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venerdì 7 dicembre 2012

Unità 731


Vi sorprenderebbe sapere che verso la fine degli anni '30 del 1900 c'erano diversi campi di prigionia, tra il Giappone e la Cina, in cui i prigionieri ricevevano abbondanti razioni di cibo, erano trattati con riguardo, e potevano svolgere regolare esercizio fisico?
Uno di questi chiamava "Castello di Zhong Ma", e fu costruito da prigionieri cinesi provenienti dalla Manciuria e catturati durante il Secondo Conflitto Mondiale. Non era un campo di prigionia come tutti gli altri: fino al 1989, il governo giapponese (e quello americano) custodì gelosamente nei suoi archivi il segreto di Zhong Ma, ma dopo la raccapricciante scoperta di centinaia di carcasse umane a seguito di alcuni scavi sotto la città di Tokyo fu costretto ammettere la cruda realtà: Zhong Ma non era altro che un enorme centro di sperimentazione su cavie umane.
Più di 500 detenuti, in buone condizioni fisiche per poter essere dei soggetti ideali per la sperimentazione, rimanevano segregati all' interno del campo di prigionia per mesi, fino a quando non giungeva il loro momento, il momento di essere sottoposti a macabri esperimenti per testare armi biologiche.
Un solo esempio: se era necessario un cervello umano, veniva prelevato un prigioniero dalla sua cella nel giro di pochi minuti e, mentre veniva tenuto fermo da due guardie, un terzo uomo armato di ascia gli apriva il cranio, asportava il cervello e lo consegnava nelle mani degli sperimentatori.
A capo del progetto era Shiro Ishii, alto ufficiale dell' esercito nipponico con una passione per le sale da tè e le ragazzine, oltre che coinvolto in numerosi episodi di estorsione ai danni delle aziende che costruivano i numerosi laboratori di cui si serviva. Ishii non aveva nulla da invidiare al dottor Josef Mengele nelle sue sperimentazioni: esperimenti con virus letali, energia elettrica, esposizione prolungata a caldo e freddo, asportazione di organi senza l'ombra di anestesia, e molto, molto altro.

Shiro Ishii aveva già dimostrato di possedere una mente non propriamente sana quando studiava all'Università Imperiale di Kyoto. Dopo essere entrato in contatto con gli alti ufficiale giapponesi, impressionò addirittura il fratello dell'Imperatore con una vivisezione umana eseguita in pubblico.

Il suo particolare "talento" e il suo interesse per la guerra batteriologica gli fecero ottenere il ruolo di Comandante della sezione di Guerra Biologica dell'Armata di Kwantung, e un posto di spicco al Dipartimento Batteriologico dell'Accademia Medica Militare.
L'Unità 731, nome in codice del gruppo di sperimentazione creato formalmente nel 1936 ma già in attività dal '32, iniziò a destare qualche sospetto nel distretto di Kanda, Tokyo, e fu costretta a trasferire la sua sede principale in Manciuria, a Pingfan, dove il dottor Ishii riuscì dare slancio alla sua perversa fantasia con sperimentazioni che al solo pensiero farebbero rabbrividire chiunque. Le basi, localizzate tutte nella parte nord-orientale del territorio cinese, non erano popolate solo da prigionieri cinesi, ma anche da inglesi e americani, in quel periodo impegnati sotto il generale McArthur per contrastare l'offensiva giapponese nel Pacifico.
Tra alcuni dei raccapriccianti esperimenti:
  • Esperimento di inoculazione del virus della peste su 12 cavie. Solo una persona sopravvisse dopo 19 giorni, ma venne vivisezionata immediatamente. Il virus della peste fu solo uno dei tanti sperimentati all' interno dei campi utilizzati dall' Unità 731: antrace, stafilococco, salmonellosi, colera, e via dicendo;
  • Avvelenamenti da gas fosgene (cloruro di carbonile), gas altamente tossico utilizzato in grandi quantità durante la Prima Guerra Mondiale. Legandosi all'acqua si trasforma in acido cloridrico, uno degli acidi più potenti conosciuti, e corrode il corpo umano ad iniziare da 24-72 ore dopo l'esposizione;
  • Sperimentazioni con cianuro di potassio;
  • Esposizione a circa 20.000 Volts di energia elettrica, con effetti immaginabili sul corpo umano;
  • Test di congelamento: le cavie umane venivano lasciate nude a temperature prossime allo zero e bastonati sulle costole per verificare lo stato di congelamento. Raggiunto il giusto punto di congelamento venivano sperimentate improbabili procedure di scongelamento, che il più delle volte portavano alla morte. E chi aveva la "fortuna" di sopravvivere, veniva vivisezionato;
  • Test di sopportazione del calore: i prigionieri venivano sottoposti a temperature costanti di 40°C per diversi giorni. Un prigioniero fu in grado di sopravvivere per 19 giorni, ma ben presto fu dissezionato vivo;
  • Venivano appesi prigionieri a testa in giù, per verificare in quanto tempo sarebbero morti;
  • Iniezioni di aria nelle vene, o di urina di cavallo negli organi interni;
  • Amputazioni selettive di arti o organi sani.

Se questo vi fa inorridire, leggere i rapporti dettagliati degli esperimenti condotti da Shiro Ishii potrebbe avere conseguenze più serie.
La ricerca dell'Unità 731 faceva gola a molti governi, ad iniziare da Stati Uniti e Russia. Dovendo conservare un'aria di rispettabilità, questi governi erano indubbiamente anni luce indietro ai "successi" ottenuti dall' Unità 731. Gli USA, una volta scoperte le macabre sperimentazioni di Ishii, confiscarono nel 1948 tutto il materiale raccolto durante gli esperimenti, ottenendo per i membri dell' Unità 731 l'immunità totale nei processi post-bellici in cambio di collaborazione nell' analisi dei rapporti.
Nel 1989, tuttavia, l'insabbiamento iniziò a crollare. Non era più possibile nascondere la realtà dei fatti, tant'è che alcuni reduci dai campi di prigionia giapponesi, compresi ex prigionieri americani, iniziarono a parlare.
E' il caso di Joseph Gozzo, al quale fu infilato un pezzo di vetro nel retto; o di George Hayes, al quale venne inoculato un non precisato agente batteriologico, per poi essere vivisezionato due giorni dopo.
Nel 1986 ci fu un'udienza alla Camera dei Rappresentanti in merito alle esperienze vissute da oltre 200 reduci americani scampati alla prigionia di Ishii. Purtroppo l'udienza durò mezz'ora e solo un testimone fu accettato, lasciando un mare di ombre sopra l'intera vicenda (grazie anche all'appoggio di alte cariche militari, come il generale McArthur) fino al 1993, anno in cui William Perry, Segretario alla Difesa, rese pubblici i documenti conservati negli archivi statunitensi a seguito dell'enorme pressione da parte dell' opinione pubblica.
Dopo la chiusura dell' Unita 731, molti dei suoi componenti andarono a ricoprire cariche importanti in case farmaceutiche, industrie mediche, ruoli in ambito accademico, o addirittura nella Croce Verde. Il caso più tragicomico fu quello di un membro del gruppo di sperimentazione sul congelamento, che divenne direttore di un'azienda di surgelati.
L'Unità 731 eseguì esperimenti su oltre 10.000 soggetti dal 1936 al 1945. La fine della guerra costrinse gli ufficiali coinvolti negli esperimenti su cavie umane a liberarsi di tutto il materiale scomodo, prigionieri compresi: 150 di essi furono uccisi come parte del piano ideato per nascondere le prove delle nefandezze commesse nel castello di Zhong Ma e nelle sedi giapponesi dell'Unità 731.

AGGIORNAMENTO 16 FEBBRAIO 2010

Nuovi dettagli sulle vittime dell' Unità 731 potrebbero emergere a seguito delle indagini che le autorità di Tokyo hanno dichiarato di essere in procinto di eseguire, esaminando le ossa umane rinvenute in una fossa comune scoperta nel 1989 durante uno scavo edile.
La fossa comune, ritrovata nei pressi del distretto di Shinjuku durante un'ampliamento del quartiere, conteneva ossa appartenenti ad oltre 100 esseri umani, e segnate da incisioni che sembrerebbero riconducibili ad asportazioni, trapanamenti e utilizzo di seghe ed altri strumenti (più o meno) chirurgici.
Agendo sulle indicazioni di un'ex infermiera, le autorità hanno affermato che esamineranno nuovamente i resti per determinare se quei corpi siano stati sottoposti ai barbari esperimenti umani effettuati dalla famigerata Unità 731durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale.
Toyo Ishii, ex infermiera di un ospedale militare, ha dichiarato che nei giorni precedenti alla resa del Giappone, nell' Agosto del 1945, le fu ordinato, assieme ai suoi colleghi, di seppellire cadaveri, ossa e altre parti del corpo prima che arrivassero gli Alleati.
Secondo un'intervista rilasciata dall'infermiera, l'ospedale militare aveva tre camere mortuarie in cui i corpi venivano numerati e conservati sotto formalina prima di essere dissezionati.
Gli organi e le altre parti del corpo venivano invece immagazzinati in contenitori di vetro.
Sebbene oltre 100 cadaveri siano già stati ritrovati, l' Unità 731 agiva per lo più in Cina, e chissà quanti corpi non verranno mai disseppelliti. Si è stimato che Shiro Ishii e i suoi esperimenti abbiano causato circa 10.000 vittime all'anno.

21 febbraio 2011

Sono iniziati gli scavi nei pressi di un'ex scuola medica di Tokyo che potrebbe nascondere altri segreti sulla famigerata Unità 731.
"Il sito era il quartier generale della ricerca dell'Unità 731" ha detto Keiichi Tsuneishi, professore di storia della Kanagawa University e specialista di guerra biologica. "Se saranno trovate delle ossa, saranno per lo più legate all'Unità 731".