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martedì 22 febbraio 2011

la Sindone


«IL PRIMO NEGATIVO "FOTOGRAFICO" DELLA STORIA CHE HA COME MATRICE UN'IMMAGINE MENTALE»

«Così Leonardo creò la Sindone»

La tesi della scrittrice Vittoria Haziel: «Il maestro usò un ferro arroventato e disegnò sulla tela il suo autoritratto»

MILANO - «A cavallo del Cinquecento, su commissione di Bayazet II, un sultano ottomano, Leonardo da Vinci creò la Sacra Sindone». Vittoria Haziel, autrice nel 1998 del libro La passione secondo Leonardo, non ha dubbi a riguardo. Il genio della Gioconda e della Vergine delle Roccerealizzò in pratica un falso storico, secondo la Haziel: «Prese una tela antica e servendosi di un ferro arroventato sul fuoco disegnò sulla tela l'immagine di un uomo che portava sul corpo i segni della tortura e della crocifissione. Per disegnare l'impronta del volto, Leonardo usò se stesso come modello, realizzando dunque un autoritratto». Non è tutto: «La maestria di Leonardo fu tale da riuscire a creare il primo negativo "fotografico" della storia avendo come matrice solo un'immagine mentale. Non solo: l'artista inoltre riprodusse un'immagine che non si vede sul retro della tela e che ha in sè le caratteristiche di quello che più in là sarà definito lo "sfumato leonardesco", appunto».
Una teoria affascinante quella della Haziel: «Leonardo fece Dio a sua immagine e somiglianza credendo fortemente nella divinità dell'uomo», sostiene la scrittrice toscana. Provando a fare luce, come tanti prima di lei, sui misteri e le controversie che avvolgono la tela custodita oggi nel Duomo di Torino. Sacra reliquia per i credenti, (nella tradizione è il sudario che avvolse il corpo di Cristo deposto dalla croce), la Sindone di Torino, in realtà, non ha retto alla prova della scienza. Gli esami del carbonio 14 effettuati nei laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo hanno portato tutti allo stesso risultato: il lenzuolo-sudario è di epoca medioevale.
«La data della tela non è necessariamente la data dell'immagine impressa» insiste però la Haziel. La tesi della scrittrice che attribuisce a Leonardo la paternità della Sindone conservata a Torino non è nuova. Non più tardi di qualche giorno fa è stato infatti diffuso lo studio di Lillian Schwartz, in cui la specialista in grafica della School of Visual Arts di New York, sostiene che il volto della Sindone è un autoritratto del maestro. «Al contrario della Schwartz però - spiega la Haziel - io sono riuscita a riprodurre la Sindone usando la pirografia, la stessa tecnica alla quale ricorse Leonardo, e ho ottenuto un risultato molto simile all'originale». «Impossibile - secondo la scrittrice toscana - sostenere - come ha fatto la Schwartz - che una tela, cosparsa di una emulsione fotosensibile, posta in una stanza buia e sigillata, una sorta di camera oscura ante-litteram, venga impressa grazie al sole. Quale sole è duraturo come un lampada?».
Nel 2010 è in programma una nuova ostensione della Sindone custodita a Torino. Certamente per quella data, si moltiplicheranno studi, teorie o solo semplici supposizioni sul lenzuolo-reliquia che nei secoli ha affascinato e sedotto credenti e non. Anche la Haziel ha nel cassetto una nuova edizione de La passione secondo Leonardo.Laureata in legge, la scrittrice si è accostata per puro caso allo studio della Sindone, o meglio, come sostiene la diretta interessata, per una serie di «coincidenze straordinarie» che, negli anni, l'hanno portata fino a Leonardo. E alla «creazione consapevole» da parte dell'artista di un'«opera» che poi sarebbe diventata l'«icona per eccellenza». La Haziel ci crede. E non a caso sostiene: «La vera Sindone c'è e io l'ho vista, ma non è quella di Torino. Quello è un capolavoro dell'arte».
Cristina Argento
02 luglio 2009(ultima modifica: 04 luglio 2009)

martedì 15 febbraio 2011

11 SETTEMBRE

1) Il diavolo tra le fiamme?
Quella visibile sotto a sinistra la prima foto a diffondersi subito dopo l'11 settembre 2001: il volto del demonio si distingue tra le nuvole del fumo. La foto che lo dimostrerebbe è stata scattata da Mark Phillips, un fotografo free-lance. Nell'altra foto visibile qui sotto a destra, del diavolo si vedrebbe addirittura l'intero corpo ed il forcone. Ma in realtà è il cervello umano che tenta di dare una sembianza a delle forme indefinite: questo fenomeno prende il nome di « pareidolia » (cliccate qui per vederne un esempio scattato da me). Alla stessa categoria appaiono i volti di Padre Pio che comparirebbero sui muri (in realtà semplici macchie di umidità), presunte apparizioni di fantasmi tra le tenebre della notte (ma sono solo giochi di luce) e persino la faccia marziana di Cydonia, in realtà una collina erosa dal vento, ma diventata per anni il vessillo degli ufologi, al punto da ispirare fortunati film come "Mission to Mars". Pensate del resto a quanti fotogrammi si possono scattare di una nube di fumo in movimento, e vi accorgerete che uno di essi poteva benissimo rappresentare un angelo...
Il diavolo tra le fiamme? (#1)Il diavolo tra le fiamme? (#2)
2) Nostradamus
quasi sempre dopo ogni tragedia arriva la profezia di Nostradamus corrispondente. Ecco i versi che già il 12 settembre circolavano su internet: "Nella città di Dio ci sarà un gran tuono/Due fratelli fatti a pezzi dal caos/Mentre la fortezza resiste/Il grande leader soccomberà/La terza grande guerra comincerà quando la grande città brucerà". Sarebbero stati scritti da Nostradamus nel 1654. A parte il fatto che Nostradamus è morto nel 1566, e che New York non può certo essere definita "la città di Dio", questa quartina è apocrifa: i versi sono di Neil Marshall, uno studente canadese che li ha utilizzati per mostrare come sia facile scrivere profezie generiche che si possono adattare a d eventi diversi.
3) I soliti imbucati?
Nelle Twin Towers lavoravano 4.000 cittadini ebrei, si è scritto, ma nessuno di loro si è presentato al lavoro l'11 settembre, perché avvertiti dai servizi segreti israeliani. Questa notizia è stata data ad una televisione libanese, ma è sicuramente falsa. In realtà, nel crollo sono morti 110 cittadini israeliani e centinaia di ebrei americani. E di tantissime altre nazionalità (circa 80), compresi molti musulmani.
4) Scoop o... flop?
Ma l'aerei non arrivò inclinato?Su internet circola questa foto: pare che sotto le macerie sia stata trovata una macchina fotografica con un rullino da sviluppare. Chi l'ha sviluppato per curiosità ha avuto una sorpresa: l'ultimo scatto di un ignaro turista pochi istanti prima del disastro. Ma come potrebbe essere sopravvissuto un rullino di celluloide al tremendo calore dell'incendio che ha annientato il World Trade Center? Macchè, ad un'analisi poco più approfondita si capisce che è un fotomontaggio. Il tipo di aereo non corrisponde, la terrazza a quell'ora era chiusa, l'aereo dovrebbe essere inclinato e non orizzontale, ed infine era piena estate, mentre l'abbigliamento del turista è invernale.
5) Q33NY
Molti hanno ricevuto dopo l'attentato per e-mail questo messaggio: "Uno dei due aerei che ha colpito New York era il volo Q33NY. Digitate questa sequenza con il vostro computer usando il programma Microsoft Word, scegliete la grandezza del carattere 72 maiuscolo e il font wingdings, e appariranno questi simboli. Ma il portavoce della Microsoft smentisce: "il carattere wingdings è una sorta di alfabeto di simboli che può contenere migliaia di combinazioni casuali di figure". E ovviamente nessuno degli aerei coinvolti nell'attentato aveva la sigla Q33NY. In più i due presunti grattacieli sono invece fogli di carta...
6) Le date ricorrenti
Alcune coincidenze fatte notare dall'amico Pietro Musilli di Roma. Il 27 luglio 2006 Ayman al Zawahiri, vice del gruppo terrorista Al-Qaida (in arabo القاعدة, al-Qā'ida), in un video trasmesso da al Jazeera afferma: "....È una guerra santa e durerà finché la nostra religione prevarrà dalla Spagna all'Iraq...."
Il 16 settembre 1982 avviene il massacro di Sabra e Chatila.
L'11 settembre 1609 (16 + 09, 16 settembre) viene annunciato un ordine di espulsione contro i musulmani non convertiti di Valencia; sarà l'inizio dell'espulsione di tutti i musulmani della Spagna.
L'11 settembre 1683 Giovanni Sobieski libera Vienna dall'assedio turco ed arresta per sempre l'avanzata ottomana in Europa.
L'11 settembre 1922 inizia il Mandato britannico in Palestina.
L'11 settembre 1941 iniziano gli scavi per la costruzione del Pentagono.
L'11 settembre 2001 sappiamo tutti cos'è accaduto.
L'11 marzo 2004 avvengono disastrosi attentati in Spagna.
L'11 luglio 2006 avvengono attentati altrettanto disastrosi in India.
E il prossimo 11 o 16 settembre?
Naturalmente la storia umana è così lunga e complessa, che ad ogni data possono essere fatti corrispondere molti eventi fausti o infausti. Comunque è ormai assodato che i mandanti dell'11 settembre 2001 intendessero "vendicare" in qualche modo la sconfitta ottomana sotto le mura di Vienna.
7) Il n° 11
Per gli appassionati di numerologia, per chi scorge qualche segno misterioso dentro i numeri che ricorrono negli avvenimenti, c'e di che sbizzarrirsi. E' il caso della straripante presenza di un numero, l'11, nella tragedia americana. Una presenza segnalata da un giornale spagnolo, «La Razòn ». Dunque: innanzitutto il giorno della tragedia, che - secondo la datazione americana, che prevede prima il numero del mese e poi quello del giorno - è 9/11. La somma dei tre numeri (9+1+l) dà 11. II prefisso per chiamare l'Iraq è 119, che richiama l'11/9, cioè la datazione in uso dall'altra parte del mando: anche qui, 1+1+9=11, Dopo l'attacco, si sono registrate innumerevoli chiamate al telefono di emergenza, che è il 911 (9+1+1=11). L'11 settembre è il 254" giorno dell'anno: 2+5+4=11. A partire dall'11 settembre restano 111 giorni prima della fine dell'anno. La figura delle due Torri gemelle, appaiate, sembra un numero 11. E ancora: il volo numero 11 aveva a bordo 92 persone: 9+2=11. Il volo numero 77 (uno degli altri aerei dirottati) aveva a borda 65 persone: 6+5=11. Il totale del numero delle vittime negli aerei dirottati era 254 (2+5+4=11). Uno dei due voli dirottati contro le torri era il numero 11. New  York è lo Stato numero 11 degli Usa. Contando le lettere di « New York City » otteniamo il numero 11. Contando le lettere di « Afghanistan » otteniamo il numero 11. Contando le lettere di « The Pentagon » otteniamo il numero 11. Contando le lettere di Ramsin Yuseb, l'uomo che organizzò l'attentato contro le torri nel '93, otteniamo il numero 11. Contando le lettere di George W. Bush, otteniamo il numero 11.  L'attentato di Madrid accadde l'11/03/2004 (1+1+3+2+4=11). La tragedia di Madrid accadde 911 giorni dopo quella delle torri gemelle. Il simbolo più noto per gli USA, dopo le Stelle e Strisce, è l'Aquila. Il versetto n°9.11 seguente del Corano recita: « Perchè è scritto che un figlio d'Arabia sveglierà una terribile Aquila. La collera dell'Aquila si sentirà attraverso le terre di Allah, mentre alcune persone tremarono disperate ancora più allietate: perchè la collera dell'Aquila ripulì le terre di Allah e ci fu pace. » Il nome di Nostradamus, che avrebbe scritto di un attacco contro « la città più nuova », durante il quale sarebbero crollate « le torri più alte », è composto da 11 lettere. Dicevamo che queste osservazioni le ha fatte il giornale spagnolo « La Razòn ». A che pagina? A pagina 11, naturalmente...
Sono solo coincidenze? Ma anche questa leggenda è infarcita di errori: per es. il prefisso dell'Iran è 98, e tante altre inesattezze sui voli e le persone a bordo, a partire dal numero dei passeggeri. Meglio dar retta ad Umberto Eco: i numeri possono dire tutto e il contrario di tutto, meglio limitarsi ad usarli per contare, non per elucubrare...
(Rielaborato a partire da http://www.voicebuster.it/war-legends.htm)

I soldi???????????

Prova Esistenza Dei Fantasmi

Le apparizioni di Medjugorje

Le apparizioni di Medjugorje (dal 1981 a oggi)



UNA PERGAMENA DAL CIELO

Forse non tutti sanno che i 10 segreti di Medjugorje sono scritti su una pergamena proveniente direttamente dalle mani della Madonna e in possesso di Mirjana Dragicevic (foto a destra), la veggente, cio�, che ha il compito di rivelare i segreti attraverso il frate francescano Petar Ljubicic tre giorni prima che si verifichino.
La pergamena, attualmente, � illeggibile! O meglio, non lo � per Mirjana che ne legge benissimo il contenuto, ma lo � per quei pochi a cui la stessa veggente ha voluto mostrare la pergamena, su espressa indicazione della Madonna, costando che gli stessi osservatori la vedevano vuota, mentre (a detta di Miriana) in essa sono riportati in dettaglio oltre il contenuto anche le date in cui si verificheranno gli eventi (cio� i 10 segreti). La stessa pergamena, inoltre, � stata fatta analizzare da un laboratorio scientifico di Zagabria, che ha studiato il materiale della pergamena stessa, giungendo alla conclusione che non esiste sulla terra un materiale simile(non � carta, non � plastica, non � ferro o alluminio, n� qualche altro composto chimico o minerale, non � cio� classificabile quanto al materiale di cui � composta!). Antonio Socci, noto giornalista cattolico, amico di Padre Livio, nel suo ultimo libro "Mistero Medjugorje", ha voluto indagare a fondo sul mistero di questa pergamena ed � andato direttamente in Germania per trovare padre Petar Ljubicic e avere informazioni dirette. Queste sono state le paroletestuali di padre Petar: "Quel foglio non viene da questo mondo, ma dalla Madonna, � stato dato a Mirjana dalla Madonna" (pag.165 del citato libro).
Ho voluto soffermarmi sul mistero di questa pergamena, non certo per stimolare curiosit� malsane, ma per riflettere insieme su una cosa e nello stesso tempo lanciarvi una domanda, cio� la seguente: SE I 10 SEGRETI DI Medjugorje SONO FISSATI SU UNA PERGAMENA PROVENIENTE DAL CIELO, CON IMPRESSE LE DATE E IL CONTENUTO DEGLI EVENTI, comprendiamo quale significato avranno questi eventi di grazia per tutto il mondo?
E soprattutto comprendiamo quale responsabilit� abbiamo noi verso coloro che non conoscono ancora l'amore di Dio?
Fonte: www.controlamenzogna.splinder.com
Di Pietro Giuseppe

giovedì 10 febbraio 2011

IL PRINCIPATO DI LUCEDIO. LEGGENDE E MISTERI




Lucedio, luogo estremamente suggestivo e di antichissime origini, sorge nel cuore della campagna 
di Vercelli in prossimità del comune di Trino Vercellese. 
La sua storia e le sue leggende sono famose a livello 
europeo e la fama del luogo  ha varcato l’oceano tanto 
che, verso la fine del 2000, gli americani della Triagenic 
sono arrivati nel principato  per girare una puntata di “ 
The Scariest Placet on Earth” per conto della Fox Family 
Channel. 
Cerchiamo di capire quali sono i misteri e da dove hanno 
origine, attraverso un’analisi storica, architettonica e 
culturale, concentrandoci anche su alcuni luoghi che 
sorgono in prossimità e che sono collegati da una trama 
di oscure leggende al principato stesso. 
Uno storico inglese che visitò le terre di Lucedio 
all’inizio del XIII secolo, descrisse così il luogo: ”la 
vista di un impiccato, appeso al ramo di un’albero che si intravede nelle nebbie della palude, non 
guasterebbe di certo il paesaggio”. 

LEGGENDE STORICHE 
Origini storiche 
Il toponimo è già attestato nel 904 e pare  che vi fosse già un insediamento romano. 
La data di costruzione di Lucedio è l’anno 1123, ad opera di Ranieri marchese del Monferrato, il 
quale vi chiamò i  monaci Cistercensi. 
Tuttavia tra gli storici il 1123 non è la data certa in quanto esiste un’altra corrente di pensiero che 
identifica il 1124 come anno di edificazione. 
Dopo attenti ed approfonditi studi si è invece appurato che la data esatta è proprio il 1123. 
La scoperta del riso 
I monaci Cistercensi, iniziando la coltivazione del riso, fecero un’opera grandiosa e geniale da un 
punto di vista economico e sociale che molti definirono (e definiscono) miracolosa. 
Nel medioevo la pianura vercellese era malsana, inospitale e vi cresceva una fitta boscaglia. 
I monaci, con grande fatica e dedizione, disboscarono e dissodarono il terreno, incanalarono l’acqua 
per permettere la coltivazione del riso, pianta allora semisconosciuta, che in seguito andò persino a 
sostituire il grano, molto più costoso e con un minor apporto nutritivo.  
Inutile ribadire che questo lavoro fu di fondamentale importanza per l’economia di Vercelli. 
Il nome Lucedio 
In molti notano l’assonanza Lucedio-Luce di Dio ma, considerate le occulte leggende, la teoria 
seppur plausibile sembra del tutto fuori luogo. 
Considerando il contesto si può interpretare Luce  di Dio come Lucifero, mitico portatore di luce 
che, una volta cacciato dalle sfere celesti, si è trasmutato nel temuto demonio. 
Le teorie che cercano di dare un significato al nome sono numerose e non sempre in accordo tra di 
loro. La radice in “Lucus” potrebbe avere un preciso significato in quanto il territorio era una 
palude immersa nella boscaglia. documento scaricabile da www.welovemercuri.com 
La Regina di Patmos 
All’interno del campanile ottagonale della chiesa di Santa Maria di Lucedio, si trova un sarcofago 
che la tradizione ha sempre considerato come il sepolcro della regina di Patmos. 
La leggenda narra che ella, per sfuggire alle attenzioni incestuose del padre, fuggì disperata nel 
bosco fuori Lucedio. 
Vedendo il padre rincorrerla ed avvicinarsi sempre di più, con un gesto disperato raccolse un 
bastone e disegnò sul terreno una riga che si trasformò in un profondo corso d’acqua che le offrì 
protezione impedendo allo sciagurato genitore di raggiungerla. 
Il racconto è sicuramente suggestivo ma cosa c’è di vero? 
Un più approfondito esame storico dimostra che l’incisione “Re” sul coperchio del sarcofago 
sarebbe stata aggiunta a posteriori vanificando le possibilità che la leggenda sia alla base vera. 
Tuttavia nella tradizione aleramica si ritrova ancora la figura della regina di Patmos. 
Durante la IV crociata, nel 1204, l’imperatore Alessio III e l’imperatrice Eufrosina, furono catturati 
dal comandante dell’esercito latino Bonifacio, marchese del Monferrato. 
I prigionieri, scortati e piantonati, vennero condotti proprio a Lucedio dove un’altra leggenda vuole 
che Eufrosina impazzì e in seguito morì. 
In molti sostengono che Eufrosina coincidesse con la mitica figura della regina di Patmos. 
Altre teorie affermano che la regina è sepolta a Montarolo e che, l’attuale santuario Della Madonna 
delle Vigne, sia stato costruito sui resti della  cappella funebre della donna per volere dell’abate 
commendatario Vincenzo Grimani. 
Inoltre ulteriori voci sostengono che fosse stata sepolta assieme al proprio giovane figlio deceduto 
prematuramente. 

MISTERI ARCHITETTONICI 
Il principato di Lucedio potrebbe definirsi come un monastero 
fortificato; all’interno di esso sorgono due chiese. 
La chiesa di Santa Maria di Lucedio fu ricostruita nel ‘700 sulla 
basi della precedente che, secondo una leggenda, custodisce un 
terribile segreto. 
Ad oggi questa chiesa risulta essere chiusa al pubblico a causa delle 
pessime condizioni strutturali. 
Esistono ancora edifici quali il 
refettorio, la Sala Capitolare, il chiostro, i dormitori e le prigioni. 
L’altra chiesa che si incontra  varcato l’arco dell’ingresso del 
Principato è quella del Popolo, con campanile a pianta quadrata, 
adibita, un tempo, alle funzioni  religiose ed oggi  utilizzata come 
granaio e deposito attrezzi. 
Dentro queste mura si celano terribili segreti che hanno contribuito 
a creare il mito leggendario ed oscuro di Lucedio. documento scaricabile da www.welovemercuri.com 
Strani particolari architettonici 
La torre del principato presenta una forma ottagonale che va contro agli schemi architettonici 
dell’epoca. 
Si nota come la chiesa di Santa Maria venne costruita a sud del 
complesso, contrariamente a quanto si faceva normalmente. 
A nord, infatti, sarebbe stata più protetta dai venti e 
l’illuminazione solare, per le  cerimonie religiose del mattino, 
sarebbe stata ottimale. 
Se consideriamo la classica pianta a forma di croce delle chiese, 
costruire con l’ingresso a sud, era come disegnare una croce 
capovolta. 
Gallerie e cunicoli 
Moltissime leggende affermano che sotto Lucedio scorrano una serie di tunnels che lo collegano 
con svariate località di importanza strategica. 
Sembra che in ogni paese nelle vicinanze e addirittura in alcune località  del Monferrato esistano 
cunicoli di collegamento con il principato. 
Se così fosse esisterebbe una rete sotterranea da far invidia alla metropolitana di Londra. 
Alcuni testimoni affermano di aver percorso le gallerie sotterranee fino ad un certo punto, altri 
dicono che tali ambienti siano addirittura carrozzabili, ma nessuno ha mai percorso un cunicolo per 
intero tanto da poter arrivare a Lucedio. 
Il Lino 
Si racconta che la chiesa di Santa Maria di Lucedio, che sorge su resti romani, sia stata costruita in 
corrispondenza di un fiume sotterraneo chiamato Lino, il quale avrebbe un sifone proprio sotto 
l’altare. 
Poche notizie si conoscono a proposito del Lino. 
Alcune persone sostengono che sia un fiume che scorre nel vecchio letto, oggi sotterraneo, della 
Dora, altri che sia uno dei tanti corsi d’acqua ipogei della zona. 
Le ipotesi considerate non sono comunque improbabili. 
Nell’antichità, molti luoghi di culto venivano edificati dove c’erano corsi d’acqua perché il 
movimento generava una particolare energia che veniva avvertita da rabdomanti e sciamani. 
I culti successivi presero ad erigere i propri luoghi sacri presso le costruzioni precedenti. 
La colonna che piange 
All’interno della sala capitolare, si trovano quattro colonne che si 
raccordano  in volte a vela. 
Le colonne sembrano apparentemente identiche ma una di esse, la 
prima che troviamo a sinistra, ha una caratteristica ben precisa che 
la rende misteriosa: sembra che pianga! 
Il suo fusto infatti trasuda acqua in particolari momenti e viene 
chiamata, appunto, “colonna che piange”. 
La circostanza che gli spietati processi e le atroci sentenze del 
centenario nero di Lucedio avessero luogo proprio in quella sala, 
favorì la nascita della leggenda che vuole la colonna piangente in quanto testimone delle 
agghiaccianti punizioni inflitte alla povera gente. 
La spiegazione al mistero pare chiara se si considera che la colonna è costruita in materiale molto 
poroso e quindi assorbe l’abbondante umidità presente nel terreno per poi  trasudarla all’interno 
della Sala Capitolare. documento scaricabile da www.welovemercuri.com 

LA PRESENZA DEL MALIGNO 
Il sabba nel cimitero di Darola. 
Il 10 settembre 1784 fu il prologo di un periodo buio e di decadenza dell’abbazia: Papa Pio VI 
scomunicò ufficialmente Lucedio e disperse i monaci. 
Secondo il papato, la motivazione di tale grave ed estremo atto consisteva nel porre fine ad un lungo 
periodo di blasfemia, eresia e  degenerazione dei monaci, che da tempo si dedicavano alla 
perversione sessuale ed al terrore psicologico per turpi fini nei confronti della popolazione e delle 
novizie, probabilmente del monastero di Trino, oggetto dei morbosi impeti dei monaci. 
Quale fu la causa di tutto? 
La leggenda ci porta ad assistere ad un sabba, in una notte del 1684, nel vicino cimitero di Darola 
dove alcune streghe danzano davanti al fuoco ed invocano il demonio tra le fredde lapidi di pietra; 
chiamano il nome di Satana, lo ripetono tre volte e magicamente il signore delle tenebre compare. 
Il diavolo si accorge che proprio lì vicino sorge l’abbazia di Lucedio e decide di sovvertire il suo 
ordine e di soggiogarla al suo potere; per ottenere lo scopo voluto, si insinua nei sogni delle novizie 
del monastero di Trino e le plagia spingendole ad irretire, con la loro conturbante femminilità, i 
monaci di Lucedio. 
Il diavolo riesce egregiamente nel suo intento tanto che,da quel 
momento in poi, inizierà un periodo dove i monaci, spinti e guidati 
dalla forza del maligno, perpetreranno una serie di abusi e violenze 
ai danni della povere gente sfruttando il loro potere temporale 
anche per giudicare ingiustamente e torturare. 
La leggenda narra altresì che qualcuno riuscì a catturare e 
imprigionare la forza maligna sprigionata durante il sabba che fu 
poi reclusa nelle cripte della chiesa di S. Maria di Lucedio. 
A custodia di questa forza infernale furono messi alcuni abati 
rimasti innocenti e che, secondo la leggenda, si troverebbero ancora lì sotto mummificati, seduti su 
troni e disposti in cerchio. 
È molto curioso il fatto che negli archivi parrocchiali si troverebbero ancora i racconti degli incubi 
fatte da alcune novizie proprio nella notte del sabba. 
Da
1
 alcuni documenti dell’epoca, si evince inoltre che le novizie si liberarono delle influenze del 
maligno utilizzando appositi strumenti detti brevi; erano questi sacchettini di tela all’interno dei 
quali erano contenuti una serie di componenti, quali immagini sacre, erbe, copie di lettere pastorali, 
frammenti di reliquie e terra proveniente da santuari. 
I brevi dovevano essere confezionati in una notte con luna piena;  il rito è di tradizione magica 
risalente ad epoca precristiana. 
Il cimitero di Darola esiste ancora ma si presenta in totale stato di abbandono e degrado. 
Alcuni sensitivi portati sul luogo affermano che sia  infestato da spiriti maligni e ci sia un’alta 
concentrazione di energia negativa. 
La leggenda è, senza alcun dubbio, molto suggestiva ma è priva di elementi storici certi. 
Un’analisi più razionale ed analitica ci fa supporre quali furono i veri motivi della scomunica. 
Come avvenne in altri casi, quando un gruppo diventava troppo ricco e potente il Papato sentiva 
minata la propria posizione o, di sicuro, aveva interesse a sviluppare una forma di controllo. 
Ecco che una mossa dalle connotazioni del tutto politiche, veniva mascherata con accuse di eresia, 
satanismo o blasfemia che giustificavano le punizioni e gli scioglimenti. 
Ricordiamo che la scomunica comportava anche la non indifferente confisca dei beni materiali. 
                                                
1
 Massimo Centini, Il grande libro dei misteri del Piemonte, Risolti e Irrisolti, 2007, p. 316-319 documento scaricabile da www.welovemercuri.com 
Lo spartito del diavolo 
Nei pressi di Lucedio, sulla strada che porta a Trino Vercellese, 
sorge il Santuario della Madonna delle Vigne, una graziosa 
chiesetta che fino ad un decennio fa era meta di gite domenicali per 
il contesto bucolico che la circonda. 
Tra le decorazioni che si sono conservate all'interno del Santuario 
di Madonna delle Vigne, proprio sopra al portone d'ingresso, vi è 
un singolare affresco. 
Rappresenta un organo a canne, decorato con due leoni stilizzati 
che reggono uno stemma sotto ad una corona reale. 
Al centro di questo disegno è raffigurato un pentagramma, il cui 
rigo e le cui note sono ancora parzialmente leggibili. 
Esiste una leggenda legata a questo brano che pochi conoscono. 
Il motivo musicale in realtà sarebbe una musica capace di 
respingere la presenza demoniaca  imprigionata nelle cripte di 
Lucedio ma, se suonato al contrario, ne consentirebbe la 
liberazione. Questa sorta di "sigillo" bivalente è stato analizzato da alcuni esperti di musica antica. 
Dopo alcune settimane di studio e di elaborazioni grafiche un’esperta ricercatrice di brani antichi è 
stata in grado di riprodurre il brano, che si può leggere in due versioni: tradizionale ed inversa. 
Dall'ascolto della versione inversa, la nostra esperta ha notato come la musicalità grave dei primi tre 
accordi di apertura del brano potrebbero essere le note di chiusura dello stesso in quanto si tratta 
della tipologia di sonorità normalmente utilizzata al fine di chiusura di uno spartito. 
Di conseguenza la ricercatrice giunge alla conclusione che il brano suddetto possa essere eseguito 
musicalmente in senso contrario rispetto alla scrittura riportata. 
In seguito, eseguendo strumentalmente il brano si può chiaramente 
constatare la mancanza di  una adeguata musicalità. 
Questi fatti le ha fatto ipotizzare che il segreto del brano musicale non 
stesse espressamente nella sonorità ma nel significato della successione 
delle note, sostituite in termini di lettere, con un senso di scrittura che 
va dal termine del brano all’inizio dello stesso. 
I risultati sono stati sorprendenti. 

FANTASMI E STRANE APPARIZIONI 
Le nebbie di Lucedio 
Nelle fredde notti invernali attorno all’abbazia si osservano banchi di nebbia molto bassi e fitti. 
Vercelli è per antonomasia terra di nebbie, perché stupirsi tanto? 
Pare che le nebbie attorno a Lucedio siano  troppo basse ed uniformi per essere un fenomeno 
naturale e, molte persone, hanno scorto al loro interno figure incorporee dalle fattezze umane tanto 
sottili quanto inquietanti. 
I contadini dicono che sono gli spiriti dei monaci che vagano ancora per quelle terre. 
Sicuramente la leggenda ha carattere popolare ed ha un suo fascino atavico ma la spiegazione ben 
più semplice e meno poetica è che, lì attorno la terra è ricchissima di fontanili quindi di umidità e 
vapore acqueo che facilitano la consistenza dei nebbioni. 
Il monaco fantasma 
Numerosi testimoni asseriscono di aver scorto una figura incappucciata, che probabilmente indossa 
un saio, aggirarsi nelle campagne poco distanti dal monastero. 
Quando si presta attenzione al fantasma, questo improvvisamente scompare e si dilegua come 
assorbito dal terreno. documento scaricabile da www.welovemercuri.com 
Inutile dire che l’apparizione è molto frequente in inverno quando le nebbie regnano sovrane. 
Non disturbate la presenza 
Si è già parlato della presenza maligna che sarebbe custodita sotto le cripte della chiesa di S.Maria 
di Lucedio. La leggenda vuole che, quando ci si interessi troppo di questo argomento, la presenza 
dia degli avvertimenti con nefasti epiloghi, quasi per far capire di voler essere lasciata in pace. 
Nel corso degli anni ’60 si iniziarono i restauri a Lucedio e furono interrotti proprio quando si stava 
per accedere alla cripta in quanto, un improvviso crollo di un soffitto avrebbe ferito mortalmente un 
operaio. Altri casi simili si verificarono prima e dopo quella data. 
È difficile ed improbabile stabilire un nesso di causa tra la leggenda ed i fatti. 
Normalmente l’immaginario collettivo tende a collegare senza criteri logici eventi tragici ad un 
luogo considerato misterioso e tende a vedere coincidenze anche dove non esistono o rientrano in 
una casistica del tutto normale a livello statistico. 

CURIOSITA’ E FATTI STRANI 
L’ uomo murato 
Ci è stato raccontato che durante il restauro di una delle abitazioni interne all'abbazia di Lucedio 
trovarono un uomo sepolto dietro ad un muro. 
Il cemento lo aveva conservato quasi perfettamente ed erano ancora visibili gli abiti. 
Le informazioni in nostro possesso non sono tali da permetterci di capire se poteva trattarsi di un 
monaco o di qualche altro sfortunato e più recente personaggio.  
La ragazza arsa viva 
Una leggenda racconta che, anni fa venne trovato, nei pressi dell'isolata abbazia di Lucedio, il corpo 
di una giovane, completamente bruciato. 
Visti i presupposti si pensò a macabri rituali magici, ad una vittima da sacrificare 
Come Massimo Polidoro insegna, andiamo a ricercare conferma e verifica dei fatti, analizzandoli 
razionalmente, senza dare nulla per scontato. 
In seguito all'indagine svoltasi nella biblioteca civica di Vercelli potremmo reintitolare questa 
storia: 

LUCEDIO. IL CASO DELLA DONNA ARSA VIVA.  
MISTERO O TRAGICO EPILOGO A LUCI ROSSE? 
  
Il triste racconto della donna  arsa viva a Lucedio che si  conosceva era il seguente: 
Una ragazza, che la leggenda vuole vittima di rituali esoterici o satanici, muore bruciata viva dalle 
fiamme che la avvolgono. 
Ipotesi più razionali inducono a pensare che la poveretta,  rimasta a corto di benzina, tentasse in 
compagnia di una seconda persona intervenuta in suo aiuto, di rabboccare il serbatoio.  
Non si capisce bene come, ma la fuoriuscita di benzina avrebbe trasformato involontariamente la 
ragazza in una torcia umana. 
Il tutto accadeva nei pressi di Lucedio. 
Il fatto è puntualmente documentato sul giornale La Sesia in data  9 settembre 1949; ecco il 
resoconto: 
In frazione Badia di Lucedio, nella notte tra il  5 e il 6 settembre, per cause non ancora accertate 
dall'autorità competente, una grave disgrazia ha causato la morte di una giovane di 22 anni ed ha 
lasciato la di lei madre gravemente ustionata. 
Non è possibile stabilire di preciso quanto  avvenuto a causa dell’omertà degli abitanti  
Ricostruendo la dinamica si può asserire che poco dopo la mezzanotte, in località Badia di Lucedio, documento scaricabile da www.welovemercuri.com 
la contadina Romilda Squizzato di anni 22 e la mamma Augusta di anni 54, trasportavano benzina;   
improvvisamente, per cause ignote, il liquido si infiammò provocando ad  entrambe gravi lesioni. 
La ragazza morì una volta tornata  a casa dall’ospedale di Vercelli.  
E' Maria, sorella diciottenne di Romilda, che fa luce, secondo il giornale, sull’accaduto:  
La ragazza morta in seguito all’incidente, stava tornando a casa col fratello dopo aver pescato le 
rane, quando si incontra con un certo Renzo Greppi di anni 25 che trasportava una tanica contenente 
5 litri di benzina. 
Quest’ultimo si sarebbe poi appartato in uno scantinato con Romilda per pulire, con la benzina, una 
macchia sul vestito della fanciulla. 
Durante il travaso sarebbe caduta della benzina sul pavimento e i giovani, per cancellare le macchie, 
avrebbero acceso il liquido a terra con un fiammifero, procurato da un terzo giovane di nome Enzo 
Sala di anni 20. Ciò avrebbe incendiato il carburante sul vestito di Romilda provocandole ustioni 
dall’esito purtroppo letale. 
Certo lo svolgersi dei fatti è quantomeno strano e il contesto fa pensare che, i due giovani ragazzi si 
fossero appartati in cerca di intimità, il che spiegherebbe i contorni sfumati dell’intera vicenda come 
l’omertà della gente e la scelta di un luogo così nascosto per compiere un’operazione di per sè non 
maliziosa. Tuttavia dal testo dell’articolo non si  comprende bene quando sia arrivata la madre e 
come si sia procurata le ustioni. 
Per capire la dinamica occorrerebbe analizzare meglio il fatto ma è un compito che esula dal nostro 
discorso.  La peculiarità della cronaca risiede in una fondamentale osservazione e cioè, come da una 
storiella, da alcune dicerie che vengono considerate leggende, si storpi poi la realtà. 
Innanzitutto, pur trovandosi la ragazza in prossimità di Lucedio, non si riscontra alcun nesso di 
causa che associ in qualche modo Lucedio stesso allo svolgersi dei fatti. 
Le prime voci di riti esoterici subito smentite, sfociano poi in un altro errore, cioè di ipotizzare che 
la giovane avesse avuto un’auto rimasta senza benzina. 
Sicuramente nel 1949 le auto non erano ancora  molto diffuse e comunque non era il caso di 
Romilda a cui la benzina serviva per smacchiare il proprio vestito. 

MGL 

Fonti  www.teses.net/tesesasp/places/vc/lucedio/index.htm

lunedì 7 febbraio 2011

Paul is Dead:

Paul is Dead:
nuove prove basate su tecniche forensi assistite dall'elaboratore
7 luglio 2010
[l'originale è qui ]

Chiedi chi era quel «Beatle»


Chiedi chi era quel «Beatle» , la storia di copertina del numero del 15 luglio 2009 diWired Italia, l'edizione italiana della rivista statunitense Wired, descrive l'analisi dell'ipotesi del complotto a proposito di McCartney condotte da due italiani, Gabriella Carlesi eFrancesco Gavazzeni (l'uomo e la donna nella foto).
Erano intenzionati ad analizzare questa ipotesi del complotto per fornire prove scientifiche schiaccianti che avrebbero messo fine alle voci insistenti secondo cui Paul McCartney sarebbe morto in un incidente d'auto nel 1966. Rimasero tuttavia sorpresi dai risultati della loro analisi che, invece di porre fine a quelle voci, dimostrano scientificamente che il Paul McCartney di oggi non è la stessa persona del Paul McCartney di prima del 1966.
Per coincidenza lo stesso giorno che questo articolo è apparso in Italia, Paul McCartney è stato al teatro Ed Sullivan a New York per comparire nel programma televisivo di David Letterman e dare un concerto all'aperto gratuito dal tetto del balcone sull'entrata del teatro Ed Sullivan. Insieme a Letterman hanno deriso quella sciocca diceria che sostiene che Paul McCartney è morto nel 1966. Si potrebbe interpretare la presenza di McCartney a New York come un tentativo di distrarre gli statunitensi dalla pubblicazione di quest'articolo italiano e di incoraggiarli a deridere le ipotesi del complotto a proposito di McCartney.
Userò il nome Paul per riferirmi al Paul McCartney prima dell'incidente d'auto del 1966, eFaul per il Paul McCartney dopo l'incidente (*). Insomma, Paul e Faul la stessa persona?
(*) Faul è una combinazione del nome Paul e della parola francese faux, falso, ndt.



Chi sono Gabriella Carlesi e Francesco Gavazzeni?

Gabriella Carlesi  è medico legale specializzata nell'identificazione delle persone attraverso craniometria (ossia il confronto di alcune caratteristiche del cranio) e odontologia forense  (vale a dire l'analisi alla configurazione dei denti), mentre Francesco Gavazzeni è esperto di informatica. Combinando le loro competenze sono stati in grado di utilizzare il computer per ottenere misurazioni di alta precisione del cranio di Paul McCartney da foto del suo volto.
Alcune caratteristiche del cranio, dei denti e delle orecchie degli esseri umani sono estremamente efficaci per l'identificazione delle persone; alcune inoltre attualmente non sono modificabili con interventi chirurgici. In effetti, in Germania, l'identificazione della forma dell'orecchio destro ha lo stesso valore legale dell'esame del DNA o della rilevazione delle impronte digitali.
Gabriella Carlesi è stato consulente per l'identificazione delle persone attraverso l'elaborazione di immagini digitali per varie indagini, tra cui:
• L'identificazione di Sergei Antonov sulla scena del tentato assassinio di Papa Giovanni Paolo II, in relazione al caso del "dossier Mitrokhin (per una Commissione Parlamentare d'inchiesta),• L'identificazione di Francesco Narducci, in relazione al caso del cosiddetto mostro di Firenze ,
• L'omicidio della giornalista Ilaria Alpi  e del suo addetto alle riprese con la telecamera Miran Hrovatin (per una Commissione Parlamentare d'inchiesta),
• L'assassinio di Benito Mussolini e della sua amante Claretta Petacci (per una ricostruzione storica).

Prove forensi basate su fotografie

I due periti hanno iniziato la loro analisi procurandosi fotografie di alta qualità di Paul McCartney, prima e dopo l'incidente d'auto. Gavazzeni si è lamentato del fatto che alcune fotografie scattate prima del 1966 non erano datate correttamente (a volte agenzie fotografiche diverse riportavano differenti date per la stessa istantanea), e che alcune delle fotografie migliori erano di proprietà di fotografi molto restii a concederle. Alla fine comunque sono riusciti a reperire due fotografie di buona qualità precedenti il 1966 e due successive il 1967.
Per essere confrontabili, fotografie differenti di un volto umano, devono essere ridimensionate in modo che siano sulla stessa scala; allo scopo una caratteristica del viso deve essere utilizzata per aggiustare il fattore di scala.
Questi due periti hanno optato per la distanza tra le pupille. In altre parole, le foto sono state ridimensionate in modo che la distanza tra le pupille fosse esattamente la stessa per tutte le fotografie considerate.

Sovrapponendo foto di una persona ridimensionate in modo che gli occhi siano in posizioni identiche, alcune caratteristiche corrisponderanno esattamente, quali la forma del cranio. La pelle e i capelli possono essere molto diversi ma le forme del cranio devono essere identiche.
Entrambe le foto scattate prima del 1966 corrispondono perfettamente e lo stesso dicasi per quelle scattate dopo il 1967.I due periti tuttavia sono rimasti scioccati nello scoprire che le foto prima del 1966 non corrispondono affatto a quelle scattate dopo il 1967.
Ad esempio, la curvatura frontale della mandibola era diversa (cioè la curva che va da un orecchio all'altro passando per il mento, che si vede di prospetto, come nella foto a destra) e l'arco delineato dalla mascella è anch'esso diverso (cioè la curva definita dalla mascella che si vede guardando la testa verso il basso dal di sopra).
Gavazzeni ha notato una caratteristica comune delle foto più vecchie di Faul che non c'è più in quelle recenti: la presente di zona scura che adombra l'angolo esterno dell'occhio sinistro. In questa zona attualmente c'è qualcosa a metà tra una cicatrice e qualcosa che assomiglia alla pelle tirata da un ritocco estetico, o, come suggerisce Gavazzeni, da una chirurgia estetica non riuscita perfettamente.
Le fotografie mostrano che la testa Faul è più allungata di quella di Paul. Gavazzeni ha fatto notare che quelle foto vecchie di Faul devono essere stata ridotte in altezza per far apparire la testa più corta e più arrotondata. Sostiene che questa conclusione è inevitabile perché la forma del cranio di un adulto non può essere modificata. Ha ricordato che a quei tempi, benché non fossero disponibili tecniche per modificare con l'elaboratore, c'era un trucco semplice attuato nella fase di stampa per lo allungare o contrarre in una direzione le fotografie.
Carlesi ha sottolineato che la linea formata dall'unione delle due labbra di Faul è molto più ampia, al punto che da essere evidente anche quando Faul si fece crescere i baffi, forse nel tentativo di nascondere quel dettaglio. Le labbra possono essere gonfiate e aumentate di volume ma l'ampiezza della loro linea può essere modificata solo leggermente.
Più interessante è la posizione rispetto al cranio del punto in cui il naso si stacca dalla faccia, perché non può essere modificato con la chirurgia. Secondo Carlesi, questi punti per Paul e Faul sono notevolmente diversi.
Anche alcune caratteristiche dell'orecchio sono utili per l'identificazione, perché anch'esse nonsono modificabili con la chirurgia. Carlesi e Gavazzeni hanno stabilito che le orecchie di Paolo e di Faul differiscono in modo significativo.

I denti possono essere modificati ... in una certa misura
Alcune caratteristiche del corpo umano possono essere alterate, come ad esempio la posizione e l'inclinazione dei denti (come succede per milioni di persone che indossano gli apparecchi ortodontici).Carlesi ha notato che le configurazioni denti di Paul e Faul non corrispondono, ma in un modo molto curioso.
Il dente canino superiore destro di Paul è spinto fuori dalla posizione normale perché non c'è abbastanza spazio nella sua arcata dentale per accomodare tutti i denti correttamente.
Lo stesso dente nel caso di Faul èanch'esso storto, ma c'è spazio in abbondanza nell'arcata dentale per tutti i suoi denti. Visto che nessun dente spinge contro il dente che sporge all'infuori, come ha fatto quel dente a inclinarsi?
Carlesi ha concluso che il dente storto nel caso di Faul è il risultato di un'operazione odontoiatrica persimulare il dente sporgente presente nella bocca Paul.
Carlesi è rimasta perfino più sorpresa dalla differenza nella forma del palato. Così stretto nel caso di Paul da far disallineare alcuni denti (come il dente canino di cui sopra), nel caso di Faul è molto ampio tanto che i denti anteriori non ruotano rispetto al loro asse, né sporgono, come invece accadeva per Paul, con l'unica eccezione di quel canino superiore destro (vedi sopra) che sporge verso l'esterno.
Carlesi fa notare che l'alterazione della forma del palato, benché possibile negli anni 1960, avrebbe richiesto un intervento chirurgico traumatico (la rottura di un osso; dal testo non è chiaro quale ma sembra che si faccia riferimento al palato duro), e avrebbe richiesto l'uso di apparecchi dentali fissi per più di un anno. Se pertanto in questo caso l'ipotesi del complotto fosse errata - ossia, se il Paul McCartney che vediamo oggi con un palato largo è il Paul McCartney originale con un palato stretto - allora Paul deve essersi sottoposto ad alcuni interventi chirurgici odontoiatrici molto seri e deve aver sofferto a lungo; la cosa inoltre avrebbe avuto conseguenze alla voce del cantante.

La conclusione più logica è che il Paul McCartney di oggi è un impostore, e che Faul si sia sottoposto a un'operazione odontoiatrica molto più semplice per rendere sporgente quel dente.


Un esame del DNA!

Carlesi e Gavazzeni ha commentato che se McCartney avesse davvero voluto mettere fine a queste voci, avrebbe potuto offrirsi di fare un esame del DNA, confrontandolo con quello del padre o del fratello più giovane, Mike, ma non lo ha fatto. Una volta sola McCartney si sottopose a un esame del DNA, ma, come fanno notare gli autori dell'articolo, quell'esame ha generato più confusione e sospetto sulla sua vera identità, invece che dissolvere i dubbi e le perplessità.
Quando nel 1962 i Beatles vivevano ad Amburgo, in Germania, ed erano ancora sconosciuti ai più, Paul McCartney ha avuto un breve relazione con una tedesca di nome Wohlers Erika. Questa donna ha dato alla luce una bambina, Bettina, nel dicembre del 1962, periodo in cui i Beatles iniziavano a diventare famosi. Intorno al 1967 McCartney ha accettato di pagare 30 mila marchi tedeschi per il mantenimento di Bettina, ma non volle ammettere di esserne il padre, anche se Bettina sostiene nel suo certificato di nascita tedesca risulta tale!
Bettina, una volta diventata adulta, ha chiesto a un tribunale tedesco che McCartney la riconoscesse come figlia naturale. McCartney dovette sottoporsi a un esame del DNA; l'esito fu che non era suo padre. È interessante notare che, sulla base di un autografo firmato da McCartney, insieme ad alcune foto scattate per l'occasione, Bettina ha accusato la persona che si è sottoposta a quell'esame del DNA di essere un impostore e non il vero Paul McCartney! L'autografo, per esempio, è stato firmato da un destro (Paul era mancino). Maggiori informazioni su questo test del DNA si trovano qui.

Carlesi e Gavazzeni fanno un po' di contenimento del danno

Entrambi i periti italiani sono rimasti scioccati nello scoprire che le ipotesi del complotto sembrano corrette e così alla fine dell'articolo fanno un po' di contenimento del danno dicendo che siccome McCartney è un personaggio famoso, sono necessarie ulteriori analisi prima di formulare tali accuse, così da essere certi al 100% che la conclusione sia corretta.
Precedentemente in quell'articolo, Gavazzeni ha ammesso che, quanto più ricevevano pressioni per rilasciare i risultati delle loro analisi, tanto più cercavano di prendere tempo perché le prove puntavano nella direzione opposta a quella che speravano. Sfortunatamente per loro, più passavano il tempo ad analizzare le prova e più erano certi che davvero Paul McCartney fosse morto nel 1966!
È anche divertente notare che Carlesi aveva accettato di fare quelle analisi perché supponeva che ci sarebbero voluti solo pochi minuti per dimostrare che Paolo e Faul sono la stessa persona!

Alcuni commenti da parte dei lettori italiani di quell'articolo


Alcuni lettori hanno pubblicato commenti interessanti in fondo all'articolo apparso su internet nella versione telematica di Wired Italia:

• Il lettore frabot, il 22 agosto 2009 alle 23:42:07 suggerisce di guardare la puntata del 15 Luglio 2009 del Late Show con David Letterman (è una coincidenza che si tratta della stessa data di pubblicazione dell'articolo di Wired Italia?), in cui McCartney scherza sull'idea che Paul sia morto nel 1966. Quel filmato è interessante perché sembra che Faul menta:
youtube.com/watch?v=1kYDdBWESQw
• Il lettore Luca, il primo agosto 2009 alle 13:11:29 afferma di aver analizzato le voci di Paul e di Faul e che risultano differenti dal punto di vista della timbrica. Fa notare inoltre che dopo quell'incidente i Beatles hanno cambiato in maniera significativa l'acconciatura dei capelli, specialmente McCartney, che guarda caso aveva i capelli un po' più lunghi nel lato destro della testa.
• Il lettore easytale, il 30 luglio 2009 alle 9:53:35 mette in rilievo che Faul ha suonato dal vivo canzoni come Yesterday solo poche volte, e solo dopo gli anni 1980. Una volta inoltre, intorno al 2000, ha suonato in Canada con la mano destra!



Quindi, ricapitolando:

• Prove forensi dimostrano che Faul non è Paul;
• Almeno certe fotografie vecchie erano state alterate per far sì che Faul assomigliasse maggiormente a Paul;
• Faul si è sottoposto ad alcuni interventi chirurgici per disallineare i denti in modo da imitare certi difetti peculiari nella dentatura di Paul;
• Faul ha dovuto imparare a diventare mancino.



Alcune domande restano senza risposta:

• In quanti sono stati minacciati, intimiditi, uccisi, o corrotti perché mantenessero il silenzio?

• A chi giova quest'inganno? Che vantaggio avrebbe mai potuto trarre la famiglia McCartney da tutto ciò? Come avrebbero potuto guadagnarci qualcosa i Beatles da tutto questo? Come tutto ciò avrebbe mai potuto giovare agli appassionati dei Beatles? Come avrebbero mai potuto guadagnarci i mezzi di comunicazione di massa? Chi ha beneficiato dalla cosa? Se Paul McCartney fosse morto in un incidente, avrebbero preso parte in così tanti a quest'inganno? Perché in così tanti avrebbero preso parte all'insabbiamento di un incidente stradale? Protrarre quest'inganno è un'impresa estremamente ardua, costosa e dispendiosa in termini di tempo; se non giova a nessuno, è segno che si tratta della copertura di un qualche tipo di crimine orribile e diabolico. Potrebbe trattarsi di uno degli stratagemmi utilizzati dagli ebrei per manovrare chi è nelle posizioni di comando. Per la precisione, gli ebrei potrebbero minacciarli così:
“Ci obbedirai o ti uccideremo e ti rimpiazzeremocon un impostore, proprio come abbiamo fatto con Paul McCartney e nessuno ci fermerà! Non gli uomini-pecora, né la polizia, né i militari e nemmeno i vostri familiari!”


• Quante volte permetteremo agli ebrei di commettere questo tipo di reati?


• Avete visto il film del 1978 Capricorn One ? In quel film, la NASA decide di falsificare la prima missione dell'uomo su Marte (mi chiedo da dove lo sceneggiatore ebreo Peter Hyams abbia preso quest'idea ...). La NASA rimuove segretamente gli astronauti dalla navicella e li porta in una base militare abbandonata in cui è allestita una scenografia cinematografica che riproduceva il paesaggio del pianeta Marte. Poi inscenano lo sbarco su Marte e ne trasmettono il filmato a tutto il mondo. Una volta completata la missione su Marte però e la navicella vuota, rientrando nell'atmosfera terrestre per fingere di riportare indietro gli astronauti, ha un problema e si incendia distruggendosi. Gli astronauti che hanno simulato lo sbarco su Marte inorridiscono quando si rendono conto che il mondo ora assume che siano tutti morti! Ora, che cosa avrebbero fatto gli ebrei con Faul se l'intervento chirurgico per assomigliare a Paul fosse andato male in modo irrimediabile? Faul ha considerato tale possibilità?

• Le persone in internet si riferiscono all'impostore che ha rimpiazzato Paul McCartney come "Faul" [falso Paul, ndt], ma un nome più appropriato potrebbe essere Fool [idiota, ndt], o Fesso, oAccessorio utile per commettere un crimine orribile. O si tratta di una vittima che è stata ingannata da coloro che hanno ucciso Paul McCartney? Continuerà a coprire questo crimine? O, nel caso riusciremo a trovare abbastanza persone che si opporranno alla rete criminale giudaica, troverà il coraggio di essere sincero nei nostri confronti?