02-02T10:05:00.000-08:002024-02-02T10:05:59.687-08:00ALLARME ESCALATION? La NATO si prepara alla guerra? Le tensioni mondiali stanno per esplodere!<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/gdUJgwl3mOE" width="320" youtube-src-id="gdUJgwl3mOE"></iframe></div><br /> <p></p>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-10148499985257234042023-12-17T06:35:00.000-08:002023-12-17T06:35:31.903-08:00Da che parte dell’Antico Testamento viene predetta la venuta di Cristo?<br /><br />Esistono molte profezie dell’Antico Testamento su Gesù Cristo. Alcuni interpreti hanno contato centinaia di queste profezie messianiche. Ecco alcune di quelle che sono considerate le più chiare e importanti.<br /><br /><div>Profezie riguardanti la nascita di Gesù – Isaia 7:14: “Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele.” Isaia 9:6: “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace”. Michea 5:2 "Ma da te, o Betlemme, Efrata, piccola per essere tra le migliaia di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni”.<br /><br />Profezie concernenti il ministero e la morte di Gesù – Zaccaria 9:9: “Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme; ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso, umile, in groppa a un asino, sopra un puledro, il piccolo dell'asina. Salmo 22:16-18: “Poiché cani mi hanno circondato; una folla di malfattori m'ha attorniato; m'hanno forato le mani e i piedi. Posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano e mi osservano: spartiscono fra loro le mie vesti e tirano a sorte la mia tunica”.<br /><br />Probabilmente la profezia più chiara su Gesù è il capitolo 53 di Isaia. Isaia 53:3-7 è particolarmente inequivocabile: “Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato! Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l'agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca”.<br /><br />La profezia di Daniele 9 riguardante i “settanta sette” predice la data esatta in cui Gesù, il Messia, sarebbe stato “reciso”. Isaia 50:6 descrive accuratamente i maltrattamenti che Gesù ha subito. Zaccaria 12:10 predice “l’essere trafitto” del Messia che si verificò quando Gesù morì sulla croce. Molti altri esempi sono disponibili, ma questi sono sufficienti. Non c’è dubbio che l’Antico Testamento profetizza la venuta di Gesù come Messia.</div><div><br /></div><div>fonte</div><div>https://www.gotquestions.org/Italiano/Antico-Testamento-Cristo.html</div>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-80708197685924437772023-10-19T03:41:00.004-07:002023-10-19T03:41:48.134-07:00 La nuova guerra fra Israele e Palestina<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/IBtsgzP51nE" width="320" youtube-src-id="IBtsgzP51nE"></iframe></div><br /> <p></p>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-60958184895722755242023-06-22T13:22:00.001-07:002023-06-22T13:22:09.152-07:00Commissione d’inchiesta su Emanuela Orlandi si rimanda ancora la discussione<p> <b>Viene rinviata ancora una volta la discussione per la Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori. Tornata di nuovo in esame nella prima Commissione Affari Costituzionali del Senato oggi, martedì 20 giugno 2023, la decisione e l'eventuale voto degli emendamenti presentati slittano di una settimana, come riporta Adnkronos.</b></p><p><b>A chiedere la proroga è stato il senatore Andrea De Priamo (Fdi), relatore del provvedimento in I Commissione al Senato, che ha chiesto due settimane di tempo prima di arrivare alla votazione. L'opposizione era contraria e il presidente della Commissione ha fatto una proposta di mediazione: chiedendo l'impegno di arrivare ad una decisione, ha optato per lo slittamento di una sola una settimana. Soltanto fra 7 giorni, dunque, conosceremo l'esito del dibattito.</b></p><p><b>L'opposizione: "Fortissima preoccupazione e perplessità"</b></p><p><b>Restano perplessi, invece, i membri dell'opposizione, a partire dal senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della I Commissione del Senato, che ha commentato: "La nostra posizione è di fortissima preoccupazione e perplessità per questo ulteriore rinvio – ha dichiarato – La maggioranza aveva chiesto un rinvio di due settimane: la scelta di prorogare di una sola settimana è una sorta di riduzione del danno presa dal presidente della Commissione Balboni".</b></p><p><b>LEGGI ANCHE</b></p><p><b>Commissione d'inchiesta su Emanuela Orlandi, Morassut (Pd): "Autogol del Parlamento se saltasse"</b></p><p><b>Rimandare in questo periodo appare ancora più grave: "Il 22 giugno ricade il 40esimo anniversario dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, un anniversario tondo: ogni giorno i suoi familiari si chiedono che fine abbia fatto. Si tratta di un segnale pessimo – continua Parrini – Non ci sono motivi per prorogare se non il fatto che, in questa settimana, Fi e FdI, mentre la Lega non si è pronunciata, devono decidere se affossare o no la Commissione Orlandi. La speranza è che, fra sette giorni, non si arrivi ad una nuova richiesta di rinvio o alla votazione di un emendamento per ridurre la durata della commissione". E poi conclude: "Per la destra sarà una prova della verità. E dovranno metterci la faccia".</b></p><p><b><br /></b></p><p><b>I quaranta anni dalla scomparsa il prossimo 22 giugno</b></p><p><b>"Non riuscire a varare la commissione bicamerale entro quella data sarebbe un autogol, rappresenterebbe debolezza e incapacità del Parlamento", aveva dichiarato a Fanpage.it il primo firmatario per la Commissione d'inchiesta bicamerale sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, Roberto Morassut. "Alla Camera è stata approvata molto rapidamente, in Senato trovando sul suo percorso numerosi ostacoli. Non riuscire ad istituirla entro l'anniversario dimostra l'incapacità di svolgere la propria funzione di rappresentanza popolare: in particolare, la vicenda tocca la sensibilità popolare di un Paese intero".</b></p><p><b><br /></b></p><p><b>Gli ostacoli nella discussione in Senato</b></p><p><b>A seguito delle parole di Pietro Orlandi, che riportava gli audio lo scorso mese di dicembre in cui si faceva riferimento a Giovanni Paolo II, alcuni hanno manifestato le proprie perplessità. E dopo una prima frenata arrivata ad inizio maggio quando si è chiesto di ridurre la durata della Commissione d'inchiesta, sono arrivate altre richieste, fra cui quella di sentire in audizione i pm che si sono occupati del caso.</b></p><p><b><br /></b></p><p><b>"Richiesta di audizioni per capire cosa stia accadendo tra Vaticano e Procura …ma perché? – ha commentato Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela – La commissione parlamentare è, dovrebbe essere, totalmente indipendente da Procura e Vaticano. La giustizia merita rispetto".</b></p><p><b><br /></b></p><p><b>continua su: https://www.fanpage.it/roma/commissione-dinchiesta-su-emanuela-orlandi-la-discussione-in-senato-viene-rimandata-ancora/</b></p><p><b>https://www.fanpage.it/</b></p>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-71081316136725040412023-06-22T13:19:00.002-07:002023-06-22T13:19:30.147-07:00 Pietro Orlandi: “Papa Francesco mi ha detto che mia sorella è in cielo”<p><br /></p><p><b>“Per me mia sorella è viva fino a prova contraria, in Vaticano sanno qualcosa che non so”. A pochi giorni dal cinquantesimo compleanno di Emanuela, Pietro Orlandi esprime tutti i suoi dubbi sul silenzio della Santa Sede nei 35 anni di buio sul caso di Emanuela Orlandi.</b></p><p><b> "Papa Francesco mi ha detto: ‘Emanuela è in cielo. Per me mia sorella Emanuela è viva fino a prova contraria. È il terzo Papa che ho incontrato nella mia ricerca della verità e con lui il muro in Vaticano su questa vicenda si è alzato più di prima". Così Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la quindicenne cittadina vaticana scomparsa 35 anni fa a Roma e rimasta uno dei grandi enigmi della cronaca italiana. L'ex impiegato dello Ior ha rilasciato una intervista al settimanale ‘Spy' (in edicola da domani), che ha diffuso un'anticipazione: "La cosa certa è che in Vaticano sanno – continua- Il loro comportamento in questi 34 anni mi autorizza a pensarlo". I motivi del silenzio sarebbero da ricercare, secondo Pietro, nella necessità di proteggere l'immagine della Santa Sede.</b></p><p><b><br /></b></p><p><b>"La verità è qualcosa che pesa sull'immagine della Chiesa. Il Vaticano ha voluto evitare che la verità emergesse e ha avuto come complici lo Stato italiano e quei magistrati che non hanno puntato il dito sulle persone che erano a conoscenza di quanto avvenuto. Io credo che ci sia un sistema che lega Stato, Chiesa e criminalità al quale fa comodo mantenere nascosta la verità".</b></p><p><b><br /></b></p><p><b>"Il momento peggiore di questi 34 anni è stato nel 1993 – racconta per la prima volta Pietro – dopo alcune segnalazioni fotografiche inviate alla magistratura, eravamo sicuri di aver ritrovato Emanuela in Lussemburgo. Anche il giudice e l'attuale vice Capo della Polizia erano convinti di aver risolto il caso. Siamo andati a prenderla, io le avevo comprato un regalo. Non era mia sorella: in un attimo siamo passati dalla gioia più totale alla disperazione più buia. Non dimenticherò mai l'espressione sul viso di mia madre. Fu come se ce l'avessero rapita un'altra volta".</b></p><p><b>fonte:</b></p><p><b>continua su: https://www.fanpage.it/attualita/pietro-orlandi-papa-francesco-mi-ha-detto-che-mia-sorella-e-in-cielo/</b></p><p><b>https://www.fanpage.it/</b></p>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-37081825389259454412023-06-22T13:13:00.005-07:002023-06-22T13:13:51.789-07:00Emanuela rapita dalla banda romanda per ricattare il Vaticano e costringerlo a restituire i fondi prestati dalla mafia per finanziare Solidarnosc?<p> </p><br /><br /><img height="298" src="https://images.ildubbio.news/version/c:ZjBjYzUxMzktZDBhZC00:MWUyNDEz/image.webp?f=3%3A2&q=0.75&w=3840" width="632" /><br /><br /><br /><br /><b>Un labirinto di piste immaginarie e di depistaggi reali, un caso infinito capace di intrecciare i generi, cronaca nera e complesse trame geopolitiche sullo sfondo della declinante Guerra Fredda e dei poteri vaticani, con l’ombra dei servizi segreti italiani, della P2, della Mafia, del Kgb, dei Lupi grigi turchi, dell’internazionale pedofila e persino del principe del Lussemburgo, un ginepraio di versioni contrastanti, tra ipotesi di complotto e fervore mitomane. Probabilmente non sapremo mai cosa è realmente accaduto a Emanuela Orlandi, tutte le inchieste giudiziarie sulla scomparsa della ragazza hanno portato a un vicolo cieco e nessuna verità giudiziaria è mai venuta alla luce in quarant’anni di misteri. Tuttavia il filone di indagine più promettente e in fondo più verosimile è quello che vede coinvolto il cardinale Marcinkus, all’epoca dei fatti direttore dello Ior, la Banca vaticana, i fondi neri ai polacchi di Solidarnosc in chiave anti-sovietica e la Banda della Magliana. Sembra un patchwork di elementi suggestivi e scollegati, ma andiamo con ordine.<br /><br />All’inizio degli anni 80 l’apparizione del sindacato Solidarnosc nei cantieri di Danzica guidato dal carismatico Lech Walesa fa scricchiolare il regime filosovietico del generale Jaruzelky, per il Vaticano con a capo un papa polacco e decisamente anticomunista sembra quasi fisiologico sostenere il movimento di Walesa che ormai conta nove milioni di aderenti. Il regista dell’operazione è Paul Casimir Marcinkus, americano di Chicago figlio di immigrati lituani salito in cima alle gerarchie vaticane con la direzione dell’istituto delle opere religiose: tramite il Banco Ambrosiano dell’amico Roberto Calvi, il “banchiere di Dio”, Marcinkus fa pompare milioni di dollari nelle casse di Solidarnosc attraverso operazioni opache son non chiaramente illecite, facendo rimbalzare il denaro per paradisi fiscali e filiali occulte di mezzo mondo, Panama, Bahamas, Lima, Managua prima di farlo arrivare a Varsavia. Quando si consuma il crack del Banco Ambrosiano con il “suicidio” di Calvi ritrovato impiccato sotto il ponte dei frati neri a Londra, si fanno avanti i creditori che non sono proprio dei cherubini.<br /><br />Tra loro c’è Pippo Calò il “cassiere” di Cosa Nostra, giunto a Roma verso la fine degli anni 70, il quale aveva stretto un accordo con la banda della Magliana di Giuseppucci, Abbatino e “Renatino” De Pedis per la gestione e il monopolio dello spaccio di eroina nell’hinterland romano. Secondo questa interpretazione, ipotizzata dal giudice Rosario Priore, il rapimento della cittadina vaticana Emanuela Orlandi sarebbe stato un ricatto della Mafia che avrebbe usato i bravi ragazzi della Magliana allo scopo di riottenere i soldi prestati. Lo sostiene anche il pentito Antonio Mancini che avrebbe riconosciuto la voce del telefonista che il 28 giugno del 1983, sei giorni dopo il sequestro, chiamò casa Orlandi per dire di aver visto Emanuela senza però chiedere un riscatto: si tratterebbe di tale “Ruffetto”, un sicario al servizio di De Pedis. E lo ha confermato anche Maurizio Abbatino, “crispino”, tra i personaggi più influenti della Magliana: «Emanuela Orlandi fu rapita da De Pedis per i soldi che aveva dato a personaggi del Vaticano. Soldi finiti nelle casse dello IOR e mai restituiti. E non c'erano solo i miliardi dei Testaccini ma pure i soldi della mafia. L'omicidio di Michele Sindona e quello di Roberto Calvi sono legati al sequestro Orlandi. Se non si risolve il primo non si arriverà mai alla verità sul presunto suicidio di Calvi e sulla scomparsa della ragazza». A intorbidire le acque nel 2006 sopraggiunge però la testimonianza di Sabina Minardi, ex compagna di De Pedis che afferma di aver partecipato assieme ad alcuni elementi della banda al rapimento della ragazza che sarebbe stata nascosta per 15 giorni in un villino di Torvaianica sul litorale romano e poi in un appartamento del quartiere Monteverde.<br /><br />La polizia ha confermato l’esistenza dell’appartamento di Monteverde di proprietà di Daniela Mobili, amica di Danilo Abbruciati altro esponente di spicco della banda. Che in realtà era un rifugio un nascondiglio usato da De Pedis ma nessuna prova che fosse anche la prigione della giovane Orlandi. Inoltre a un certo punto il racconto di Sabrina Minardi si tinge di particolari contraddittori: la donna accusa infatti Macinkus come mandante del sequestro «per mandare un messaggio a qualcuno sopra di loro», dicendo di aver assistito alla consegna della ragazza a un sacerdote avvenuta nella piazzola di un benzinaio a poche centinaia di metri dalla Città del Vaticano.<br /><br />Due anni dopo Minardi cambia versione, ritrattando diversi dettagli: non ci fu nessuna consegna al sacerdote, Emanuela restò sempre nelle mani della banda e venne uccisa nel villino di Torvaianica per poi venire gettata in una betoniera. Insomma una serie di versioni incoerenti che hanno gettato totale discredito sulla testimonianza di Sabrina Minardi. I “ragazzi” della Magliana di certo avevano rapporti particolari con il Vaticano, in particolare De Pedis che conosceva personalmente il cardinale Casaroli e sarebbe in virtù di questa “amicizia” che la salma di Renatino fu seppellita nella basilica di Sant'Apollinare a Roma, onore riservato non certo ai membri di una banda criminale. Pare che si trattasse di una favore postumo a De Pedis che averva evitato ulteriori rappresaglie nei confronti del Vaticano.</b><div><b><br /></b></div><div><b>fonte</b></div><div><b>https://www.ildubbio.news/giustizia/marcinkus-roberto-calvi-i-milioni-a-walesa-e-quei-brutti-ceffi-della-magliana-n84bao5f</b><br /><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div></div>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-42257379467455075942023-04-11T02:35:00.002-07:002023-04-11T02:35:37.005-07:00Gesù e Barabba. La stessa persona?<br /><br /><br /><img height="178" src="https://scriptamanentitalia.it/wp-content/uploads/2021/04/FB_IMG_1616345982650-890x395_c.jpg" width="400" /><br />02Apr, 2021di <a href="https://scriptamanentitalia.it/author/giulia-bianchi/">Giulia Bianchi</a><br /><a href="https://scriptamanentitalia.it/gesu-barabba-stessa-persona/print">Stampa questo aricolo</a>Dimensione font <a href="https://scriptamanentitalia.it/gesu-barabba-stessa-persona/#font-size-down">-</a>16<a href="https://scriptamanentitalia.it/gesu-barabba-stessa-persona/#font-size-up">+</a><br /><br /><br />Tabella dei contenuti<a href="https://scriptamanentitalia.it/gesu-barabba-stessa-persona/#"></a><a href="https://scriptamanentitalia.it/gesu-barabba-stessa-persona/#Le_presunte_prove_di_Gesu_il_Barabba">Le presunte prove di Gesù il Barabba</a><br /><a href="https://scriptamanentitalia.it/gesu-barabba-stessa-persona/#Le_difficolta_nella_traduzione_dellaramaico">Le difficoltà nella traduzione dell’aramaico</a><br /><a href="https://scriptamanentitalia.it/gesu-barabba-stessa-persona/#Bar_Abba_forse_riferito_a_Gesu">Bar Abba, forse, riferito a Gesù</a><br /><a href="https://scriptamanentitalia.it/gesu-barabba-stessa-persona/#Una_fonte_controversa">Una fonte controversa</a><br /><a href="https://scriptamanentitalia.it/gesu-barabba-stessa-persona/#Yeshua_Bar_ABBA_era_davvero_Gesu">Yeshua Bar ABBA era davvero Gesù?</a><br /><br />A destare interesse della vicenda storica di Gesù è la figura del noto prigioniero Barabba, citato ben 11 volte nei vangeli sinottici.<br /><br />Si è imposta una nuova corrente degli studi, propensa a considerare i vangeli, sia essi sinottici o apocrifi, come fonti storiche attendibili, per la ricostruzione del Gesù storico. Ovviamente occorre epurare la raccolta di “loghia” di cui si compongono, di una data cristologia, inevitabilmente sempre più crescente.<br /><br /><br /><br />Una tradizione di loghia gesuani, dunque, che confluisce in vere raccolte da cui si dipartono le diverse tradizioni di Marco, Matteo, Luca (che avrebbero come fonte Marco e la così detta “fonte Q” aliena a Marco stesso) e infine Giovanni. I vangeli non differirebbero moltissimo dalle biografie del mondo antico; le stesse vite parallele di Plutarco, ad esempio, offrono resoconti storici importanti, sebbene il tutto sia destinato alla ricostruzione dell’ethòs del personaggio di volta in volta trattato.<br /><br />Anche nei vangeli si osserva una ricostruzione della visione gesuana e dell’ethos del personaggio. Ovviare ad una ricostruzione storica di un personaggio così importante, che sta alla base di una specifica teologia da cui si diparte una nuova religione, che tanto impatto ebbe nei secoli successivi, ha permesso di sviluppare un quantitativo di criteri di ricerca particolarmente minuziosi, utili a qualsiasi ricostruzione storica.<br /><br />Il vangelo di Matteo ha una sua specifica unicità, ovvero rifletterebbe un nucleo di tradizioni di discorsi trasmessi attraverso l’arte mnemonica di matrice tipicamente palestinese, fino a confluire nella redazione scritta in greco attorno al II secolo. La tipicità del vangelo di Matteo si esprime, per esempio con la dicitura “Regno dei cieli” assolutamente coerente con il tipico riferimento dell’area giudaica del tempo di Gesù, mentre negl’altri sinottici, compare “Regno di Dio”.<br /><img height="259" src="https://bardiromaantica.it/wp-content/uploads/2021/04/FB_IMG_1616345982650-1024x663.jpg" width="400" /><br /><br />In alcuni codici antichi, diversi da quello alessandrino che s’imporrà in occidente, in Mt 26,16, viene scritto “Avevano in quel tempo un prigioniero di nome [Gesù] Barabba”; in Mt27,17, nel passo in cui il prefetto romano Pilato, parla alla folla viene scritto “Chi volete che vi rilasci [Gesù il] Barabba o Gesù detto il Cristo?”<br /><br />In aramaico la parola BAR è usata per dire “figlio” mentre ABBA sta per “Padre” inteso anche come DIO.<br /><br /><br /><br />Dunque sembrerebbe un Gesù venisse condannato, mentre un altro sarebbe stato rilasciato. Ovviamente riconoscere l’esistenza di un Gesù figlio del Padre, contrapposto ad un altro, detto il Cristo, lascerebbe presupporre una sorta di sdoppiamento di un unico personaggio; o per lo meno una totale rilettura della contrapposizione Gesù / Barabba, ma sembrerebbe troppo facile. Ovviamente in nessun altro vangelo Barabba è preceduto dal nome Gesù, nemmeno nella versione canonica di Matteo, come si impose secondo canoni alessandrini, in occidente.<br />Le presunte prove di Gesù il Barabba<br /><br />I codici che presentano Gesù il Barabba, sono diversi: di cui, quello Koridethi, con parole trascritte in un pessimo greco che ne fa oscillare la redazione tra VII e X secolo; un gruppo di manoscritti medioevali detti dei “minuscoli”; la versione siro-sinaitica e altri manoscritti di matrice armena e georgiana. Si tratterebbe di un corpo di manoscritti rimontanti, ad un originale comune dunque, da cui si dipartirebbe la tradizione di Gesù Barabba.<br /><br />Invero, tanti manoscritti appartenenti ad unica famiglia testuale, potrebbero aver replicato un errore nella trasmissione dello scritto, tenendo conto poi, che un errore scribale, poteva altresì essere possibile anche per via della tecnica di scrittura della scripto continua, con le lettere tutte attaccate.<br /><br /><br /><br />Tale tesi però, per quanto interessante e da prendere assolutamente in considerazione, sembra venir sconfessata sia dalle versioni siriache del nuovo testamento che dallo stesso Origene. Una traduzione di fine II secolo o al massimo di inizio III secolo, in siriaco da un originale greco riporterebbe la lazione Gesù Barabba. Inoltre la tesi secondo la quale un errore di scrittura possa aver generato la lezione Gesù Barabba, cade del tutto seguendo i passi di Origene che ammette di conoscere versioni antiche di vangeli di Matteo nei quali si presentava questa lezione.<br /><br />Origene di fatto, ricusa nel contra Celsum, questa lezione asserendo fosse opera di qualche eretico, sebbene successivamente in uno scholium del vangelo in questione, ne riconosce l’esistenza.<br /><br />Per un giudeo del I o II secolo, Gesù bar Abba, non sarebbe stato qualcosa di particolarmente inusuale. Bar Abba può facilmente essere inteso come un normalissimo patronimico. Del resto Bartolomeo, nulla è che Bar Timeo, ovvero figlio di Timeo. Dal Talmud ebraico, scritto ben dopo, ma che riporta informazioni anche dei secoli precedenti, abbiamo menzione di figli di Abba come nome ma anche inteso come figlio del maestro.<br /><br /><br /><br />Dunque possiamo arguire che essendo il vangelo di Matteo, espressione di una tradizione palestinese, più vicina alla realtà giudea, proponesse la lezione Gesù bar Abba, proprio perché un ebreo del tempo la intendeva come una cosa del tutto usuale, sia qualora patronimico, che espressione di figlio del maestro.<br />Le difficoltà nella traduzione dell’aramaico<br /><br />Dunque in quell’ambiente non si imponeva nessun imbarazzo teologico, come invece poteva facilmente imporsi in contesti non avvezzi a questa terminologia. Del resto nonostante bar stia per figlio e Abba, oltre ad esser nome proprio, alludesse a Padre o anche a Dio, dobbiamo considerare che andare a tradurre “semitismi” non è impresa facile.<br /><br />Abba è una parola aramaica che confluisce anche in ebraico, sebbene poi risponda alle regole linguistiche dell’ebraico stesso. Come la parola computer che ormai da neologismo è adottata dall’italiano, subordinandosene alla grammatica. Un ebreo in bar Abba mai avrebbe letto “figlio di Dio”; e a dirla tutta anche in aramaico Bar Abba, pur rispondente a “figlio del padre” non alluderebbe mai a Dio.<br /><br />Di fatto occorrerebbe un’ulteriore determinazione perché da legare al figlio stesso di un padre che è Dio. Dunque seguendo grammaticalmente quanto è ricostruibile in aramaico, intendere letteralmente figlio del Padre intendendo Dio, dovrebbe essere reso con barà de Abba, dunque lontanissimo da Bar Abba.<br /><br />Dunque Abba può essere nome, può indicare il padre, il termine affettuoso di papà, quello di maestro di dottrina, ma associato a bar renderebbe o un patronimico, o figlio del maestro o figlio del padre, ma anche del proprio padre come ognuno di noi ha un padre biologico, dunque in assenza di una speciale particolarità che vorrebbe quel padre, esser Dio.<br /><br /><br /><br />Occorre anche un’analisi dettagliata nelle fonti antiche e evangeliche su di un’altra questione. Allor quando vi è la presenza di un patronimico, vi è una diretta menzione dello stesso. Nel vangelo di Marco sovente vi è il riferimento ai patronimici. Eppure, nel caso specie di Gesù Barabba, i passi del vangelo di Matteo menzionano Gesù “detto” il bar Abba o il Cristo.<br /><br />Come negli altri vangeli (mc) pur mancando il nome Gesù, si menziona un personaggio “detto” Barabba. Il verbo greco “legomenon/s” dunque non introdurrebbe un patronimico formale, ma introdurrebbe una sorta di soprannome o nome di battaglia.<br /><img height="263" src="https://bardiromaantica.it/wp-content/uploads/2021/04/Progetto-senza-titolo-19.png" width="400" /><br /><br />Ritroviamo la stessa introduzione in Mt, per quel che concerne Giuda detto l’Iscariota, dunque come nel caso di Yeshua bar Abba nei codici più antichi di Matteo e negli altri. Del resto la stessa parola aramaica “bar”, anche essa un semitismo, non necessariamente è da tradurre con la parola figlio.<br /><br />Se andiamo ad analizzare Giuseppe Flavio, autore giudaico di I secolo, nella guerra giudaica, ci renderemmo conto di come certe traduzioni in greco di semitismi siano piuttosto ardue. I giudei che stazionavano sulle torri salutavano l’arrivo dei dardi scagliati dai romani letteralmente “arriva il figlio”. Lo stesso autore scrive espressamente trattasi di un’espressione nella lingua dei padri.<br /><br /><br /><br />Non viene lanciato un figlio, in senso letterale, piuttosto il dardo è figurativamente espressione o per certi versi “figlio” dell’arma da lancio. Dunque in questo caso Bar esplicherebbe una appartenenza più che una discendenza genealogica. Ma Bar potrebbe essere inteso anche come “adatto a”: pensiamo alla locuzione ebraica BAR MIZVAH, una cerimonia di iniziazione di fedeli, ovvero un bambino diventa “adatto ai comandamenti”, oppure BAR MAZAL ovvero adatto alla fortuna.<br /><br />Un esempio ulteriore lo abbiamo in SIMONE BAR KOKHBA, capo dei giudei e autore nel II secolo della grande rivolta contro Roma. Letteralmente bar kokhba renderebbe figlio della stella, ma attraverso un’attenta analisi del semitismo della lingua aramaica, potremmo tradurre bar come adatto a e kokhba, più che stella, in stella intesa come luce o come guida.<br />Bar Abba, forse, riferito a Gesù<br /><br />Stabilito da questi elementi che Bar ABBA, potrebbe essere patronimico, o riferimento a figlio del maestro, o figlio del padre, ma non figlio di Dio, andiamo a vedere come bar Abba possa essere reso in aramaico, come “adatto a” o a voler essere esplicativo di un atteggiamento tipico e unico, atto a dare un soprannome o un nome di battaglia ad un dato personaggio.<br /><br />Avremmo:<br /><br />– Colui che solitamente si fa chiamare ABBA.<br /><br />– Colui che è solito invocare ABBA anche come Dio.<br /><br />Nel secondo caso avremmo dunque una lezione altamente coerente con un elemento tipico del Gesù storico, come si evince dai vangeli, secondo i quali sovente Gesù chiama Dio, ABBA. L’episodio del Getsemani, antecedente l’arresto, lo vede invocare Dio, come ABBA. Del resto che i primi cristiani mutuano dalla predicazione di Gesù il termine di Dio come Padre e dunque ABBA; questo infatti, risulta evidente anche dalle lettere di Paolo di Tarso.<br /><br />E’ altamente plausibile, così considerare come sia una prerogativa tipicamente gesuana, quella di invocare Dio come Padre (ABBA) che i discepoli conservarono dalle predicazioni di Gesù e nel tempo, crea un tratto tipicamente cristiano.<br /><br />Potremmo allora considerare coerente con il Gesù storico, YESHUA BAR ABBA.<br /><br />Ma come possiamo considerare, una volta data un’interpretazione a YESHUA BAR ABBA, l’episodio storico stesso del rilascio del bar Abba e la condanna del Cristo?<br /><br /><br /><br />Matteo scrive che il governatore romano, era solito per ciascuna festa rilasciare un prigioniero alla folla, secondo l’evangelista dunque, era una prerogativa di quello specifico governatore cioè Pilato e non una consuetudine derivata da una specifica norma giuridica o romana. Barabba viene definito prigioniero famoso, ma non viene di fatto definito bandito o terrorista.<br /><br />Anche nei passi di Marco, come Matteo, Barabba è un prigioniero, che era stato incarcerato assieme a dei ribelli, che per un tumulto avevano generato un omicidio. Ciò non significa che il così detto Barabba fosse un ribelle, può altresì significare che ne condivideva la prigione ma non la colpa di sedizione e omicidio. Eppure il testo greco di Marco risulta tutto sommato, ambiguo, nel senso che stabilire o meno Barabba faccia parte del gruppo di ribelli catturati a seguito di una rivolta oppure stabilire se, ne condividesse solo la cella, risulta quasi impossibile.<img height="274" src="https://bardiromaantica.it/wp-content/uploads/2021/04/GiveUsBarabbas-1024x700.png" width="400" /><br /><br />In Luca è detto essere un ribelle, catturato a seguito di un omicidio che lui stesso aveva compiuto. Dunque ci troveremmo davanti ad un personaggio che negli evangelisti diventa progressivamente, una figura strumentale ad una specifica finalità, ovvero quella di rimarcare la scelta del popolo giudaico di liberare un ribelle e di fatto, condannare a morte Gesù.<br /><br />Non ci aiuta il confronto dei testi evangelici per definire, l’episodio storico di tumulto o rivolta, durante la quale il personaggio Barabba sarebbe stato catturato. Marco, come Matteo, parlano di rivolta, supponendo essa fosse nota; letteralmente “la rivolta”, senza definire quando.<br /><br /><br /><br />Potremmo supporre che le vicende legate all’arresto di Gesù nel Getsemani, dove uno dei seguaci avrebbe colpito con un colpo di spada le guardie del sinedrio giudaico, possano essere state un momento di tumulto? Supponendo Gesù e Barabba fossero due persone diverse, nessun riferimento è dato della presenza di Barabba, tra i seguaci di Gesù. <br /><br />E poi, l’episodio del Getsemani, potremmo definirlo un parapiglia; dagli evangelisti si evince come il sinedrio, volesse catturare Gesù in tutta fretta, evitando l’approssimarsi della Pasqua e soprattutto perché era quello il momento nel quale a Gerusalemme, confluivano numerosi fedeli per la ricorrenza. Ovviare alla cattura di un personaggio che aveva un discreto seguito, in maniera aperta e davanti a tutti, poteva generare un vero tumulto.<br /><br />Alla fine certi predicatori che avevano un certo seguito, aumentavano lo stato di tensione di chi governava, essenzialmente perché generavano il timore potessero veicolare le masse verso rivolgimenti politici. Dunque sembra improbabile l’episodio del Getsemani, sia “la rivolta”, menzionata dagli evangelisti, tenuto conto che tutti, viene scritto, abbandonarono Gesù e fuggirono. Supponendo Gesù e Barabba fossero la stessa persona, avremmo fonti che parlano di rivolte a Gerusalemme, in quel dato momento?<br />Una fonte controversa<br /><br />Ebbene una fonte c’è. Questa fonte però, non ha garanzia di autenticità, anzi con molta probabilità è assolutamente spuria. Si tratta di un passo della Guerra Giudaica, tratto dalla versione slava di Flavio Giuseppe. Nelle versioni della guerra giudaica Giuseppe, mai parla di Gesù. Questo estratto definito “testimonium slavorum” scrive che a Gesù si aggregarono 150 seguaci. Avendo ampia presa su tutti, il popolo chiedeva a Gesù di entrare in città, sterminare Pilato e i romani e governare su di loro. Gesù non se sarebbe curato di queste richieste.<br /><br />Eppure Pilato reso edotto dal sinedrio, inviò i propri soldati, attaccò quei facinorosi e uccise molti giudei, catturando Gesù. Pilato, una volta interrogato Gesù, definendolo giusto lo rilasciò. Solo successivamente sarebbe stato di nuovo arrestato e condannato alla croce. Ovviamente non manca chi vuole conferire autenticità a questo passo, tuttavia pur annotandolo, dobbiamo cercare altrove soprattutto in Flavio Giuseppe, nei testi che conosciamo e nelle Antiquitates nel passo che precede il testimonium Flavianum (dove l’autore scrive di Gesù condannato a morte da Pilato), vi è menzione di una rivolta occorsa a Gerusalemme per la costruzione di un acquedotto.<br /><br />Pilato in quel frangente avrebbe usato parte del tesoro del tempio, scatenando una rivolta. Tuttavia non vi è menzione di giudei che aggrediscono e uccidono soldati romani. La vicenda poi cronologicamente è difficile da collocare, nella settimana della Pasqua ebraica.<br /><br />Occorre poi tener fede della discrepanza nel ritratto del prefetto romano, Ponzio Pilato, che intercorre tra gli evangelisti da un lato e le fonti giudaiche dall’altro, Giuseppe Flavio e Filone alessandrino.<br /><img height="223" src="https://bardiromaantica.it/wp-content/uploads/2021/04/testimonium-slavonium-1-1024x571.jpg" width="400" /><br /><br />Per i romani, l’area della Palestina nel complesso, era un’area davvero particolarmente difficile da gestire. Attese messianiche, di rivalsa politica e religiosa di quel popolo che si sentiva popolo eletto, e scarsa ricezione di un dato ellenismo, creavano ansie e difficoltà reali di gestione per i romani. In momenti come la Pasqua un centro come Gerusalemme era monitorato con particolare attenzione e soprattutto, i romani dovevano tener conto di ogni movimento o predicatore che potesse creare disordini.<br /><br />Pilato è presentato come un sanguinario e senza scrupoli, risulterebbe altresì improbabile, liberasse un rivoltoso per dare soddisfazione alla folla. Non abbiamo menzioni di usanze tipiche per quel tempo di liberare personaggi già giudicati colpevoli. Possiamo supporre in alcuni casi avvenissero liberazioni, dietro pagamenti di tangenti; Flavio Giuseppe menziona i successivi governatori (all’epoca procuratori non più prefetti) Albino e Gessio Floro, dediti a intascare tangenti per liberare delinquenti, al fine di arricchire se stessi. Potremmo supporre Pilato facesse lo stesso, ma resta una pura supposizione.<br />Yeshua Bar ABBA era davvero Gesù?<br /><br />Gesù venne condannato alla croce, il cui titulus definendolo rex lo definiva come reo di rivolgimento politico, e forse non è un caso venisse crocifisso tra due “latrones” di fatto termine con il quale i romani definiscono quel gruppo di irriducibili che sono gli zeloti. Yeshua bar Abba è coerente con il personaggio del Gesù storico, come si deduce dagli evangelisti, ma uno sdoppiamento potrebbe essere arbitrario, voluto per rimarcare come il Bar Abba venisse salvato come uomo dal Cristo che si sacrifica per lui, prefigurando così la salvezza.<br /><br />La spiegazione maggiormente adottata dalla ricerca storica è quella di matrice redazionale. Il cristianesimo fin da subito comincia ad allontanarsi dall’alveo del giudaismo.<br /><br />Già la contrapposizione tra Paolo e Pietro ne è un esempio. Ma Paolo di Tarso è il fondatore del cristianesimo, lui giudeo e cittadino romano allo stesso tempo, è l’uomo che apre il messaggio gesuano ai non circoncisi e rende quella che all’inizio era una delle tante sette del giudaismo, ovvero i nazorei, una religione aperta a tutti. Queste dinamiche generano nel giudaismo contrasti e dispute, fino alla distruzione del tempio a Gerusalemme del 70.<br /><br />I cristiani rompono con il giudaismo e devono convivere con il potere politico del tempo ovvero Roma. Ciò si evince dalla predicazione di Paolo. A livello redazionale far sì che fossero stati i giudei a voler libero un malfattore a dispetto del Cristo, li qualificava come rei di deicidio, liberando da quella responsabilità Roma, nella figura del suo governatore Pilato.<div><br /></div><div>fonte:</div><div><a href="https://scriptamanentitalia.it/gesu-barabba-stessa-persona/">Gesù e Barabba. La stessa persona? - Scripta Manent (scriptamanentitalia.it)</a></div>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-45096991821496557472022-08-18T13:44:00.002-07:002022-08-18T13:44:22.882-07:00VOGLIONO FERMARLO ? Dentro il "Deep State" di Donald Trump <p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/LphcUFQXpuw" width="320" youtube-src-id="LphcUFQXpuw"></iframe></div><br /> <p></p>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-16736862859667029642022-07-04T13:07:00.004-07:002022-07-04T13:07:41.064-07:00Crisi climatica e guerra ai migranti: BlackRock, Vanguard e StateStreet sotto accusa!!!!!<br /><br /><b>Con le loro scelte di investimento i colossi finanziari stanno favorendo l’inazione climatica, la criminalizzazione delle migrazioni e la militarizzazione dei confini. La denuncia nel report curato da Tni e Friends of the Earth:<br />“Fornendo un significativo sostegno finanziario alle industrie responsabili della crisi climatica e della sorveglianza, le società di asset management BlackRock, Vanguard e StateStreet stanno favorendo l’inazione climatica, la criminalizzazione delle migrazioni e la militarizzazione dei confini, il tutto mentre si presentano come sostenibili e attente al clima”. È la denuncia contenuta nel rapporto “<a href="https://www.tni.org/files/publication-downloads/foe_tni_report_march22.pdf">Cashing in on crisis</a>”, pubblicato a metà marzo dall’organizzazione ambientalista <a href="https://www.foei.org/">Friends of the Earth</a> e dal centro di ricerca indipendente <a href="http://www.tni.org/">Transnational institute</a> (Tni). Continuando a finanziare il comparto dei combustibili fossili e l’agribusiness, queste realtà alimentano il cambiamento climatico che a sua volta determina inaridimento dei suoli, desertificazione, esondazioni dei fiumi e altri eventi climatici estremi costringendo milioni di persone a lasciare la propria casa e il proprio Paese. E per limitare i flussi migratori -provenienti in larga parte da nazioni a basso reddito- Europa e Stati Uniti erigono muri e investono miliardi di euro e di dollari nelle più sofisticate tecnologie di sorveglianza digitale.<br /><br />Le tre società al centro dell’analisi hanno investito centinaia di miliardi di dollari nei tre settori presi in esame: spicca Vanguard, con oltre 386 miliardi di dollari investiti tra oil&gas, agribusiness e sorveglianza delle frontiere, seguita da BlackRock (171 miliardi di dollari) e StateStreet (116 miliardi di dollari). Per quanto riguarda il comparto dei combustibili fossili, ad esempio, hanno partecipazioni consistenti in British Petroleum, Chevron, Exxon-Mobil, Shell e Conoco Philips che figurano <a href="https://www.theguardian.com/environment/2019/oct/09/revealed-20-firms-third-carbon-emissions">tra le prime venti compagnie</a> responsabili di emissioni di gas serra a livello globale: “I cambiamenti climatici estremi colpiscono in maniera sproporzionata i Paesi a medio-basso reddito, che sono i meno responsabili della crisi” si legge nel report che evidenzia come l’inquinamento atmosferico causato dai combustibili fossili provochi la morte di circa sette milioni di persone ogni anno. Altrettanto pesanti sono gli impatti causati dalle società dell’agribusiness: nel 2019 sono andati in fumo oltre 850mila ettari di foresta per lasciare spazio alle colture di palma da olio (rilasciando in atmosfera 708 milioni di tonnellate di CO2), mentre in Amazzonia nello stesso anno sono stati cancellati 900mila ettari di foresta per permettere l’allevamento di bestiame -la cui carne viene poi in larga parte esportata in Europa e negli Stati Uniti-.<br /><br />Gli impatti sul clima e sull’ambiente di queste industrie costringono ogni anno milioni di persone a emigrare alla ricerca di migliori condizioni di vita. Sebbene non ci siano dati precisi sul numero di migranti e sfollati causati dalle conseguenze del cambiamento climatico si stima che nel 2020 i disastri naturali (comprese siccità, incendi, esondazioni, tempeste e temperature estreme) abbiano causato più di 30 milioni di sfollati interni. “Mentre il numero di persone che migrano in cerca di sicurezza, protezione e dignità continua ad aumentare, i governi si affidano sempre più all’industria della sorveglianza per limitare i movimenti e mantenere la ‘sicurezza delle frontiere’ -denunciano Tni e Friends of the Earth-. Questo è in gran parte dovuto all’influenza delle industrie attive nel settore nel presentare il cambiamento climatico come un come un problema di sicurezza nazionale e internazionale, e la migrazione come una minaccia”.<br /><img src="https://revive.altreconomia.it/www/delivery/lg.php?bannerid=848&campaignid=468&zoneid=58&loc=https%3A%2F%2Faltreconomia.it%2Fcrisi-climatica-e-guerra-ai-migranti-blackrock-vanguard-e-statestreet-sotto-accusa%2F&referer=https%3A%2F%2Fwww.google.it%2F&cb=41d7d80546" /> <br /><br />Si tratta di un settore che ha ricevuto importanti finanziamenti da parte dei governi: tra il 2013 e il 2018 Stati Uniti, Germania, Giappone, Regno Unito, Canada, Francia e Australia hanno speso 33,1 miliardi di dollari per questo settore (più del doppio rispetto ai 14,4 miliardi destinati alle politiche per il clima). Gli investimenti pubblici nel settore sono cresciuti in maniera rilevante sia negli Stati Uniti -dove i costi per la “gestione” della frontiera con il Messico sono passati dai 9,2 miliardi del 2003 ai 25 miliardi del 2021- sia in Europa, dove il budget dell’Agenzia Frontex è passato da 5,2 milioni di euro del 2005 ai 460 milioni del 2020 e 2027).<img height="400" src="https://i0.wp.com/altreconomia.it/app/uploads/2022/03/Schermata-2022-03-30-alle-08.28.40.png?resize=666%2C673&ssl=1" width="396" /></b><div><b><br /></b></div><div><b><br /><br />Vanguard, BlackRock e StateStreet finanziano, ad esempio, aziende che gestiscono carceri private e centri di detenzione per migranti, come CoreCivic e Geo Group: quest’ultima nel dicembre 2019 è stata al centro di una causa portata avanti da alcuni detenuti che hanno denunciato pratiche di lavoro coercitive, tra cui “la violazione del salario minimo e delle leggi contro la schiavitù per aver costretto i detenuti a lavorare gratis”. Ci sono poi aziende come Amazon e Accenture che forniscono ai governi gli strumenti e le tecnologie per tracciare gli spostamenti delle persone ai confini e per schedarle tramite i loro dati biometrici. Amazon, ad esempio, fornisce il servizio di server alle società che permettono all’Immigration and customs enforcement (Ice – l’agenzia federale statunitense per il controllo delle frontiere) di profilare, tracciare e imprigionare i migranti: la società fondata da Jeff Bezos, denunciano le associazioni nel report, si è assicurata un ruolo controverso come “spina dorsale nell’applicazione della legge federale sull’immigrazione, permettendo all’azienda di ottenere contratti miliardari” e accumulando, al tempo stesso, una quantità di dati senza precedenti.<br /><br />Le conseguenze di questi investimenti non si misurano solo nei danni ambientali provocati, ma anche nella violazione dei diritti umani fondamentali, sia lungo le frontiere sia nei Paesi di origine dove solo nel 2020 sono stati più di 200 gli attivisti assassinati per aver cercato di proteggere la propria terra e tutelare i diritti delle comunità locali minacciati da progetti estrattivi o di agribusiness. Nel 2020 Share Action, realtà che promuove una finanza responsabile, ha condotto un’indagine su 75 delle principali società di gestione del mondo rilevando come la maggior parte di queste non possieda un’adeguata due diligence in materia.</b><br /></div><div><b><br /></b></div><div><b>fonte:https://altreconomia.it/crisi-climatica-e-guerra-ai-migranti-blackrock-vanguard-e-statestreet-sotto-accusa/</b></div><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-57807981645245767432022-06-22T03:10:00.004-07:002022-06-22T03:10:40.916-07:00⚠️ NOTIZIA FLASH - LA CINA RILEVA UN SEGNALE ALIENO ?<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/wqHV2iBqLmY" width="320" youtube-src-id="wqHV2iBqLmY"></iframe></div><br /> <p></p>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-51874494679463502262022-05-26T05:54:00.004-07:002022-05-26T05:54:43.173-07:00TAIWAN LA NUOVA UCRAINA ? Biden minaccia la Cina<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/8uDn-pK3-_4" width="320" youtube-src-id="8uDn-pK3-_4"></iframe></div><br /> <p></p>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-47942321379523365472022-02-27T06:19:00.004-08:002022-02-27T06:20:56.049-08:00☢️ WAR-NEWS - IL TRAMONTO DELLA PACE - Tristi aggiornamenti & Analisi personale | PARLIAMONE (VIDEO)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/keqbOHi5wcQ" width="320" youtube-src-id="keqbOHi5wcQ"></iframe></div><br /> <p></p>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-76598191286506201752022-02-27T06:13:00.004-08:002022-02-27T06:13:36.538-08:00Mercy Brown, la vampira del Rhode Island<br /><br /><b><span style="font-size: medium;">Una delle creature mitologiche più romanzate ed esaltate è quella del vampiro. Quando sentiamo la parola “vampiro” la nostra mente va subito a “Dracula”, il personaggio dell’omonimo romanzo scritto nel 1897 da Bram Stoker. Oggi forse molti ragazzini lo collegano ad Edward Anthony Masen Cullen, il protagonista della saga di Twilight ( oh mio Dio, l’ho scritto per davvero! Perdonami Bram!), in ogni caso il mito del vampiro è ancora molto presente anche ai nostri giorni.In realtà il termine “vampiro” divenne popolare solo agli inizi del 1700, quando sotto questo nome vennero in un certo senso raggruppate diverse creature protagoniste delle superstizioni dell’Europa dell’est e nei Balcani, dove le leggende parlavano spesso di mostri assetati di sangue e dell’anima delle persone.<br />Proprio questa caratteristica ha associato molte volte il vampiro alle epidemie di tubercolosi che nella maggior parte dei casi provocavano perdite estese di sangue nei malati. Uno di questi casi fu quello di Mercy Lena Brown, anche se qualcosa di misterioso avvolge l’intera vicenda.<br />Alla fine del XIX secolo in Europa e negli Stati Uniti la tubercolosi era una vera e propria piaga inarrestabile. Chiamata anche “morte bianca” non si riusciva ad arginare in alcun modo e l’unica soluzione per limitare le vittime era isolare i malati e attenderne la morte. Alcuni sperimentarono diversi intrugli e presunte medicine, ma ogni tentativo si mostrò inefficiente.<br />Prima che si conoscessero le cause della tubercolosi la gente tendeva a credere che la morte fosse dovuta non tanto ad una malattia, ma piuttosto una “consunzione”, cioè al consumarsi del corpo ad opera di un agente esterno invisibile, e poiché la tubercolosi si trasmetteva velocemente in famiglia si pensava che i primi morti divenissero vampiri ( meglio dire non morti) per tornare a succhiare le energie dei malati, consumandoli appunto.<br />Nel 1892 a Exeter, Rhode Island, la famiglia Brown venne colpita per l’ennesima volta dal morbo e a farne le spese fu la giovane 19enne Mercy, che dopo alcune settimane di terribile sofferenza chiuse gli occhi per sempre.<br />George Brown, il padre, imputò la sua morte ad un membro della famiglia ritenuto non morto, che le aveva fatto visita qualche tempo prima e che, a suo dire, l’aveva morsa sul collo e intorno alla bocca succhiandole il sangue. Non era la prima perdita in famiglia: alcuni mesi prima la moglie Mary morì di tubercolosi e poco tempo dopo anche l’altra figlia, Mary Olive.<br />Se per loro George non aveva alcun evento a cui appellarsi, per quanto riguarda la morte di Mercy mise in giro la voce che ad ucciderla era stato un vampiro e non una terribile malattia come si sospettava: che ci credesse o meno questo non lo sappiamo, ma molti membri dell’alta società cercavano di nascondere le morti per malattia perché al tempo si veniva emarginati molto facilmente, anche solo per il sospetto che qualcuno fosse malato.<br />Ma le tragedie in casa Brown non erano finite: poco tempo dopo al morte della ragazza anche l’unico figlio maschio, Edwin, iniziò a presentare i primi sintomi di “consunzione”.<br />George, per non perdere tutti i privilegi accumulati nella società del tempo, sparse la voce in tutta la comunità di Exeter che uno dei Brown più distanti dalla sua famiglia ( un cugino di secondo grado secondo alcuni) si fosse trasformato in una creatura diabolica che succhiava il sangue ai vivi fino a portarli alla morte. Non solo: per circondarsi della comunità ed entrare nelle grazie della “gente per bene”, lui stesso chiese la riesumazione dei corpi della sua famiglia, in maniera da dimostrare che il suo nucleo familiare era estraneo a quell’essere diabolico.<br />Con l’aiuto della comunità aprì la cripta di famiglia e scoperchiò le bare, convinto che i corpi fossero già in decomposizione. In effetti le salme di Mary e Mary Olive erano decomposte, ma quello di Mercy non solo era integro, ma conservava ancora sangue nel cuore e nel fegato. La salma sembrava incorrotta, se non per un rivolo di sangue rappreso che colava dalle labbra.<br />Erano presenti le maggiori autorità della città e quella vista spaventò tutti i testimoni che si convinsero che Mercy fosse una vampira e che fosse stata lei ad aver infettato suo fratello Edwin.<br />Mercy era stata seppellita da soli due mesi, durante il gelido inverno e ciò potrebbe in parte giustificare il fatto che il suo corpo fosse ancora integro, ma al tempo la paura aveva sempre il sopravvento sulla ragione. Fomentato dalla folla George cavò il cuore della figlia e per ordine dei preti accorsi lo bruciò su una roccia vicina.<br />Ancor più macabro fu il tentativo di esorcizzare il figlio Edwin: dopo ripetute benedizioni dei cadaveri, della tomba, della casa e del bambino stesso, gli fu dato da bere un intruglio nel quale vennero sciolte le ceneri del cuore della sorella. Edwin Brown morì un paio di mesi dopo di tubercolosi.<br />Mercy Brown oggi riposa nel cimitero della chiesa battista di Chesnut Hill, e la cripta è stata ricostruita dopo lo scempio della folla che visionò il suo corpo. Oggi è diventata un’attrazione turistica, prediletta dagli appassionati di folclore e di storie di vampiri.<br />CURIOSITA’: Il caso della “vampira” Mercy Lena Brown venne pubblicato nel 1892 sul Providence Journal e attirò l’attenzione di Bram Stoker, l’autore di Dracula. Un ritaglio dell’articolo è stato ritrovato tra i suoi appunti. Chissà, forse per “Dracula” Stoker si è ispirato proprio a Mercy Brown.</span></b><div><b><span style="font-size: medium;"><br /></span></b></div><div><b><span style="font-size: medium;">link originale:</span></b></div><div><span style="font-size: medium;"><b>https://www.ilparanormale.com/leggende-metropolitane/mercy-brown-la-vampira-del-rhode-island/</b></span></div>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-34772396784372230452022-02-01T10:52:00.009-08:002022-02-01T11:02:03.689-08:00La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - Leggiamola insieme (VIDEO)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/aP40WQwPYio" width="320" youtube-src-id="aP40WQwPYio"></iframe></div><br /><b><span style="font-size: medium;">Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il cui testo completo è stampato nelle pagine seguenti. Dopo questa solenne deliberazione, l'Assemblea delle Nazioni Unite diede istruzioni al Segretario Generale di provvedere a diffondere ampiamente questa Dichiarazione e, a tal fine, di pubblicarne e distribuirne il testo non soltanto nelle cinque lingue ufficiali dell'Organizzazione internazionale, ma anche in quante altre lingue fosse possibile usando ogni mezzo a sua disposizione. Il testo ufficiale della Dichiarazione è disponibile nelle lingue ufficiali delle Nazioni Unite, cioè cinese, francese, inglese, russo e spagnolo.</span></b><p></p>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-61212317889676414102022-01-28T10:16:00.003-08:002022-01-28T10:22:10.257-08:00La NASA scopre altri 219 pianeti, 10 abitabili come la Terra<p><b>Sono ormai migliaia i pianeti al di là del sistema solare scoperti dal telescopio spaziale Kepler. Decine quelli che potrebbero ospitare la vita.</b></p><b><br /><a href="https://www.focus.it/scienza/spazio/la-nasa-scopre-altri-219-pianeti-10-abitabili-come-la-terra#"></a> <br /><a href="https://www.focus.it/scienza/spazio/la-nasa-scopre-altri-219-pianeti-10-abitabili-come-la-terra#"></a> <br /><a href="https://www.focus.it/scienza/spazio/la-nasa-scopre-altri-219-pianeti-10-abitabili-come-la-terra#"></a><br /><img height="306" src="https://www.focus.it/site_stored/imgs/0005/007/pi2.1020x680.jpg" width="568" /><br />Il telescopio della NASA Kepler ha analizzato oltre 200.000 stelle individuando migliaia di potenziali pianeti. Una trentina sono simili alla Terra NASA<br /><br /><br />La NASA ha pubblicato l'ottavo catalogo dei pianeti extrasolari che il <a href="http://www.focus.it/temi/kepler">telescopio spaziale Kepler</a> ha scoperto durante la sua lunga missione, iniziata nel 2009. I ricercatori hanno annunciato la scoperta degli ultimi 219 nuovi candidati pianeti extrasolari, dei quali una decina avrebbero dimensioni simili a quelle del nostro pianeta e si troverebbero a una distanza dalla loro stella tale per cui si avrebbero le condizioni per supportare la vita così come la conosciamo sulla Terra.<br /><a href="https://www.focus.it/scienza/spazio/la-nasa-scopre-altri-219-pianeti-10-abitabili-come-la-terra/?modal-open=43186&slide-open=zoom"><img src="https://www.focus.it/site_stored/imgs/0005/006/pi1.570.jpg" /></a><br />La distribuzione dei pianeti scoperti dal telescopio Kepler © NASA<br /><br /><br />I NUMERI. Nel nuovo catalogo il numero di oggetti che potrebbero essere dei pianeti sono 4.034. Di questi, 2.335 sono sicuramente dei pianeti: ne siamo assolutamente certi. Dei rimanenti bisogna attendere ulteriori verifiche.<br /><br /><br />Al di là dei numeri - che sono comunque molto interessanti - vi è il fatto che l'analisi dei dati permette di affermare che esisterebbero due classi di pianeti di dimensioni ridotte. A un gruppo apparterrebbero pianeti rocciosi grandi più o meno come la Terra ad un altro quelli gassosi, più piccoli però, di Nettuno.<br /><br /><br />Benjamin Fulton, dell'Università delle Hawaii a Manoa, ha detto: «Aver individuato due gruppi diversi di pianeti extrasolari è importante come quando per i biologi scoprirono che mammiferi e lucertole formano due rami distinti dell'albero evolutivo».<br /><br /><br />E questi pianeti di piccole dimensioni, nel loro insieme, rappresenterebbero circa la metà dei pianeti che sarebbero presenti nella nostra galassia.<br /><br /><br />Il telescopio Kepler ha scandagliato circa 200.000 stelle nella direzione della Costellazione del Cigno e nell’ultima fase della missione lungo l’eclittica (la linea apparente che il Sole traccia nel cielo in un anno), un numero considerevole di astri, ma ben poca cosa rispetto ai 200 miliardi di stelle che abiterebbero la nostra galassia.<br /><a href="https://www.focus.it/scienza/spazio/la-nasa-scopre-altri-219-pianeti-10-abitabili-come-la-terra/?modal-open=43192&slide-open=zoom"><img src="https://www.focus.it/site_stored/imgs/0005/008/pi3.570.jpg" /></a><br />Il telescopio Kepler cerca i pianeti analizzando le variazioni di luce che il passaggio del pianeta di fronte alla stella provoca nel suo percorso. Ha individuato 4.034 oggetti che potrebbero essere pianeti. Di questi, 2.335 sono sicuramente pianeti. © NASA<br /><br /><br />TANTI I CACCIATORI DI PIANETI. Va ricordato, comunque, che Kepler non è l'unico cacciatore di pianeti: ora questo lavoro viene realizzato anche da altri telescopi, soprattutto terrestri.<br /><br /><br />Se si considera nell'insieme il lavoro di Kepler e di tutti gli altri centri di ricerca, i <a href="https://exoplanetarchive.ipac.caltech.edu/">pianeti confermati</a> sono 3.496, una parte dei quali appartiene a 582 sistemi multipli, ossia composti da più pianeti - come il Sistema Solare.<br /><br /><br />Il numero ridotto di pianeti simili alla Terra e al contempo in una fascia abitabile del loro sistema solare è legato soprattutto al fatto che con i telescopi dei nostri giorni risulta difficile metterli in luce. Bisognerà dunque, attendere il nuovo telescopio spaziale, il <a href="http://www.focus.it/scienza/spazio/il-james-webb-telescope-va-nel-freezer">James Webb Telescope</a>, che verrà lanciato nelle 2018, il quale avrà caratteristiche tali da poter scovare e definire meglio i piccoli pianeti. E altri passi importanti e fondamentali in questo campo della ricerca astronomica si avranno quando entreranno in funzione i grandi telescopi terrestri, quelli da 30 metri e più di diametro.</b><div><b><br /></b></div><div><b>FONTE:</b></div><div><b>https://www.focus.it/scienza/spazio/la-nasa-scopre-altri-219-pianeti-10-abitabili-come-la-terra</b></div>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-69349788880494565672021-12-13T10:25:00.001-08:002021-12-13T10:27:44.348-08:00Caso Orlandi, le rivelazioni dell'ex procuratore Capaldo: "Così il Vaticano promise di rivelare dove era il corpo di Emanuela"<br /><br /><b>Le rivelazioni dell'ex procuratore Capaldo sul caso Orlandi: "Ho avuto due incontri con due prelati importanti nel periodo di papa Ratzinger che mi avevano dato disponibilità a rivelare dove fosse il corpo di Emanuela"<br />Tutto comincia nel 2012, sotto il papato di Benedetto XVI, cioè Joseph Ratzinger, con una segnalazione anonima che fa scoprire nella basilica di Sant’Apollinare, a due passi da Piazza Navona, una tomba in cui è sepolto «Renatino» De Pedis, carismatico boss della Banda della Magliana che aveva trasformato l’organizzazione in un «service» a disposizione dei poteri oscuri della politica, della finanza e della Chiesa e nel 1990 era stato ucciso da un killer in una stradina di Campo de’ Fiori. «A quel punto — racconta Capaldo, che in quella fase è “reggente” della Procura — chiedono di conferire con me due personaggi del Vaticano, importanti in quel momento, per chiedere la riesumazione del corpo di De Pedis ed eliminare dalla basilica un cadavere troppo ingombrante» che getta discredito sulla Chiesa. Ed è allora che Capaldo spiega ai due emissari che anche la famiglia Orlandi hadiritto a ritrovare una sua pace , anche se passando dal dolore per la conferma della morte di Emanuela, cioè dal ritrovamento dei resti della ragazza.<br />Gli emissari, continua Capaldo, «presero atto del mio punto di vista e si riservarono di sentire alcune persone più in alto nella gerarchia e di darmi una risposta. La risposta avvenne qualche settimana dopo e fu positiva. La disponibilità era quella di mettere a disposizione ogni loro conoscenza e indicazione per arrivare a questa conclusione»<br /></b><br /><br /><br /><br />fonte<br /><br />https://www.la7.it/atlantide/video/caso-orlandi-le-rivelazioni-dellex-procuratore-capaldo-cosi-il-vaticano-promise-di-rivelare-dove-era-12-12-2021-413512Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-63111216016271075082021-11-15T03:28:00.004-08:002021-11-15T03:28:30.924-08:00BIDEN RILASCIA I FILE SEGRETI SU JFK ?<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/_hayp_r24JI" width="320" youtube-src-id="_hayp_r24JI"></iframe></div><br /> <p></p>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-46334800573626831202021-10-28T09:17:00.002-07:002021-10-28T09:19:04.721-07:00La cospirazione del progetto Blue Beam<br /><br /><b>«Se si prende, per esempio, la tecnologia che avevamo negli anni ’40 e ’50, si nota che il suo scopo era aiutare le persone a vivere una vita più facile. Ma la nuova tecnologia – come i computer, i microchip, le nuove automobili, le superstrade – è fatta in modo tale da rintracciare e controllare chiunque e ovunque. E poiché questo tipo di tecnologia è fatta in questo modo, deve per forza avere uno scopo»<br /><br />Serge Monast, 1994.<br /><br />Il Progetto Blue Beam è al centro di una teoria della cospirazione secondo cui la NASA è al lavoro per imporre una nuova religione unica e dare il via a un Nuovo Ordine Mondiale grazie a un uso deviato – e fantasioso – della tecnologia. Si tratta di una teoria cospirativa estremamente popolare, nonostante le sue fonti costitutive siano scarsissime. Il <a href="http://educate-yourself.org/cn/projectbluebeam25jul05.shtml">Progetto Blue Beam</a> è stato presentato per la prima volta nel 1994 dal giornalista franco-canadese Serge Monast, nel corso di <a href="https://www.youtube.com/watch?v=l3d4WTspo6A&t=342s">una puntata</a> della trasmissione televisiva Ésotérisme expérimental, condotta del noto esoterista e ufologo Richard Glenn. Secondo quanto spiegato da Monast, il progetto si articola in <a href="http://www.thewatcherfiles.com/bluebeam.html">quattro fasi</a>.<br />Fase uno – Manufatti come funghi<br /><br />Grazie a una serie di terremoti provocati in modo artificiale in precisi luoghi del pianeta, avverranno nuove scoperte archeologiche che smantelleranno tutte le dottrine religiose attuali, in particolare il cristianesimo e l’islam. In sostanza, gli sconvolgimenti terrestri faranno riemergere dal terreno indizi così lampanti da mettere in crisi qualsiasi fede religiosa. Sic et simpliciter.<br />Fase due – Dolby Dio Surround<br /><br />Le cose iniziano a diventare serie. Sui cieli di tutto il mondo compariranno proiezioni laser olografiche tridimensionali del tutto indistinguibili dalla realtà. Queste proiezioni avranno forma divina e saranno opportunamente calibrate per soddisfare le esigenze culturali e locali delle regioni in cui verranno proiettate. È così che, ad esempio, su Roma apparirà un dio cattolico che parlerà in italiano oppure, a Mumbay, Shiva e Vishnu faranno il loro discorso in perfetto hindi. Subito dopo, in uno spettacolo di luci impressionante, tutte queste divinità si fonderanno in un solo e unico dio: l’Anticristo.<br /><br />A questo punto il gioco è fatto. La popolazione mondiale rimarrà così colpita da questa prova inequivocabile da votarsi completamente alla nuova religione. A corredo di tutto ciò, nella fase clou dell’annunciazione della divinità, verrà trasmesso a tutto volume l’Inno alla gioia di Beethoven: l’accompagnamento musicale ufficiale della nuova religione.<br />Fase tre – Condizionamento telepatico<br /><br />Verrà sprigionata tutta la potenza della “Comunicazione Telepatica Elettronica Bidirezionale”: una forma di controllo mentale subdola e perfetta. Grazie all’influsso di <a href="http://www.gatheringspot.net/topic/general-discussion/project-blue-beam-ultimate-mind-control-over-billions">onde radio</a> a bassissima frequenza, le persone vivranno nella convinzione di sentire il nuovo dio mentre dialoga con loro direttamente dentro alla testa. Secondo i sostenitori dell’esistenza del progetto Blue Beam, la manipolazione del pensiero via onde radio era già stata sperimentata su Kitty Dukakis, moglie del candidato democratico alla presidenza USA Michael Dukakis. Sarebbero state queste onde radio a provocare a Kitty la sindrome depressiva di cui aveva sofferto a partire dalla fine degli anni ’80.<br />Fase quattro – Controllo totale<br /><br />La quarta fase si compone di più azioni, volte a soffocare qualsiasi resistenza residua e a <a href="http://web.archive.org/web/20080118072403/www.geocities.com/area51/shadowlands/6583/project079.html">consolidare il nuovo potere</a>. L’umanità vivrà sotto la costante minaccia di un’invasione extraterrestre e di un rapimento alieno di massa. In un’escalation di tensione, i governi di tutto il mondo saranno impegnati in conflitti infiniti, l’uno contro l’altro. Chiunque sarà controllato minuto per minuto, grazie a una fittissima rete di controllo che coinvolge qualsiasi dispositivo elettronico possibile. Gli oppositori verranno arrestati e utilizzati come cavie da laboratorio. Infine, il caos: spettri e fantasmi olografici terrorizzeranno la popolazione. Panico, suicidi e il disagio mentale generalizzato faranno sì che le persone superstiti accettino di buon grado il Nuovo Ordine Mondiale; l’unica soluzione per porre fine a un’epoca di distruzione e miseria.<br />La teoria del tutto cospirativo<br /><br />«Imbecille! Non vedi che è una cospirazione governativa di massa!?! Oppure hanno accalappiato anche te, bambacione!?».<br />Milhouse Van Houten in “Il nonno contro l’incapacità sessuale”, I Simpson, Sesta stagione, Episodio 10, 2F07<br /><br />Serge Monast è morto il 5 dicembre 1996 in circostanze – ovviamente – misteriose, <a href="http://www.despatch.cth.com.au/Despatch/vol91_Concern.html">a detta dei suoi seguaci</a>. Rimangono ancora molti dubbi su dove il giornalista québécois abbia trovato l’ispirazione per concepire le sue teorie. Monast conosceva gli scritti di <a href="http://freemasonry.bcy.ca/anti-masonry/carr.html">William Guy Carr</a>, saggista militare di estrema destra e autore di “Pedine in gioco”, libro edito nel 1958 in cui illustra quelli che erano, a suo avviso, i rapporti di potere nel mondo. Tuttavia sono in molti a ritenere che lo spunto alla base del pensiero di Monast sia molto più pop. Pare infatti che molte delle idee fondanti del progetto Blue Beam si possano trovare anche nella sceneggiatura di <a href="https://memory-alpha.fandom.com/wiki/The_God_Thing">due episodi</a> mai usciti di Star Trek, scritti da Gene Roddenberry molti anni prima.<br /><br />La frammentarietà delle fonti e l’incertezza su qualsiasi cosa non hanno fermato i believers e oggi si possono trovare ovunque <a href="http://www.thewatcherfiles.com/bluebeam.html">siti</a> e <a href="http://educate-yourself.org/cn/projectbluebeam25jul05.shtml">portali</a> che diffondono una teoria del complotto che ha saputo stare al passo coi tempi. La ricerca di una teoria unificatrice, infatti, non è una prerogativa dei fisici. Le idee alla base del Progetto Blue Beam si sono evolute nel corso degli anni fino a compattarsi in una sorta di teoria generale della cospirazione, che abbraccia una moltitudine di campi, visioni e interpretazioni. È così che il progetto si è arricchito e ha fatto proprie le teorie alternative sull’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, il fenomeno delle scie chimiche, le vaccinazioni come sistema di controllo ed eliminazione e <a href="https://fellowshipoftheminds.com/tupac-rises-from-the-dead-and-project-blue-beam">la morte del rapper Tupac Shakur</a>. A seconda delle circostanze, le mani impegnate a muovere i fili del perfido piano appartengono alla NASA, alla CIA, all’FBI, alle Nazioni Unite, alle lobby economiche mondiali o ai famigerati <a href="https://destatevi.org/gli-illuminati/">Illuminati</a>.<br /><br />Ancora oggi il progetto Blue Beam tra nuova forza da qualsiasi notizia possa catturare l’interesse del pensiero cospirativo. Nel 2017, ad esempio, la notizia che l’esercito statunitense aveva finanziato <a href="https://www.nytimes.com/2017/12/16/us/politics/pentagon-program-ufo-harry-reid.html?_r=0">un programma per l’analisi di oggetti non identificati</a> in cielo ha riacceso il dibattito. Sui forum online le discussioni fervono e toccano qualsiasi argomento possibile. È un tentativo infinito di raggiungere una ipotetica consapevolezza, guidato dalla volontà di vedere ciò che non c’è.</b><br /><div><b><br /></b></div><div><b>fonte:https://oggiscienza.it/2019/07/15/progetto-blue-beam/</b></div>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-90941815235275800592021-10-22T12:41:00.004-07:002021-10-22T12:41:42.942-07:00Black Vault <p> <b>Di seguito troverai una raccolta di documenti UFO relativi alla CIA. La connessione del Black Vault con la CIA per ottenere alcuni di questi documenti sugli UFO risale al 1996.<br /><br />In origine, la CIA avrebbe rilasciato solo circa 1.000 pagine che erano state precedentemente divulgate dopo un caso giudiziario FOIA negli anni '80. Non hanno mai affrontato i record che </b><b>sono stati datati negli anni successivi al caso.</b></p><p><b><a href="https://www.theblackvault.com/documentarchive/wp-content/uploads/2021/01/unnamed-file-2-scaled.jpg"><img src="https://www.theblackvault.com/documentarchive/wp-content/uploads/2021/01/unnamed-file-2-285x300.jpg" /></a></b></p><p><b>Foto del CD-ROM, ricevuta dalla CIA da The Black Vault.<br /><br />The Black Vault ha passato anni a combattere per loro e molti sono stati rilasciati alla fine degli anni '90. Tuttavia, nel tempo, la CIA ha creato una raccolta su CD-ROM di documenti UFO, che comprendeva i documenti originali, insieme a quelli per cui ci sono voluti anni per combattere.<br /><br />Nel tentativo di assicurarsi che The Black Vault rimanesse aggiornato, a metà del 2020, questo CD-ROM è stato acquistato per avere un particolare dump di dati disponibile per tutti gli utenti di The Black Vault. Lo troverai di seguito per il download nel suo stato originale, insieme a un formato .pdf convertito/ricercabile. (Sebbene la CIA affermi che questa è la loro "intera" collezione, potrebbe non esserci modo di verificarlo completamente. La ricerca di The Black Vault continuerà a vedere se ci sono ulteriori documenti ancora scoperti all'interno delle proprietà della CIA.)<br /><br />(Nota: alcuni canali media riportano che ho presentato 10.000 richieste FOIA per ottenere questi documenti. Non è vero. Nel corso degli anni ce ne sono stati parecchi, ma il riferimento è che The Black Vault ha presentato 10.000 richieste FOIA TOTALI per accumulare i 2,2 MILIONI pagine in questo intero archivio. Non solo per i documenti seguenti. Ho inviato correzioni a Vice et al per questo, ma non ho ancora ricevuto risposta.)<br />Presentazione video<br /><br />CD-ROM completo della collezione UFO della CIA (2.780 pagine) (caso FOIA F-2020-02272)<br /><br />I collegamenti sottostanti offrono due download. Il contenuto del CD-ROM originale, così come ricevuto, ovvero i file .tif multipagina (non ricercabili) con i corrispondenti file di testo che sono in gran parte inutili.<br /><br />Il secondo collegamento sono i record convertiti, in cui The Black Vault ha convertito ogni file .tif in .pdf e lo ha reso ricercabile. Questo è di gran lunga il modo più popolare di scaricare e cercare, ma entrambi sono disponibili per il download.<br /><br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/zip.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/CIAUFOCD-FULL-UNTOUCHED.zip">Contenuto del CD-ROM della collezione UFO originale della CIA</a> [149 MB] – Questa è l'intera collezione, zippata, senza elaborazione. Questo è nella sua forma originale.<br /><br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/zip.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/CIAUFOCD-FULL-CONVERTED.zip">Contenuto del CD-ROM della CIA UFO Collection </a>– Conversioni .pdf ricercabili – [342MB] – Questo file .zip contiene tutti i file di cui sopra, tuttavia, sono stati convertiti in documenti .pdf ricercabili. Tieni presente che i .pdf ricercabili NON sono perfetti. Molti di questi documenti sono scarsamente fotocopiati, quindi il computer può solo "vedere" così tanto da convertire per la ricerca. Tuttavia, attraverso vari test, la capacità di ricerca è MOLTO migliore rispetto ai contenuti del CD di cui sopra con solo output .txt.<br />(scorri verso il basso per i download dei singoli file)<br /></b><br /><br />Download di file individuali (.pdf ricercabili)<br /><br />Le descrizioni di seguito sono un lavoro in corso. Tutti i documenti sono disponibili, ma tutte le descrizioni non sono ancora state compilate.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515622.pdf">C05515622.pdf</a> 477K Memo di due pagine della Divisione Raccolta Nazionale della CIA riguardante la "Ricerca sugli UFO" - 26 aprile 1976<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515624.pdf">C05515624.pdf</a> 396K Documento di una pagina riguardante "Ricerca UFO/Richiesta ORD per informazioni aggiuntive". Il disco parla del lavoro di un individuo sconosciuto, insieme a un sistema che potrebbe aiutare nella ricerca sugli UFO. Il sistema è redatto. – 25 giugno 1976<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515625.pdf">C05515625.pdf</a> 385K Un messaggio "Riservato" di una pagina al quartier generale della Divisione di riscossione domestica della CIA. Riguarda un caso UFO e una ricerca UFO, citando materiale che "dovrebbe rimanere classificato" ma la persona voleva il consiglio di "Esperti UFO della CIA".<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515646.pdf">C05515646.pdf</a> 551K Un record del settembre 1976, pesantemente redatto, che parlava di un UFO avvistato in Marocco.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515647.pdf">C05515647.pdf</a> 390K Un messaggio di una pagina riguardante un numero di caso sconosciuto, alla ricerca dei progressi compiuti. Il messaggio si riferisce alle persone a Wright Field (l'odierna Wright Patterson Air Force Base) "che trattengono il respiro in attesa di consigli". – maggio 1957<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515648.pdf">C05515648.pdf</a> 425K Un messaggio di una pagina, in cui fa riferimento al Dr. Leon Davidson e alla sua richiesta di ricerca di un aggiornamento su un "nastro" analizzato da Wright Field, probabilmente Project Blue Book. Data sconosciuta.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515649.pdf">C05515649.pdf</a> 382K Un messaggio di una pagina che si aggiorna sulla situazione di Leon Davidson e sul fatto che a Davidson sia stata inviata una lettera di risposta. – 1957.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515650.pdf">C05515650.pdf</a> 420K Un documento del 1957 che fa riferimento al Dr. Leon Davidson e alla sua richiesta di identificazione di un "Messaggio spaziale". Il messaggio sembra frustrato dal fatto che Davidson non accetterà la risposta che il messaggio era in codice morse.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515651.pdf">C05515651.pdf</a> 417K Un documento del 1957, che fa riferimento anche al "messaggio spaziale" del Dr. Leon Davidson. Davidson ha continuato a mostrare frustrazione per la mancanza di risposte che stava ricevendo.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515652.pdf">C05515652.pdf</a> 416K Un messaggio del 1958 riguardante Leon Davidson e gli articoli che stava pubblicando sui "dischi volanti" e la CIA.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515653.pdf">C05515653.pdf</a> 394K Un messaggio del 1967 riguardante il film "UFO Fact or Fancy" - probabilmente perché la CIA è stata contattata per la produzione.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515654.pdf">C05515654.pdf</a> 413K Un messaggio del 1957 riguardante il dottor Leon Davidson e la sua spinta per le risposte.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515655.pdf">C05515655.pdf</a> 397K Messaggio del 1957 riguardante il dottor Leon Davidson e il fatto che avrebbe ottenuto una risposta alle sue domande.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515656.pdf">C05515656.pdf</a> 404K La lettera del dicembre 1957 delinea la persistenza del Dr. Leon Davidson e la raccomandazione che ora viene ignorata.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515657.pdf">C05515657.pdf</a> 406K Un documento del 1958 che mostra la frustrazione per il dottor Leon Davidson e il fatto che l'agenzia non voglia più essere coinvolta nella questione.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515658.pdf">C05515658.pdf</a> 414K Un rapporto dell'intelligence del 13 agosto 1957 sugli oggetti volanti non identificati sull'Iran.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515659.pdf">C05515659.pdf</a> 452K Un rapporto di intelligence del 22 ottobre 1959 su "Possibile oggetto volante non identificato" in Ucraina.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515660.pdf">C05515660.pdf</a> 402K Un rapporto di informazioni di intelligence del 9 marzo 1960 su "Oggetti volanti non identificati rumorosi nella regione di Sary Ozek".<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515661.pdf">C05515661.pdf</a> 427K Un documento del 25 maggio 1962, che racconta di oggetti volanti non identificati a Buenos Aires, in Argentina. Si tratta di utilizzare le informazioni pubblicate dai giornali locali al momento dell'evento.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515662.pdf">C05515662.pdf</a> 423K Un documento del luglio 1965, che delinea i "dischi volanti antartici" sull'isola dell'inganno. Questa informazione è stata raccolta dai media.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515663.pdf">C05515663.pdf</a> 468K Un documento del 23 settembre 1977, che delinea "Un insolito fenomeno naturale osservato in Carelia". Per 10-12 minuti, un oggetto descritto come una stella, ha attraversato la città e ha emanato una luce brillante e "raggi molto fini" che hanno creato l'immagine di una pioggia battente.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515664.pdf">C05515664.pdf</a> 502K Informazioni raccolte dall'Argentina, in cui una voce parla di un oggetto caduto sconosciuto in seguito identificato come un satellite in caduta.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515665.pdf">C05515665.pdf</a> 425K Una continuazione dell'incidente di cui sopra di un satellite caduto.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515686.pdf">C05515686.pdf</a> 743K Un rapporto informativo dell'intelligence del dicembre 1977 sull'Unione Sovietica, e all'interno c'è una sezione su un avvistamento al "Sito 7".<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515687.pdf">C05515687.pdf</a> 520K Rapporto sull'oggetto volante (di difficile lettura) nell'area di Rostov in Russia, nel 1953.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515688.pdf">C05515688.pdf</a> 628K Rapporto informativo sull'intelligence di oggetti volanti nell'area di Shakhty in Russia, nell'agosto 1953.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515689.pdf">C05515689.pdf</a> 544K Altri incontri UFO nell'area di Rostov in Russia, dal 1954. Un altro documento di difficile lettura.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515691.pdf">C05515691.pdf</a> 434K Rapporto di oggetti volanti non identificati, inizio dicembre 1956.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515692.pdf">C05515692.pdf</a> 517K Avvistamento di oggetti aerotrasportati non identificati vicino a Leningrado, ottobre 1958.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515694.pdf">C05515694.pdf</a> 417K Luce brillante in viaggio inspiegabile vista nel cielo, ottobre 1958.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515695.pdf">C05515695.pdf</a> 432K Rapporto sulle informazioni di intelligence, URSS, 10 aprile 1972.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515698.pdf">C05515698.pdf</a> 493K Avvistamento di un fenomeno insolito all'orizzonte vicino al confine Iran/URSS, settembre 1966.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515699.pdf">C05515699.pdf</a> 525K Rapporto sulle conversazioni con scienziati sovietici su oggetti volanti non identificati in URSS, agosto 1967.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515701.pdf">C05515701.pdf</a> 526K Rapporto sulle conversazioni con scienziati sovietici su oggetti volanti non identificati in URSS, agosto 1967.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515702.pdf">C05515702.pdf</a> 422K Rapporto informativo sull'intelligence straniera, URSS, novembre 1976.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515703.pdf">C05515703.pdf</a> 407K Osservazione aerea di un'intensa sorgente di luce, settembre 1976.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515704.pdf">C05515704.pdf</a> 384K Rapporto informativo della CIA, Paesi Bassi, "Dischi volanti". settembre 1952.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515705.pdf">C05515705.pdf</a> 512K Avvistamento di velivoli non convenzionali, ottobre 1955.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515706.pdf">C05515706.pdf</a> 402K Rapporto di avvistamenti di oggetti volanti insoliti e attività scientifica di accompagnamento, 1955/1956.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515707.pdf">C05515707.pdf</a> 437K Oggetti volanti in rapido movimento su Stalingrado nella primavera del 1954.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515708.pdf">C05515708.pdf</a> 434K Fenomeni di luce a est di Tashkent, URSS, 1952.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515709.pdf">C05515709.pdf</a> 602K Articolo di uno scienziato tedesco sui "dischi volanti", luglio 1950.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515711.pdf">C05515711.pdf</a> 451K Dicembre 1952 corrispondenza tra il Dr. J. Allen Hynek e il Dr. H. Marshall Chadwell su un caso UFO determinato essere Giove.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515712.pdf">C05515712.pdf</a> 427K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515713.pdf">C05515713.pdf</a> 430K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515714.pdf">C05515714.pdf</a> 654K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515715.pdf">C05515715.pdf</a> 436K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515716.pdf">C05515716.pdf</a> 476K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515718.pdf">C05515718.pdf</a> 433K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515719.pdf">C05515719.pdf</a> 548K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515720.pdf">C05515720.pdf</a> 423K Una bozza di lettera di risposta al senatore Johnson, per quanto riguarda gli UFO.<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515721.pdf">C05515721.pdf</a> 399K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515722.pdf">C05515722.pdf</a> 378K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515724.pdf">C05515724.pdf</a> 385K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515725.pdf">C05515725.pdf</a> 383K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515766.pdf">C05515766.pdf</a> 442K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515767.pdf">C05515767.pdf</a> 388K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515768.pdf">C05515768.pdf</a> 458K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515771.pdf">C05515771.pdf</a> 513K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515772.pdf">C05515772.pdf</a> 385K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515773.pdf">C05515773.pdf</a> 383K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515774.pdf">C05515774.pdf</a> 392K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515775.pdf">C05515775.pdf</a> 390K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515777.pdf">C05515777.pdf</a> 390K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05515780.pdf">C05515780.pdf</a> 392K <br 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381K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516032.pdf">C05516032.pdf</a> 406K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516033.pdf">C05516033.pdf</a> 417K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516034.pdf">C05516034.pdf</a> 430K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516035.pdf">C05516035.pdf</a> 407K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516036.pdf">C05516036.pdf</a> 404K Un documento del 1958 che si riferisce alla risposta data al Dr. Leon Davidson e al fatto che hanno distrutto le prove relative al "messaggio spaziale".<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516037.pdf">C05516037.pdf</a> 426K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516038.pdf">C05516038.pdf</a> 390K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516039.pdf">C05516039.pdf</a> 405K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516040.pdf">C05516040.pdf</a> 401K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516041.pdf">C05516041.pdf</a> 442K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516042.pdf">C05516042.pdf</a> 520K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516043.pdf">C05516043.pdf</a> 402K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516044.pdf">C05516044.pdf</a> 461K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516045.pdf">C05516045.pdf</a> 408K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516046.pdf">C05516046.pdf</a> 397K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516047.pdf">C05516047.pdf</a> 379K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a 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/><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516061.pdf">C05516061.pdf</a> 478K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516062.pdf">C05516062.pdf</a> 436K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516063.pdf">C05516063.pdf</a> 390K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516064.pdf">C05516064.pdf</a> 397K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516065.pdf">C05516065.pdf</a> 435K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516067.pdf">C05516067.pdf</a> 440K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516068.pdf">C05516068.pdf</a> 565K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516069.pdf">C05516069.pdf</a> 466K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516070.pdf">C05516070.pdf</a> 464K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516072.pdf">C05516072.pdf</a> 388K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516073.pdf">C05516073.pdf</a> 442K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a 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732K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516229.pdf">C05516229.pdf</a> 532K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516230.pdf">C05516230.pdf</a> 412K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516231.pdf">C05516231.pdf</a> 491K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516234.pdf">C05516234.pdf</a> 445K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516235.pdf">C05516235.pdf</a> 471 K FBIS – Il presidente del Somaliland Egal parla dell'esplosione misteriosa di una bomba – gennaio 1996<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516237.pdf">C05516237.pdf</a> 463K FBIS – Riassunto del programma, Paris Antenne-2 Television in francese – aprile 1990<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516239.pdf">C05516239.pdf</a> 488K Rapporto dell'intelligence della CIA su varie questioni in Russia. Un elemento, coinvolge scienziati russi alla ricerca di informazioni sugli UFO - gennaio 1990<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516241.pdf">C05516241.pdf</a> 415K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516242.pdf">C05516242.pdf</a> 391K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516243.pdf">C05516243.pdf</a> 418K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516245.pdf">C05516245.pdf</a> 427K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516246.pdf">C05516246.pdf</a> 409K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a 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src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516576.pdf">C05516576.pdf</a> 451K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516577.pdf">C05516577.pdf</a> 434K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516578.pdf">C05516578.pdf</a> 467K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516579.pdf">C05516579.pdf</a> 396K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516580.pdf">C05516580.pdf</a> 429K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516581.pdf">C05516581.pdf</a> 396K <br 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462K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516588.pdf">C05516588.pdf</a> 2,3 M <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516589.pdf">C05516589.pdf</a> 402K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516590.pdf">C05516590.pdf</a> 429K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516591.pdf">C05516591.pdf</a> 418K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516592.pdf">C05516592.pdf</a> 385K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a 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src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516793.pdf">C05516793.pdf</a> 369K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516794.pdf">C05516794.pdf</a> 409K Mosca TRUD – 22 dicembre 1993 Edizione serale<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516795.pdf">C05516795.pdf</a> 391K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516796.pdf">C05516796.pdf</a> 459K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05516812.pdf">C05516812.pdf</a> 2.0 M <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517113.pdf">C05517113.pdf</a> 407K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517117.pdf">C05517117.pdf</a> 587K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517118.pdf">C05517118.pdf</a> 424K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517119.pdf">C05517119.pdf</a> 675K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517120.pdf">C05517120.pdf</a> 386K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517121.pdf">C05517121.pdf</a> 431K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517456.pdf">C05517456.pdf</a> 666K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517457.pdf">C05517457.pdf</a> 564K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517458.pdf">C05517458.pdf</a> 574K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517459.pdf">C05517459.pdf</a> 516K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517460.pdf">C05517460.pdf</a> 436K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517461.pdf">C05517461.pdf</a> 443K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517462.pdf">C05517462.pdf</a> 657K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517463.pdf">C05517463.pdf</a> 409K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517464.pdf">C05517464.pdf</a> 381K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517465.pdf">C05517465.pdf</a> 428K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517466.pdf">C05517466.pdf</a> 388K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517467.pdf">C05517467.pdf</a> 396K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517468.pdf">C05517468.pdf</a> 416K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517469.pdf">C05517469.pdf</a> 1,7 M Registro servizio stampa: Xinhua inglese – dicembre (anno sconosciuto)<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517470.pdf">C05517470.pdf</a> 391K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517471.pdf">C05517471.pdf</a> 496K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517472.pdf">C05517472.pdf</a> 386K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a 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src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517479.pdf">C05517479.pdf</a> 385K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517480.pdf">C05517480.pdf</a> 627K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517482.pdf">C05517482.pdf</a> 672K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517483.pdf">C05517483.pdf</a> 605K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517484.pdf">C05517484.pdf</a> 430K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517485.pdf">C05517485.pdf</a> 407K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517486.pdf">C05517486.pdf</a> 424K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517487.pdf">C05517487.pdf</a> 418K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517488.pdf">C05517488.pdf</a> 381K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517489.pdf">C05517489.pdf</a> 406K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517490.pdf">C05517490.pdf</a> 414K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517491.pdf">C05517491.pdf</a> 398K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517492.pdf">C05517492.pdf</a> 434K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517493.pdf">C05517493.pdf</a> 372K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517494.pdf">C05517494.pdf</a> 382K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517495.pdf">C05517495.pdf</a> 385K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517496.pdf">C05517496.pdf</a> 395K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a 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src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517508.pdf">C05517508.pdf</a> 444K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517509.pdf">C05517509.pdf</a> 836K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517510.pdf">C05517510.pdf</a> 1.0 M <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517511.pdf">C05517511.pdf</a> 1.0 M <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517512.pdf">C05517512.pdf</a> 3,3 M <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517513.pdf">C05517513.pdf</a> 2,2 M <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517514.pdf">C05517514.pdf</a> 1,5 M <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517515.pdf">C05517515.pdf</a> 1,4 M <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517516.pdf">C05517516.pdf</a> 1.1 M <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517517.pdf">C05517517.pdf</a> 496K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517518.pdf">C05517518.pdf</a> 395K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a 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482K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517555.pdf">C05517555.pdf</a> 479K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517556.pdf">C05517556.pdf</a> 400K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517558.pdf">C05517558.pdf</a> 401K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517559.pdf">C05517559.pdf</a> 619K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517565.pdf">C05517565.pdf</a> 644K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a 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src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517675.pdf">C05517675.pdf</a> 684K FBIS - Avvistamenti UFO n. 4: Dichiarazioni di funzionari militari e governativi - gennaio 1991<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517677.pdf">C05517677.pdf</a> 562K FBIS – URSS: Avvistamenti UFO n. 3 – Intervista al Vice Ministro della Difesa – Circa 1991<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517678.pdf">C05517678.pdf</a> 2,4 M Sfruttamento di un frammento metallico da un oggetto volante non identificato – 4 maggio 1966<br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517679.pdf">C05517679.pdf</a> 397K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517680.pdf">C05517680.pdf</a> 422K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517681.pdf">C05517681.pdf</a> 497K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517682.pdf">C05517682.pdf</a> 428K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517684.pdf">C05517684.pdf</a> 429K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517685.pdf">C05517685.pdf</a> 427K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517686.pdf">C05517686.pdf</a> 430K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517687.pdf">C05517687.pdf</a> 420K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517688.pdf">C05517688.pdf</a> 431K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517689.pdf">C05517689.pdf</a> 389K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517690.pdf">C05517690.pdf</a> 496K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517691.pdf">C05517691.pdf</a> 389K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517692.pdf">C05517692.pdf</a> 438K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517694.pdf">C05517694.pdf</a> 445K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517695.pdf">C05517695.pdf</a> 491K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517696.pdf">C05517696.pdf</a> 449K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517697.pdf">C05517697.pdf</a> 406K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05517698.pdf">C05517698.pdf</a> 422K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a 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src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05527992.pdf">C05527992.pdf</a> 408K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05527993.pdf">C05527993.pdf</a> 430K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05527994.pdf">C05527994.pdf</a> 594K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05527995.pdf">C05527995.pdf</a> 498K <br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents2.theblackvault.com/documents/cia/ufos/C05530814.pdf">C05530814.pdf</a> 415K <br /><br /><br /> <br />Rilasci originali – Archiviati<br /><br />Le seguenti sono le versioni originali che risalgono a circa il 1997. Il CD-ROM sopra dovrebbe includere anche i record sottostanti, ma sono archiviati qui per riferimento.<br /><br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://www.theblackvault.com/documents/ufos/cia/ciaall.pdf">File PDF #1 (32 Mega)</a> | <img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://www.theblackvault.com/documents/ufos/cia/ciaall2.pdf">File PDF n. 2 (35 mega)</a><br /><br /><img src="https://www.theblackvault.com/images/pdf.gif" /> <a href="https://documents.theblackvault.com/documents/ufos/CIA-UFO-10-2012.pdf">La Central Intelligence Agency rilascia più documenti dopo che una richiesta è stata presentata alla DIA nel 2009</a> [65 pagine, 1,37 MB] Rilasciato a settembre del 2009 - Questi documenti dimostrano che la CIA sta ancora raccogliendo informazioni sugli UFO e quel materiale solo negli ultimi anni è considerata una minaccia per la nostra sicurezza nazionale.</p>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-9031060364613390332021-07-23T01:30:00.000-07:002021-07-23T01:30:00.179-07:00Nel 1955 Hitler era in sud America. Giallo nei file segreti della CIA<p> </p><br /><br /><img height="209" src="https://lorisgiuriatti.it/wp-content/uploads/2017/11/ft_1200x627px-Hitler-nel-55-era-in-Colombia-i-segreti-della-CIA.jpg" width="400" /><br /><br /><br /><b>«Hitler nel ’55 era in sud America». Giallo nei file segreti della CIA. Mistero da alcuni dei dossier dei servizi segreti Usa. Ufficialmente fu cremato a Berlino<br /><br /><br />Un testimone sostenne che il dittatore nazista era sopravvissuto alla guerra: ci sarebbe anche una foto. I sovietici hanno detto per anni di avere dei suoi resti<br /><br />NEW YORK. Un documento che potrebbe riscrivere la storia: in uno dei file desegretati della Cia, custoditi dagli Archivi Nazionali Usa, si afferma che Adolf Hitler è sopravvissuto alla Seconda guerra mondiale, e fu contattato in sud America alla metà degli anni Cinquanta da un informatore dei servizi segreti americani.<br /><br />Lo ha sostenuto un agente dell’agenzia di intelligence in Sudamerica, dal nome in codice <a href="http://www.huffingtonpost.it/2017/10/31/un-agente-della-cia-rivela-hitler-non-si-e-suicidato-nel-bunker-negli-anni-cinquanta-era-in-colombia_a_23261570/">Cimelody-3</a>. L’agente, stando al documento, reso noto dai media, sarebbe stato «contattato il 29 settembre 1955 da un amico di fiducia che ha servito sotto il suo comando in Europa e che attualmente risiede a Maracaibo».<br /><br />«L’amico di Cimelody-3», ha continuato, «ha affermato che nel settembre 1955 Phillip Citroen, ex ufficiale tedesco, gli ha detto in via confidenziale che Hitler era ancora vivo».<br /><br />La presunta non morte di Adolf Hitler, come di alcuni dei suoi più fidati ufficiali, rimane ancora avvolta nel mistero, come lo è il caso di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Heinrich_Muller">Heinrich Müller</a>, comandante dell’Amt IV del RSHA e della Gestapo, scomparso da una Berlino sotto assedio il 1º maggio 1945 e più ritrovato. Proprio la figura di Müller è stata più volte nominata durante il processo di Norimberga.<br /><br />Sembra che si debba a lui l’organizzazione della “via di fuga”, il macchinoso piano organizzato grazie anche all’aiuto di alcuni alti prelati tedeschi compiacenti, per salvare la vita al fuhrer e ai suoi più stretti collaboratori.<br /><br /> <br /><br /><img height="367" src="https://lorisgiuriatti.it/wp-content/uploads/2017/11/Articolo-Giornale-di-Vicenza-nel-55-Hitler-era-in-sudamerica.jpg" width="400" /><br /><br /> <br />Il mistero della Foto<br /><br />Ci sarebbe anche una presunta fotografia, arrivata nelle mani dell’agente segreto, e contenuta nel file: «Il 28 settembre 1955, l’amico di Cimelody-3 ha ottenuto la fotografia citata, e il giorno dopo è stata mostrata a Cimelody-3». Nella didascalia è scritto: «Adolf Schrittelmayor, Tunga, Colombia, America del Sud, 1954». Con lui c’è una persona, che dovrebbe esser Citroen.<br /><br /> <br />I resti mai ritrovati<br /><br />I sovietici per anni hanno detto di avere resti di Hitler, anche se i corpi del dittatore e di Eva Braun ufficialmente sono stati cremati, ma in diversi negli Usa hanno dubbi in merito. Lo scienziato americano Nick Bellantoni dell’Università del Connecticut, per esempio, nel 2009 ha studiato il frammento di un teschio in possesso dei russi, affermando che molto probabilmente apparteneva a una donna dai 20 ai 40 anni e non a Adolf Hitler.<br /><br />Il destino del dittatore ha da sempre fatto discutere, e sono molti quelli che fin dai primi anni dopo la guerra hanno avanzato l’ipotesi che non fosse morto e fosse invece fuggito, come molti gerarchi nazisti, in Sudamerica dove poi avrebbe fatto perdere le sue tracce, vivendo ancora molto allungo.<br /><br />In merito a questo, sul finire degli anni 50, l’esercito Americano, secondo voci mai confermate, avrebbe disposto una squadra speciale con l’intento di verificare o meno la possibile fuga di Hitler all’estero.<br /><br />Sembra che i componenti della task force, dopo un’intricata ricerca degna di una spy story da guerra fredda, siano stati determinanti per la cattura di diversi nazisti, fornendo importantissime informazioni allo stesso Simon Wiesenthal.<br /><br />Per la storiografia ufficiale invece non ci sono dubbi: il capo della Germania nazista si è suicidato nel suo bunker a Berlino, il 30 aprile 1945, quando ormai i sovietici erano entrati in città.<br /><br />Fonte: il Giornale di Vicenza</b>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-79223620120885980312021-04-28T05:29:00.002-07:002021-07-23T01:19:49.421-07:00Toscana degli anni 80: Il Mostro di Firenze è Zodiac. <p> </p><header class="entry-header clearfix" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><img height="203" src="https://www.tempi.it/wp-content/uploads/2018/05/dellamonica.jpg" width="320" /><h1 class="entry-title" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: "Open Sans", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: 1.3; margin: 0.67em 0px; padding: 0px 0px 0.625rem; vertical-align: baseline;"><br /></h1><br /><b>Ecco l’inchiesta integrale dell’inviato di Tempi sul caso Mostro di Firenze. Tempi è in possesso delle soluzioni dei messaggi cifrati del Killer dello Zodiaco riguardanti la sua identità. La Procura di Firenze è informata.<br /><br />Il guardone, i sardi e il contadino<br /><br />Sant’Angelo è una frazione ai margini di Calenzano e Sesto Fiorentino: pochissime case circondate dai campi e dalle montagne. Non distante dalle abitazioni, in una traversa campestre dell’unica via che fa il giro della valle, un’iscrizione su una croce di pietra ricorda due nomi: Susanna Cambi e Stefano Baldi. Erano due ragazzi di Calenzano, soliti appartarsi la sera ai margini di un boschetto di olivi. La notte del 22 ottobre 1981 furono uccisi a colpi di pistola dall’uomo che è passato alla storia come il “Mostro di Firenze”, un brutale assassino che uccise a colpi di calibro 22 almeno sette coppie di giovani nelle campagne fiorentine fra il 1974 e il 1985.<br /><br />Sono passati più di trent’anni da quei delitti, ma i fiori ai piedi della croce che ricorda Susanna e Stefano sono ancora freschi. «È bello che la gente non si sia dimenticata di Susanna e Stefano», commenta Edoardo Orlandi davanti al loro memoriale. Prima di diventare un criminologo dell’Università di Firenze, Orlandi era già uno studioso del caso “Mostro”. Come tutti i nati negli anni ’80, Orlandi è cresciuto in un ambiente in cui il serial killer è diventato parte integrante della storia della città attraverso i processi degli anni ’90. Nessuno dei quali arrivò ad alcuna verità definitiva sull’autore materiale dei delitti. «Pochissimi fiorentini credono che il Mostro sia mai stato realmente individuato», osserva Orlandi.<br /><br />Pazzo e scaltro<br /><br />Le forze dell’ordine non capiscono immediatamente di avere di fronte un serial killer. «Soltanto la mattina successiva al delitto di Calenzano – rammenta Orlandi – la gente fiorentina si rende conto che davvero c’è un maniaco omicida che va a caccia di coppiette appartate nelle notti senza luna. E stavolta l’assassino spaventa anche l’opinione pubblica toscana che, in maniera un po’ pittoresca, per sdrammatizzare, lo aveva battezzato “Cicci, il mostro di Scandicci”».<br /><br />Dal 22 ottobre 1981, quello che pochi mesi prima sembrava essere stata l’opera di uno sbandato schizofrenico assume un nuovo significato. «Gli abitanti di Firenze si trovano di fronte a una persona socialmente organizzata, le cui turbe, per quanto gravi, gli permettono di agire in maniera fredda e lucida», spiega Orlandi. È un pazzo, ma non è uno schizofrenico. Gli inquirenti hanno ora di fronte qualcosa che in Italia, prima di allora, si era visto soltanto al cinema. Un serial killer “all’americana”. Una delle menti più scaltre che gli investigatori italiani si siano mai trovati a combattere e anche, sottolinea Orlandi, «uno dei pochissimi assassini seriali che abbiano avuto successo».<br /><br /><br />Dal giorno in cui compì il delitto di Calenzano e per cinque lunghi anni, il “maniaco” armato di torcia, pistola e coltello, che di familiare non aveva nulla né alle cronache fiorentine né a quelle italiane, diventò la notizia principale dei giornali locali.<br />Un killer “provinciale”<br /><br />«Benché sia passato alla storia come il Mostro di Firenze – ricorda Orlandi – i delitti rivendicati dal maniaco omicida non avvennero mai in città, ma nei paesini che la circondano». Borgo San Lorenzo, Scandicci, Calenzano, Galluzzo, Vicchio, Baccaiano, Falciani. Questi i nomi dei luoghi del crimine scelti dal serial killer. «Si tratta di piccoli cortili, dove le chiacchiere sui delitti facevano velocemente il giro dei bar», racconta Orlandi. Creando non pochi problemi.<br /><br />Il primo a pagare con la galera una parola di troppo fu Enzo Spalletti, guidatore di ambulanze. Spalletti praticava uno “sport” molto in voga nella provincia di Firenze degli anni ’80: spiare le coppiette appartate in auto. Durante la notte decine di persone si sparpagliavano nella campagna di Firenze, lungo i filari di cipressi, fra i boschi di acacia, armate di binocolo a infrarossi e microfoni, per osservare le coppiette che facevano l’amore in auto. Molti di loro, l’indomani, si ritrovavano nelle taverne del Chianti per scambiarsi fotografie e registrazioni audio.<br /><br /><br />«Spalletti la mattina del 7 giugno 1981 zappetta l’orto, poi va al bar, dove dice agli avventori di avere visto i corpi delle due vittime di Scandicci. Viene subito arrestato». Come va a finire? «Tre mesi dopo l’assassino colpisce di nuovo a Calenzano, portando alla liberazione di Spalletti e annunciando ai fiorentini: “Avete di fronte un vero serial killer, non un guardone”». Il Mostro continuerà a rivendicare la paternità dei crimini anche negli anni successivi, liberando con i suoi delitti, uno ad uno, tutti i sospettati. «Si fermerà soltanto nel 1985, quando in galera ormai non c’è più nessuno – osserva Orlandi – come a dire: “Non mi serve il vostro aiuto”».<br /><br /><img height="110" src="https://www.tempi.it/wp-content/uploads/2018/05/belliletter2.jpg" width="200" /><br />La pistola<br /><br />Nel 1989 si chiudono i conti con la cosiddetta “pista sarda”. Per sette anni i detective avevano seguito le tracce del Mostro a partire dai bossoli trovati nel 1982 in un faldone di un processo per un duplice omicidio maturato in ambiente sardo (Barbara Locci e Antonio Lo Bianco – 22 agosto 1968). I bossoli erano identici a quelli rinvenuti sulle scene del crimine del serial killer dal 1974 in poi. Ma per il delitto del 1968 esisteva già un colpevole, che era in carcere: il marito di Barbara Locci, Stefano Mele.<br /><br /><br />Si possono nutrire dubbi sulla paternità del crimine del 1968, «ma riguardo alla responsabilità di Mele – ricorda Orlandi – è un fatto che il marito della Locci fosse stato trovato con il grasso sulle mani, la mattina all’indomani del delitto. Mele – prosegue il criminologo – non ha mai saputo dare un motivo per quello che è apparso agli investigatori dell’epoca come un banale tentativo di ingannare il guanto di paraffina (test al quale Mele risultò comunque positivo)». Mele si addebitò il crimine, poi accusò i parenti. Alla fine fu condannato. Si pensò dunque che il serial killer potesse in qualche modo avere avuto accesso alla pistola usata nell’omicidio del 1968 e averla usata successivamente. Furono arrestati uno per uno tutte le persone che potevano avere partecipato al delitto del 1968: Francesco Vinci, Piero Mucciarini, Giovanni Mele. Fu arrestato con un’altra scusa anche Salvatore Vinci. Non si trovò nulla.<br />Dal vero Mostro a Pietro Pacciani<br /><br />Chi è veramente il killer delle coppiette? Che personalità si nasconde dietro la maschera che veste con il suo pubblico? Il Mostro, secondo Orlandi, «molto probabilmente appare come una persona normale, altrimenti non si spiegherebbe perché non sia mai stato possibile individuarlo fino ad ora». «È una persona con due vite – chiarisce il criminologo -: in quella normale, è un cittadino come gli altri, in quella segreta è il maniaco delle notti senza luna». Forse questo è uno di quei rarissimi casi in cui i criminologi hanno realmente di fronte qualcuno che incarna il protagonista di Robert Louis Stevenson, il celebre “Dr Jekyll e Mr Hyde”. Nei suoi delitti, il Mostro sembra ostentare due facce: «Da una parte è la persona pratica, efficiente e scaltra, sicura di sé che non lascia tracce e indizi; dall’altra, è il maniaco che corre rischi altissimi, pur di rispettare i propri folli rituali e sfidare gli investigatori», dice Orlandi.<br /><br /><br />La perizia criminologica dell’equipe dell’Università di Modena stilata da Francesco De Fazio, Ivan Galliani, Salvatore Luberto nel 1984 descrive il Mostro come «metodico», «sistematico», «cauto», «astuto». I periti sottolineano però che il Mostro soffre di una patologia psichica grave, che raggiunge l’apice della fase acuta nel momento in cui uccide. «L’eccezionalità di questo serial killer – sottolinea Orlandi, parafrasando la perizia dell’Università di Modena – è che porta a termine i suoi agguati in una situazione di forte carica emotiva. Eppure, in questa fase di psicosi acuta, è capace di modulare la forza, avvicinarsi in silenzio alle vittime, mirare e colpirle, spostare i corpi e mutilarli. È riuscito anche a cambiare velocemente le armi e la torcia, al buio. Il tutto senza fare errori». «Il Mostro – conclude Orlandi – è un maniaco che si muove fra il Mugello e il Chianti con la stessa sicurezza di un sicario». Una persona distante anni luce dal risultato dello “screening” del “super-computer” con cui la Procura di Firenze guidata da Pier Luigi Vigna arriva al nome di Pietro Pacciani.<br /><br /><br />Dov’è finito il bottino del killer?<br /><br />Nel 1990, la Squadra anti-Mostro (Sam) della Questura di Firenze sta ancora cercando l’autore dei sette duplici omicidi a sfondo maniacale avvenuti nelle campagne fiorentine fra il 1974 e il 1985. Qualche anno prima, in una lettera anonima, un presunto Mostro aveva avvertito gli inquirenti: «Non mi prenderete se io non vorrò… Sono molto vicino a voi». Autentica o no, la lettera confermava l’impressione degli agenti della Sam. Il killer era sempre stato un passo avanti a loro. Come se conoscesse in anticipo le loro mosse. D’altronde perché non erano riusciti a fermarlo né le finte coppiette di agenti né i blocchi della polizia e dei Carabinieri né le indagini né gli arresti? Che cosa aveva dato al Mostro la sicurezza di poter sfidare la città e la polizia, agendo sempre nello stesso periodo, ogni anno, per cinque anni consecutivi? In quale modo era riuscito a pianificare i suoi delitti in un territorio in massima allerta, cosparso dal Chianti al Mugello di eufemistici avvertimenti “Occhio, ragazzi: pericolo di aggressioni”? Come era stato possibile che, nonostante le precauzioni e le risorse impiegate, nonostante la taglia di 300 milioni di lire – l’unica mai emessa dallo Stato italiano – il killer l’avesse scampata?<br /><br /><br />Sicché, quando i fiorentini scoprono che l’indagato principale della Procura di Firenze è Pierino Pacciani, mestiere contadino, il «giovanotto fello» del quale cantava il menestrello Giubba nelle fiere di paese, la gente scuote il capo. Ci vorrà tutto l’impegno dei mass-media per far accettare a una più ampia minoranza di fiorentini che il Vampa – come era soprannominato in paese – sia l’assassino che aveva terrorizzato la città per un lustro e dal quale i cittadini si sentono ancora minacciati. Ma la Procura della Repubblica guidata da Pier Luigi Vigna ne è certa: il Mostro è lui.<br /><br />Quando iniziano le indagini su Pacciani, Ruggero Perugini, capo della Sam è appena tornato da Quantico, sede del Behavioral Science Unit dell’Fbi – gli specialisti mondiali della disciplina “omicidi seriali”. Roy Hazelwood, guru dell’unità, aveva avvertito il detective italiano: «Se trovi questi ninnoli, significa che hai trovato l’assassino». Hazelwood aveva mostrato a Perugini alcuni oggetti che i criminali come il Mostro di Firenze custodiscono gelosamente. I criminologi lo definiscono “bottino”. Sono gli effetti personali delle vittime che i serial killer rubano per ricordare e rivendicare i propri omicidi.<br /><br /><br />Ad oggi, non è mai stato trovato nulla del genere, nella casa di Pacciani e di ogni altro sospettato.<br />La selezione<br /><br />Era toccato al guardone, poi ai sardi. L’imputato, stavolta, era figlio e nipote di mezzadri. In paese, a San Casciano, per tutti era il Vampa. La sua faccia paonazza testimoniava che del freddo e scaltro serial killer, il contadino non aveva nulla. Uno dei testimoni, al processo, dirà di averlo scambiato per il dio Bacco, mentre serviva vino a una Festa dell’Unità degli anni ’80. Eppure l’accusa si era messa d’impegno per scovare qualcuno che raccontasse qualcosa di compatibile con il quadro accusatorio (un assassino seriale, calmo, lucido e soprattutto sobrio). Forse Pacciani terrorizzava qualcuno a San Casciano? Nemmeno questo. Si scoprì che il Vampa non le aveva soltanto date (le botte) ma ne aveva anche prese, e tante: una bastonata nel 1951 da <a href="https://www.tempi.it/mostro-di-firenze-il-nuovo-indagato-vigilanti-a-tempi-non-sono-stati-pacciani-e-vanni/#.Wv7YLdOFNQY">Giampiero Vigilanti</a>, ex legionario francese di Prato; molte borsettate da “Cinzia”, prostituta che batteva tra la Via Scopeti e la Cassia; qualche schiaffone dal guardiacaccia Gino Bruni, che Pacciani aveva minacciato con un forcone. Storie di paese, queste, che però appaiono più autentiche delle analisi “scientifiche” sulla personalità “segreta” di Pacciani che giravano sui giornali in epoca processuale.<br /><br /><br />L’ex Procuratore generale di Firenze, Piero Tony – che rappresentava l’accusa al processo d’appello sul Mostro – chiese l’assoluzione di Pacciani e la ottenne. Sulla colpevolezza del Vampa, vent’anni dopo, ha ancora la stessa idea che avevano di lui gli avvocati Rosario Bevacqua e Pietro Fioravanti: «Pacciani era un uomo che commise molti crimini nella sua vita, ma non era il Mostro», dice Tony.<br /><br />L’ex Pg di Firenze ha sempre criticato il metodo che la Procura della Repubblica decise di utilizzare per arrivare all’identità del Mostro: «Il meccanismo per il quale si era rivolta l’attenzione su Pacciani – racconta Tony – fu il seguente: fra le tante cose, si presumeva che il serial killer avesse attirato l’attenzione di qualcuno; poi, che avesse la fedina penale sporca e che fosse residente nella provincia di Firenze». «Pacciani – prosegue l’ex procuratore – era stato segnalato da una lettera anonima, aveva precedenti penali (aveva ammazzato un uomo nel 1951 e aveva abusato per anni delle proprie figlie), abitava a San Casciano e non era in galera quando il Mostro aveva ucciso. Si dedusse quindi che Pacciani potesse essere il serial killer». «In verità, questo meccanismo – spiega Tony – non è stato pienamente rispettato.<br /><br /><br />Stando ai parametri che gli inquirenti si erano dati il nome di Pacciani doveva essere fuori dalla lista dei sospetti. Per due motivi: non rispettava – per niente – il profilo stilato dai criminologi; al tempo dei delitti non era in salute (aveva subito un infarto)».<br />Il colpo gobbo<br /><br />Per qualche oscura ragione, il detto «contadino: scarpe grosse e cervello fino» fu sbandierato dalla stampa schierata con la Procura della Repubblica come un indizio di colpevolezza in un caso di omicidi seriali. Si dimenticava così che il sillogismo rendeva sospette tutte le persone con gli scarponi da lavoro e un quoziente intellettivo sopra la media. Non soltanto i contadini. Ma anche – per esempio – quell’uomo da cui Pacciani si sentiva “perseguitato”. Era costui «l’intellettuale con i piedi lunghi» che gli aveva impedito l’accesso alla casa di una vecchia chiromante del paese. Oppure l’uomo misterioso che lo pedinava negli incubi, il “generale della morte”. E anche il personaggio in abiti soldateschi e con i scarponi militari alla “Mickey Mouse”, che compariva in un disegno dell’artista cileno Christian Olivares, un bozzetto di una scenografia teatrale che per qualche strano motivo fu trovato nella casa del Vampa invece che negli studi del committente, il cineasta Raphael Ruiz.<br /><br /><br />Pacciani aveva ribattezzato l’opera di Olivares: “Sogno di Fantascienza, un’estate a San Casciano”. Vi aveva apposto la propria firma in calce e l’aveva messa sopra il caminetto in salone. Gli psicologi sentiti dalla Procura non videro in esso una denuncia al regime di Pinochet – cosa che in effetti era – ma l’opera di uno squilibrato, un maniaco sessuale affetto da gravissime turbe. Il critico Vittorio Sgarbi, sentito che la Procura di Firenze attribuiva al Vampa la mano di un seguace di Salvador Dalì, colse ovviamente la palla al balzo per una delle sue intemerate. Il vero autore – in esilio alle Canarie – mandò un fax a Repubblica, illustrando il senso del disegno agli psicologi. Era furibondo. Il Vampa si limitò ad alzare le spalle: «L’ho sempre detto che l’ho colorato e basta».<br /><br />Agli inizi del 1993, nemmeno Perugini sembrava essere certo della colpevolezza di Pacciani. Mentre indagava sul contadino di San Casciano, il capo della Sam si era appellato pubblicamente a un serial killer ancora senza volto. Perugini gli aveva offerto una mano per «uscire dall’incubo». Come reagì all’appello, il Mostro? Pochi mesi dopo, in aprile, i detective durante una perquisizione trovarono un proiettile calibro 22 nell’orto del contadino di Pacciani. «Un chiodo gobbo?», chiese il Vampa, mentre Perugini gli mostrava il reperto. Non è un “chiodo”, ma un “colpo” gobbo. Lo era a tutti gli effetti. Era una cartuccia curva, deforme e simile a quelle che il Mostro aveva lasciato sulle scene del crimine. Era infilato in un paletto della vigna del contadino. Proprio nel punto di rottura di un paletto spezzato da meno di una settimana.<br /><br /><br />Bisognò arrivare al processo d’appello, tre anni più tardi, perché la Corte e la Procura fossero avvertiti informalmente dal perito della difesa, Enrico Manieri, che quel proiettile era un “falso”: era stato caricato su un’arma diversa da quella del killer. La conclusione era ovvia: qualcuno aveva voluto incastrare Pacciani.<br />«Una colonna infame»<br /><br />«Prima del processo, ci arrivò anche una lettera anonima con allegata un’asta guida e molla di una Beretta – racconta Tony –. L’autore della missiva diceva che l’aveva sotterrata il Vampa, “un diavolo che incanta i bischeri in Tv”. Ma anche quello era un indizio di scarso valore, oltreché di dubbia provenienza».<br /><br />A proposito di questo “regalo”, il presidente della Corte che assolse Pacciani in Appello, Francesco Ferri – uno di quei magistrati che anche ai tempi di Tangentopoli continuarono a ispirarsi alle lezioni di Alessandro Manzoni e dei fratelli Verri – osservò che, se l’asta guida e molla fosse stata uno dei 48 reperti della Beretta che Pacciani aveva sotterrato in vari punti della campagna, il pm Paolo Canessa e la sua squadra di investigatori avrebbero dovuto disseppellirne altri 47 prima di ottenere una prova intera. «Avete almeno trovato la mappa?», ironizzò Ferri.<br /><br /><br />Il quadro accusatorio che il pm Canessa aveva portato in Tribunale crollò pezzo dopo pezzo al processo d’appello. Fra i più importanti, c’era la testimonianza di Giuseppe Bevilacqua, un ex agente della «polizia criminale» e direttore del Cimitero Americano di Firenze, all’epoca dei delitti del Mostro.<br /><br />Gli avvocati dell’Ambasciata degli Stati Uniti lo avevano messo in guardia sulla giustizia italiana. Joe, così si faceva chiamare, avrebbe potuto mettersi in un pasticcio. Godeva delle garanzie diplomatiche concesse per cortesia al personale tecnico della missione americana, perché rischiare? L’articolo di Repubblica “Pacciani era nel bosco” del 7 giugno 1994, a firma di Franca Selvatici, riporta oltretutto che il funzionario dell’American Battle Monuments Commission era molto indaffarato, il 6 giugno 1994. Nel giorno della sua deposizione, si sarebbe dovuto recare alla cerimonia del D-Day alla quale partecipava anche il presidente Bill Clinton.<br /><br />Nonostante tutto, Bevilacqua decise di dare il suo contributo all’inchiesta sui delitti delle coppie.<br /><br />“Joe” raccontò alla Corte con uno slang italo-americano ciò che aveva visto nei pressi della scena dell’ultimo crimine del serial killer, avvenuto fra il 6 e l’8 settembre 1985 in Via Scopeti, a San Casciano. Il luogo si trovava a 300 metri in linea d’aria dal cimitero, dove abitava.<br /><br /><br />Nella sua deposizione al processo Pacciani – la registrazione audio è disponibile su <a href="http://radioradicale.it/">radioradicale.it</a> – Bevilacqua sostiene di avere visto la vittima francese Nadine Mauriot con un «bikini nero» mentre prendeva il sole sotto i pini di Via Scopeti. La rivide di nuovo, il giorno successivo, nella piazzola dove sarebbe stata uccisa entro poche ore. Nello stesso lasso di tempo, poche centinaia di metri più in là avvistò un uomo che poi riconobbe in Pacciani. Camminava al limitare del bosco, vicino a un sentiero che conduceva alla scena del crimine. I cani, sostiene Bevilacqua, abbaiarono ferocemente, quella notte.<br /><br />Il direttore del Cimitero Americano di Firenze dice di non conoscere Pacciani. Nasce così una diatriba sull’altezza del Vampa che porta a un confronto fra accusatore e accusato. I due vengono fatti accostare. Confabulano. La scena si conclude con le parole di stupore dell’avvocato Bevacqua: «Sono molto simili, signor presidente!». L’avvocato di Pacciani evidenzia quanto possa essere difficile distinguere sconosciuti che si assomigliano. Quando poi Bevilacqua insiste nel sostenere di aver saputo degli omicidi sin dalla mattina successiva del delitto (la notizia non era stata ancora diffusa) si ritiene che la memoria gli faccia difetto. La cosa finisce lì.<br /><br /><br />Dopo una prima condanna, il Vampa fu assolto: «Pacciani – scrive il giudice Ferri – vien condannato in primo grado senza le necessarie prove, sulla base di artifici dialettici, di palesi illogicità, di illazioni e di mere invettive».<br /><br />Ferri si dimise da giudice in polemica con la magistratura, definendo l’intero processo Pacciani “una colonna infame”. L’assoluzione sarà annullata dalla Cassazione, ma il contadino morirà prima di un secondo processo d’appello, il 22 febbraio 1997.<br />PARTE II<br />I compagni di merende<br /><br />Giancarlo Lotti, detto “Katanga”, non torna indietro, nemmeno quando sbaglia. Il fatto di non avere nemmeno la licenza elementare è uno dei motivi per cui deve elemosinare quotidianamente vitto e alloggio. Tuttavia a cinquant’anni dice ancora: «La scuola ‘un serve a niente». Lotti non tornerà ma indietro sulle sue decisioni, nemmeno sulla testimonianza sui presunti “mostri” di Firenze.<br /><br />All’inizio del 1996, mente Pacciani sta per essere assolto, lo Stato – di solito assente – arriva a casa di Lotti (cioè dal prete che lo ospita) gli offre un vero alloggio e uno stipendio. In cambio, Katanga deve fare una sola cosa: diventare il famoso testimone che ha sconfitto il Mostro di Firenze. Lotti conosce Pacciani. Sa che è una persona violenta. E poi è avaro: non gli ha mai dato un quattrino in vita sua. È così che Lotti, il quale non ha un soldo né per la benzina né per il vino, accetta e inizia a “cantare”.<br /><br /><br />C’è una ragione per cui Katanga è il testimone Beta e non Alfa: la sua testimonianza è successiva a quella del suo amico di “girate”, Fernando Pucci. Il testimone Alfa, Pucci, è l’origine della teoria accusatoria dei “Compagni di merende”. Nel gennaio del 1996, Pucci aveva riferito alla squadra anti-Mostro guidata allora da Michele Giuttari che lui e il suo amico Lotti avevano visto Pacciani agli Scopeti, l’8 settembre 1985. Viaggiavano sull’auto (non assicurata) di Lotti. Si erano fermati alla piazzola dove erano i francesi per orinare, poi – racconta Pucci a processo – «si sentì uno, du spari, e s’andò a vedere che c’era». Nel video girato al processo, le immagini successive al momento in cui Pucci racconta questa storia, si soffermano sul suo amico Katanga, in Aula, che alza la mano e dice: «Quelle cose, le ho raccontate io a Fernando». La storia che Pucci ha appena raccontato è inventata: non era a Scopeti. E Pucci stesso conferma subito le parole dell’amico: «Sì, queste cose me le ha raccontate Lotti». Ormai è chiaro a tutta la Corte che il certificato di oligofrenia (ovvero demenza) della Regione Toscana che Pucci aveva esibito prima di testimoniare gli era stato dato per un motivo.<br /><br /><br />L’ex procuratore Tony commenta la decisione di portare a processo Alfa e Beta così: «Lasciamo perdere Pucci, che – poveretto – aveva una malattia mentale. Rammento però che quando venne fuori il nome di Lotti, il prete che lo aveva in carico chiamò in Procura per avvertirci di non ascoltarlo». Eppure sarà proprio lui, Beta, il pilastro (l’unico rimasto, dopo l’exploit di Alfa) della teoria dei cosiddetti “Compagni di merende”. Un gruppo composto dal contadino Pacciani, l’analfabeta Lotti e il postino Mario Vanni, detto Torsolo.<br /><br />«Né Torsolo, né Katanga sapevano sparare», osserva Tony «e nessuno di loro aveva il fisico o la mente del serial killer. Nemmeno Pacciani». Nessuno di loro, il 9 settembre 1983, con una damigiana di vino rosso sullo stomaco e un cuore infartato, sarebbe mai riuscito con un solo caricatore a colpire a morte i due giovani tedeschi – Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch – al buio, e attraverso le lamiere di un pullmino Volkswagen.<br /><br />«Lotti ha sbagliato più volte a ricostruire le dinamiche degli omicidi – conclude Tony –. Talvolta le sue menzogne sono odiosissime. Come quando sul delitto di Vicchio del 1984, nel quale persero la vita Pia Rontini e Claudio Stefanacci, racconta che la ragazza sia morta urlando e gemendo. Ma tutte le perizie dei medici legali dicono che Pia ha immediatamente perso conoscenza».<br /><br />La prova scientifica delle menzogne di Lotti<br /><br />«È un dato storico il fatto che nel processo ai “Compagni di merende” non ci fu una sola prova di colpevolezza che suffragasse le testimonianze di Lotti», racconta Nino Filastò, all’epoca avvocato di Mario Vanni. Anzi. Semmai ci sono le prove scientifiche del contrario. Una di queste, fu trovata da un certo “De Gothia”. Dietro a questo nickname si nascondeva un brillante “mostrologo” che per anni si è dedicato allo studio dei delitti del Mostro, divulgando le proprie indagini in pubblicazioni semi-clandestine sul web. De Gothia demolisce la testimonianza di Lotti partendo da un’immagine scattata da Ennio Macconi, fotografo de La Nazione, il 22 giugno 1982, all’indomani del delitto “numero 4” del Mostro. La fotografia immortala l’auto delle vittime, sotto sequestro nel parcheggio dei Carabinieri di Signa, e dimostra scientificamente che Lotti ha semplicemente “copiato” la versione degli inquirenti. Ma non ha visto nulla.<br /><br />La Fiat 147 nella quale Paolo Mainardi e Antonella Migliorini furono uccisi nel 1982 era stata trovata dai soccorritori e dalle forze dell’ordine pochi minuti dopo il delitto, in un canaletto di scolo che fiancheggiava la strada, nella parte opposta a quella dove le vittime l’avevano parcheggiata. Lo sportello del guidatore era bloccato.<br /><br /><br />Gli inquirenti, la stampa e Lotti hanno sempre sostenuto che i “Compagni di merende” abbiano aggredito la coppia e, quindi, che Paolo, nel tentativo di fuggire, sia finito fuori strada in retromarcia con l’auto. Le cose non andarono così. De Gothia smonta puntualmente la ricostruzione ufficiale del delitto, sulla base della legge di gravità. Nella fotografia scattata da Macconi all’auto delle vittime appare nitidamente una colatura di sangue perpendicolare al terreno sulla parte inferiore dello sportello del guidatore, all’altezza della guarnizione. Il sangue è colato sulla carena mentre l’auto era in piano e lo sportello era aperto. L’auto però fu ritrovata in posizione obliqua e con lo sportello chiuso e bloccato. Siccome il sangue rapprende in sei lunghi minuti, le vittime non potevano che essere già ferite a morte quando il killer aveva richiuso la portiera dell’auto. Evidentemente, conclude De Gothia, era stato il Mostro, non Mainardi, a guidare l’auto fuori dalla piazzola, sbagliando manovra e finendo nel canaletto. Lanciare con rabbia le chiavi dell’auto e sprecare tre proiettili – come il Mostro fece – uno per fanale e uno sul parabrezza, dopo un simile scivolone, era sicuramente più logico che farlo prima di avere ammazzato i due ragazzi.<br /><br /><br />Lotti ha mentito. Questa è una prova scientifica. Non opinabile come lo erano, a parere della Corte, le altre sei testimonianze di quella sera che contraddicono la versione del testimone Beta.<br />Il parco macchine dei “Compagni di merende”<br /><br />Stando alle parole di Lotti, lui e i suoi conoscenti si spostavano per le stradine del Mugello e del Chianti con un intero parco macchine, per pianificare e portare a termine i loro delitti. «Secondo Lotti, la sera del 19 giugno del 1982 avrebbero parcheggiato due automobili lungo il rettilineo di Via Virginio Nuova», racconta Francesco Cappelletti, scrittore e specialista del caso Mostro, «ma nessuno le ha viste. Come è possibile?».<br /><br />Via Virginio è una striscia d’asfalto che si snoda per chilometri nelle campagne del Chianti. Il punto dove fu ritrovata l’auto di Mainardi è al centro di un tratto lungo centinaia di metri e senza traverse, a parte una vicolo chiuso. «Eppure», commenta Cappelletti, «furono ben cinque i testimoni oculari che, quella sera, non videro né “Compagni di merende”». «I testimoni – prosegue lo scrittore – procedevano sulle loro automobili in direzione opposta lungo il rettilineo. Notarono la Fiat 147 delle vittime prima e dopo che fosse finita nel canaletto, ma non i due veicoli citati da Lotti. L’intervallo delle testimonianze è di pochi minuti. Se nessuno di loro ha visto uno dei Compagni di merende, né ha mai incrociato una delle loro automobili, è perché Lotti ha mentito».<br /><br /><br />A suffragare il fatto che Lotti abbia raccontato una grossa frottola, oltre alla forza di gravità e agli occhi dei cinque ragazzi che quella sera videro la scena del crimine prima e dopo lo “spostamento”, c’è un sesto testimone, Lorenzo Allegranti, il barelliere che quella notte soccorse le due vittime. Allegranti ha sempre sostenuto che il ragazzo agonizzante si trovasse sul sedile posteriore e non su quello anteriore dell’auto, dove invece avrebbe dovuto trovarsi, secondo il racconto di Lotti. La testimonianza di Allegranti fu ignorata dalla Corte. Contro il parere della Procura generale guidata da Piero Tony (cioè l’accusa), la sentenza definitiva del Tribunale di Firenze trasformò il serial killer delle coppie, solitario, freddo e calcolatore, che sfidava con successo la polizia, in una grottesca combinazione fra l’”anima nera”, colta e secolare di Firenze, e una combriccola di avventori della Taverna del Diavolo di Scandicci che uccideva su commissione di una corrente deviata di una loggia massonica.<br /><br />Dal singolo assassino su cui tutta la scienza criminologica puntava (e punta) il dito, si era passati via via a una comunità di peccatori più grande, senza mai arrivare al colpevole. Non è un caso che l’unica verità processuale esistente – ad oggi – è che non esiste alcun colpevole materiale dei delitti addebitati al Mostro di Firenze. «Il serial killer, se è vivo, è ancora in libertà», commenta Cappelletti.<br /><br />Il delitto degli Scopeti<br /><br />Cappelletti elenca una serie di circostanze che portano a riflettere sugli errori di Carabinieri e polizia e sulla reale identità del serial killer. Non c’è alcuna verità processuale su tre dei suoi duplici omicidi. Soltanto Vanni e Lotti, complici di un sospetto Mostro, Pacciani, vennero condannati per i restanti. Per questa ragione, l’inchiesta non è mai stata chiusa. L’ultima notizia risale al luglio 2017, quando fu reso noto che un esposto in Procura avesse portato gli inquirenti guidati dal Sostituto Procuratore di Firenze Luca Turco a mettere sott’occhio l’ex legionario francese <a href="https://www.tempi.it/tag/giampiero-vigilanti#.Wv7k29OFNQY">Giampiero Vigilanti</a> e alcune sue amicizie.<br /><br />Cappelletti elenca una serie di circostanze che portano a riflettere sugli errori di Carabinieri e Polizia e sulla reale identità del serial killer. Un esposto in Procura riguardo a quest’ultimo delitto è alla base della riapertura dell’inchiesta sul Mostro, dal giugno del 2017, che ha portato gli inquirenti guidati dal Sostituto Procuratore di Firenze Paolo Turco e la sua squadra di investigatori a mettere sott’occhio l’ex legionario francese <a href="https://www.tempi.it/tag/giampiero-vigilanti#.Wv7k29OFNQY">Giampiero Vigilanti</a> e alcune sue amicizie.<br /><br />«L’ultimo delitto del Mostro – spiega Cappelletti – è importantissimo per le indagini. Oltre ad essere l’ultimo delitto “ufficiale” del serial killer, è anche l’unico duplice omicidio in cui l’assassino ha nascosto le vittime, invece di ostentarle. Perché?». Non è l’unica domanda che riguarda le anomalie del delitto degli Scopeti.<br /><br /><br />«Nadine Mauriot era una donna sulla trentina, benestante. Jean-Michel un ragazzo più giovane di lei, che amava l’avventura e suonare la batteria. Quando arrivarono a Scopeti il 6 settembre 1985, decisero di piantare la tenda lì. Per quale motivo? Avevano incontrato qualcuno? Cosa avrebbero potuto visitare, lì?»<br />Le uniche due attrazioni accessibili velocemente – usando l’automobile – dalla piazzola dove i francesi avevano piantato la tenda erano il Cimitero monumentale americano e la casa dove Machiavelli scrisse il Principe. Per visitarle sarebbe bastato loro un giorno.<br /><br />«Senza alcun motivo apparente Nadine e Jean-Michel, sono rimasti per ben tre giorni in una piazzola sporca, di fianco a una strada trafficata e distante svariati chilometri da Firenze», commenta Cappelletti: «Perché?». La risposta a questo quesito potrebbe essere la chiave della soluzione del caso.<br />Mosche e scontrini<br /><br />Cappelletti nota che non fu trovato nessuno degli oggetti per la toilette delle vittime, nella tenda e nell’auto. «Dai verbali non risultano repertate né bottiglie d’acqua né cibo. Nessun dentifricio o spazzolino. Non avevano né sapone né deodorante», commenta Cappelletti.<br /><br />Che Nadine fosse una persona pulita lo dimostrano le sette mutandine che i Carabinieri elencano fra i suoi effetti personali. Più di una per ogni giorno del suo viaggio in Italia con Jean-Michel. Possibile che si fosse dimenticata il necessaire per lavarsi e non l’avesse comprato? A meno di una svista clamorosa dei Carabinieri (o di un segreto investigativo) il killer portò via ogni possibile elemento che potesse far risalire con certezza al giorno dell’omicidio «Collima con l’occultamento dei corpi delle vittime», spiega Cappelletti.<br /><br /><br />A conferma dell’astuzia del Mostro c’è il fatto che nonostante sulla scena del crimine del 1985 per la prima volta fosse intervenuto uno specialista, il professor Francesco De Fazio, l’assassino riuscì effettivamente nell’intento di ingannare gli inquirenti (e il “testimone” Lotti). «Una recente inchiesta del giornalista Paolo Cochi, basata sulle osservazioni di esperti entomologici, ha dimostrato tramite lo studio delle larve di mosca carnaria fotografate sui cadaveri delle vittime a pochi giorni dal ritrovamento che la data dell’omicidio di Scopeti è quasi sicuramente sbagliata. Nadine e Jean-Michel non furono uccisi l’8 settembre – come sostenevano l’accusa e Lotti nel processo ai “Compagni di merende” – ma uno o addirittura due giorni prima».<br /><br />«L’ipotesi – conclude Cappelletti – è suffragata dagli scontrini ritrovati fra gli effetti personali dei francesi. Ne sono stati ritrovati molti, uno per ogni giorno del loro viaggio in Italia. I più recenti attestano la loro presenza la mattina del venerdì a Tirrenia, al ristorante La Terrazza, e poi a Pisa. Non è stato trovato alcuno scontrino risalente a sabato e a domenica». Forse perché, la mattina di sabato 7 settembre, Nadine e Jean-Michel erano già morti.<br /><br />«Veniva dall’America»<br /><br />30 giugno 2003. Di fole sul Mostro se ne sono sentite tante. Le bugie del testimone Beta sono arrivate a toccare il farmacista di San Casciano Francesco Calamandrei, che in quei giorni è sotto inchiesta come fantomatico “mandante” dei Compagni di merende. Cadranno tutte le accuse, ma l’assoluzione definitiva non farà molto rumore.<br /><br />Vanni non ha mai parlato del Mostro, in un’aula di tribunale. Al processo, si era limitato a professare la propria innocenza e a mandare a quel paese i giudici e i Pm, appellandosi prima a Mussolini e poi a Gesù Cristo. Quando conversa con Nesi, l’ex impiegato delle Poste di San Casciano è già condannato in via definitiva. Non ha alcuna ragione per mentire. Parlando con il suo amico (il quale cerca di fargli ammettere che il Mostro è Pacciani) Vanni a un certo punto esplode con un: «Ma non è stato Pacciani!». Torsolo difende con decisione il Vampa. Nesi è sorpreso. Poi al postino sfugge un’informazione che non si era mai sentita prima di allora. Dice: «È stato nero, Ulisse, l’americano. È stato lui che li ha ammazzati tutti e 16, quella belva feroce». Nesi è sconcertato: «Storie da grand’hotel». Ma Vanni rincara: «È vero: veniva dall’America».<br /><br /><br />Il pm Paolo Canessa dovrebbe fare un salto sulla sedia quando sente questa registrazione. La memoria degli inquirenti torna in un lampo al delitto di Calenzano del 22 ottobre 1981, a quei giorni in cui per la prima volta le cronache italiane sono contraddistinte dal vocabolo “serial killer”. Ricordano l’esclamazione di un anonimo detective: «Questa è un’americanata!». Canessa chiede a Nesi di approfondire. Il postino non aggiunge nulla di più. Se ha accusato Ulisse, lo ha fatto perché non sapeva di essere intercettato. Quando al processo a Calamandrei l’accusa gli domanderà del misterioso americano, Vanni ripeterà la stessa storia, senza dire altro. All’indomani delle intercettazioni, la squadra di polizia capitanata da Michele Giuttari aveva interrogato una conoscente di Lotti, la mondana Patrizia Ghiribelli, e aveva ritenuto che l’americano di cui parlava Vanni fosse Mario Parker, un fashion designer gay di colore residente in Via dei Giogoli a Villa “La Sfacciata”. «Lo chiamavano “Uly”», aveva raccontato la ben poco attendibile Ghiribelli.<br /><br />All’indomani delle intercettazioni, la squadra di polizia capitanata da Michele Giuttari interroga una conoscente di Lotti, la mondana Patrizia Ghiribelli, e ritiene che l’americano di cui parla Vanni possa essere Mario Parker, un fashion designer gay di colore che soggiornò in Via dei Giogoli, nella depandance di Villa “La Sfacciata”. «Lo chiamavano “Uly”», racconta la ben poco attendibile Ghiribelli.<br /><br /><br />Passano gli anni, i presunti “mandanti” dei Compagni di merende vengono assolti, ma l’idea che il quadro accusatorio sia più o meno esatto resiste. Il giornalista Mario Spezi – cronista della Nazione che aveva seguito il caso del maniaco fiorentino sin dagli anni ‘80 – finisce addirittura in prigione, accusato di «depistaggio». Nelle librerie, in televisione, sui giornali italiani, la vulgata vuole che il Mostro e i Compagni di merende siano la stessa cosa. Solo alcuni cittadini ed esperti insistono nel rifiutare questa “verità” ufficiale.<br />PARTE III<br />Ulisse
<br /><br />Nel 2016 la Radford University ha calcolato che la maggior parte dei serial killer ha un’intelligenza sopra la media e che il 67,58 per cento di loro ha un passaporto statunitense. È un fatto che il Mostro sia uno dei pochi serial killer che abbia preso di mira le coppie appartate, un caso raro, se non unico, in un Paese mediterraneo. E fu proprio questo il principale problema posto agli investigatori dai delitti del serial killer. Un’anomalia enorme, sottolinearono all’unisono i criminologi che si occuparono per primi del caso. L’antropologo Tullio Seppilli, intervistato poco dopo il secondo duplice omicidio, ascrisse il delitto a una matrice «anglosassone». Notizie sui maniaci delle coppiette si incontrano scorrendo le cronache degli Stati Uniti e dei Paesi nordici europei. Non quelle italiane, a eccezione del Mostro. Che cosa c’entra un “lovers’ lane killer” con Firenze? Vanni aveva raccontato qualcosa di inedito, ma coerente con l’anomalia riscontrata. Chi poteva essere “l’uomo del bosco” che si presentò a Pacciani come Ulisse?<br /><br /><br />Il mito racconta che l’eroe dell’Odissea di Omero, re dell’isola di Itaca, abbia portato le truppe greche alla vittoria contro la città di Troia grazie a un trucco. Con l’aiuto della dea Atena, lo “scaltro Odisseo” aveva ideato e fatto costruire – racconta Omero – un enorme cavallo di legno in onore dei nemici troiani. I greci avevano simulato una resa. Gli abitanti della città rallegrandosi dell’apparente vittoria, portarono all’interno delle mura il cavallo, non sapendo che nascondesse all’interno i soldati greci. Troia fu distrutta. Vinta la guerra – nel secondo volume dedicato alle sue gesta – l’eroe di Itaca affronta insieme ai suoi uomini un lungo viaggio costellato di disavventure per tornare in patria, perseguitato dall’ira di Poseidone, fratello di Zeus e dio degli abissi marini. Giunto a casa, Ulisse massacra i “proci” che insidiavano l’amata moglie Penelope. Finalmente la famiglia è riunita.<br /><br />Non è spiegabile come l’opera di Omero possa essere entrata a far parte delle cronache dei “Compagni di merende”, se non perché l’episodio narrato da Vanni è vero. Quello che sconcerta del suo racconto, oltre al fatto che sia congruo con le prime impressioni degli investigatori e con le deduzioni dei criminologi, è che fra i nomignoli dei semi-analfabeti che componevano il gruppetto dei compagni di “girate” (e non solo di “merende”) di San Casciano – Vampa, Torsolo e Katanga – il nome di Ulisse spicca come un cuculo in un nido di passeri. Non può essere una loro invenzione.<br /><br /><br />Nella storia apparentemente sconclusionata di Vanni, Ulisse, dopo avere incontrato Pacciani nel bosco e avergli confessato di essere l’autentico serial killer di Firenze, avrebbe consegnato la pistola – la famosa Beretta – al «Procuratore che conta» e poi si sarebbe suicidato. Riascoltando le intercettazioni, le domande che negli anni si sono fatti gli inquirenti sono pressapoco le seguenti: perché Pacciani non aveva mai parlato di questa storia? Per paura? Di cosa? Se Ulisse era morto, perché nessuno aveva mai raccontato nulla agli inquirenti?<br /><br />La verità è che in quel bosco di San Casciano, alla periferia di Firenze, il Vampa doveva essersi reso conto di avere fatto la conoscenza con l’uomo più terribile, folle e astuto che avesse mai incontrato nella sua esistenza. Un uomo che incarnava il “Male” con la maiuscola, secondo il contadino. Nessuno avrebbe mai creduto al Vampa, se avesse raccontato quella storia, a parte il suo amico Torsolo, a cui forse non disse tutta la verità. Quale poteva essere l’obiettivo di Pacciani? Se si pensa che per scagionare Pacciani sarebbe bastato un bossolo firmato dalla pistola del Mostro spedito alla Procura, è possibile ipotizzare che questo fosse l’obiettivo del contadino, chiedere aiuto a Ulisse in cambio del suo silenzio.<br /><br /><br />Sarebbe tutto filato liscio, per Ulisse, se alla fine il postino di San Casciano non avesse cantato e se non fosse stato individuato. Ma nemmeno l’americano – con la sua intelligenza – avrebbe potuto sapere quarant’anni fa che una legge del suo Governo avrebbe obbligato l’Fbi e gli uffici di polizia americani a rendere pubblici migliaia di documenti, pagine e pagine di investigazioni che risalivano fino ai suoi primi anni di attività negli anni Sessanta. Non poteva prevedere nemmeno l’avvento di internet, grazie al quale quelle informazioni sarebbero state rese immediatamente disponibili a milioni di persone. Ulisse non poteva sapere che dagli inizi degli anni 2000, decine di siti web avrebbero iniziato a condividere documenti, a pubblicare verbali e atti processuali, come, per esempio, da anni fa il sito <a href="http://insufficienzadiprove.blogspot.com/">insufficienzadiprove.blogspot.com</a> sul caso Mostro.<br /><br />Ulisse se lo augurava, ma non poteva saperlo, che la sua fama sarebbe diventata mondiale e che il libro che nel 1986 rese celebre un quasi anonimo vignettista del San Francisco Chronicle, Robert Graysmith, sarebbe diventato vent’anni più tardi un film mondiale di successo. Una pellicola diretta dal Golden Globe David Fincher che avrebbe portato migliaia di persone ad appassionarsi ai suoi enigmi e a mettersi sulle sue tracce.<br /><br /><br />Ulisse, nero, l’americano, Zodiac tutto questo non poteva saperlo. E non poteva prevedere che, ironia della sorte, sarebbe stato un postino a incastrarlo.<br />Una maschera dietro a una maschera<br /><br />«Signed your truley: he plunged himself into the billowy wave and an echo arose from the suicides grave: titwillo, titwillo, tiwillo». “Si tuffò nell’onda ondosa e un’eco emerse dalla tomba del suicida” è una strofa su un annegamento tratta dall’opera“Mikado”di W.S. Gilbert e Arthur Sullivan. Si trova in una lettera che il serial killer noto al mondo come “Zodiac” ha inviato al direttore del San Francisco Chronicle, il 24 gennaio 1974. Il brano del “Mikado” segue la dicitura “il sinceramente vostro”. Che cosa avrà voluto dire? Né al Chronicle né al Department of Justice sanno che l’uomo che da sei anni rivendica i propri omicidi via lettera sta per dire addio alle “scene” americane.<br /><br />Del Killer dello Zodiaco – come è impropriamente chiamato in Italia – si possono dire molte cose, tranne che non avesse fatto l’inimmaginabile per la fama. A partire dal 1969, l’assassino seriale che aveva copiato la sua firma comprensiva di croce celtica da una marca di orologi per subacquei, la Zodiac, inviò un diluvio di lettere cupe e sarcastiche, terrorizzando gli abitanti della Bay Area di San Francisco con minacce e indovinelli sinistri pubblicati sulle gazzette locali. «This is the Zodiac speaking» , “Qui è Zodiac che parla” si annuncia in tutte le sue lettere ufficiali, ad esclusione della prima e dell’ultima. Misspelling ed errori grammaticali facevano parte del suo stile letterario, sarcastico e cupo. «L’ho sempre detto che sono crack-proof» ironizzava il criminale nel 1971, quando nessuno era ancora riuscito a decifrare la sua identità. All’epoca, sosteneva di avere già ucciso 17 persone. Sicuramente aveva aggredito tre coppie di giovani, una ragazza e un tassista. Sei erano i morti accertati.<br /><br /><br />Quando tutto ebbe inizio, il 31 luglio 1969, ai giornalisti del San Francisco Chronicle, del San Francisco Examiner e del Vallejo Times Herald appariva poco credibile quell’assassino che nelle sue lettere minacciava di uccidere qualcuno se non gli avessero dato la prima pagina. Per provare di avere ucciso «la coppia di ragazzi al Lake Herman il 20 dicembre scorso e la ragazza al Golf Club a Vallejo il 4 luglio», l’autore della lettera aveva riportato «alcune cose che solo io e la polizia sappiamo…». Il killer pretendeva che i quotidiani pubblicassero anche un suo testo cifrato, altrimenti sarebbe andato «in giro a togliere di mezzo i vagabondi o le coppie appartate, poi proseguirò ammazzando altri, sino a quando non avrò ucciso una dozzina di persone».<br /><br />Alla fine, si dimostrò che l’autore delle lettere non mentiva sulle rivendicazioni. Era veramente l’autore dei due agguati alle coppie di teenager a Vallejo. Nelle tre parti di codice inviate ai tre quotidiani – decifrate da due insegnanti, i coniugi Donald e Bettye Harden – il killer sosteneva che fosse «molto divertente» uccidere essere umani e sosteneva che le sue vittime lo avrebbero servito in «paradiso». Gli ultimi 18 caratteri del testo non furono decifrati.<br /><br /><br />Alla fine del 1969, per impedire che imitatori cercassero di rubargli la gloria, Zodiac allegò alcune prove del suo ultimo delitto.<br />La sfida<br /><br />L’apice del confronto fra Zodiac e chi gli dava la caccia fu raggiunto l’11 ottobre del 1969, quando in una ricca zona residenziale in pieno centro di San Francisco, dopo avere ucciso con un colpo di pistola alla nuca il tassista Paul Stine, il killer si prese del tempo per tagliare la camicia della vittima e allontanarsi lentamente dalla scena del crimine, in Washington Street. Non passarono nemmeno due minuti. Un uomo con la corporatura robusta, lo stomaco prominente e una faccia sulla quale spiccavano occhiali a montatura spessa – una faccia che, in seguito, fu definita “normale” dai testimoni – venne fermato da una volante della polizia a sirene spiegate.<br /><br />Un agente dell’Sfpd gli chiese se avesse visto una persona dall’apparenza sospetta, armata, correre da qualche parte negli ultimi cinque minuti. L’uomo rispose qualcosa come: «Certo, è andato di là». Accadde quello che di norma si vede nei film: i poliziotti ringraziarono il serial killer per le indicazioni e si lanciarono all’inseguimento di un fantasma. L’uomo “normale” continuò a camminare lentamente, scomparendo nel parco della base militare del Presidio, «per non essere più visto».<br /><br /><br />Quando Zodiac, si tolse la parrucca castano-rossiccia, portava ancora con sé il brandello di camicia insanguinata di Paul Stine, che poi avrebbe inviato al Chronicle. L’aneddoto è Zodiac stesso a riportarlo. La polizia conferma l’episodio. Gli agenti si giustificano dicendo che «la descrizione diramata alla radio era quella di un uomo nero». Da allora è un inseguimento che non ha ancora concluso.<br /><br />Per guadagnare la prima pagina, Zodiac si spinge ancora più in là, minacciando di far saltare uno scuolabus con una bomba. Poi, attorno al 20 dicembre, qualcuno che dice di essere Zodiac telefona a casa dell’avvocato Melvin Belli chiedendo di lui, ma non lo trova. «Non posso aspettare – spiega l’assassino alla segretaria di Belli – oggi è il mio compleanno». Alza il livello della sfida sino a invitare i «maiali» dell’Sfpd a decifrare i 13 simboli con cui era composto il suo nome. Le sue uniche “impronte digitali” lasciate sulla corrispondenza sono il suo sarcasmo, la sua perfidia, gli errori ortografici strani, come “cid” al posto di “kid” (bambino), e le parole in cui è contestuale la presenza del trattino e di una doppia consonante mancante (disap-eared, dif-icult, discon-ect).<br /><br /><br />Per trovare Zodiac, molte agenzie sono chiamate a collaborare al caso, vengono scandagliate le vite di centinaia di persone. Di concreto i detective hanno i suoi identikit, le sue lettere e, forse, alcune impronte parziali di palmi di mano. È molto probabile che Zodiac abbia trascorsi militari. I suoi messaggi cifrati? Eccetto il primo, non hanno trovato alcuna soluzione. Il killer non ha lasciato tracce o indizi sulle scene del crimine che possano portare alla sua identificazione, a parte le impronte parziali di una mano, di uno scarpone militare con suola lunga 30 cm. A Vallejo, San Francisco, sul Lake Berryessa, è stato visto. I testimoni oculari divergono solo sul colore dei capelli: castano quasi biondi, castano scuri, rossi. Viene descritto come un uomo sul metro e 72 centimetri, con un grosso stomaco. A San Francisco e soprattutto sul Lake Berryessa, dove ha agito in pieno giorno, però ci sono le testimonianze oculari. In entrambi gli identikit corrispondono, fatta eccezione per i capelli. A Napa lo descrivevano come una persona robusta, alto circa 1 metro e 80 centimetri, con un grosso stomaco e con i capelli scuri, con una riga sul lato sinistro.<br /><br /><br />Nel 1974, sulle tracce di Zodiac ci sono gli sceriffi di tre contee e i dipartimenti di polizia di due città, il Dipartimento di Giustizia, il giornalista del Chronicle Paul Avery e il vignettista Robert Graysmith. Zodiac ha ottenuto quello che vuole: la fama.<br /><br />Nel 1971 il killer della Bay Area era già diventato “Scorpio”, in un film dell’ispettore Callaghan, Dirty Harry. Hollywood già lo aveva ad archetipo del serial killer enigmatico. Scaltrezza, intelligenza e sangue freddo facevano in lui da contraltare alla vigliaccheria e alla malvagità dei suoi crimini. Era il “malvagio” perfetto.<br /><br />Una personalità fitta di aculei velenosi, quella di Zodiac, che aveva mostrato poche sfumature di umanità: la passione per le sfide e per i libri, per esempio. Il suo ultimo “conteggio dei morti” si attesta a 37 vittime rivendicate. Nella primavera del 1974, manda ancora due lettere sarcastiche, firmate come anonimo “cittadino” e “amico”. È un super-ricercato. Sparisce. Non è morto. Non è in galera. Non si è pentito. Ha cambiato nazione.<br />Due killer, una persona sola<br /><br />Quando la mattina del 15 settembre 1974, alle Fontanine di Rabatta, una piazzola a migliaia di chilometri di distanza dalla west coast americana, i Carabinieri si trovano di fronte ai corpi di Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore, nessuno sa ancora che l’autore del delitto è un serial killer. I fori della calibro 22 che l’uomo ha usato per esplodere i colpi sui teenager sono così piccoli da far pensare a un punteruolo. La ragazza, sopravvissuta ai proiettili, è stata uccisa con quattro coltellate. Il suo corpo, poi, è stato martoriato novanta volte con la punta della lama. La violenza usata nei suoi confronti è tale da far pensare in un primo momento a un delitto passionale. Poi però si scopre che, di quelle coltellate, la maggior parte sono superficiali. Non è ira. È in uno stato di psicosi acuta che il killer, dopo avere ucciso Stefania, l’ha spogliata, ha trafitto più volte il suo corpo con la lama e lo ha lasciato nudo sul prato, con le gambe divaricate e un tralcio di vite nella vagina. Il maniaco ha ripiegato i suoi vestiti, come se fossero gli abiti apparentemente ritirati in lavanderia quel giorno da Pasquale, e li ha lasciati a qualche metro di distanza dal corpo di Stefania.<br /><br /><br />Quel killer sette anni più tardi diventerà il “Mostro di Firenze”.<br /><br />«I spray them like it was a water hose». “Li ho innaffiati come se impugnassi il manicotto di una canna” scriveva Zodiac il 4 agosto 1969 al San Francisco Chronicle. Come Zodiac, anche il Mostro spara alle vittime prendendo di mira prima l’uomo. Se le cose andarono come gli inquirenti hanno ricostruito, il serial killer italiano avrebbe avuto anche l’occasione, nel 1985, di dimostrare che non sparava “a caso” ma che “voleva” sparare in quel modo. Centrò infatti al buio e da vari metri di distanza Jean-Michel Kraveichvili, la giovane vittima francese, mentre stava scappando.<br /><br />Non è solo il metodo di sparo ad accomunare i due serial killer. Aprendo il libro Zodiac di Robert Graysmith, nelle pagine finali dedicate al modus operandi del killer californiano, si può verificare quanto sia difficile distinguerli. Si legge infatti – in inglese, perché il libro non è mai stato tradotto in italiano – che l’assassino seriale americano uccideva preferibilmente coppie appartate, nei weekend o nei giorni festivi, prima di mezzanotte, nelle sere di novilunio, con pistole calibro 9 mm e .22.. Nel kit aveva un coltello e una torcia. Il Mostro che fa? Usa un kit identico a quello di Zodiac e fa le stesse cose, prende di mira le stesse vittime, allo stesso modo. L’unica eccezione sono le mutilazioni ai genitali delle vittime femminili da parte del Mostro. Ma non è propriamente un’eccezione, si scoprirà.<br /><br /><br />Alle Fontanine nel Mugello, così come a Lake Berryessa e a Riverside in California, anche le ferite d’arma bianca raccontano la stessa storia: i due killer hanno inflitto sulle vittime femminili numerose ferite d’arma bianca di pochi centimetri di profondità. Le tre perizie – che sinora non sono mai stata comparate – su Chery Jo Bates, Cecilia Ann Sheppard e Stefania Pettini parlano tutte di numerosi tagli “superficiali”. Molte delle ferite sulle vittime americane hanno una profondità di non più di uno o due centimetri. Riguardo alla Pettini, De Fazio si spinge a paragonare le decine di coltellate superficiali inflitte dall’assassino come a un tentativo di «saggiare la resistenza della carne».<br /><br />Dal 1981 il Mostro inizierà a mutilare il corpo delle ragazze. Non si sa se Zodiac, in quanto tale, abbia mai mutilato una vittima. Non si sa. È vero semmai che il Mostro abbia portato a compimento la minaccia che fece Zodiac, a Riverside, in una lettera del 29 novembre 1966 inviata al giornale locale e al capo della Polizia: «Taglierò le sue parti femminili e le lascerò per tutta la città».<br /><br /><br />Infine Zodiac e il Mostro prediligono usare nei propri delitti scarponi militari. Niente di che, ma quando si scopre che la taglia delle impronte degli scarponi Wing Walker repertate sul Lake Beryessa, il 27 settembre 1969, e quella degli anonimi scarponi tecnici trovata a Calenzano, in Italia, dodici anni più tardi è quasi la stessa (44), si va ben oltre le analogie. Forse però nessuno avrebbe mai sospettato che il Mostro fosse qualcosa di più di un perfetto imitatore di un serial killer americano, se Ulisse fosse riuscito a resistere alla tentazione di comunicare a tutti che il Mostro è davvero lui, Zodiac.<br />La teoria dell’acqua<br /><br />Fu una delle prime stranezza che gli investigatori notarono nei delitti e nelle missive di Zodiac. Nel libro di Graysmith viene citata come la “teoria dell’acqua”. L’ex vignettista del Chronicle osserva che il serial killer era ossessionato dall’acqua. Per esempio, uccise o potrebbe avere ucciso sempre nei pressi di località che la richiamano: Lake Herman Road, Lake Berryessa, Wash-ington street vicino a Lake Street, Lake Tahoe, Riverside.<br /><br />Graysmith non si spinge oltre, ma analizzando le lettere si scopre che in tutte c’è un importante riferimento all’acqua; la marca di orologi Zodiac, celebre all’epoca negli Stati Uniti per i suoi prodotti da sub come il Sea Wolf; i suoi auto-elogi («l’ho sempre detto che sono “crack-proof”», dice facendo un’allusione con alla parola “water-proof”); il sarcasmo sulla sua salute mentale («aiutami, sto annegando»); i temporali che gli hanno rovinato i piani per la bomba contro lo scuolabus («sono stato sommerso dalla pioggia»); il bicchiere d’acqua che negherà ai suoi schiavi nell’aldilà («li ascolterò implorare per l’acqua»); i nemici poliziotti soprannominati come i cattivi del film “Yellow submarine” dei Beatles («blue meannies»); il suo metodo di sparo («tutto ciò che dovevo fare era innaffiarli come se fosse la canna dell’acqua»); la sua firma finale, la citazione di un annegamento nel “Mikado” di Gilbert e Sullivan con cui conclude la sua corrispondenza ufficiale con il Chronicle («S’immerse nell’onda ondosa…»).<br /><br /><br />Il fatto che nel 1974 l’uomo soprannominato Ulisse – fonte d’ispirazione di tutti i lupi di mare – da poco arrivato dagli Stati Uniti abbia compiuto un duplice delitto in una lovers’ lane vicino al fiume Sieve, in una località chiamata Le Fontanine, è indicativo. Persino il termine “nero” usato da Vanni (che sembra averlo confuso con il colore della pelle), in greco, significa “acqua”.<br />La firma di Zodiac<br /><br />Con una dozzina di agenti alle calcagna, l’ultima cosa che Ulisse poteva avere in mente di fare a Firenze, nel 1974, era sbandierare il fatto che fosse appena arrivato un serial killer dall’America. La firma l’aveva lasciata, nel 1974. Smettere di rivendicare i propri delitti per qualche tempo era soltanto un segno di accortezza, non di salute mentale. Forse, dieci anni più tardi decise che il duplice delitto del 1985 fosse l’ultimo per la stessa ragione. O magari era cambiato qualcosa nella sua vita. Negli Stati Uniti era appena uscito il libro di Graysmith che aveva portato le sue “gesta” degli anni ‘60 a rinnovata fama. Nel 1986, Ulisse sapeva che gli investigatori italiani avevano chiesto la consulenza dell’Fbi. Era ricercato per troppi delitti, da troppi investigatori ed era sin troppo famoso. Se a qualcuno fosse saltato in mente di mettere insieme i due casi – come alla fine è successo – per lui sarebbe stato un guaio.<br /><br /><br />Forse Ulisse si fermò e smise di uccidere. O forse smise di farsi riconoscere. Sicuramente continuò a giocare con i suoi “nemici”, così come aveva fatto nella sua unica lettera ufficiale, quella del 9 settembre 1985, indirizzata all’allora sostituto procuratore Silvia Della Monica.<br /><br />L’8 settembre 1985, Ulisse si era sentito costretto a rivendicare i propri crimini per lettera anche in Italia. Sebbene sia l’unica missiva attribuita al Mostro, è palese che la mano sia quella di Zodiac. L’obiettivo che si prefigge l’autore della missiva è lasciare la firma di Zodiac sotto gli occhi di tutti. Questa è la sua sfida. Ciò che sull’unica lettera attribuita al serial killer “italiano” scoprirebbero gli scienziati dell’Università di Modena così come il Behavorial Science Unit dell’Fbi, se studiassero a fondo il caso Zodiac, sarebbe il sarcasmo inconfondibile del serial killer “californiano”. Sulla busta ci sono il francobollo (Castello di Serravalle, 1980), il nome del destinatario e l’indirizzo. Sono tre righe composte da ritagli di lettere maiuscole di un settimanale. Il testo recita: “Dr. Della Monica Silvia, Procura della Repub-lica…”. All’interno del plico vi è un frammento di tessuto sottocutaneo di Nadine Mauriot. In quelle tre righe e in quel lembo di carne di 2 centimetri quadrati, ci sono tutte le caratteristiche principali della corrispondenza di Zodiac: un errore in una doppia consonante, un trattino a capo e una prova del crimine allegata. Anzi, quattro. Perché nella lettera all’avvocato Melvin Belli del 20 dicembre 1969 c’è anche il titolo di “Mr”, che manca a tutte quelle spedite alla polizia e alla stampa. Se l’impronta digitale di Zodiac è l’acqua, e la sua firma è il modus operandi, questo è il suo stile letterario: inimitabile.<br /><br /><br />«There is more glory in killing a cop than a cid because a cop can shot back», scrive Zodiac, il 20 aprile 1970. “C’è maggiore gloria nell’uccidere un poliziotto di un cid, perché può spararmi”. Forse il killer intendeva dire “kid”, bambino. O forse proprio “cid”, cioè “agente della Criminal Investigation Division” dell’Esercito statunitense, magari appartenente al 5° distaccamento, l’unità investigativa di polizia militare che fino al 9 giugno 1969 era acquartierata a Camp Darby (Pisa). La seconda soluzione potrebbe suggerire che Ulisse fosse proprio un “cid”, cioè «una persona interinale rispetto al meccanismo poliziesco e dunque sempre perfettamente a conoscenza di tutto quel che si muoveva in quell’ambiente», come ha sempre sostenuto l’avvocato Filastò.<br /><br />Se fosse vera, la teoria dell’”uomo in divisa” con una doppia personalità giustificherebbe in parte come Ulisse sia stato in grado di raggirare per mezzo secolo due intere nazioni. Da solo è riuscito a beffare gli sceriffi e i dipartimenti di polizia di mezza California, i Carabinieri, la polizia, la Procura di Firenze, i servizi segreti, la Cia, l’Nsa, l’Fbi, e – naturalmente – i suoi colleghi di lavoro e la sua famiglia. Gioverebbe però a questo punto che qualcuno dei suoi “compaesani” lo prendesse per mano e gli chiedesse di ammettere che la “partita” è finita.<br /><br />fonte:https://www.tempi.it/eutanasia-olanda-record-dati-2020-covid/<br /><br /><br /></b><br /></header><div class="entry-content clearfix" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><div data-evosend="1" data-firstevosend="0" id="articolo-scrollevo" style="border: 0px; box-sizing: border-box; clear: both; font: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><div class="evo-articolo-spons evostep" data-evolink="https://www.tempi.it/eutanasia-olanda-record-dati-2020-covid/" data-evosend="1" data-evotitle="Eutanasia, record di casi in Olanda: 6.938 decessi nel 2020" data-scrollama-index="0" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><div class="evo-articolo-spons-text" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><div class="heateorSssClear" style="border: 0px; box-sizing: border-box; clear: both; font: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"></div><div class="heateor_sss_sharing_container heateor_sss_horizontal_sharing" heateor-sss-data-href="https://www.tempi.it/eutanasia-olanda-record-dati-2020-covid/" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font: inherit; left: -10px; margin: 0px; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline;"><div class="heateor_sss_sharing_title" style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: "Open Sans", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"></div><ul class="heateor_sss_sharing_ul" style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: "Open Sans", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; list-style: none; margin: 1px 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px !important; padding-right: 0px; padding-top: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"></ul></div></div></div></div></div>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-5013987229028364012021-02-09T06:53:00.001-08:002021-02-09T06:53:52.981-08:00Coronavirus creato in laboratorio? Un genetista smonta lo Yan Report: «Più politico che scientifico»<br /><br /><br /><br /><br /><br /><img height="170" src="https://www.open.online/wp-content/uploads/2021/01/analisi-yan-report-1232x768-1232x768.png" width="320" /><br /><br /><br /><br /><b>Il genetista esperto di genomica comparata Marco Gerdol boccia lo “studio” pseudoscientifico sull’origine artificiale del virus<br /><a href="https://facebook.com/sharer/sharer.php?u=https://www.open.online/2020/09/28/coronavirus-laboratorio-genetista-yan-report/"></a><a href="https://twitter.com/intent/tweet/?text=&url=https://open.online?p=402665"></a><a href="https://www.linkedin.com/shareArticle?mini=true&url=https://www.open.online/2020/09/28/coronavirus-laboratorio-genetista-yan-report/"></a><a href="whatsapp://send?text=%20https://www.open.online/2020/09/28/coronavirus-laboratorio-genetista-yan-report/"></a><a href="https://telegram.me/share/url?text=&url=https://www.open.online/2020/09/28/coronavirus-laboratorio-genetista-yan-report/"></a><a href="mailto:?subject=&body=https://www.open.online/2020/09/28/coronavirus-laboratorio-genetista-yan-report/"></a><br /><br /><br />Recentemente abbiamo pubblicato una analisi del cosiddetto «<a href="https://www.open.online/2020/09/17/coronavirus-creato-in-laboratorio-le-teorie-della-ricercatrice-li-meng-yan-e-la-censura-peer-review/">Yan Report</a>», lo «studio» della virologa Li-Meng Yan con il quale si vorrebbe dimostrare che il <a href="https://www.open.online/temi/coronavirus/">Sars-Cov-2</a> sia un virus «creato in laboratorio». Nell’<a href="https://www.open.online/2020/09/17/coronavirus-creato-in-laboratorio-le-teorie-della-ricercatrice-li-meng-yan-e-la-censura-peer-review/">articolo precedente di Open Fact-checking</a> avevamo constatato diversi punti critici nella narrazione, dove non solo non veniva dimostrata la tesi, ma si evincevano anche elementi marcatamente ideologici – constatando, inoltre, i conflitti di interesse degli autori – per non parlare della scarsa qualità degli articoli scientifici riportati nelle references, ovvero la lista di fonti su cui si dovrebbe rifare un articolo degno di pubblicazione in una rivista che fa verificare le <a href="https://www.open.online/temi/ricerca-scientifica/">ricerche</a> da degli esperti. Ci eravamo ad ogni modo riproposti di tornare sull’argomento, non appena avessimo ottenuto una analisi più approfondita da parte di esperti come il genetista Marco Gerdol.<br />Breve recap e introduzione<br /><br />In breve, secondo quanto sostenuto nel report, che prende nome dalla virologa Li-Meng Yan, co-firmato assieme ad altri due colleghi, vi sarebbero «evidenze» di una ingegnerizzazione del <a href="https://www.open.online/temi/coronavirus/">nuovo Coronavirus</a>. Eppure, nulla nel testo riesce a superare quanto appurato dalla letteratura scientifica; gli stessi autori ammettono che non esistono pubblicazioni autorevoli al riguardo, usando l’eufemismo della «censura peer review», anch’essa non meglio dimostrata. Inoltre la stessa Yan risulterebbe collegata a Steve Bannon, spin doctor della propaganda di Donald Trump, notoriamente anti-cinese.<br /><br /><br />Il report solleva effettivamente diversi dubbi, che solo un genetista potrebbe riconoscere come tali, o riscontrarne l’ingenuità o la pretestuosità, alla luce di conoscenze più approfondite della materia. Marco Gerdol è un ricercatore che si occupa di genomica comparata presso l’Università degli studi di Trieste. Recentemente ha pubblicato su Facebook due post tra il divulgativo e il tecnico, dove analizza le comparazioni tra diversi genomi di Coronavirus, che secondo lo Yan Report sarebbero stati alla base della creazione di SARS-CoV2.<br /><br />Nel <a href="https://www.facebook.com/medicipop/posts/180852096970818">primo</a> prende in considerazione le argomentazioni attorno al genoma di RaTG13, ovvero il Coronavirus più vicino a quello responsabile della Covid-19; nel <a href="https://www.facebook.com/medicipop/posts/183062596749768">secondo</a> analizza le tesi riguardanti altri due genomi studiati in laboratori militari, ritenuti la vera origine di SARS-CoV2. Lo abbiamo intervistato per avere ulteriori chiarimenti, spiegandoci in maniera semplice anche le basi che lo hanno portato a smontare tutte queste narrazioni, in modo da fornire uno strumento in più al fine di permettere ai lettori di riconoscere le fallacie logiche e scientifiche su cui si reggono report di questo tipo, in attesa di un secondo Yan Report, dove Yan ha recentemente promesso che finalmente avrebbe dimostrato «tutta la verità».<br />La parola al genetista<br /><br />Perché RaTG13 è importante nello studio di SARS-CoV2?<br /><br />«È importante perché si tratta del Coronavirus geneticamente più vicino a SARS-CoV2 – spiega il Genetista – Per quel che ne sappiamo è il virus attualmente noto che ha un antenato comune più vicino. Quindi è fondamentale come punto di partenza per poi andare a ritroso nelle indagini sull’evoluzione virale. Non solo RaTG13, ma anche un secondo virus che non viene praticamente mai menzionato nel report, che è RmYN02, scoperto più di recente, ed è risultato ancor più vicino dal punto di vista evolutivo. Quasi certamente potrebbero essercene molti altri, che semplicemente non abbiamo mai campionato. Continuiamo a cercare di riempire i buchi in questo mosaico evolutivo, per capirci qualcosa di più».<br /><br />Studiando le evoluzioni di un genoma si possono fare anche stime temporali? Come è possibile?<br /><br />«Noi abbiamo a disposizione, per quanto riguarda questa pandemia, dei dati genomici che sono stati campionati a distanza di mesi l’uno dall’altro – continua Gerdol – Quindi sappiamo qual è la sequenza originaria da cui tutto è nato, e adesso abbiamo a disposizione altri genomi virali che sono leggermente diversi da quello di partenza. Possiamo andare esattamente a contare quanti sono i nucleotidi che sono cambiati nel genoma virale nell’arco di “tot mesi”. Tra i genomi attualmente circolanti ce ne sono alcuni un po’ diversi altri rimasti un po’ più simili, ma possiamo dire che nell’arco di un anno il tasso di evoluzione molecolare porta più o meno a 25 mutazioni su tutto un genoma da 30mila nucleotidi».<br /><br />«La stessa cosa può essere portata anche dallo studio di altri virus. Per esempio, abbiamo coppie di virus da confrontare, come quello della Sars (2002-2003), con il parente più affine trovato nel pipistrello. Anche qui il confronto a coppie permette di individuare una divergenza che può essere riportata in una scala temporale. Ovviamente si usano dei set di calibrazione, perché in alcuni casi abbiamo anche dei dati temporali che ti permettono di sapere esattamente quando quei virus si sono differenziati a partire da un antenato comune».<br /><br />«In uno di questi lavori di cui ho parlato in uno dei miei post, per delle stime temporali sono state utilizzate delle coppie di calibrazione, per esempio tra il virus della Mers e uno di quelli responsabili dei rafreddori, OC43. Ovviamente si tratta di stime, perché non abbiamo la possibilità di andare indietro nel tempo per identificare l’evento di speciazione originario, però si possono fare delle stime ragionevoli».<br /><br />«È possibile stimare con degli intervalli di confidenza ragionevoli che un determinato evento di speciazione, in questo caso la divergenza evolutiva del virus, è avvenuto in una certa data. Nel report vengono citati due ceppi virali praticamente “identici” (ZXC21 e ZC45) come potenziali modelli, nell’ingegnerizzazione del SARS-CoV2, mentre in realtà sono virus naturali che semplicemente hanno un antenato comune, sia col nuovo Coronavirus che con RaTG13, e sono da posizionarsi molto più indietro nel tempo. C’è una divergenza sostanziale di quasi tremila nucleotidi (il 10%). Questo ci dice che l’antenato comune è da far risalire in tempi abbastanza remoti: parliamo di alcune centinaia di anni fa». <br /><br />«Uno dei punti più assurdi del report – nel sostenere l’utilizzo di questi ceppi scoperti nei laboratori militari – è proprio il fatto che se tu avessi voluto creare un virus artificiale di questo tipo avresti dovuto inserire letteralmente centinaia di mutazioni puntiformi in altre parti del genoma per mimare una evoluzione naturale. Questa è la parte perversa del discorso».<br /><br />Il contenuto pseudoscientifico si riflette anche nello stile complottista usato dagli autori?<br /><br />«Un altro discorso è il tono con cui è stato preparato – spiega il Genetista – il suo aspetto complottistico, con un continuo riferimento a preprint [articoli non verificati] scritti da personaggi sospetti, l’affiliazione a queste fantomatiche società; uno stile che agli occhi di un esperto lo rende pseudoscienza e non un lavoro scientifico, ma una certa parte dei lettori magari non è in grado di distinguere cosa è scienza e cosa pseudoscienza. Si ritrova con un documento che ha la forma e la preparazione di un lavoro scientifico, ma che in realtà non lo è affatto. È un articolo di opinione, intriso di politica, e chiaramente questo tono si nota».<br /><br />«Basta notare la lista delle referenze che sono state messe. Si tratta in larga parte di lavori preprint che non hanno la possibilità di essere accettati da nessuna rivista seria, perché sono scritti male, con errori veramente marchiani. Certi sono pezzi di opinione, scritti da gente che non ha nulla a che vedere col mondo scientifico. Uno di questi è una sorta di santone. Un altro è il CEO di una società che si occupa di analisi. In generale non si tratta di persone del mondo scientifico, in veste di accademici». <br /><br />«Altre volte si tratta invece di referenze citate a sproposito, nel senso che l’articolo citato – magari pure sottoposto a peer review – è un paper che dice una cosa, e il significato del suo contenuto viene completamente stravolto nel report, per sostenere una tesi sostanzialmente precostituita».<br /><br />Un parallelo con altre tesi di complotto: la tesi degli Antichi astronauti<br /><br />Nella nostra più modesta analisi avevamo fatto un paragone tra il modo con cui viene prodotto il report, e le tesi sugli Antichi astronauti, dove alcuni teorizzano che gli alieni avrebbero ingegnerizzato gli Homo Erectus (nostri fratelli evolutivi), facendoli diventare Homo Sapiens per farli lavorare come schiavi. Similmente si prendono virus imparentati col SARS-CoV2 e quindi si può giocare a sostenere che siano stati modificati i primi per generare il secondo. Abbiamo anche un parallelo con il cosiddetto «anello mancante», usato spesso dai Creazionisti per negare la teoria dell’evoluzione: “è difficile ottenere sequenze complete, quindi RaTG13 è stato inventato“.<br /><br />«Quelli importanti dal punto di vista evolutivo sono i Coronavirus identificati nei pangolini – precisa Gerdol – Si tratta di cugini un po’ più lontani. Stanno in mezzo tra RaTG13/RmYN02 (più vicini) e ZXC21/ZC45 (meno vicini). Anche questi sono stati esclusi dal report, in maniera piuttosto deliberata. Se li avessero inclusi avrebbero rovinato la narrativa del report stesso».<br /><br />«Loro dicono addirittura che RaTG13 sia stato inventato di sana pianta. Parlano di base per l’ipotetica ingegnerizzazione riferendosi a ZXC21 e ZC45, ovvero due virus molto più divergenti, mentre RaTG13 ha una divergenza molto più bassa (è simile mediamente al 96%). Partono fin dall’introduzione nel dire che la sequenza genomica di RaTG13 è molto sospetta, quindi sostengono che non l’avrebbero presa in considerazione. Come mai? Perché essendo stato isolato in natura, avrebbe fatto cadere tutta la loro argomentazione».<br /><br />«Molto meglio parlare di una ingegnerizzazione di ZXC21 e ZC45 nei laboratori militari, no? RaTG13 invece venendo resa nota dopo l’outbreak di Wuhan sarebbe sospetta, e si noterebbero tracce di manipolazione. Ma agli occhi di un esperto tutte queste cose non esistono. Qui mi ricollego al discorso dei miei post: si tratta di una sequenza genomica ottenuta da un campione di guano, quindi immaginati l’RNA (molecola molto soggetta a degradazione). Chi come me da molto tempo lavora in laboratorio con RNA anche umani, sa che si lavora sempre e costantemente in ghiaccio con estrema attenzione, perché anche lasciare delle molecole di RNA puro così estratto, a temperatura ambiente per poche decine di minuti, può portare a una sua frammentazione e degradazione». <br /><br />«Posso immaginare come sia stato effettuato il campionamento in questo caso. Mi immagino qualche speleologo mandato in una grotta a raccogliere dei campioni in una provetta a temperatura ambiente; questo guano chissà da quanto tempo era lì, e va da sé che la qualità del RNA non poteva essere ottimale, quindi i dati di sequenziamento utilizzati per assemblare questo genoma non erano di qualità eccellente, ma è normale che sia così».<br /><br />Yan ha annunciato un nuovo report più preciso dove «tutto sarà dimostrato»: cosa dovrebbe contenere per convincere i genetisti?<br /><br />«Non vedo assolutamente nessuna possibilità a riguardo – afferma il Genetista -. L’unica cosa che potrebbe convincere qualcuno del contrario sarebbe portare delle prove materiali del fatto che quello a cui si allude costantemente in questo report è che ci sono state delle falsificazioni dei dati di sequenza, e che ci fossero degli studi attivi sull’ingegnerizzazione di queste sequenze genomiche nei laboratori cinesi. Tutto questo non credo sia possibile che venga fornito sotto forma di prove materiali».<br /><br />Come si potrebbe creare un virus del genere in segreto, facendolo sembrare naturale?<br /><br />«Quando penso a queste cose mi vengono in mente le tesi sui <a href="https://www.open.online/2019/08/01/si-sulla-luna-ci-siamo-andati-e-le-prove-sono-impossibili-da-falsificare-lintervista/">complotti lunari</a>» – continua Gerdol [Un complotto talmente complesso e ricco di testimoni da zittire, che sarebbe costato molto meno andare davvero sulla Luna] – Ma al di là del numero di persone coinvolte, si tratterebbe di mettere in atto tutta una serie di meccanismi perversi, per cui per mascherare il malfatto devi andare a spargere dei falsi indizi complicatissimi, andando a generare false sequenze genomiche di altri virus naturali che in realtà non esistono, e fare la stessa cosa con virus inesistenti trovati sui pangolini».<br /><br />«Molto probabilmente nei prossimi mesi verranno isolati nuovi virus di questa famiglia, magari anche più vicini a SARS-CoV2 di RaTG13. Sappiamo benissimo infatti che i pipistrelli sono serbatoi naturali in cui probabilmente esistono centinaia di specie appartenenti al gruppo dei SarBeCoVirus – di questa stessa famiglia – che noi ancora non abbiamo visto, perché nessuno si è degnato di fare un campionamento serio prima di questa circostanza». <br /><br />«Si sono messi a lavorare durante la crisi del virus della Sars, fermandosi quasi subito. Non ci sono state campagne di campionamento così fitte per andare a valutare la diversità virale in tutte le popolazioni di pipistrelli del Sud-Est asiatico, anche perché sono tra i mammiferi più diffusi e diversificati tra loro, quindi è quasi impossibile riuscire ad avere un campionamento coerente e costante».<br /><br />«C’è da dire poi che noi pensiamo sempre ai pipistrelli come passaggio diretto del virus all’uomo per zoonosi, ma in realtà potrebbero esserci altre riserve naturali, i cosiddetti ospiti intermedi, del tutto ignoti». Non siamo molto sicuri riguardo al <a href="https://www.open.online/2020/05/11/coronavirus-se-il-virus-sars-cov2-si-indebolisce-significa-che-e-artificiale-no/">pangolino</a>. «Uno studio più recente pubblicato su Nature Microbiology, in cui si è andati a studiare le regioni del genoma non ricombinante, analizza questi genomi, che sono dei mosaici di pezzi di origine diversa. Quando c’è co-infezione in uno stesso organismo, questi genomi possono letteralmente fare dei copia-incolla e sostanzialmente creare degli ibridi. Rischi quindi di avere dei segnali che sono confondenti nella tua analisi filogenetica. In quest’ultimo lavoro hanno prestato attenzione a questo aspetto, riuscendo a ottenere una stima molto più accurata dei tempi di divergenza, per cui si nota chiaramente che la particolarità dei virus trovati nel pangolino e che presentano una regione della <a href="https://www.open.online/2020/09/19/coronavirus-vaccino-mutazione-fake-news/">glicoproteina </a><a href="https://www.open.online/2020/09/19/coronavirus-vaccino-mutazione-fake-news/">Spike (S)</a> [l’antigene del nuovo Coronavirus] molto più simile a quella di SARS-CoV2 di quanto non sia RaTG13». <br /><br />«Quella parte è di fondamentale importanza per garantire l’interazione col recettore <a href="https://www.open.online/2020/04/03/coronavirus-come-funziona-pittcovacc-potenziale-vaccino-cerotto-contro-sars-cov2/">ACE2</a> umano [il bersaglio di SARS-CoV2 presente anche nelle cellule polmonari], quindi garantendo il salto di specie, però se andiamo a considerare tutto il resto della sequenza genomica, si vede chiaramente che i virus dei pangolini in realtà sono dei cugini più lontani. Quindi cosa potrebbe essere successo? Una ricombinazione tra la linea dei pangolini e un altro gruppo di BetaCoronaVirus imparentati col SARS-CoV2, di cui non sappiamo nulla perché non sono stati mai campionati. Diciamo che l’ipotesi del pangolino come ospite intermedio non è impossibile, ma al momento non è la più accreditata. Per quanto ne sappiamo probabilmente è più ragionevole pensare che tutto sia avvenuto nei pipistrelli».<br /><br />I virus studiati nei laboratori vengono tutti categorizzati e il loro genoma registrato nei database pubblici?<br /><br />«Sì, assolutamente – conferma il Genetista – Se un lavoro viene pubblicato, in qualsiasi rivista scientifica il dovere degli autori è quello di depositare tutte le sequenze di cui si parla, quindi i dati devono essere disponibili alla comunità scientifica. Altro discorso è se si comincia a pensare di attività di ricerca che non sono atte alla pubblicazione di dati scientifici, ma – secondo l’immaginario complottista – in laboratori segreti, militari; su un virus, ingegnerizzandolo per creare un’arma virologica: chiaramente di questo non ci sarebbe traccia».<br /><br />Quanto è plausibile che oggi si possa lavorare segretamente a dei virus come armi biologiche? Non sarebbe controproducente?<br /><br />«È abbastanza palese che un’arma del genere si ritorcerebbe contro chi l’ha prodotta – continua Gerdol – In questo caso particolare SARS-CoV2 non sarebbe comunque un virus dalle caratteristiche giuste per usi terroristici, perché non è controllabile». Torniamo al paradosso complottista dei cospiratori onnipotenti, ma anche stupidi. «Esatto. Se anche uno dovesse pensare a quali caratteristiche dovrebbe avere un virus da utilizzare in un attacco terroristico, una di queste è chiaramente quella di poterlo controllare. Oggi non sappiamo nulla in generale dei BetaCoronaVirus. L’esperienza della Sars alla fine avrebbe potuto portare a conoscenze molto forti, ma la ricerca si è sostanzialmente fermata perché il virus è scomparso nel 2003. La Mers non ha mai rappresentato un grosso problema per via della trasmissibilità molto ridotta, quindi chiaramente noi sappiamo pochissimo».<br /><br />«Nel report si parla in modo esplocito di ingegnerizzazione a carico di determinate proteine virali, per esempio, quando non siamo nemmeno sicuri di cosa facciano nello sviluppo delle infezioni. Siamo veramente nell’assurdo. Anche del nostro genoma sappiamo relativamente poco; per quanto ormai sequenziato completamente da un bel po’ di tempo, le variazioni genetiche umane sono in larga parte imprevedibili, nel senso che non è possibile prevedere come determinerebbero il comportamento dell’Organismo a contatto con un virus». <br /><br />Lei ha definito questo documento «un report intriso di politica, più di quanto non si possa immaginare». Pensa che sia una narrazione affetta da bias anti-cinesi?<br /><br />«Io credo di sì – conferma il Genetista – Penso anche all’immagine di questa Yan, che si era già fatta conoscere in qualche modo per le sue posizioni anti-cinesi, attirando simpatie da diverse parti. Non è semplice dare a un documento di questo tipo una veste scientifica se non hai un volto che nell’immaginario collettivo è visto come autorevole. In questo caso abbiamo la figura della scienziata cinese, che sarebbe stata perseguitata dalle autorità cinesi, per aver fatto cose scomode, che continua la sua battaglia contro “il Sistema”. Questo chiaramente ha creato la situazione ideale per diffondere il suo report. Ho la sensazione che continueranno a venire pubblicati documenti di questo tipo, per proseguire a battere sulla presunta censura della peer review, o della ricerca corrotta nei laboratori militari».<br /><br />Oltre lo Yan Report, due tesi di complotto parallele segnalateci di recente: Il primer per la PCR col genoma di Homo Sapiens; e i presunti test che <a href="https://www.open.online/2020/09/23/coronavirus-il-post-facebook-ingannevole-che-inculca-il-dubbio/">trovano Coronavirus a caso</a>. Ci spiega perché non hanno senso?<br /><br />«Su questa storia è stata fatta molta confusione – continua Gerdol – Come per il discorso di <a href="https://www.open.online/2020/04/17/il-nuovo-coronavirus-e-stato-creato-in-laboratorio-per-trovare-un-vaccino-contro-lhiv-lo-dice-montagnier-ma-non-e-cosi/">Luc Montagnier</a>, che parlava delle famigerate <a href="https://www.open.online/2020/03/22/il-video-complottista-coronavirus-e-stato-il-pipistrello-che-accusa-gli-stati-uniti-di-aver-diffuso-il-virus/#2-lo-studio-indiano-ritrattato-e-smentito">inserzioni di HIV</a> nel genoma di SARS-CoV2. Il riconoscimento specifico di una sequenza di DNA o RNA bersaglio, avviene attraverso l’utilizzo di due piccole sequenze di una ventina di lettere, a essa complementari, ovvero i cosiddetti primer. Avviene grazie al riconoscimento di due piccole sequenze specifiche – una ventina di “lettere” sostanzialmente – che sono i cosiddetti “primer”. Queste due sequenze sono localizzate alle estremità di un frammento che permette il rilevamento mediante fluorescenza con apposite <a href="https://www.open.online/2020/04/02/coronavirus-lintervista-a-un-medico-sulla-epidemia-inventata-e-lombra-della-propaganda-russa/">macchine PCR</a>».<img src="https://www.open.online/wp-content/uploads/2020/09/Schermata-2020-09-27-alle-15.17.10.png" />Un post complottista sulla PCR tarata con una sequenza genetica di Homo Sapiens, per trovare sempre falsi positivi.<br /><br />«Questa analisi deve sfruttare delle regioni di RNA che sono presenti solo in SARS-CoV2 e non in altri virus. In questo caso – per puro caso – una parte di uno dei possibili primer che si possono utilizzare (ce ne sono tantissimi), ha una similarità con una regione di genoma umano. Questo però non significa nulla». In un precedente articolo spiegavamo (in risposta ai presunti innesti di HIV, rivelatisi piccole porzioni casualmente simili trovate nel SARS-CoV2) che leggere “lago di Como” non significa che il libro è “I promessi sposi” di Manzoni. <br /><br />«Usiamo pure questo esempio: è come se tu volessi riconoscere una frase di un libro prendendo come punti di partenza la parola all’inizio e alla fine della frase. Immagina di avere uno strumento che ti permette di leggere tutte quelle frasi che iniziano e finiscono con quelle parole. Riconoscendo poi nello specifico la frase, andando a leggere quel che c’è in mezzo. Se scrivi “sono andato in vacanza in Grecia”, parto con un primer che riconosce “sono” e uno che riconosce “Grecia”». <img height="199" src="https://www.open.online/wp-content/uploads/2020/09/domenico-biscardi-teorie-complotto-test-tamponi-sierologico-virus-coronavirus-1232x768.jpg" width="320" />«Chiedete per quale virus vi fanno i test»: il post Facebook ingannevole che inculca il dubbio.<br /><br />«Ma uno potrebbe dire “sono stato investito mentre ero in Grecia”; dovrò utilizzare una parola chiave che in questo caso potrebbe essere “vacanza”, quindi avremo il segnale di amplicifazione solo quando tutte queste tre situazioni saranno soddisfatte». Potremmo aggiungere – restando in metafora – che abbiamo anche strumenti per capire se quella frase è più o meno lunga di quella che cerchiamo, anche così l’amplificazione della PCR non potrebbe avvenire».<br /><br />Ricordiamo infatti, che la ragione per cui si ripete la PCR a distanza di un certo tempo accertando anche la presenza di <a href="https://www.open.online/2020/05/01/coronavirus-se-sviluppiamo-gli-anticorpi-perche-qualcuno-si-ammala-di-nuovo-facciamo-chiarezza/">anticorpi</a>, sta nel fatto che accertare la presenza di genoma virale, non ci dice che il virus sia ancora attivo. Anche questi dettagli possono alimentare le ansie dei lettori, e ispirare nuove tesi di complotto. Non ci resta che attendere il secondo Yan Report.</b><div><b><br /></b></div><div><b>fonte :.https://www.open.online/2020/09/28/coronavirus-laboratorio-genetista-yan-report/</b></div>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4491974416487607590.post-76403521966132914312021-01-26T04:09:00.003-08:002021-01-26T04:09:25.611-08:00La tomba di Senenmut: I misteri dell'antico Egitto<p> </p><p><span style="background-color: white; color: #444444; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13.3333px;"><b>La tomba di Senenmut, vicino al tempio di Hatshepsut, nasconde dei segreti... la storia della costruzione delle piramidi egiziane e le origini della civiltà d'Egitto.</b></span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px 0px 10px;"><span style="box-sizing: border-box; font-size: 10pt;"><img alt="Senenmut" height="425" src="https://www.invasionealiena.com/images/stories/misteri/articoli/Senenmut/Senenmut.jpg" style="border: 0px; box-sizing: border-box; display: block; height: auto; max-width: 100%; vertical-align: middle;" width="640" /></span></p><b>La tomba non è aperta al pubblico ed è sotto chiave. Agli studiosi infatti non piace commentare questa tomba, perché sembra contraddire le loro interpretazioni della genesi d'Egitto.<br /><br />Era circa l'anno 1470 a.C. quando Senenmut iniziò la costruzione del "Djeser Djeseru", ovvero un magnifico mausoleo il cui nome egizio vuol dire "Sublime Sublimità", costruito nel complesso di Deir el-Bahari La prova più sconcertante di una conoscenza astronomica ereditata in qualche modo all'architetto e poi alla regina Hatshepsut, si trova sul soffitto della tomba di Senenmut, situata affianco al mausoleo principale. In questo soffitto è riprodotta una precisa sezione della volta celeste del 10.450 a.C. con al centro la Cintura di Orione.<br /><br />Questo piccolo sistema è stato riprodotto in maniera emozionante. Intorno alla cintura, vi sono tre orbite a forma di goccia. E' un simbolo non adottato tra i gereoglifici egizi, ed appartiene invece alla cultura mesopotamica, dove ha il significato di "acqua", o "vita".</b><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px 0px 10px;"><span style="box-sizing: border-box; font-size: 10pt;"><img alt="Senenmut2" height="343" src="https://www.invasionealiena.com/images/stories/misteri/articoli/Senenmut/Senenmut2.jpg" style="border: 0px; box-sizing: border-box; display: block; height: auto; max-width: 100%; vertical-align: middle;" width="640" /></span></p><br /><br /><b>Pochi anni fa, degli scienziati avevano constatato che nella parte d'Universo che ci circonda vi sono due grandi concentrazioni di acqua. Uno nel nostro Sistema Solare e, quindi, sulla Terra. L’altro, invece, era proprio nel Sistema di Orione. Analizziamo meglio il significato sulla volta della tomba dell'architetto. Venne ritrovata sotto uno strato di intonaco - ciò a significare che era una conoscenza da preservare ai posteri, piuttosto che ai contemporanei - e i disegni vennero scolpiti, invece che dipinti - ciò a significare che l'architetto stesso fu l'autore, senza altri ausili, e non badava alla bellezza artistica.<br /><br />Nella parte inferiore della volta, è rappresentato il calendario egizio (12 mesi di 30 giorni ciascuno), mentre in quella superiore, come abbiamo già detto, è raffigurata una porzione di cielo. Vi sono quattro barche: quelle più piccole, a sinistra, raffigurano i pianeti Giove e Saturno; le più grandi sono la dèa Iside, che astronomicamente simboleggia la stella Sirio, e il dio Osiride, al quale era attribuita l'omonima costellazione, quella che per noi si chiama oggi "costellazione di Orione". In particolare, l'architetto ha voluto evidenziare un elemento preciso di tale costellazione: la Cintura, appunto.<br /><br />Come sapeva Senenmut tali conoscenze? E perchè le riteneva così importanti?<br /><br />In una sua iscrizione si legge: "Avendo percorso tutti gli scritti dei saggi, non ignoro nulla di quel che è successo a partire dal primo giorno". Difatti, l'architetto Senenmut venne iniziato alla Casa di Vita di Karnak, luogo che nell'Antico Egitto era fondamentale, sede di culture ancestrali e religiose che erano raggiungibili solo a pochi. Tuttoggi, sappiamo ben poco su ciò che veniva conservato in questo tipo di "biblioteche segrete", per così dire. Ma Senenmut venne a conoscenza di cose che probabilmente volle svelare alla sua amata.<br /><br />Magari per questo motivo i sacerdoti si aizzarono contro l'architetto di corte e, in seguito, anche contro la regina: solo gli iniziati infatti potevano conoscere i segreti della Storia d'Egitto. Sta di fatto che dopo la morte dei due, il faraone Thutmose III e il Clero Tebano condannarono Hatshepsut e Senenmut alla "damnatio memoriae", distruggendo ogni effigie che rappresentasse i due nel Mausoleo di Deir el-Bahari.<br /><br />Ciò però non è bastato a cancellare un personaggio così intrigante dalla storia.</b><div><b><br /></b></div><div><b>fonte:https://www.invasionealiena.com/misteri/articoli-misteri/674-la-tomba-di-senenmut-i-misteri-dellantico-egitto.html</b></div>Mistero In Lineahttp://www.blogger.com/profile/07156021075406859365noreply@blogger.com0