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lunedì 1 agosto 2011

I colossali monoliti di Baalbek (heliopolis) e l'ipotesi dei Giganti

Pietre lunghe 20 metri e pesanti mille tonnellate: chi riusciva nel passato a sollevare tali megaliti? Forse una razza di uomini giganteschi proveniente dallo spazio? 







Stonehenge, Ollantaytambo, Palenque, Isola di Pasqua: noi di Sator ws abbiamo spesso parlato di antiche strutture megalitiche nel mondo. Posti misteriosi come le pietre ciclopiche delle piramidi di Giza in Egitto, le mura gigantesche in Francia, Giappone, Perù, Messico e così via. Strutture peraltro architettonicamente tutte simili, anche se distanti tra loro migliaia di km… Molto probabilmente questi enormi monumenti furono eretti da un'unica razza che abitò sulla Terra in epoche remotissime, prima ancora che i popoli antichi da noi conosciuti vi abitassero. Ma quale poteva essere questa razza così avanzata tecnologicamente e in grado di edificare monumenti colossali strutturati da blocchi di pietra dal peso di centinaia di tonnellate? Ci viene subito in mente l'ipotesi dei Giganti di cui tutte le antiche culture del mondo parlano; sono presenti anche nella Bibbia e conosciuti con il nome di Nefilim. Questi erano descritti come creature gigantesche cadute dal cielo e accoppiatesi con le donne di Palestina dando origine ad una razza ibrida.


(Sopra) Il colossale tempio di Venere a Baalbek, nemmeno il più grande del complesso: i romani costruirono su un preesistente sito megalitico di proporzioni colossali.


Tra i templi colossali più stupefacenti del mondo c'è quello di Heliopolis a Baalbek in Libano. Ciò che colpisce subito di questo enorme e antico complesso sono le dimensioni. Guardando il tempio principale di Giove ci si rende conto che è al di fuori della portata umana, soprattutto per quanto riguarda il basamento dell'edificio dove si possono vedere i massi più grossi, ognuno dei quali misura oltre 21 m di lunghezza per quasi 5 di larghezza e con un peso di circa 1000 tonnellate. Secondo l'archeologia ufficiale il sito attribuito ai Cananei risale all'età del bronzo, intorno al 2900-2300 BCE ed è dedicato alla triade Adad-Ishtar-Shamash. Anche il famoso ricercatore russo Zecharia Sitchin ne parla, secondo la sua opinione il sito è stato costruito da una razza aliena, gli Anunnaki provenienti dal pianeta Nibiru nel 10.500 BCE come affermano gli antichi testi sumeri; questi sono gli stessi giganti Nefilim descritti dalla Bibbia. Durante il dominio greco dei Tolomei la città fu ribattezzata Heliopolis, dedicata al dio del sole greco Helios e a quello egizio Ra. Successivamente, durante il domino romano, la triade divina fu trasformata in quella di Giove-Venere-Mercurio, poi nell'epoca Neroniana, furono costruiti il tempio di Giove nel 60 CE, mentre allo stesso tempo fu costruito l'altare a torre d'avanti all'edificio. Nelle epoche successive, sotto i vari imperatori, Traiano, Antonio Pio e Caracalla, furono edificati il tempio di Bacco e il tempio di Venere. Infine ci fu Filippo l'Arabo nato a Damasco che costruì il cortile esagonale. Ma è evidente che i basamenti del colossale sito sono molto più antichi e non sono né di origine greca nè romana, dato l'uso di blocchi megalitici che costituiscono i templi, usanza non certo tipica di queste due grandi culture. Certamente vedendo le dimensioni dei blocchi la prima cosa che viene in mente sono ancora una volta le analogie con altri più celebri monumenti del mondo come i massi della piramide di Cheope, le mura ciclopiche di Cuzco in Perù, i menhir di Stonehenge o tanti altri monumenti megalitici ritrovati come abbiamo già accennato nei più svariati luoghi del mondo.










(A sinistra in alto) Il tempio di Giove mostra soltanto poche colonne, ma le dimensioni sono colossali, superiori ai 40 metri. Però quel che impressiona è il basamento (a destra): le pietre che lo compongono sono lunghe decine di metri e spesse altrettanto. Come era possibile muovere con le tecnologie dell'antichità massi del peso di oltre mille tonnellate? (A sinistra in basso) Un monolito è incastrato nel terreno a pochi passi dai templi pesa 1150 tonnellate, è una delle pietre più pesanti mai scolpite dell'uomo. Solo esseri umani di proporzioni gigantesche avrebbero potuto pensare a costruzioni di simili dimensioni.










Da anni ormai si fanno molteplici ipotesi su come sono stati edificati questi monumenti di dimensione ciclopiche. La nostra teoria è che si tratti proprio di esseri letteralmente giganti, gli stessi che in un'epoca remotissima antidiluviana popolavano la Terra. Si trattava molto probabilmente di un'unica cultura mondiale che edificò il monumento sottostante i templi romani di Baalbek, le piramidi di Giza, le fortezze del Perù e i Moai dell'isola di Pasqua, e così via. Questi Nefilim, o come li chiamavano i sumeri Anunnaki, secondo anche la teoria di Zecharia Sitchin che ha tradotto le tavolette sumere, arrivarono dal pianeta Nibiru per estrarre l'oro dalle cave terrestri, crearono da un esperimento genetico l'essere umano allo scopo di usarlo come schiavo per i lavori in miniera. L'antica triade di divinità era composta da Adad (o Sin), antichissimo re divino figlio di Enlil dio sumerico del vento e della pioggia, Ishtar dea dell'amore e Shamash, divinità solare raffigurato su un disco alato, forse il comandante di questi remoti astronauti. Presumibilmente questi antichissimi monumenti archeologici servivano da basi di lancio e di atterraggio delle loro navi. Che sia vero o no, forse l'unica spiegazione è proprio che siano stati esseri di dimensioni davvero gigantesche ad aver edificato tali colossi, dopodichè, quando tutto poi fu spazzato via dal Diluvio, le civiltà si insediarono in questi luoghi e trovarono già lì i monumenti lasciati dai loro predecessori. Ancora oggi si fanno tante ipotesi su come ad esempio fu costruita la grande piramide di Cheope; sicuramente non gli Egizi contadini o schiavi con attrezzi di rame, tantomeno apparteneva al faraone Cheope, semmai sia esistito. E sicuramente coloro che si stanziarono successivamente, cioè gli stessi Egizi, trovarono, proprio lì, le tre piramidi e la Sfinge e rimodellarono i tratti dell'immensa statua. Ma probabilmente questi giganti qui che costruirono le piramidi erano invece i cosiddetti Shemsu-Hor, cioè, esseri divini seguaci del dio Horus che regnarono in Egitto prima ancora dei Faraoni umani. La stessa cosa accadde anche in Perù, dove si può vedere chiaranente a Machu Picchu come i massi ciclopici siano incastrati tra loro perfettamente senza cemento, mentre in un secondo momento le costruzioni degli Incas arrivati dopo sono state poste al di sopra di esse. Questi sono fatti di mattoni molto più piccoli e con tetti di paglia, tipiche costruzioni di popoli contadini che non hanno niente a che vedere con le tecnologie dell'epoca precedente ormai distrutta dall'immane cataclisma. In poche parole il mondo ricominciò da capo.













(Sopra a sinistra) Architettura megalitica del Tempio di Valle presso la Sfinge, a Giza in Egitto. (Al centro) Lo stesso tempio mostra massi levigati e incastrati come nell'architettura peruviana. Notare le dimensioni dei blocchi. (A destra) La Grande Piramide è costruita con blocchi di calcare del peso che va dai 50 alle 200 tonnellate, con massi megalitici nella Camera del Re che raggiungono i 500. (Sotto a sinistra) Un altro oggetto impossibile: l'obelisco di Luxor, alto 40 m e pesante 1100 tonnellate, rimasto nella sua cava. (Al centro) La Sfinge di Giza con davanti il Tempio di Valle megalitico. (A destra) La nostra inviata Antonella a Sacsayhuaman, in Perù, davanti a un monolite intagliato a varie facce alto 5 metri e pesante 400 tonnellate.












Oltre alle storie sui Nefilim o Anunnaki altre culture e tradizioni antiche narrano di Giganti; tra queste ci sono l'Edda, un poema epico della tradizione vichinga. Nel testo è scritto che all'inizio esistevano solo due regni: a nord Niflheim desertico e ghiacciato, mentre a sud Muspellheim, un regno infuocato abitato da demoni con a capo un gigante di nome Sutr il Nero. Dall'unione dei due regni, dal ghiaccio liquefatto dal fuoco, diedero vita ad un essere gigantesco di nome Ymir. Lo stesso personaggio è associato a Yama nella mitologia indiana. Essi descrivevano questi giganti come esseri dotati di un enorme forza fisica e di grande conoscenza. Anche nella mitologia greca si parla di esseri giganti nati dall'unione di cielo e terra, ad esempio i Ciclopi o anche i Titani. Queste storie però non sembrano essere solo mitologia; molti sono finora le testimonianze archeologiche ritrovate un po' ovunque nel mondo di esseri giganti. Nel 1936, durante l'epoca fascista, si leggeva nel "Notiziario" (giornale del regime) del ritrovamento nello Stato di Chihuahua in Messico di scheletri giganti alti dai 3 ai 3,60 m di altezza. Gli archeologi dell'epoca affermarono che si trattava sicuramente di una razza sconosciuta e vissuta in epoca antidiluviana; resti di un popolo scomparso a causa di in cataclisma che inabissò il loro continente. E' evidente che questi si riferissero al mitico continente di Atlantide. Tra le altre scoperte ci sono gli scheletri di uomini alti 3,60 m dentro una caverna sempre in Messico con accanto oggetti di vario genere. Ma il più sconcertante tra i ritrovamenti fu sicuramente quello di Hernan Cortes, che durante la conquista del Messico si impossessò di ossa umane di dimensioni enormi, tra cui un femore di 180 cm. Gli indigeni che le possedevano dissero appartenere ad un'antica razza estinta: è esposto oggi al Mt. Blanco Fossil Museum negli Stati Uniti.






Un altro femore strabiliante, alto come un uomo, fu trovato nell'800 in Mesopotamia, l'odierno Iraq; nel 1577 a Weillisau in Svizzera fu trovato uno scheletro umano alto 5,80 m, oggi esposto in una ricostruzione al museo locale. Poi ancora nel 1870 gli indiani Omaha trovarono una sepoltura di otto giganti i cui teschi misuravano 60 cm. Gli Omaha conoscevano la loro origine attraverso le tradizioni e li chiamavano Mu-A-Luska, dicendo anche che venivano dall'Oceano Pacifico; probabilmente erano proprio originari del continente perduto di Mu che si trovava in quell'oceano. Nel 1925 a Glozel in Francia furono rinvenute ossa giganti risalenti a1 7000 BCE, accompagnati da oggetti artigianali anch'essi giganti. Nel 1924 in Texas furono addirittura trovate pitture rupestri che raffiguravano un tirannosauro, mentre nello stesso stato c'erano perfino orme di giganti umani assieme a quelle didinosauri; queste furono ritenute attendibili dagli studiosi. Nel 1943 nelle isole Aleutine alcuni militari trovarono ossa di giganti veramente enormi, di circa 7 m. Perfino in Italia si possono osservare ossa umane gigantesche conservate in necropoli nuragiche in Sardegna e ancora molti altri sono ancora sparsi per il mondo. Secondo uno scienziato di nome Horbiger, in passato la Terra avrebbe avuto più lune influenzando il campo magnetico terrestre e facendo crescere a dismisura gli esseri viventi. Poi successivamente una di queste lune entrò in collisione con il nostro pianeta provocando un enorme cataclisma che stravolse e inabissò terre e continenti, e con essi questi esseri. Forse alcuni di essi vivono ancora oggi, magari rifugiatisi, come testimoniarono alcuni indios dell'Amazzonia all'inizio del XX secolo, nel leggendario Regno sotterraneo di Agharti.


(Sopra) Femore gigantesco esposto al Mount Blanco Fossil Museum degli Stati Uniti.


Questi indigeni affermarono di essere entrati in queste grotte ed essere venuti a contatto con i loro abitanti alti dai tre ai cinque metri, come abbiamo già parlato nell'articolo della Terra Cava. Come sia andata a finire realmente ancora non si sa, ma una cosa è certa: l'esistenza di questi Giganti è una realtà e forse oggi, grazie a questi ritrovamenti ci è un po' più chiara la storia e l'origine dei nostri monumenti megalitici.



















Tracce di Giganti. Da qui a sinistra in senso orario: lo scheletro di un uomo alto 3,6 m trovato nelle Mammouth Cave del Kentucky; un uomo ha trovato nel suo giardino un femore di 1,5 m; gli antichi Patagoni (qui raffigurati in una stampa d'epoca) erano alti oltre 3 m; teschio umano a confronto con quello di un gigantopiteco; foto di un uomo peruviano di una razza andina trovata originariamente da Pizarro; foto ottocentesca del ritrovamento di uno scheletro di Gigante.






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