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lunedì 31 ottobre 2011

The Mothman Prophecies - voci dall'ombra

(The Mothman Prophecies)
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VOTO DEL PUBBLICO
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TRAMA DEL FILM THE MOTHMAN PROPHECIES - VOCI DALL'OMBRA: 
Basato su una storia vera, narra le vicende del giornalista del Washington Post John Klein, coinvolto suo malgrado nel mistero della cittadina di Point Plesant, in Virginia. Dopo la morte della moglie, deceduta a causa di un incidente stradale, Klein viene misteriosamente trasportato nel piccolo paese. A quel punto decide di indagare per scoprire l'identità della strana figura alata - l'uomo falena - che centinaia di persone dichiarano di aver visto e che sembra faccia presagire sventure.

USCITA CINEMA: 24/05/2002
REGIA: Mark Pellington
SCENEGGIATURA: Richard Hatem
ATTORI: Richard GereLaura LinneyWill PattonDebra MessingLucinda Jenney,Alan BatesMurphy DunneBob TraceyRon EmanuelTom StoviakDavid EigenbergZachary MottYvonne EricksonScott NunnallyHarris MackenzieTom Tully (II)

FOTOGRAFIA: Fred Murphy
MONTAGGIO: Brian Berdan
MUSICHE: Andy MilburnJeff RonaTom Hajdu
PRODUZIONE: LAKESHORE ENTERTAINMENT
DISTRIBUZIONE: MEDUSA
PAESE: USA 2002
GENERE: Fantascienza, Horror, Thriller
DURATA: 119 Min
FORMATO: Colore
SOGGETTO: ROMANZO OMONIMO DI JOHN A. KEEL
CRITICA: "In questa storia che si vorrebbe di paura ma che spaventa pochissimo, Gere fa il giornalista alle prese con il Mothman del titolo, un gigantesco farfallone della notte che assume forma quasi umana (?) Sceneggiatura di Richard Hatem per una storia paranormale rozzamente ideate e del tutto puerile." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 24 maggio 2002)"Dalle parti di 'X-Files' con un occhio all'Hitchcock de 'Gli Uccelli' (piccola comunità colpita da evento sovrannaturale) e al gioco per playstation 'Silent Hill' (antecedente al romanzo da cui è tratto il film), 'The Mothman Prophecies' conferma le doti di regista d'atmosfera di Mark Pellington ('Arlington Road'), ma pecca di prevedibilità nel finale. L'uomo-falena del titolo è la forma in cui si manifesta più spesso la 'creatura' che terrorizza gli abitan." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 24 maggio 2002)"Questo thriller sovrannaturale, ben confezionato e ben diretto, si ispira ad avvenimenti reali avvenuti nel 1967 e culminati con un una catastrofe". (Enrico Magrelli, 'Film Tv', 29 maggio 2002)
NOTE: TOM HAJDU E ANDY MILBURN HANNO FIRMATO LE MUSICHE CON IL NOME 'TOMANDANDY'.

    L'uomo Falena

    (Estratto da WIKIPEDIA)




    Uomo falena o Mothman, dall'inglese, è il nome con cui viene chiamata una misteriosa creatura che sarebbe stata ripetutamente avvistata nella Virginia OccidentaleCharlestonPoint Pleasant e nella regione dell'Ohio fra il novembre 1966 e il dicembre 1967. I testimoni hanno descritto l'entità come un essere delle dimensioni di un uomo, con le ali e grandi occhi rossi rifrangenti o luminosi, è dotato inoltre di una velocità innaturale.

    Il primo avvistamento della creatura sarebbe avvenuto il 12 novembre 1966. Un gruppo di cinque uomini che stava preparando una tomba in un cimitero vicino a Clendenin vide "una figura umana di colore marrone e dotata di ali" sollevarsi in aria dagli alberi vicini. Questo avvistamento non venne riportato subito, ma solo alcuni giorni dopo, successivamente ad altre segnalazioni.
    L'avvistamento successivo, relativo al 15 novembre, coinvolse due coppie sposate di Point Pleasant, Roger e Linda Scarberry e Steve e Mary Mallette. Secondo il racconto di una di loro (Linda Scarberry, l'unica che ne volle parlare), stavano passando in automobile nei pressi di una fabbrica di TNT, in disuso dalla Seconda guerra mondiale, quando videro due strane luci rosse all'ombra di un vecchio generatore accanto al cancello. Avvicinatisi, realizzarono che le luci erano gli occhi luccicanti di un grosso animale "dalla forma di un uomo, ma più grosso, fra i sei e mezzo e sette di piedi di altezza (circa due metri ), con grandi ali ripiegate sulla schiena". Terrorizzati, fuggirono verso la città, seguiti per un certo tratto dalla creatura in volo (che, stranamente, non sembrava sbattere affatto le ali). Giunti a Mason County, raccontarono l'accaduto al vicesceriffo Millard Halstead, che in seguito ebbe a dichiarare:
    « Conosco questi ragazzi da quando erano nati. Non si sono mai messi nei guai e quella notte erano davvero spaventati. Li ho presi sul serio. »
    Fu un cronista della stampa locale che, riportando l'episodio, battezzò la misteriosa creatura "Mothman", per analogia con Batman (di cui all'epoca stava andando in onda negli Stati Uniti la serie televisiva).
    Nei giorni e nei mesi successivi l'uomo falena sarebbe apparso a molti altri abitanti della zona, e in genere sempre nei pressi della fabbrica. Le descrizioni dell'aspetto della creatura erano tutte sostanzialmente simili.
    A Point Pleasant si trova una scultura che rappresenta la creatura (opera di Robert Roach) e un museo dedicato (il Mothman Museum).


    Descrizione in base alle testimonianze rilasciate [3]:
    • Altezza: circa 2 metri.
    • Occhi: dotati di luminosità propria, rosso-vivi, distanziati tra loro, di un diametro approssimativo di 5–8 cm.
    • Gambe: di tipo umano; l'essere fu visto in posture erette, mentre la deambulazione avvenne con passo strascicato.
    • Ali: di aspetto simile a quelle di un pipistrello, vennero viste ripiegate contro il dorso quando non utilizzate e sembrarono vantare un'apertura di circa 3 metri quando adoperate in volo. Venne riferito da più testimoni come il volo avvenisse mantenendole rigide, senza cioè che venissero battute.
    • Velocità: avrebbe seguito, senza alcun problema, l'andatura di automobili che si muovevano a 120-160 km/h.
    • Verso: alcuni testimoni affermarono che la creatura sembrò emettere in volo dei ronzii metallici.

    Avvistamenti [modifica]

    Ecco i principali avvistamenti, accreditati da rilevamenti effettuati sui luoghi interessati:[1]
    • 1 settembre 1966 - Scott Missouri - Diverse persone adulte osservano un oggetto a forma d'uomo che manovra a bassa quota
    • 1 novembre 1966 - Camp Conley Road - Una Guardia Nazionale osserva una grande figura umana bruna posta su un ramo d'albero
    • 12 novembre 1966 - Cimitero di Clendenin - Cinque maschi adulti osservano un oggetto volante bruno a forma d'uomo
    • 15 novembre 1966 - Area TNT vecchia centrale elettrica Point Pleasant - Due coppie di Sposi avvistano un essere grigiastro dotato di 2 occhi rossi luminosi
    • 16 novembre 1966 - Area TNT presso Igloo - Tre adulti, osservano un essere grigio, alto e dotato di 2 occhi rossi luminosi
    • 17 novembre 1966 - Statale 7 Cheschire Ohio - Un ragazzo osserva un essere grigio di forma umana dotato di occhi rossi luminosi e con una apertura alare di 3 metri
    • 18 novembre 1966 - Area TNT - Due Pompieri osservano un essere molto alto e gigantesco dotato di occhi rossi luminosi
    • 20 novembre 1966 - Campbells Creek - Sei adolescenti avvistano un essere grigio, alto dotato di occhi rossi luminosi
    • 24 novembre 1966 - Point Pleasant - Due adulti e due bambini, notano un essere gigantesco che vola dotato di occhi rossi luminosi
    • 25 novembre 1966 - Autostrada nei pressi di AREA TNT - un uomo in macchina incontra un essere alto, grigio con occhi rossi luminosi che l'insegue
    • 26 novembre 1966 - Lowell Ohio - Due adulti e due bambini osservano 4 uccelli giganteschi di colore bruno alti 1,5 metri con un'apertura alare di 3 metri
    • 27 novembre 1966 - Statale Albans - Una casalinga osserva un essere grigio con occhi rossi luminosi più alto di un uomo, fermo sul prato
    • 27 novembre 1966 - Manson - Una ragazza avvista un essere alto e grigio a forma d'uomo con 3 metri di apertura alare con occhi rossi luminosi. Insegue l'auto
    • 27 novembre 1966 - Statale Albans - Due ragazze osservano alcuni esseri grigi alti 2,10 metri che le inseguono a piedi
    • 4 dicembre 1966 - Aeroporto di Gallipolis Ohio - Cinque piloti osservano un uccello gigantesco dal collo lungo per un primo tempo scambiato per un aereo che poi si avvicina a loro ad una velocità di 110 km/h costante senza sbattere ali
    • 6 dicembre 1966 - Maysville Kentucky - Un postino osserva un essere gigantesco simile ad un uccello in volo
    • 6 dicembre 1966 - Area TNT - Due adulti osservano una figura grigia dagli occhi rossi e luminosi che li assale
    • 7 dicembre 1966 - Statale 33 Ohio - Quattro donne osservano un essere volante la cui forma ricorda un uomo, di colore bruno-argenteo e dagli occhi rossi luminosi
    • 8 dicembre 1966 - Statale 35 - Due donne osservano su di una collina una figura indistinta che ha occhi rossi luminosi
    • 11 dicembre 1966 - Area TNT - Un ragazzo e un uomo, osservano una figura dall'aspetto umano di colore grigio in volo a grande velocità
    • 11 dicembre 1966 - Statale 35 - Una donna osserva un enorme essere grigio con occhi rossi luminosi che sorvola la sua auto
    • 11 gennaio 1967 - Point Pleasant - Una casalinga osserva un essere alato delle dimensioni di un piccolo aereo che vola a bassa quota
    • 12 marzo 1967 - Letert Falls Ohio - Una donna osserva un grande essere volante dal pelo bianco dalla lunga apertura alare (3 metri) che passa davanti alla sua auto
    • 19 maggio 1967 - Area TNT - Una donna osserva un essere volante dagli occhi rossi luminosi che si avvicina ad un oggetto rosso librato in aria e scompare
    • 2 novembre 1967 - Area TNT - Una donna osserva una figura grigia gigantesca simile ad un uomo che sorvola un campo sfiorando il suolo
    • 7 novembre 1967 - Chief Cornstalk Park - Quattro uomini mentre erano a caccia, osservano una figura gigantesca con gli occhi rossi luminosi. Uno di loro dirà che non ebbe la forza di sparare all'essere perché in preda al terrore.

    domenica 30 ottobre 2011

    Le Streghe

    Stregoneria
    Secondo la mitologia popolare, la strega è un essere soprannaturale o una donna reale dotata di facoltà straordinarie, che svolge un'attività di magia nera e comunque dirige i suoi eccezionali poteri ai danni degli altri. La credenza, universalmente diffusa, in persone dotate di facoltà straordinarie che possono impiegare ai danni del prossimo (magia nera, stregoneria) non fu sradicata completamente neanche dalla spiritualità del cristianesimo che, d'altra parte, ereditava anche le idee, d'origine mitologica, relative ad esseri nocivi soprannaturali. Queste credenze restarono tuttavia ai margini dell'ideologia cristiana per oltre un millennio: in sede teorica si distingueva nettamente tra le persone umane dedite alla magia nera (malefici, maleficae), che mediante il malocchio, sortilegi vari, filtri, ecc. potevano danneggiare il prossimo, e le "strigae", esseri soprannaturali che volavano per l'aria, erano capaci di ogni sorta di metamorfosi, rapivano e mangiavano i bambini ecc. A cominciare dal XII secolo si hanno prove del fatto che nelle credenze e idee dell'epoca si stava operando una graduale fusione tra le due categorie di esseri nocivi; si verificava cioè, in fondo, un graduale ritorno a concetti che si ritrovano presso diversi popoli primitivi, che non distinguono chiaramente, o non distinguono affatto, tra le persone umane dedite alla magia nera e gli esseri demoniaci di cui si servono e in cui esse stesse possono trasformarsi. Lentamente prendeva il sopravvento l'idea che certe persone umane e, forse in conseguenza dell'atteggiamento ascetico medievale nei riguardi delle donne, particolarmente donne, fossero in contatto con il diavolo, il quale desse loro capacità nocive soprannaturali: in determinati luoghi e giorni (che per lo più sono luoghi e date di antichi culti pagani, la cui nuova funzione mostra la demonizzazione del paganesimo) avrebbe preso luogo la tragenda, il sabba, la riunione tra queste persone e i diavoli, celebrata con orge sessuali. S. Tommaso ammetteva la possibilità di un commercio sessuale tra persone umane e demoniache, e le sue disquisizioni sugli incubi e succubi non rimasero senza conseguenza per le future posizioni della Chiesa al riguardo delle streghe. Ma la prima presa di posizione ufficiale della Chiesa risale al 1233, data della bolla "Vox in Rama" di Gregorio IX; nel 1258 si ha il primo processo contro le streghe, e pare che nel 1275, a Tolosa, sia stata per la prima volta bruciata sul rogo una strega. La base giuridica di questi processi è stata elaborata dalla filosofia scolastica: poiché l'attività delle streghe si fonda su un patto col diavolo, essa implica un'apostasia e perciò cade sotto la competenza dell'Inquisizione. Al principio del XIV secolo l'accusa di stregoneria serve a volte interessi politici e personali, come nella casa di Filippo il Bello contro i Templari e di papa Giovanni XXII contro il vescovo di Cahors, bruciato sul rogo sotto l'accusa di aver praticato sortilegi contro la vita del pontefice. Ma il periodo classico dei processi contro le streghe si estende tra il XV e il XVI secolo. Si calcola che complessivamente non meno di un milione di persone siano rimaste vittime della credenza nelle streghe, favorita dalle autorità ecclesiastiche, da personalità religiose sia cattoliche sia protestanti, dagli eruditi come dal fanatismo popolare. I protestanti, in parte per la particolare attenzione che dedicavano all'Antico Testamento, in parte perché anche il loro pensiero si fondava sulla scolastica, accettavano in pieno le idee relative al diavolo e alle streghe, e quasi un terzo delle vittime dei processi sono state bruciate in paese protestanti. L'Italia fu tra i paesi meno funestati da questi processi, specie se si prescinde dalla Valtellina dove la maggior parte di essi ebbe luogo. Nei processi dell'Inquisizione s'impiegava anche la tortura e fu certamente in buona parte per la paura della tortura, sebbene probabilmente anche per tutta l'atmosfera satura di fanatismo che non era estraneo neanche alle stesse vittime, che abbondavano anche le confessioni spontanee. Tra le opere che, giustificando e anzi spronando la persecuzione delle presunte streghe, ebbero un influsso infausto in questo periodo della storia occidentale, restano memorabili il "Formicarius" di J. Nider (1440) e, soprattutto, il "Malleus maleficarum" dei domenicani Henricus Institoris e Jakob Sprenger (1489). Le prime voci che nel XVI secolo si alzavano contro il fanatismo urtavano nella severa opposizione dei sostenitori dei processi. J. Bodin chiedeva la condanna al rogo di J. Weyer, il cui "de praestigiis daemonum" (1563) aveva tentato di polemizzare con la credenza dominante. Il volume "Discovery of witchcraft" di R. Scott (1584) fu bruciato sul rogo. Con l'andar del tempo tuttavia quelle voci diventavano sempre più frequenti e insistenti, sia tra i protestanti sia tra i cattolici. La lunga sopravvivenza dei processi contro le streghe, fino a qualche caso sporadico (Messico) nel 1800, dipendeva anche dalla mancata unificazione del diritto in molti paesi feudali, dove singole legislazioni locali, dettate dai signorotti, erano in ritardo rispetto ad altre. Così, mentre nella Prussia, che arrivò relativamente presto a quella unificazione, l'ultima condanna di streghe è del 1728, nella Baviera, dove permanevano condizioni giuridiche più arretrate, ancora nel 1775 si brucia una strega. Date ancora più recenti si hanno per Siviglia (1781) e per Poznan (1793). Scomparsa, finalmente, dalla cultura ufficiale e dalla giurisdizione, la credenza delle streghe sopravvive tuttora presso le popolazioni rurali di tutta l'Europa. Presso i popoli primitivi è molto frequente l'idea che ogni male provenga da forze extraumane (per es. da spiriti), contro cui si lotta con mezzi magici conosciuti e posseduti per lo più soltanto da persone particolari (stregoni...); ma altre persone, dotate delle stessa facoltà speciali, si servono di queste a fini dannosi. La distinzione tra magia "bianca" e magia "nera" o stregoneria, tra stregoni buoni e cattivi, si fonda unicamente sul criterio dell'utilità sociale: la stregoneria non è tale se svolta ai danni di nemici o stranieri, e in tal caso può essere opera dello stregone "buono". Anche nelle cosiddette civiltà superiori e non soltanto nelle classi arretrate della popolazione, la credenza nella stregoneria è largamente diffusa. Nell'antico Egitto, verso la fine del 2° millennio a.C. la stessa regina Teje ricorse a sortilegi esercitati su statuette per assicurare il trono al proprio figlio, al posto dell'erede legittimo. Nella Babilonia i sacerdoti esorcizzatori s'impegnavano contro gli spiriti, ma anche contro gli stregoni ("kassapa", femm. "kassaptu"); dalla biblioteca di Assurbanipal ci sono rimasti numerosi scritti magici con riferimenti alla stregoneria. In India già l'Atharvavèda contiene formule contro l'opera degli stregoni. Se l'alta letteratura greca del periodo arcaico e classico preferisce evitare l'argomento, esso è tuttavia presente nella mitologia (Medea, Circe); in epoca ellenistica, però, come pure nella letteratura romana, la stregoneria è un tema frequente. Documenti archeologici confermano la realtà della stregoneria anche nella vita quotidiana. Nel folclore molte sono le superstizioni relative alla stregoneria. Si crede che persone concepite nella notte dell'Annunciazione o del Natale abbiano facoltà di stregoni o streghe, che altre acquistino tali facoltà mediante un sacrilegio appositamente commesso, che inoltre gli stregoni possano trasformarsi in animali (gatti, pipistrelli, serpenti); che essi si riuniscano in dati giorni (per es. ogni sabato) sui monti o sotto certi alberi (noce di Benevento). Contro le supposte fatture (particolarmente efficaci quelle della notte di S. Giovanni) si ricorre a forme di protezione: si mette una scopa o una pannocchia di granoturco all'uscio, perché gli stregoni siano costretti a contarne i fili, ovvero i chicchi, prima di entrare in casa.

    venerdì 28 ottobre 2011

    Mistero Licenziamenti "facili"

    Scatta la rivolta dei sindacati - Sindacati pronti allo sciopero contro le misure indicate dal Governo Italiano nella lettera all’Unione Europea. Entro maggio 2012 il governo formalizzerà i licenziamenti per motivi economici, questo il punto in comune contro cui si sono schierate ad unanimità le organizzazioni dei lavoratori. I sindacati annunciano un autunno di scioperi, e si dicono pronti ad intraprendere e a combattere una battaglia dura sui  licenziamenti facili che  il premier Silvio Berlusconi ha promesso nella sua riforma ai leader europei.

    La lettera presentata all’Ue - Entro maggio 2012 l'esecutivo approverà una riforma della legislazione del lavoro, è quanto scritto tra gli impegni presi con l'Ue, “funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell'impresa anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato; più stringenti condizioni nell'uso dei 'contratti para-subordinati' dato che tali contratti sono spesso utilizzati per lavoratori formalmente qualificati come indipendenti ma sostanzialmente impiegati in una posizione di lavoro subordinato”.

    Parola ai sindacati - La Cgil parla di norme da “incubo”, e assicura, per voce della sua segretaria generale, Susanna Camusso, una “reazione con la forza necessaria e una mobilitazione unitaria”. Per il leader della Cisl Raffaele Bonanni la riforma presentata dal Premier “è un' istigazione alla rivolta, una provocazione”. In una nota congiunta le tre sigle sindacali ribadiscono che Qualora il Governo - scrivono - intendesse intervenire sulle materie del lavoro senza il consenso delle parti sociali, Cgil, Cisl, e Uil saranno costrette a ricorrere a scioperi”.

    Le dichiarazioni di Sacconi – “Siamo l’unico Paese al mondo che ha regole così rigide sui licenziamenti” – afferma il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che assicura che presto partirà il tavolo con le parti sociali, alle quali chiede di avere un atteggiamento responsabile mettendo da parte pregiudizi,“dismettendo il loro abito ideologico”. “È assolutamente falso parlare di licenziamenti facili” – dice, respingendo le accuse fatte dai sindacati e dall’opposizione, e successivamente spiega che“l’obiettivo della norma non è licenziare, ma incoraggiare le aziende ad assumere. Evitando così, in presenza di andamenti economici negativi per l’azienda o il settore, le grandi difficoltà nel fare un passo indietro. Anche se le prospettive sono incerte”.

    martedì 25 ottobre 2011

    La Maschera Di Ferro


    Uno dei misteri colossali della storia umana è costituito senz’altro dalla vicenda altamente inquietante della cosiddetta Maschera di Ferro, un individuo oscuro e quanto mai incognito sul quale la ricerca sembra arenatasi per l’impossibilità intrinseca di pervenire ad una qualche verità che sia in grado di squarciarne quanto meno una parte dei cotanti arcani. Studiando a fondo la questione mi sono rendo conto che qualcosa di assai losco era stato nascosto in quella vicenda tanto conturbante, un qualcosa che abbisogna di essere portato alla luce. Nei libri che ho studiato in proposito si parla di un certo Dauger, arrestato in circostanze oscure a Calais o a Dunkerque nel nord-ovest della Francia, si ripete il nome di Nicolas Foucquet quale depositario di “Segreti di Stato”, anch’egli arrestato misteriosamente e in seguito ad un altrettanto

    strano processo internato nella fortezza militare di Pinerolo, si accenna ad un certo Mattioli, diplomatico al seguito del Duca di Mantova impegnato in quel tempo in trattative segrete per la cessione di Casale alla corona francese, che in seguito venne catturato per alto tradimento e condotto anch’egli a Pinerolo, si vocifera di altri avventurieri e qualche romanziere riteneva quasi per certo che sotto la Maschera di Ferro si celasse nientemeno che il fratello gemello di Luigi XIV, un’ipotesi, quest’ultima, difesa ancora a spada tratta anche da innumerevoli storici e studiosi. Insomma, nulla di preciso.
    Il mistero, sin dal 1703 in cui secondo gli storici la Maschera di Ferro muore alla Bastiglia, resta tutt’oggi tale ed anzi tende ad infittirsi. Approfondendo sempre più la materia balza però subito all’attenzione un particolare non di poco conto: ad un certo punto Dauger, arrestato nel 1669, dopo circa cinque anni di prigionia viene posto in qualità di servitore nella stessa cella di Nicolas Foucquet, l’inquietante Ministro delle Finanze di Re Sole come detto fatto arrestare da quest’ultimo con l’accusa fantomatica di essersi appropriato di beni dello Stato francese e persino di essere a capo di un complotto sedizioso teso allo scardinamento della monarchia. E’ un particolare che mi ha dato sempre da pensare, tenendo specialmente conto che nugoli di esperti della materia danno ormai quasi per scontato che la Maschera di Ferro fosse stato proprio questo oscuro Dauger. Ebbene, ammesso e non concesso che Dauger fosse stato celato davvero sotto la Maschera di Ferro e quindi in possesso di certi segreti “proibiti” che tale dovevano rimanere anche a costo di seppellirlo vivo, come mai viene collocato in qualità di valletto nella cella di Foucquet, personaggio assai controverso anch’egli ritenuto in possesso di “segreti” poco raccomandabili e che forse proprio per queste sue “conoscenze” era stato tradotto nel mastio di Pinerolo dopo un processo-farsa che ancora oggi fa rizzare i capelli a chi se ne intende di Giustizia? Insomma, c’e un dettaglio che non quadra: chi era davvero in possesso di questi “segreti”, Dauger o Foucquet? E come spiegare l’altro enigma di questa allucinante storia, quello riguardante la presunta uccisione del Ministro ad opera proprio di Dauger? Perché non si è mai trovata la salma di questo eminente uomo politico? E perché, altro angosciante enigma, il mistero della Maschera di Ferro inizia proprio subito dopo la morte del soprintendente alle Finanze, a partire appunto dal 1680, quando viene ordinato al signor de Saint-Mars, responsabile del carcere pinerolese, di condurre e segregare ancor di più in una cella praticamente inaccessibile sia Dauger, sia La Riviere, altro servitore che per molto tempo abitò la cella dello sfortunato Ministro? Perchè il marchese de Louvois, ministro della Guerra con l’incarico di supervisore delle carceri francesi, dà anzi ordini tassativi al de Saint-Mars affinché si divulghi la voce che questi due individui sono stati praticamente liberati, forse per trarre in inganno un altro enigmatico prigioniero, l’avventuriero conte de Lauzun, anch’egli entrato nascostamente e in maniera rocambolesca in rapporti col Foucquet attraverso un buco praticato nel soffitto in corrispondenza della cella di quest’ultimo? E perché il conte viene in seguito rilasciato, nonostante si sapesse di quanto sciolta avesse la lingua?
    E che dire, per finire, di quella misteriosa missiva spedita dall’abate Louis al potente fratello Nicolas Foucquet, dopo un incontro segreto sostenuto dal primo col l’inquietante pittore Nicolas Poussin? In quella lettera, cui tuttora gli storici sembrano non dare quell’importanza cruciale anche per l’evidente difficoltà di interpretarla nella maniera giusta, Louis scriveva al Ministro delle Finanze di Luigi XIV quanto segue: “Non potreste credere, signore, né le fatiche che si sobbarca per il vostro servizio, né l’affetto con cui lo fa, né il merito e la probità che mette in ogni cosa. Ho reso al signor Poussin la lettera che voi gli avete fatto l’onore di scrivergli; lui ed io abbiamo progettato certe cose delle quali potremmo intrattenervi a fondo tra poco e che vi doneranno, tramite appunto il signor Poussin, dei vantaggi (se voi non vorrete disprezzarli) che i re durerebbero gran fatica ad ottenere da lui e che, dopo di lui, nessuno al mondo scoprirà nei secoli futuri; e quello che più conta, ciò sarebbe senza molte spese e potrebbe persino tornare a profitto, e si tratta di cose da ricercare così fortemente che nulla di quanto esiste sulla terra potrà avere migliore fortuna od esservi uguale.”
    Di quali conoscenze e di quali vantaggi si trattava? E’ un mistero insondabile e degno di studio, poiché si tratta forse del dettaglio più importante dell’intera vicenda, un dettaglio che può condurci alla rivelazione di qualcosa di davvero sconquassante.
    Da quanto mi risulta, forse la lettera venne intercettata dalle spie di Mazzarino e da questi passata al Re, che non perse tempo per mettere alle calcagna del suo fastoso Ministro diversi agenti segreti col compito di controllarne le mosse private e pubbliche. Strano ma vero, è proprio da quel momento che Foucquet comincia ad avvertire attorno a sé un clima politico assai sfavorevole, ma poiché è ancora in ottimi rapporti col suo protettore Mazzarino, le sue alterne vicende si trascinano ancora per qualche anno, fino al 1661, anno della morte del Cardinale e anno, appunto, nel quale viene con una sorprendente coincidenza arrestato da d’Artagnan con l’accusa abbastanza sintomatica di sedizione contro il potere monarchico di Luigi XIV.
    A dimostrazione che quanto sto dicendo non è poi così lontano dal vero, vi è la spia rivelatrice dello strano comportamento quasi da fisima di Luigi XIV, il quale, alla morte di Poussin nel 1665 e dopo la conclusione del processo-farsa a Foucquet più o meno nello stesso periodo (si noti la coincidenza sorprendente), scatena praticamente a Roma i suoi più fidati agenti segreti con l’incarico di acciuffare e praticamente sequestrare l’opera pittorica del famoso connazionale “I Pastori d’Arcadia” (secondo l’opinione concorde degli studiosi emblema del mistero di Rennes-le-Chateau), riuscendo infine nell’impresa e nascondendola immediatamente alla vista del pubblico, a quanto si dice addirittura nella stanza più interna della sua residenza regale.
    A mio modesto parere il motivo preciso della persecuzione di Foucquet era rappresentato proprio dall’amicizia profonda che intercorreva col celebre pittore de “I Pastori d’Arcadia”. Qualcuno avanza addirittura l’ipotesi che i due si siano incontrati diverse volte segretamente in Francia, dove Poussin si recava saltuariamente proprio per andare ad incontrare il suo potente mecenate, un uomo, non si dimentichi, che nel periodo del suo massimo fulgore aveva un potere talmente vasto da oscurare persino Mazzarino e l’intera corte reale! Chi, più di Foucquet, poteva aiutare questo pittore le cui tele esprimono verità tanto scottanti? Foucquet aiutò dunque Poussin, finanziandolo personalmente di nascosto tramite suoi fidati intermediari, uno dei quali era sicuramente il fratello Louis, l’estensore famoso dell’altrettanta famosa lettera, che di volta in volta si recava a Roma dove Poussin viveva appunto per fargli avere di persona gli emolumenti patteggiati. In effetti, proprio di patto si trattava. Foucquet offriva copertura politica ed anche un servizio di polizia a protezione dell’incolumità fisica di Poussin e a sua volta questi, molto addentro ai segreti vaticani essendo stato intimo amico di potenti cardinali del tempo, s’impegnava di tanto in tanto a rivelare al suo occulto protettore alcuni segreti scottanti che la società di quel tempo neppure poteva immaginare. Si tenga presente che Foucquet, forse in previsione appunto della rivelazione di questi ed altri segreti, aveva provveduto a far costruire nel nord della Francia diverse piazzeforti fortificate ed era entrato persino in possesso di una vera e propria flotta commerciale-militare, con la quale era in grado di far arrivare dovunque i suoi ordini. Questa fu la ragione principale del suo arresto. Non c’entra proprio niente l’accusa di malversazione e di abuso personale delle finanze pubbliche, questo era solo un pretesto colbertiano per scalzare dal suo posto il suo antagonista. Certamente una cosa è se una notizia viene in possesso di un uomo qualunque e un'altra è quando questa notizia entrasse nel patrimonio intellettuale di un uomo tanto autorevole quale era appunto Foucquet. Egli, col suo enorme potere, avrebbe potuto facilmente scalzare dal trono l’ancora giovane Luigi XIV, sostituirsi a questi e annunciare ai quattro venti tutto quello che sapeva da Poussin, con effetti politici e religiosi talmente dirompenti che l’intera struttura civile europea sarebbe potuta crollare in men che non si dica.
    La Chiesa di Roma sarebbe stata la prima vittima di queste rivelazioni e sarebbe scomparsa in pochi attimi. Con la sua formidabile influenza politica ed essendo in grado di spiattellare ai quattro venti tonnellate di documenti storici segretissimi in rapporto alla vera natura di Gesù (accumulati in seguito al commercio di cui era il più grande fautore e che si ritiene fossero nascosti nella sua biblioteca privata che non a caso costava di non meno di trentamila volumi), una volta detronizzato Luigi XIV e fatto insediare al suo posto Gastone d’Orleans sposato con una sorella del Duca di Lorena (casato che secondo gli storici era al corrente del segreto di Poussin), Foucquet sarebbe diventato il vero padrone dell’Europa, sarebbe stato in grado di fondare una nuova religione ed in pratica nessuno avrebbe potuto più contrastarlo. Questa, a mio giudizio, è stata la causa della sua perdita ad opera di Colbert e dei suoi accoliti, presumibilmente imbeccati da spie prezzolate al soldo del Vaticano. Purtroppo per tutti noi, la Chiesa l’ebbe vinta, ma faccio presente che tuttora la partita è più aperta che mai; come si sa da tempo, attorno a Rennes-le-Chateau si sta giocando una durissima partita senza esclusioni di colpi, da una parte la Chiesa decisa a tutti i costi a mantenere nel segreto la vera storia di Gesù (che tra parentesi potrebbe anche non essere esistito con questo nome bensì con quello di un rivoluzionario di nome Giovanni sposato con una certa Maria Maddalena dalla quale avrebbe avuto una numerosa discendenza) e dall’altra un’organizzazione determinatissima di carattere massonico tesa allo scardinamento di tutti i dogmi di cui si ammanta e si è sempre ammantata la Chiesa per turlupinare interi popoli e nazioni di ogni periodo storico. Qualcuno potrebbe chiedermi a questo punto che c’entrano con questa vicenda Mattioli, Dauger, La Riviere, Lauzun e chi ne ha più ne metta rispondo che c’entrano nel senso di ingarbugliare la matassa del segreto e di allontanare i ricercatori dal vero mistero rappresentato dal rapporto intimo di Nicolas Foucquet col suo amico Nicolas Poussin. L’unica persona degna di nota, oltre naturalmente a Foucquet, è Dauger. Non c’importa chi egli sia veramente stato, è una circostanza di scarso valore. Se gli misero la Maschera di Ferro, non c’è dubbio che la portava in nome di Foucquet. Questa è la mia teoria.
    Quale sarebbe stato dunque questo “segreto” di Poussin e di Foucquet e quindi della Maschera di Ferro? Dalle analisi fin qui condotte appare quasi certo (il dubbio è logico in queste circostanze) che il segreto riguardasse il vero e sinistro significato del dipinto I PASTORI D’ARCADIA, la cui chiave d’interpretazione potrebbe risiedere in quella pergamena di Sauniere decrittata che parla appunto di una Chiave 681, cifra numerica che corrisponderebbe all’altitudine del Monte Cardou (non si dimentichi che alcuni appassionati del mistero di Rennes-le-Chateau ritengono forse non a torto che il termine ARCADIA sia appunto un anagramma proprio di CARDOU).

    venerdì 21 ottobre 2011

    Il mistero dei bambini di Hamelin




    Immagino che ve la ricordiate tutti quanti, la storia del Pifferaio di Hamelin. Nel 1284, in Bassa Sassonia, la città di Hamelin viene invasa dai topi: uno sconosciuto si presenta al borgomastro, e assicura di poterla disinfestare. Il borgomastro gli da il permesso di procedere, e, al suono magico del piffero incantato, i topi effettivamente scompaiono: si lasciano guidare fino alle acque del fiume Weser, dove muoiono affogati. Tornato in città per reclamare il suo compenso, il pifferaio si vede sbattere la porta in faccia: adirato per il tradimento, allora, ricomincia a suonare il piffero. Ma questa volta, ad essere colpiti dall’incanto non sono i topi, bensì i bambini: ipnotizzati dalla musica fatata, tutti i piccoli di Hamelin seguono il pifferaio… e non faranno mai più ritorno.

    Una bella fiaba, a parte tragico finale. Conosciuta; molto popolare. Ma siamo certi che sia solo una storiella? Si potrebbe pensare che sia una favoletta edificante, o l’invenzione di qualche scrittore astuto: ma se andiamo ad Hamelin, a leggere una vera lapide, che esiste per davvero, e che è stata scritta all’inizio del Seicento, sentiamo dei brividi freddi, giù giù lungo la schiena.

    Anno 1284 am dage Johannis et Pauli
    war der 26. junii
    Dorch einen piper mit allerlei farben bekledet
    gewesen CXXX kinder verledet binnen Hamelen gebo[re]n
    to calvarie bei den koppen versore.


    Non avete sentito nessun brivido freddo giù giù lungo la schiena? Okay, proviamo con la traduzione:

    Nell’anno 1284, nel giorno dei Santi Giovanni e Paolo
    – era il 26 di giugno –
    da un pifferaio col vestito multicolore
    furono sedotti 130 bambini nati ad Hamelin,
    e persi nel luogo dell’esecuzione, vicino alle colline.


    Inquietante, non è vero?
    Anche perché questa non è l’unica attestazione di questa leggenda (che, più che una leggenda, ci viene presentata in realtà come un vero fatto storico): la prima fonte è datata1440; Jobus Fincelius ce ne parla nel 1556 identificando il pifferaio con il diavolo; nel 1605, l’antiquario Richard Rowland Vestergan cita di nuovo la vicenda e ipotizza che i bambini scomparsi siano in realtà andati a finire in Transilvania…
    … e mancavano ancora molti, molti anni all’operazione editoriale dei fratelli Grimm, che ha diffuso la fiaba in tutto il mondo.

    Peggio ancora, ad incupire ancor di più i toni oscuri della vicenda, è una antica vetrata a mosaico della chiesa di Hamelin, riconducibile alla metà del Trecento. Oggi la vetrata non esiste più – è andata distrutta nel 1660 – ma viene ben descritta in numerosi documenti a partire dal XIV secolo: raffigurava un individuo colorato, colto nell’atto di suonare il piffero…
    … e seguito da una miriade di bimbi, vestiti di bianco.

    Si ritiene che la vetrata sia stata commissionata in ricordo di un tragico evento, realmente verificatosi nella città di Hamelin. E – se all’appello mancava ancora una qualche informazione, per rendere sempre più inquietante la nostra storia – posso assicurarvi che, alla luce delle ricerche recentemente svoltesi, è stata fatta una scoperta incontrovertibile. Se c’è qualcosa di vero, nella fiaba del pifferaio, si tratta certamente della scomparsa dei bambini: i topi non sono mai citati nelle fonti più antiche, e vengono aggiunti alla vicenda solo a partire dal tardo Cinquecento.

    Insomma. Pare proprio che, ad Hamelin, sia successo qualcosa di drammatico, il 26 giugno del 1284. Ma che cosa? Esclusa l’ipotesi di un magico pifferaio che strega i fanciulli per mezzo d’un incantesimo, le teorie avanzate dagli studiosi sono sostanzialmente quattro.

    Ipotesi numero uno: i ragazzi di Hamelin abbandonarono la città volontariamente, per fondare nuovi villaggi durante la colonizzazione della Germania occidentale. In alternativa, i ragazzini avrebbero potuto esser stati venduti, magari a un ricco mercante dell’area baltica: la pratica era diffusa, all’epoca, e gli inverni medievali erano lunghi e faticosi, con troppe bocche da sfamare…

    Ipotesi numero due: un tragico incidente. Immaginate una disgrazia come quella di San Giuliano di Puglia: una frana, un terremoto, o un’altra tragica circostanza. La favola dei fratelli Grimm sostiene che i topi affogarono nelle acque del fiume Weser: e se questa fosse un’eco dal passato? Forse furono proprio i bambini di Hamelin, giocando sulle acque del fiume, a sparire tragicamente tra i suoi flutti…

    Ipotesi numero tre: i bambini morirono per una qualche malattia. Isolati dal resto della città per evitare il pericolo di contagio, i fanciulli si spensero per una qualche epidemia: notando che i bambini ballavano alle spalle del pifferaio, qualcuno ha anche cercato di capire quale. Alcuni hanno pensato al ballo di San Vito, piuttosto comune in quel periodo; altri hanno pensato alla corea di Huntington (sì: quella di Tredici del Dottor House), che si manifesta con un caratteristico disturbo del movimento.

    Il pifferaio, negli ultimi due casi, altri non sarebbe che la personificazione della Morte (peraltro in piena linea con il toposdella danza macabra). Nel caso di una emigrazione volontaria, o di una deportazione, il pifferaio andrebbe invece identificato con l’uomo che, materialmente, arrivò a Hamelin per prendere in custodia i bimbi…

    … ma come vi dicevo prima, c’è ancora una quarta ipotesi, che io trovo sommamente suggestiva. Nel 1212, e quindi non troppianni prima della data incriminata, ci fu in Germania un grande movimento di persone, passato romanticamente alla Storia sotto il nome di “Crociata dei fanciulli”. Avviato da un pastore tedesco di nome Nikolaus, il movimento popolare chiamò a raccolta centinaia e centinaia di poveri ed inermi, con lo scopo di raggiungere Gerusalemme. Varcate le Alpi nella primavera del 1212, circa settemila persone – fra cui, tradizionalmente, un buon numero di fanciulli – tentarono di imbarcarsi verso la Terra Santa. Nessuno di loro raggiunse Gerusalemme, e la maggior parte di loro non tornò nemmeno a casa: alcuni morirono durante il viaggio; alcuni furono catturati dai mercanti di schiavi, e fatti prigionieri. Il reale episodio storico è poi passato alla leggenda tramite cronache pesantemente romanzate, al punto tale da trovar asilo anche fra le pagine della Pitzorno o di Bertold Brecht… e allora, perché non supporre che un’eco di questo viaggio senza ritorno non sia rimasta anche nelle cronache di Hamelin?

    L’unica cosa certa è che, ad Hamelin, qualcosa di oscurodev’essere accaduto. Per forza.
    E se diamo retta a Shiela Harty, che commenta una cronaca cittadina di Hamelin non citata in altre fonti, siamo davvero colti da un brivido sinistro. A detta della scrittrice, le cronache medievali della città di Hamelin si aprono con una laconica premessa, ch’è già tutta un programma:

    Sono passati dieci anni, da quando i nostri figli se ne sono andati…”.

    Illustrazione di Kate Greenaway

    Il segreto di Newton: dal 2060 possibile la fine del mondo


    AVEVA STABILITO CHE L' APOCALISSE SAREBBE POTUTA ARRIVARE SOLO DOPO 1.260 ANNI DALLA RIFONDAZIONE DEL SACRO ROMANO IMPERO

    Il segreto di Newton: dal 2060 possibile la fine del mondo

    In mostra i manoscritti con i calcoli del fisico, legati all' incoronazione di Carlomagno nel Natale dell' 800Il documento è stato ereditato nel 1969 dalla Biblioteca nazionale di Gerusalemme

    MILANO - Il conto alla rovescia è iniziato. E stavolta non si tratta di oscuri vaticini di Nostradamus, o di sette esoteriche impegnate a decifrare manoscritti impolverati dal tempo. La fine del mondo si sta avvicinando, è il 2060 il punto di non ritorno. Parola di Isaac Newton. Filosofo, matematico, fisico e alchimista, «padre» della legge di gravitazione universale, delle leggi del moto, in breve della meccanica classica, i suoi manoscritti - da domenica esposti nelle sale dell' università ebraica di Gerusalemme - svelano i pensieri più nascosti di colui che, prima ancora di aver spalancato le porte alla scienza moderna, è stato il trait d' union con i misteri del mondo antico: non a caso, il titolo scelto per la mostra è «I segreti di Newton». E il primo di questi segreti riguarda, appunto, la presunta «data di scadenza» del nostro Pianeta. Per chi crede nelle coincidenze, non è un caso che quei fogli vergati dalla mano del grande scienziato siano finiti chiusi in una teca, tra le mura color sabbia della Città Santa, poco lontano da luoghi mistici come il Santo Sepolcro, il Muro del Pianto e la Spianata delle Moschee: quello che emerge da queste lettere, presentate al pubblico per la prima volta dal 1969, è l' aspetto sotterraneo della personalità di Newton, quello più legato alla religione e ai rituali alchemici. Ecco, quindi, il calcolo relativo alle origini dell' Universo, e quello - ben più inquietante - sull' Apocalisse: per definirne con precisione la data, lo scienziato britannico riprende in mano un frammento della Bibbia, dal libro del profeta Daniele. Secondo il suo ragionamento, tra la rifondazione del Sacro Romano Impero da parte di Carlomagno - la cui incoronazione risale alla notte di Natale dell' 800 - e la fine del mondo dovranno passare 1.260 anni. L' Apocalisse, quindi, non avverrà prima del 2060. Saranno tempi, scrive Newton in una lettera datata 1704, in cui «si assisterà alla rovina delle nazioni malvagie, alla fine di ogni tristezza e sventura, al ritorno degli ebrei dall' esilio e al sorgere di un fiorente ed eterno Regno». I manoscritti, acquistati nel 1936 durante un' asta di Sotheby' s da uno studioso di origini ebraiche, sono stati ereditati nel 1969 dalla Biblioteca nazionale di Gerusalemme; c' è da scommettere che ad esaminarli accorreranno non solo storici e scienziati, ma anche un pubblico non «specializzato», sedotto dal fascino del grande studioso che uscì trionfante dal confronto con le leggi della gravitazione e del calcolo infinitesimale, e fu invece sconfitto nelle sue ambizioni alchemiche, senza realizzare il sogno eterno della pietra filosofale. Lui, forse, alle domande e alle risatine dei curiosi d' oggi risponderebbe con parole ormai vecchie di tre secoli, eppure sempre attuali: «Non so come il mondo potrà giudicarmi, ma a me sembra soltanto di essere un bambino che gioca sulla spiaggia, e di essermi divertito a trovare ogni tanto un sasso o una conchiglia più bella del solito, mentre l' oceano della verità giaceva insondato davanti a me». IL GRANDE STUDIOSO *** GLI STUDI Filosofo, matematico e fisico inglese, sir Isaac Newton nasce a Woolsthorpe-by-Colsterworth il 25 dicembre 1642 e muore a Londra il 20 marzo 1727. Studia al Trinity college di Cambridge, pone la basi della meccanica classica ed elabora la teoria della gravitazione universale LE INVENZIONI Scopre la scomposizione in colori della luce bianca, inventa il telescopio riflettore, il calcolo infinitesimale. Fu professore all' università di Cambridge, poi direttore della Zecca di Londra, nel 1703 diventa presidente della Royal Society *** LA MELA È per la «storiella» di Newton e la mela che lo scienziato inglese è noto agli scolari di tutto il mondo. La tradizione vuole che fosse seduto sotto un albero di mele quando una mela cadde sulla sua testa e questo gli fece capire che la forza gravitazionale terrestre e celeste erano la stessa cosa I CONTRIBUTI Newton contribuì a più di una branca del sapere. Pubblicò i Philosophiae Naturalis Principia Mathematica nel 1687, nella quale descrisse la legge di gravitazione universale e, attraverso le sue leggi del moto, creò i fondamenti per la meccanica classica
    Jacomella Gabriela
    Pagina 22
    (19 giugno 2007) - Corriere della Sera

    lunedì 17 ottobre 2011

    Fatima

    “La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti
    e neri. Questa visione durò un momento. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo, che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo (nella prima apparizione), altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di
    terrore”.
    I bambini rimangono spaventati dalla visione e come per chiedere aiuto alzano gli occhi alla Madonna la quale, rivolgendosi ad essi con bontà e tristezza, dice:

    SECONDA PARTE
    “Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI ne comincerà un’altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace.
    In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, ecc.
     [aggiunta di suor Lucia contenuta nella quarta memoria].La Vergine conclude con l’avvertimento di “non dire questo a nessuno, tranne che a Francesco”.Suor Lucia credette di riconoscere il “gran segno” a cui si fa riferimento nel segreto, nella straordinaria aurora che illuminò il cielo nella notte fra il 25 e il 26 gennaio del 1938 (dalle 20.45 alle 0l.l5, con brevi intervalli).Segue la lettera consegnata nel 1944 al Vescovo di Leiria con la quale Suor Lucia ha rivelato la terza parte del segreto:
    TERZA PARTE
    ” J.M.J.La terza parte del segreto rivelato il 13 luglio 1917 nella Cova di Iria-Fatima.Scrivo in atto di obbedienza a Voi mio Dio, che me lo comandate per mezzo di sua Ecc.za Rev.ma il Signor Vescovo di Leiria e della Vostra e mia Santissima Madre.Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra
    con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.
    Tuy-3-1-1944″.