L'appassionante teoria di Zecharia Sitchin Teoria di Zacharia Sitchin, sulla base delle tavolette sumeriche Enuma Elisch, relativa alle origini del mondo e sul dodicesimo pianeta "Nibiru".
— Crede che l’avvistamento di UFO sia in relazione con il ritorno degli Annunaki?— Si, ma devo prima ricordare che il cosiddetto fenomeno UFO è conosciuto fin dai tempi più antichi. Perfino nella Bibbia si parla di oggetti che oggi definiremmo come UFO. Mi riferisco alle descrizioni del profeta Ezechiele, alla scala ascendente dal cielo del sogno di Giacobbe, al carro di fuoco di Elia, per fare solo alcuni esempi. » (Z. Sitchin)
Zecharia Sitchin (Baku, 1920) è uno scrittore azero. Sitchin dichiara che le sue ricerche coincidono con molti testi biblici, i quali traggono origine dagli scritti Sumeri.
Egli attribuisce la creazione dell'antica cultura dei Sumeri ad una razza aliena, detta Nefilim (in ebraico) o Annunaki (in sumero), proveniente dal pianeta Nibiru, un ipotetico 12º pianeta del sistema solare dal periodo di rivoluzione di circa 3600 anni presente nella mitologia babilonese.
Secondo l'interpretazione data da Sitchin della cosmologia sumera, il sistema solare avrebbe un dodicesimo pianeta, che seguendo un'orbita ellittica rientrerebbe nel centro sistema una volta ogni 3600 anni. Questo ipotetico pianeta, chiamato "Nibiru", nella mitologia babilonese era associato al dio Marduk, il dio della morte, il dio d'oro, il dio della città di Babilonia. Sitchin afferma che Nibiru avrebbe avuto un impatto catastrofico con un altro ipotetico pianeta, chiamato Tiamat e posto tra Marte e Giove. L'impatto avrebbe creato il pianeta Terra e la fascia degli asteroidi. Tiamat sarebbe stato dapprima colpito da una delle 4 lune di Nibiru, spezzandosi in due. Una di queste due metà sarebbe poi diventata la Terra e sarebbe stata spinta nell'attuale posizione da un altro impatto con una luna di Nibiru. In seguito l'altra metà, colpita da Nibiru stesso avrebbe dato vita alla fascia degli asteroidi. Sitchin afferma che questa teoria spiegherebbe perché la geografia terrestre avrebbe la peculiarità di avere più continenti su un lato rispetto all'altro. Secondo Sitchin, su Nibiru abitava una razza tecnologicamente avanzata e simile a quella umana, questi esseri erano chiamati Anunnaki dalla mitologia sumera e che compaiono nella Bibbia col nome di Nephilim. Secondo Sitchin sarebbero arrivati sulla terra 450.000 anni fa, alla ricerca di minerali e in particolare d'oro (che necessitavano per riparare la loro atmosfera rarefatta) e lo avrebbero trovato in Africa. Gli Anunnaki avrebbero creato geneticamente l' Homo Sapiens Sapiens incrociando la loro razza con l'Homo erectus, con lo scopo di avere della manodopera per prelevare metalli dalle miniere. Sotto la guida di questi esseri, la civiltà Sumera avrebbe fondato la civiltà in Mesopotamia, grazie ad una casta di regnanti che avrebbero fatto da intermediari tra gli alieni e gli schiavi. Sitchin poi afferma che nel 2000 a.C. sarebbe scoppiata una guerra nucleare tra diverse fazioni di extraterrestri, e la ricaduta nucleare, il fallout, sarebbe il "vento malvagio" che distrusse Ur secondo quanto raccontato nel Lamento di Ur.[1] Sitchin sostiene che le sue ricerche spiegherebbero numerosi passi di testi biblici. Quando Sitchin elaborò la propria teoria e pubblicò i primi testi, il Sumero era una lingua ancora poco comprensibile e nota solo a pochi specialisti. Oggi però grazie ad alcune pubblicazioni di massa come Sumerian Lexicon.[1] è stato possibile verificare che alcune delle traduzioni di Sitchin sono parzialmente opinabili, ma nonostante ciò, il quadro risultante offre la migliore spiegazione possibile delle nostre antiche origini, in relazione alle indagini e alle nuove acquisizioni scientifiche delle scienze naturali.
Teoria di Zacharia Sitchin sulla base delle tavolette sumeriche Enuma Elisch, Oxford, Ashmolean Museum, estratto da Le guerre atomiche al tempo degli dei.
Eventi prima del diluvio (anni fa) 450000 Su Nibiru, un membro lontano del nostro sistema solare, la vita va lentamente estinguendosi a causa dell 'erosione dell'atmosfera del pianeta. Deposto da Anu, il sovrano Alalu fugge a bordo di una navetta spaziale e trova rifugio sulla Terra. Qui scopre che sulla Terra si trova l 'oro, che si pu ò utilizzare per proteggere l'atmosfera di Nibiru. 445000 Guidati da Enki, figlio di Anu, gli Annunaki (gli alieni del pianeta Nibiru, i biblici nefelim che Sitchin chiama col loro nome sumerico, probabilmente discendenti dai Pleiadiani di Meier NDR) arrivano sulla Terra, fondano Eridu la Stazione Terra I per estrarre l 'oro dalle acque del Golfo Persico. 430000 Il clima della Terra si fa pi ù mite. Altri Annunaki arrivano sulla Terra, e tra loro Ninharsag, sorellastra di Enki e capo ufficiale medico. 416000 Poich é la produzione d'oro scarseggia, Anu arriva sulla Terra con Enlil, il suo erede. Viene deciso di estrarre l'oro vitale attraverso scavi minerari nell'Africa meridionale. Le nomine avvengono per estrazione: Enlil conquista il comando della missione sulla Terra, Enki viene relegato in Africa. Anu, mentre si accinge a lasciare la Terra, deve fronteggiare la minaccia del nipote Alalu. 400000 Tra i sette insediamenti funzionali della Mesopotamia meridionale figurano il porto spaziale (Sippar), il centro di controllo della missione (Nippur), un centro metallurgico (Badtibira), un centro medico (Shuruppak). I metalli arrivano per mare dall'Africa; una volta raffinati, vengono poi inviati agli Igigi (i trecento Annunaki assegnati alla navicella spaziale e alla stazione di passaggio su Marte; rapirono le femmine terrestri per sposarle; ribelli in pi ù di un occasione NDR) rimasti in orbita, poi trasferiti su navette spaziali che arrivano periodicamente da Nibiru. 380000 Appoggiato dagli Igigi, il nipote di Alalu cerca di ottenere il dominio della Terra. La fazione di Enlil vince la Guerra degli Antichi D èi. 300000 Gli Annunaki che lavorano nelle miniere d 'oro si ammutinano. Enki e Ninharsag creano dei Lavoratori Primitivi attraverso al manipolazione genetica degli ovuli di donne-scimmia; le nuove creature sostituiscono gli Annunaki nelle attivit à manuali. Enlil fa irruzione nelle miniere e porta i Lavoratori Primitivi all'Eden in Mesopotamia. Avendo ottenuto la capacità di procreare, l'Homo sapiens comincia a moltiplicarsi. 200000 La vita sulla Terra regredisce durante una nuova era glaciale. 100000 Il clima torna a riscaldarsi. Gli Annunaki, con crescente disappunto di Enlil, sposano sempre pi ù spesso le figlie dell'Uomo. 75000 Comincia la maledizione della Terra una nuova era glaciale. Tipi regressivi di uomo vagano per la Terra. Sopravvive l'uomo di Cro-Magnon. 49000 Enki e Ninharsag elevano alcuni umani imparentati con gli Annunaki el ruolo di comandanti di Shuruppak. Enlil, furioso, trama la rovina del genere umano. 13000 Accortosi che il passaggio di Nibiru in prossimit à della terra provocherà un immenso maremoto, Enlil costringe gli Annunaki a giurare di non rivelare all'umanità la catastrofe imminente.
Eventi dopo il diluvio (A.C.) 11000 Enki rompe il giuramento, d à istruzioni a Zisudra/No è di costruire un'imbarcazione sommergibile. Il Diluvio spazza tutta la Terra; gli Annunaki assistono alla distruzione totale della loro navicella rimasta in orbita. Enlil acconsente a concedere a ciò che resta del genere umano utensili e sementi; tra le montagne comincia l 'agricoltura. Enki addomestica gli animali. 10500 I discendenti di No è ottengono in sorte tre regioni. Ninurta, il pi ù importante dei figli di Enlil, bonifica le montagne e drena i fiumi per rendere abitabile la Mesopotamia; Enki rivendica la valle del Nilo. Gli Annunaki mantengono il possesso della penisola del Sinai per costruirvi un porto spaziale post-diluviano; un centro di controllo viene istituito sul Monte Moriah (la futura Gerusalemme). 9780 Ra/Marduk, figlio primogenito di Enki, divide il dominio dell'Egitto tra Osiride e Seth. 9330 Seth cattura Osiride, lo fa a pezzi e diventa unico sovrano della valle del Nilo. 8970 Horus vendica suo padre Osiride scatenando la Prima guerra della Piramide. Seth fugge in Asia, si impadronisce della penisola del Sinai e di Canaan. 8670 Per contrastare il controllo di tutte le attrezzature spaziali nelle mani dei discendenti di Enki, la fazione di Enlil scatena la Seconda Guerra della Piramide. Ninurta, vittorioso, svuota la Grande Piramide di tutto il suo equipaggiamento. Ninharsag, sorellastra di Enki ed Enlil, convoca una conferenza di pace. Viene riaffermata la divisione della Terra. Il dominio dell'Egitto passa dalla dinastia di Ra/Marduk a quella di Thoth. Come nuovo punto di riferimento viene costruita la citt à di Eliopoli. 8500 Gli Annunaki fondano gli avamposti presso i luoghi d'accesso alle attrezzature spaziali: uno di essi è Gerico. 7400 Col proseguire dell'era di pace, gli Annunaki consentono all'umanità di compiere altri passi avanti; comuncia il periodo neolitico. Semid èi governano l'Egitto. 3800 A Sumer (Irak NDR) ha inizio la civiltà urbana quando gli Annunaki vi rifondano le antiche città, a cominciare da Eridu e Nippur. 3760 Il genere umano ottiene la sovranità. Kish è la prima capitale sotto l'egida di Ninurta. A Nippur viene creato il calendario. La civiltà sboccia a Sumer (la Prima Regione). 3450 Il primato a Sumer passa a Nannar/Sin. Marduk proclama Babilonia Porta degli Dei. Episodio della Torre di Babele. Gli Annunaki confondono le lingue dell'uomo. Fallito il suo golpe, Marduk/Ra torna in Egitto, depone Thoth e cattura il suo fratello minore Dumuzi, che si era fidanzato con Inanna. Dumuzi viene accidentalmente ucciso; Marduk viene imprigionato vivo nella Grande Piramide (di Giza NDR). Liberato poi attraverso il condotto di emergenza, va in esilio. 3100 Dopo 350 anni di caos, il primo faraone egizio si installa a Menfi. La civiltà arriva nella Seconda Regione (l'Egitto NDR). 2900 A Sumer il potere regale passa alla città di Erech. Inanna ottiene il dominio sulla Terza Regione (Harappa e Moenjo-Daro NDR); comincia la civilt à dell'Indo. 2650 La capitale reale di Sumer viene pi ù volte spostata. L'autorità regale si deteriora. Enlil perde la pazienza per la disobbedienza delle moltitudini umane. 2371 Inanna si innamora di di Sharru-Kin (Sargon). Egli fonda una nuova capitale, Agade (Akkad). Nasce l'impero accadico. 2316 Con l'obbiettivo di governare tutte e quattro le province, Sargon preleva un po di suolo sacro da Babilonia. Divampa di nuovo il conflitto Marduk-Inanna, e finisce solo quando Nergal, fratello di Marduk, si reca dal Sud dell'Africa a Babilonia, per convincere Marduk a lasciare la Mesopotamia. 2291 Naram-Sin sale al trono di Akkad. Spinto dalla bellicosa Inanna, penetra nella penisola del Sinai e invade l'Egitto. 2255 Inanna usurpa il potere in Mesopotamia; Naram-Sin contamina Nippur. I Grandi Annunaki fanno sparire Agade. Inanna fugge. Sumer e Akkad vengono occupate da truppe fedeli a Enlil e Ninurta. 2220 La civilt à sumerica si eleva a nuove vette sotto i sovrani illuminati di Lagash. Thoth aiuta il suo re Gudea a costruire un tempio-zigurrat per Ninurta. 2193 Terah, padre di Abramo, nasce a Nippur in una famiglia di alto rango sacerdotale-politico. 2180 L'Egitto viene diviso: i seguaci di Ra/Marduk mantengono l'alto Egitto (il Sud); i faraoni suoi avversari ottengono il trono del basso Egitto (il Nord). 2130 Poich é Enlil e Ninurta sono sempre pi ù spesso lontani, declina anche in Mesopotamia l'autorità centrale. Il tentativo di Inanna di riottenere la sovranit à per Erech non dura a lungo. Il secolo fatale (A.C.) 2123 Abramo nasce a Nippur. 2113 Enlil affida le terre di Shem a Nannar; Ur viene dichiarata capitale del nuovo impero. Ur-Nammu sale al trono e viene chiamato Protettore di Nippur. Un sacerdote di Nippur Terah, padre di Abramo viene a Ur per stringere un legame con la corte reale. 2096 Ur-Nammu muore in battaglia. Il popolo considera la sua morte un tradimento di Anu ed Enlil. Terah parte con la sua famiglia per Harran. 2095 Shulgi sale al trono di Ur e rafforza i legami imperiali. Mentre prospera l'impero, Shulgi cede al fascino di Inanna e diviene il suo amante. Concede Larsa agli Elamiti in cambio dei loro servigi come legione straniera. 2080 Principi tebani fedeli a Ra/Marduk, durante il regno di Mentuhotep, si spingono a nord. Nabu, figlio di Marduk, fa proseliti per suo padre nell'Asia occidentale. 2055 Su ordine di Nannar, Shulgi manda truppe elamite a sedare la rivolta delle città cananee. Gli Elamiti arrivano alla porta della penisola del Sinai e del suo porto spaziale. 2048 Shulgi muore. Marduk si sposta nella terra degli Ittiti. Abramo viene mandato a Canaan con un corpo scelto di cavalieri. 2047 Amar-Sin (il biblico Amraphel) diventa re di Ur. Abramo va in Egitto, ci resta cinque anni, poi ritorna con atre truppe. 2041 Amar-Sin, spinto da Inanna, forma una coalizione di re dell Oriente e lancia una spedizione militare a Canaan e nel Sinai, con a capo l'elamita Kedorla omer. Abramo blocca la loro avanzata alle porte del porto spaziale. 2038 Mentre l impero va disintegrandosi, Shu-Sin subentra ad Amar-Sin sul trono di Ur. 2029 Ibbi-Sin subentra a Shu-Sin. Le province occidentali sono sempre pi ù inclini a riconoscere Marduk come loro divinità. 2024 Alla testa dei suoi seguaci, Marduk marcia su Sumer e si incorona da se sovrano di Babilonia. I combattimenti si estendono alla Mesopotamia centrale. Il tabernacolo di Nippur viene attaccato in maniera sacrilega. Enlil chiede che Marduk e Nabu vengano puniti; Enki si oppone. Nergal e Ninurta distruggono (con bombe atomiche NDR) il porto spaziale e le ribelli città cananee (Sodoma e Gomorra NDR). 2023 I venti portano su Sumer la nube radioattiva. La gente muore di una morte terribile, gli animali periscono, l'acqua è avvelenata, la terra si inaridisce. La grande civiltà di Sumer si esaurisce. La sua eredità passa alla progenie di Abramo, poiché egli genera all'età di cento anni un erede legittimo: Isacco. fonte:usac.it
martedì 26 aprile 2011
NECRONOMICON
Sanaa, Yemen
Abdul Alhazred viveva nell' VIII secolo dopo Cristo nel periodo dei Califfi Ommaiadi, a Damasco e si ritiene che sia l'autore del libro denominanto "Al Azif", dove "Azif" è il termine utilizzato dalla popolazione araba per indicare "gli ululati dei demoni", che in realtà sono i suoni notturni emessi da degli insetti.
Abdul Alhazred, scrisse la sua opera a Damasco, dove morì nel 738 D.C. di una morte misteriosa con numerosi descrizioni, tra cui la sua distruzione avvenuta per mezzo di forze invisibili all'occhio umano davanti a numerosi testimoni.
Il poeta Abdul Alhazred praticava una vita da pellegrino narrando storie incredibili, nel libro di trovavano formule e rituali di magia nera che non dovevano assolutamente essere letti ad alta voce, in quanto la loro lettura avrebbe portato a morte certa lo sventurato, narrava di avventure terribili e meravigliose avvenute durante i suoi pellegrinaggi in zone come la Babilonia o il deserto del sud dell'Arabia, conociuta come la dimora degli spiriti maligni, non era musulmano ed adorava delle divinità chiamate Yog e Cthulhu.
Nel 950 "Al Azif" fu distribuito ed il titolofu modificato con "Necronomicon" il cui significato si traduce in "il libro delle leggi che governano i morti."Un certo Olaus Wormius lo tardusse in inglese e si narra che fu arso vivo.
L'opera in originaria lingua araba, fu tradotta in latino ed in greco.Tra il 1560 ed il 1570 la versione greca fu stampata in Italia.Una copia in latino è conservata presso il British Museum e un altra si trova nella Bibliothèque Nationale a Parigi, altre copie sono conservate in altri musei e presso privati, un altra copia dovrebbe essere conservata presso la biblioteca del Vaticano.
Howard Phillips Lovercraft ed il NECRONOMICON.
Il libro denominato Necronomicon in reatà non è mai stato scritto ma è citato tra i libri realmente realizzati, è quindi uno pseudolibro, un falso libro.
Howard Phillips Lovercraft (nato 1890 a Providence nel Rhode Island, morto nel 1936 all'età di 46 anni ) ha creato il mito del Necronomic il cui titolo è Al Azif in lingua araba, inteso come libro di magia nera realizzato da Abdul Alhazred, uno stregone, in quanto il libro era un espediente letterario per dare maggiore enfasi alle sue opere fantastiche.
Il libro divenne molto famoso al punto che Lovercraft dovette ammettere la sua insesistenza.Numerose persone credevano nell'esistenza del libro e vi sono persone che vi credono tutt'ora, taluni affermarono che lo stesso Lovercraft mentiva dichiarando l'inesistenza del Necronnomicon.
Il primo riferimento al Necronomicon vi fu nel 1941 quando a New York, un antiquario, Philip Duchesne mise in vendita nel suo listino il libro a 900 dollari, con relativa descrizione.
Un giornalistanel 1953 Arthur Scott, in un articolo sul mensile americano Sir!, affermava che il libro era composto da pagine formate da pelle umana sottratta a persone uccise con rituali di stregoneria.A partire dalle prime ipotetiche segnalazioni numerose persone cercarono di spacciare per il reale Necronomicon manoscritti ritrovati nelle zone arabe o libri antichi.
Lovercraft scrisse una prefazione (riportata qui di seguito) del Necronomicon per degli amici intimi, senza intenti pubblicitari, ma per scopo personale, la quale fu resa ugualmente pubblica, una prefazione molto allettante per coloro che adoravano il Necronomicon definendolo" il più grande libro di magia nera mai esistito":
Ascolta ciò che ti dice Abdul Alhazred:
gli Antichi Dèi han posto i Maledetti
in sonno. E chi manipola i sigilli
e i dormienti ridesta, è maledetto anch'egli.
E dico ancora: qui chiuse son le càbale
in cui s'asconde il torbido potere
d'infrangere i sigilli millenari
che serrarono Cthulhu e la sua orda.
Ho perso
tutta la vita per delucidarle.
La notte s'apre sull'orlo dell'abisso.
Le porte dell'inferno sono chiuse:
a tuo rischio le tenti. Al tuo richiamo
si desterà qualcosa per risponderti.
Questo regalo lascio all'umanità:
ecco le chiavi.
Cerca le serrature: sii soddisfatto.
Ma ascolta ciò che dice Abdul Alhazred:
per primo io le ho trovate: e sono matto.
Abdul Alhazre
Le tavolette di Kutu
Nel 1987 una spedizione del Centro Scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia iniziò degli scavi presso Kut-al-Amara, nell'Iraq sud orientale e nel 1990 gli scavi in questa città, completamente distrutta, portarono alla luce un tempio perfettamente conservato di grande interesse archeologi co con al suo interno numerose tavolette di argilla con scritte in lingua sumera, furono denominate"Tavolette di Kutu".
Le "Tavolette di Kutu" furono traotte dal professore Venustiano Carranza docente di paleografia semitica all'Università di Città del Messico e fu portata alla luce un'ipotesi, che collega i Miti di Chtulhu alla religione e mitologia sumero-babilonese. In queste tavolette vi è riferimento a delle divinità adorate con il nome di :Azatoth, Yogsothoth, Hastur, Nyarlathotep, Shub-Niggurath, i "Grandi antichi".
Il contenuto delle tavolette si era diffuso ben prima dell'VIII secolo, in cui Lovercraft avrebbe datato il suo libro Necronomicon.Una coincidenza?
Conclusioni
-Il Necronomicon esiste?E' un libro esoterico reale?O è stato creato dalla fervida immaginazione dello scrittore Howard Phillips Lovercraft ?
Abdul Alhazred viveva nell' VIII secolo dopo Cristo nel periodo dei Califfi Ommaiadi, a Damasco e si ritiene che sia l'autore del libro denominanto "Al Azif", dove "Azif" è il termine utilizzato dalla popolazione araba per indicare "gli ululati dei demoni", che in realtà sono i suoni notturni emessi da degli insetti.
Abdul Alhazred, scrisse la sua opera a Damasco, dove morì nel 738 D.C. di una morte misteriosa con numerosi descrizioni, tra cui la sua distruzione avvenuta per mezzo di forze invisibili all'occhio umano davanti a numerosi testimoni.
Il poeta Abdul Alhazred praticava una vita da pellegrino narrando storie incredibili, nel libro di trovavano formule e rituali di magia nera che non dovevano assolutamente essere letti ad alta voce, in quanto la loro lettura avrebbe portato a morte certa lo sventurato, narrava di avventure terribili e meravigliose avvenute durante i suoi pellegrinaggi in zone come la Babilonia o il deserto del sud dell'Arabia, conociuta come la dimora degli spiriti maligni, non era musulmano ed adorava delle divinità chiamate Yog e Cthulhu.
Nel 950 "Al Azif" fu distribuito ed il titolofu modificato con "Necronomicon" il cui significato si traduce in "il libro delle leggi che governano i morti."Un certo Olaus Wormius lo tardusse in inglese e si narra che fu arso vivo.
L'opera in originaria lingua araba, fu tradotta in latino ed in greco.Tra il 1560 ed il 1570 la versione greca fu stampata in Italia.Una copia in latino è conservata presso il British Museum e un altra si trova nella Bibliothèque Nationale a Parigi, altre copie sono conservate in altri musei e presso privati, un altra copia dovrebbe essere conservata presso la biblioteca del Vaticano.
Howard Phillips Lovercraft ed il NECRONOMICON.
Il libro denominato Necronomicon in reatà non è mai stato scritto ma è citato tra i libri realmente realizzati, è quindi uno pseudolibro, un falso libro.
Howard Phillips Lovercraft (nato 1890 a Providence nel Rhode Island, morto nel 1936 all'età di 46 anni ) ha creato il mito del Necronomic il cui titolo è Al Azif in lingua araba, inteso come libro di magia nera realizzato da Abdul Alhazred, uno stregone, in quanto il libro era un espediente letterario per dare maggiore enfasi alle sue opere fantastiche.
Il libro divenne molto famoso al punto che Lovercraft dovette ammettere la sua insesistenza.Numerose persone credevano nell'esistenza del libro e vi sono persone che vi credono tutt'ora, taluni affermarono che lo stesso Lovercraft mentiva dichiarando l'inesistenza del Necronnomicon.
Il primo riferimento al Necronomicon vi fu nel 1941 quando a New York, un antiquario, Philip Duchesne mise in vendita nel suo listino il libro a 900 dollari, con relativa descrizione.
Un giornalistanel 1953 Arthur Scott, in un articolo sul mensile americano Sir!, affermava che il libro era composto da pagine formate da pelle umana sottratta a persone uccise con rituali di stregoneria.A partire dalle prime ipotetiche segnalazioni numerose persone cercarono di spacciare per il reale Necronomicon manoscritti ritrovati nelle zone arabe o libri antichi.
Lovercraft scrisse una prefazione (riportata qui di seguito) del Necronomicon per degli amici intimi, senza intenti pubblicitari, ma per scopo personale, la quale fu resa ugualmente pubblica, una prefazione molto allettante per coloro che adoravano il Necronomicon definendolo" il più grande libro di magia nera mai esistito":
Ascolta ciò che ti dice Abdul Alhazred:
gli Antichi Dèi han posto i Maledetti
in sonno. E chi manipola i sigilli
e i dormienti ridesta, è maledetto anch'egli.
E dico ancora: qui chiuse son le càbale
in cui s'asconde il torbido potere
d'infrangere i sigilli millenari
che serrarono Cthulhu e la sua orda.
Ho perso
tutta la vita per delucidarle.
La notte s'apre sull'orlo dell'abisso.
Le porte dell'inferno sono chiuse:
a tuo rischio le tenti. Al tuo richiamo
si desterà qualcosa per risponderti.
Questo regalo lascio all'umanità:
ecco le chiavi.
Cerca le serrature: sii soddisfatto.
Ma ascolta ciò che dice Abdul Alhazred:
per primo io le ho trovate: e sono matto.
Abdul Alhazre
Le tavolette di Kutu
Nel 1987 una spedizione del Centro Scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia iniziò degli scavi presso Kut-al-Amara, nell'Iraq sud orientale e nel 1990 gli scavi in questa città, completamente distrutta, portarono alla luce un tempio perfettamente conservato di grande interesse archeologi co con al suo interno numerose tavolette di argilla con scritte in lingua sumera, furono denominate"Tavolette di Kutu".
Le "Tavolette di Kutu" furono traotte dal professore Venustiano Carranza docente di paleografia semitica all'Università di Città del Messico e fu portata alla luce un'ipotesi, che collega i Miti di Chtulhu alla religione e mitologia sumero-babilonese. In queste tavolette vi è riferimento a delle divinità adorate con il nome di :Azatoth, Yogsothoth, Hastur, Nyarlathotep, Shub-Niggurath, i "Grandi antichi".
Il contenuto delle tavolette si era diffuso ben prima dell'VIII secolo, in cui Lovercraft avrebbe datato il suo libro Necronomicon.Una coincidenza?
Conclusioni
-Il Necronomicon esiste?E' un libro esoterico reale?O è stato creato dalla fervida immaginazione dello scrittore Howard Phillips Lovercraft ?
lunedì 25 aprile 2011
John F. Kennedy fu ucciso per il suo interesse sugli alieni?
Gli appassionati di teorie cospiratorie hanno un nuovo caso "paranormale" su cui poter scervellarsi. In una lettera scritta poco prima della sua morte da John F. Kennedy al capo della Cia, l’allora presidente Usa chiese di consultare documenti estremamente confidenziali sugli Ufo. Dieci giorni dopo venne ucciso a Dallas da un colpo d’arma da fuoco.
Il memorandum top secret e’ una delle due lettere che J.F.K. ha scritto il 12 novembre del 1963 per chiedere di avere informazioni su casi rilevati di eventi paranormali. Entrambe sono state rese di pubblico dominio dalla Cia in questi giorni, per la prima volta in assoluto.
Se sono venute alla luce e’ grazie allo scrittore William Lester, che ha raccontato di aver ricevuto i documenti dalla Cia dopo averli richiesti rifacendosi al Freedom of Information Act. Lester aveva bisogno di consultarli per il suo nuovo libro in fase di elaborazione: ‘A Celebration of Freedom: JFK and the New Frontier’.
L’interesse del presidente per gli UFO proprio poco prima della sua morte finira’ con molta probabilita’ per scatenare nuove teorie cospiratorie, nonche’ alimentare l’ipotesi di un complotto sul suo assassinio, secondo AOL News.
Ad esempio i ricercatori di vita aliena hanno gia’ iniziato a gridare allo scandalo, sostenendo che gli ultimi documenti, rilasciati al signor Lester dalla CIA, rafforzano l’idea che il presidente sia stato ucciso perche’ aveva scoperto una verita’ scomoda sugli UFO.
Nel secondo memo, inviato agli amministratori della Nasa in questo caso, il presidente aveva espresso il desiderio di collaborare con l’ex Unione Sovietica sulle rispettive attivita’ aerospaziali.
la fonte:
http://www.wallstreetitalia.com
La tomba perduta di Gesù: ipotesi assurda
Archeologi ed esponenti religiosi in Israele hanno definito ridicola le tesi del documentario prodotto dal regista Cameron, secondo il quale sarebbe stata scoperta a Gerusalemme, nel nuovo quartiere residenziale di Talpiot (molto lontano dalla zona del Santo Sepolcro), la tomba di Gesù e dei suoi famigliari.
Il professor Kloner (il primo archeologo che esaminò la tomba quando fu scoperta nel 1980) ha affermato in varie dichiarazioni di non credere all'ipotesi avanzata da Cameron, in quanto la famiglia di Gesù proveniva dalla Galilea, mentre risulta che la tomba risulta essere di una famiglia della classe media del primo secolo dopo Cristo. Inoltre i nomi riportati sulle urne erano molto comuni 2000 anni fa. Per l'archeologo israeliano "non c'è alcuna prova" che la tomba di Talpiot possa essere collegata a Gesù, e la tesi sviluppata nel film è "una assurdità".
Nella trasmissione "Porta a porta" del 29 marzo 2007, Mons. Rino Fisichella, intervistato sulle basi storiche al riguardo, risponde tra l'altro:
Ai tempi di Gesù c'erano due leggi che dovevano essere rispettate: la legge romana e la legge ebraica.
Per la legge romana, non solo per Gesù, ma per tutti quelli che erano condannati a morte, non si poteva fare il lamento, quindi dovevano essere sepolti immediatamente. Ora, dal luogo del Golgota a quello dove è stata scoperta questa tomba, avrebbe dovuto passare almeno mezza giornata prima di portare il corpo.
Ma soprattutto chi era morto come delinquente, quindi l'appeso alla croce, il crocifisso, per la legge ebraica (vedi Deuteronomio), non poteva essere sepolto nella tomba di famiglia perché avrebbe profanato il sepolcro. Allora: se quella fosse stata la tomba della famiglia di Gesù, Gesù non sarebbe morto in croce. Invece Gesù è morto in croce, e su questo non ci sono dubbi, nemmeno di morte apparente. E' morto in croce come un delinquente, e siccome era un venerdì che era l'inizio del grande sabato, il sabato della pasqua ebraica, venne tolto immediatamente e venne messo in un sepolcro dove nessuno poteva essere sepolto, proprio per non profanare il sepolcro. Qui i Vangeli ci danno un dato storico incontestabile.
In ogni caso la tomba vuota, come pure le "apparizioni del Risorto", non sono prove della risurrezione nel senso stretto del termine, ma "indizi" di un evento non fotografabile da nessun paparazzo, evento che non appartiene alle normali esperienze degli uomini, notizia trasmessaci dagli apostoli.
Si tratta di un fatto unico, che fa parte della storia e nello stesso tempo la supera: quell'Uomo morto in croce e sepolto frettolosamente la sera del venerdì dell'anno 30 (la data più probabile), è vivo oggi, e lo possiamo incontrare.
Il professor Kloner (il primo archeologo che esaminò la tomba quando fu scoperta nel 1980) ha affermato in varie dichiarazioni di non credere all'ipotesi avanzata da Cameron, in quanto la famiglia di Gesù proveniva dalla Galilea, mentre risulta che la tomba risulta essere di una famiglia della classe media del primo secolo dopo Cristo. Inoltre i nomi riportati sulle urne erano molto comuni 2000 anni fa. Per l'archeologo israeliano "non c'è alcuna prova" che la tomba di Talpiot possa essere collegata a Gesù, e la tesi sviluppata nel film è "una assurdità".
Nella trasmissione "Porta a porta" del 29 marzo 2007, Mons. Rino Fisichella, intervistato sulle basi storiche al riguardo, risponde tra l'altro:
Ai tempi di Gesù c'erano due leggi che dovevano essere rispettate: la legge romana e la legge ebraica.
Per la legge romana, non solo per Gesù, ma per tutti quelli che erano condannati a morte, non si poteva fare il lamento, quindi dovevano essere sepolti immediatamente. Ora, dal luogo del Golgota a quello dove è stata scoperta questa tomba, avrebbe dovuto passare almeno mezza giornata prima di portare il corpo.
Ma soprattutto chi era morto come delinquente, quindi l'appeso alla croce, il crocifisso, per la legge ebraica (vedi Deuteronomio), non poteva essere sepolto nella tomba di famiglia perché avrebbe profanato il sepolcro. Allora: se quella fosse stata la tomba della famiglia di Gesù, Gesù non sarebbe morto in croce. Invece Gesù è morto in croce, e su questo non ci sono dubbi, nemmeno di morte apparente. E' morto in croce come un delinquente, e siccome era un venerdì che era l'inizio del grande sabato, il sabato della pasqua ebraica, venne tolto immediatamente e venne messo in un sepolcro dove nessuno poteva essere sepolto, proprio per non profanare il sepolcro. Qui i Vangeli ci danno un dato storico incontestabile.
In ogni caso la tomba vuota, come pure le "apparizioni del Risorto", non sono prove della risurrezione nel senso stretto del termine, ma "indizi" di un evento non fotografabile da nessun paparazzo, evento che non appartiene alle normali esperienze degli uomini, notizia trasmessaci dagli apostoli.
Si tratta di un fatto unico, che fa parte della storia e nello stesso tempo la supera: quell'Uomo morto in croce e sepolto frettolosamente la sera del venerdì dell'anno 30 (la data più probabile), è vivo oggi, e lo possiamo incontrare.
domenica 24 aprile 2011
Il diavolo esiste?
Il Diavolo Esiste:
La Sacra scrittura non esita a presentare la vita come
una lotta, una vera guerra,contro i demoni.
Azione ordinaria e straordinaria del maligno:
Non c'è un netto confine tra l'azione ordinaria (tentazione) e quella straordinaria (mali malefici, possessioni...) del demonio. Dell'azione ordinaria ne siamo vittime tutti! La Bibbia stessa considera una beatitudine la vittoria contro la tentazione (Gc 1,12). Le tentazioni demoniache ci riguardano quotidianamente, tutti ed indistintamente, anche in considerazione delle occasioni che il mondo stesso in cui viviamo ci presenta. Gesù stesso accettò di essere sottoposto alle tentazioni durante i 40 giorni passati nel deserto. Come resistere? "Vigilate e pregate per non cadere in tentazione" (Mt 26,41). Per quanto attiene all'azione straordinaria di satana, con questa si intende l'opera del diavolo che si manifesta con effetti visibili o percepibili: disturbi esterni, possessione diabolica, vessazioni diaboliche, ossessioni diaboliche e infestazioni diaboliche. Analizziamole brevemente:
1) Disturbi esterni: Sono quelle sofferenze fisiche che ad esempio ritroviamo con una certa frequenza nella vita di determinati Santi come Santa Gemma Galgani ad esempio; parliamo di battiture, percosse, cadute di oggetti... ecc... In questi casi, in pratica, il demonio agisce rimanendo all'esterno della persona.
2) Possessioni diaboliche: Questa è di certo la forma più grave nella quale si possa espletare l'azione straordinaria del demonio. Comporta la permanenza continua del demonio in un corpo umano, pur essendo la manifestazione malefica dello stesso limitata a determinati momenti di "crisi". In questo caso non è detto che i disturbi dovuti alla possessione siano continui: infatti il posseduto perde il controllo di sé solamente durante quelle che potremmo definire delle "crisi" da possessione, nelle quali il Male (il demonio) agisce per mezzo del pieno controllo del corpo, delle capacità intellettive, mentali ed affettive, nonché volitive della persona posseduta. Le manifestazioni di tutto ciò possono essere le più disparate: il posseduto può parlare lingue a lui sconosciute, può parlare al contrario, può rimettere dalla bocca oggetti impensabili all'interno del corpo umano, può manifestare una forza spropositata, un'avversione al sacro... e via dicendo...
3) Vessazioni diaboliche: in questo caso si hanno forme di disturbi saltuari, che possono colpire il singolo o interi gruppi di persone. Le tipologie di disturbi sono le più svariate: si va dai disturbi dell'umore (arrabbiature improvvise ed immotivate..) a quelli degli affetti, nei rapporti con gli altri o, a volte, anche della salute...
4) Ossessioni diaboliche: In questo caso si ha a che fare con pensieri ossessivi. La vittima è perseguitata da pensieri ricorrenti ed anche assurdi dei quali non è capace di liberarsi: tutto ciò determina un continuo stato di avvilimento, che può portare anche alla tentazione del suicidio. A differenza della possessione la volontà resta libera, pur essendo schiava di pensieri ossessivi.
5) Infestazioni diaboliche: qui entriamo nel discorso dei mali malefici sull'uomo, sulle cose o anche sugli animali.
6) Soggezioni diaboliche: facendo riferimento al libro di padre G. Amorth "Nuovi racconti di un esorcista", riportiamo anche la categoria delle soggezioni diaboliche: con questo termine si vuole intendere il caso in cui una persona sia assoggetta al potere del diavolo in maniera volontaria, con un patto esplicito o implicito, sottomettendosi alla signoria dello stesso. Nella possessione straordinaria, dunque, possiamo dire che figurano tutte quelle persone che realmente e fisicamente sono possedute dal demonio: o per loro scelta o a causa di fatture o di consacrazione al diavolo, ad esempio, da parte di genitori appartenenti a sette sataniche...
Per concludere, però, viene da chiedersi come si può restare vittime di mali malefici straordinari?
Le motivazioni posso essere molteplici. Andiamo per ordine. a) Innanzi tutto dobbiamo specificare che nulla può avvenire senza che Dio lo voglia: dunque, affinché il diavolo possa esercitare su di una persona la sua azione straordinaria, Dio deve permetterlo. Il motivo, poi, per il quale Dio possa permettere ciò a noi non è dato di saperlo; ci basti sapere che qualunque cosa Dio faccia o permetta è comunque per la nostra Santificazione, Dio è l'unico capace di ricavare il bene anche partendo dal male.
A volte, tanto per fare un esempio, Dio potrebbe permettere al diavolo di esercitare su di una persona la sua azione straordinaria, al fine di sublimare quell'anima o per temperarla nelle virtù... è il caso di molti Santi che, come ad esempio Padre Pio, furono "tormentati" dal diavolo in una maniera che di certo era molto più che ordinaria. Dunque in questo caso si parla di un'azione del demonio intenta a tentare una persona Santa al fine di farla rinunciare alle Vie di Dio: naturalmente è un caso rarissimo.
b) Una maniera "classica" e frequente di rimanere vittime dell'azione straordinaria del demonio è a seguito di un maleficio. La vittima naturalmente non ha colpe: qualcuno vuole nuocergli mediante l'intervento del demonio. Può trattarsi di fattura, malocchio, maledizione, legatura....
c) Certamente, poi, persistere in una situazione di peccati gravissimi nei quali una persona può indurirsi in maniera irreversibile è di certo un buon presupposto perché il Male possa prendere piede nella nostra anima e nel nostro corpo in maniera forte, mediante un'azione, appunto, straordinaria. Come fa notare padre Amorth in una sua intervista, questo potrebbe essere il caso di Giuda Iscariota: chissà quanti tentativi deve aver fatto Gesù perché potesse vincere la sua cupidigia del denaro. Anche in questo caso si tratta di una azione straordinaria del diavolo rarissima a trovarsi.
d) Infine, la frequenza di persone e luoghi malefici: partecipando ad esempio a sedute spiritiche o a sedute di magia o consultando maghi e loro simili, o aderendo a sette sataniche.... bhe, è evidente che è una maniera per aprire volontariamente le porte della propria anima a satana.
LA PRESENZA DI SATANA
Le cause del maleficio: una fattura o il malocchio
CITTA’ DEL VATICANO
A giudizio degli esorcisti, sono quattro le cause per cui una persona può cadere nella possessione diabolica o in disturbi di origine malefica. Può trattarsi di semplice permissione di Dio, così come Dio può permettere una malattia, allo scopo di dare alla persona un’occasione di purificazione e di meriti. L’hanno subita santi, come Angela da Foligno, Gemma Galgani, Giovanni Calabria. Altri sono stati vittime di disturbi malefici con percosse e cadute: Curato d’Ars e padre Pio.
La causa può essere data da un maleficio che si subisce: fattura, maledizione, malocchio. Si espone al rischio di influenze malefiche o di possessione chi si rivolge a maghi, cartomanti, stregoni; chi partecipa a sedute spiritiche o a sette sataniche, chi si dedica all’occultismo e alla negromanzia. Si può cadere in mali malefici per il persistere di colpe gravi e multiple. Don Gabriele Amorth sacerdote esorcista della diocesi di Roma ha avuto casi di giovani dediti alla droga o colpevoli di delitti e perversioni sessuali. Ma su quali sintomi ci si basa per procedere ad un esorcismo? L’esorcista guarda anche le cartelle cliniche. Certe diagnosi nascondono l’incomprensione del vero male che affligge il paziente. Il sintomo più significativo è l’avversione al sacro che si manifesta in tante forme: 1. Ripugnanza alla preghiera e per tutto ciò che è benedetto, anche senza minimamente sapere che lo è (l’acqua santa che procura un insopportabile bruciore); 2. Reazioni violente e furiose, in persona che di natura è tutt’altro, con bestemmie ed aggressioni anche se uno prega solo mentalmente; 3. Sintomo culminante: reazioni furiose della persona se si prega su di lei o la si benedice.
COME REAGIRE
VARI TIPI DI MALEFICIO
Secondo lo scopo
Amatorio: per favorire o distruggere un rapporto d'amore con una persona. Venefico: per procurare del male fisico, psichico, economico, familiare. Legamento: per creare impedimenti ai movimenti, alle relazioni. Transfert: per trasferire ad una persona i tormenti fatti a un pupazzo o a una foto della persona che si vuole colpire. Putrefazione: per procurare un male mortale, facendo putrefare un materiale soggetto alla putrefazione. "Possessione" per introdurre una presenza diabolica nella vittima e causarle una vera e propria possessione.
Secondo il modo
Diretto: mediante un contatto della vittima con l'oggetto portatore del male (ad esempio, quando si fa bere o mangiare alla vittima qualcosa di "maleficiato" o "fatturato"). Indiretto: attraverso l'azione malefica compiuta su un oggetto che rappresenta la vittima .
Secondo l'operazione
Per infissione o inchiodamento: con spilli, chiodi, martello, punte, fuoco, ghiaccio.
Per annodamento o legatura: con lacci, nodi, briglie, nastri, fasce, cerchi.
Per putrefazione: sotterrando l'oggetto o l'animale-simbolo dopo averlo "fatturato"
Per maledizione: direttamente sulla persona o su foto, o su un simbolo di essa.
Per distruzione con il fuoco: si pratica bruciando più volte l'oggetto sul quale si è trasferita idealmente la persona della vittima, per ottenere, in questa, una forma di consunzione più o meno analoga a quella della "putrefazione".
Per rito satanico: ad esempio, un culto satanico o messa nera, fatta allo scopo di nuocere a qualcuno.
Secondo il mezzo
Con fatture: pupazzi o carne, con spilli, ossa di morti, sangue, sangue mestruale, rospi, polli.
Con oggetti maleficiati: regali, piante, cuscini, bambole, orologi, talismani, (qualsiesi altro oggetto).
Localizzazione dei sintomi:
la testa (dolore strano, botte, confusione, stanchezza mentale e fisica: male agli occhi, disturbi del sonno, della personalità, del comportamento. Lo stomaco (difficoltà digestive, dolori, anoressia, uno strano, intenso e diffuso malessere che dallo sterno o bocca dello stomaco sale alla gola e alla testa, bulimia, anoressia, vomito)
"Piccate" nella parte del cuore.
Avversione al sacro (Distacco dalla preghiera, dalla fede, dalla vita spirituale cristiana, allontanamento dai sacramenti e dalla Chiesa, distrazioni, sbadigli-sonnolenza nella preghiera, disagio a stare in chiesa, nausea fino allo svenimento. Disturbi alla salute (senza spiegazione adeguata e senza cure efficaci); Disturbi psichici (Confusione, ossessioni, amnesie, ansia, paura, abulia, incapacità di concentrazione a studiare, a lavorare. Disturbi nell'affetto e nell'umore : nervosismo, litigi continui, freddezza o passionalità immotivata, tendenza alla depressione, allo scoraggiamento, alla disperazione. Impedimenti (nel matrimonio, nel fidanzamento, nello studio, nella carriera, negli affari; fallimenti, errori impensabili, strani incidenti. Spinta alla morte. Segni strani: sentire addosso spilli, chiodi, trafitture, fuoco, ghiaccio, serpi, lacci. Rumori strani e fenomeni in casa o nei luoghi di lavoro (passi, scricchiolii, colpi, ombre, "presenze", animaletti, lampade che scoppiano, elettrodomestici che si bloccano, porte, finestre che si aprono o chiudono, invasione di insetti. (Per ulteriori approfondimenti tecnici: "I segreti degli esorcisti" - Giancarlo Padula, Edizioni Segno - e su tutta la sintomatologia del maleficio e come combatterla: "Le vere armi per combattere con efficacia le potenze del male.
L'ATTIVITA' DI SATANA
Il demonio infesta l'uomo per puro odio; è in se stesso odio rivolto al Cielo e alla Terra, e nella sua furia distruttiva fa quanto Dio gli concede per l'avanzamento del bene. Io dividerei l'opera infestatrice del demonio nelle seguenti gradazioni, in ordine crescente: TentazioneE' la suggestione operata dal maligno sulla memoria e l'immaginazione umane, al fine di far preferire all'uomo il male piuttosto che il bene, o un male maggiore di contro a uno minore, o un bene minore di contro a uno maggiore. La tentazione è l'attività ordinaria del demonio, nel senso che colpisce tutti gli uomini in ogni momento (il diavolo non dorme!) e mira all'allontanamento dell'uomo da Dio mediante il peccato, che lo porti alla dannazione eterna.
Oppressione
Con l'oppressione entriamo nell'area delle attività straordinarie del demonio, cioè quelle azioni sporadiche (ci teniamo a sottolinearlo) che Dio talvolta permette a Satana per vagliare l'uomo, per rafforzarlo nella fede, per glorificare la Sua Chiesa, o per motivi a noi sconosciuti. L'oppressione colpisce i sensi della persona, mediante allucinazioni orrende, fetori, gelo improvviso, e l'ambiente circostante: rumori, scricchiolii, levitazione di oggetti, ecc.
Vessazione
Fenomeno grazie al Cielo rarissimo, di portata spirituale comunque minore a quanto seguirà. la vessazione è la vera e propria aggressione fisica da parte dei demoni. Molti Santi ne sono oggetto (pensiamo a Padre Pio!): il diavolo, incapace di tentare efficacemente l'uomo di Dio, lo solleva da terra, lo sfregia, lo malmena, lo sbatte contro le pareti, finchè Dio non interrompe la sua opera distruente. OssessioneQui l'azione di Satana si fa più vicina all'unità psicosomatica umana: il demonio introduce nella mente colpita pensieri di disperazione e odio, muove (dall'esterno!) la vittima ad azioni involontarie e autodistruttive, sacrileghe e innaturali, la tormenta con visioni spaventose e fenomeni preternaturali raccapriccianti. E' tuttavia un'azione intermittente, cioè la persona ha momenti di tregua.
Possessione di primo grado
Talvolta, misteriosamente, il demonio può invadere la psiche di un essere umano, prendendo il controllo del suo corpo e della sua intenzionalità. Il fenomeno dura finchè non è annullato dall'esorcismo, o per periodi stabiliti a priori. In questo grado di possessione il demonio è latente, si limita ad alterare gli atteggiamenti del posseduto, le sue reazioni al sacro, gli istilla sentimenti di disperazione e depressione.
Possessione di secondo grado
Questa possessione è più evidente: si manifestano cambi di voce, fenomeni preternaturali quali la glossolalia, la levitazione, la pirocinesi (potere di incendiare gli oggetti a distanza), l'acqua santa produce piaghe nel corpo del posseduto, che di per sè manifesta chiaramente di avere un'altra personalità. In genere per possessione diabolica si intende questa situazione intermedia.
Possessione di terzo grado
A questo grado, lo spirito maligno (o più spiriti) hanno preso un dominio tale della persona, da alterare orribilmente persino i suoi tratti somatici (che divengono veramente raccapriccianti!), il suo odore, la temperatura. Questo è il caso più arduo, e occorrono di solito numerosi esorcismi per la liberazione definitiva. In effetti, la differenza tra le ultime tre gradazioni è solo una sottigliezza, perchè molte volte la persona passa da una fase all'altra con mutamenti quasi impercettibili.
GLI ESORCISTI
Gli esorcisti sono sacerdoti delegati dal vescovo a compiere tale ministero entro una diocesi. In antichità ogni cristiano esorcizzava, ma progressivamente la Chiesa ha istituito un collegio ecclesiastico "specialistico", ordinato alla guarigione taumaturgica e alla liberazione dagli spiriti immondi. Solo l'esorcista designato dal vescovo è abilitato ad esorcizzare; i fedeli ed il clero rimanente, sebbene impossibilitati in ciò, possono (anzi, devono!) comunque formulare preghiere di liberazione; la più celebre, che si raccomanda di pronunciare a tutti i credenti quando sono vessati da tentazioni e suggestioni diaboliche, è: "In nomine Iesu, praecipio tibi, immunde spiritus, ut recedas ab hac creatura Dei." Ad ogni cristiano, in virtù della consacrazione battesimale, è data una dignità regale e sacerdotale che gli permette di sconfiggere i demoni!L'esorcista deve essere un sacerdote che "si distingua per pietà, scienza, prudenza e integrità di vita" (canone 1172 del Diritto Canonico): caratteristiche che, a ben pensarci, dovrebbero essere proprie di ogni prete. Mons. Corrado Balducci (noto demonologo, autore de Il diavolo) aggiunge che un esorcista dovrebbe avere anche una discreta cultura psichiatrica/psicologica, così da poter discernere la malattia mentale dall'effettiva infestazione diabolica.Oggi la gerarchia ecclesiastica sta meditando se affidare il ministero esorcistico anche a dei laici con le opportune qualifiche morali e culturali, per una partecipazione più viva del laicato alla missione della Chiesa.
La fonte
http://www.aiutonline.org/home.html
venerdì 22 aprile 2011
VOYNICH MANUSCRIPT
VOYNICH MANUSCRIPT
Written in Central Europe at the end of the 15th or during the 16th century, the origin, language, and date of the Voynich Manuscript—named after the Polish-American antiquarian bookseller, Wilfrid M. Voynich, who acquired it in 1912—are still being debated as vigorously as its puzzling drawings and undeciphered text. Described as a magical or scientific text, nearly every page contains botanical, figurative, and scientific drawings of a provincial but lively character, drawn in ink with vibrant washes in various shades of green, brown, yellow, blue, and red.
Based on the subject matter of the drawings, the contents of the manuscript falls into six sections: 1) botanicals containing drawings of 113 unidentified plant species; 2) astronomical and astrological drawings including astral charts with radiating circles, suns and moons, Zodiac symbols such as fish (Pisces), a bull (Taurus), and an archer (Sagittarius), nude females emerging from pipes or chimneys, and courtly figures; 3) a biological section containing a myriad of drawings of miniature female nudes, most with swelled abdomens, immersed or wading in fluids and oddly interacting with interconnecting tubes and capsules; 4) an elaborate array of nine cosmological medallions, many drawn across several folded folios and depicting possible geographical forms; 5) pharmaceutical drawings of over 100 different species of medicinal herbs and roots portrayed with jars or vessels in red, blue, or green, and 6) continuous pages of text, possibly recipes, with star-like flowers marking each entry in the margins.
For a complete physical description and foliation, including missing leaves, see the Voynich catalog record.
Read a detailed chemical analysis of the Voynich Manuscript (8 p., pdf)
History of the Collection
Like its contents, the history of ownership of the Voynich manuscript is contested and filled with some gaps. The codex belonged to Emperor Rudolph II of Germany (Holy Roman Emperor, 1576-1612), who purchased it for 600 gold ducats and believed that it was the work of Roger Bacon. It is very likely that Emperor Rudolph acquired the manuscript from the English astrologer John Dee (1527-1608). Dee apparently owned the manuscript along with a number of other Roger Bacon manuscripts. In addition, Dee stated that he had 630 ducats in October 1586, and his son noted that Dee, while in Bohemia, owned "a booke...containing nothing butt Hieroglyphicks, which booke his father bestowed much time upon: but I could not heare that hee could make it out." Emperor Rudolph seems to have given the manuscript to Jacobus Horcicky de Tepenecz (d. 1622), an exchange based on the inscription visible only with ultraviolet light on folio 1r which reads: "Jacobi de Tepenecz." Johannes Marcus Marci of Cronland presented the book to Athanasius Kircher (1601-1680) in 1666. In 1912, Wilfred M. Voynich purchased the manuscript from the Jesuit College at Frascati near Rome. In 1969, the codex was given to the Beinecke Library by H. P. Kraus, who had purchased it from the estate of Ethel Voynich, Wilfrid Voynich's widow.
References
Goldstone, Lawrence and Nancy Goldstone. 2005. The Friar and the Cipher: Roger Bacon and the Unsolved Mystery of the Most Unusual Manuscript in the World. New York: Doubleday.
Romaine Newbold, William. 1928. The Cipher of Roger Bacon. Philadelphia, Pennsylvania: University of Pennsylvania Press.
Manly, John Mathews. 1921. "The Most Mysterious Manuscript in the World: Did Roger Bacon Write It and Has the Key Been Found?", Harper's Monthly Magazine 143, pp.186–197.
Cite as: General Collection, Beinecke Rare Book and Manuscript Library, Yale University
giovedì 21 aprile 2011
Russia UFO
Russia, trovati resti di un alieno?
Il filmato fa giro del web: ed è boom
15:28 - Centinaia di migliaia di persone sono diventate fan di un video, a quanto pare ripreso in Russia, che mostra i resti di un presunto alieno. Il filmato, reso pubblico di due escursionisti di Irkutsk in Siberia mostra i resti del cadavere semi sepolto dalla neve. Parte della gamba destra è mancante e nel teschio ci sono dei buchi profondi per occhi e bocca.
Gli "ufologi" pensano che si tratti di un extraterrestre lasciato sulla terra al seguito di un incidente. La zona è un ponto molto noto agli appassionati della vita di altri pianeti, in Siberia sono numerose le segnalazioni di oggetti non identificati.
Gli scettici sostengono invece che il video è un falso e che siamo di fronte all'ennesima bufala fatta con pupazzi. Silenzio, come è prassi, invece, dalle autorità
Il filmato fa giro del web: ed è boom
15:28 - Centinaia di migliaia di persone sono diventate fan di un video, a quanto pare ripreso in Russia, che mostra i resti di un presunto alieno. Il filmato, reso pubblico di due escursionisti di Irkutsk in Siberia mostra i resti del cadavere semi sepolto dalla neve. Parte della gamba destra è mancante e nel teschio ci sono dei buchi profondi per occhi e bocca.
Gli "ufologi" pensano che si tratti di un extraterrestre lasciato sulla terra al seguito di un incidente. La zona è un ponto molto noto agli appassionati della vita di altri pianeti, in Siberia sono numerose le segnalazioni di oggetti non identificati.
Gli scettici sostengono invece che il video è un falso e che siamo di fronte all'ennesima bufala fatta con pupazzi. Silenzio, come è prassi, invece, dalle autorità
martedì 19 aprile 2011
12 ANNI DOPO, MISTERO E DRAMMA
Autore: Tilde Maisto Articolo in: Personaggi celebri
martedì
set 1,2009
E’ da poco passata la mezzanotte quando un terribile incidente squarcia la calma di una sera parigina di fine estate. E’ il 31 agosto del 1997 e sotto il ponte dell’Alma, non lontano dalla Torre Eiffel, muoiono la principessa del Galles, Diana Spencer, ed il suo accompagnatore Dodi Al Fayed.
L’unico a salvarsi, in quella terribile notte, fu la guardia del corpo Trevor Rees-James. L’autista della Mercedes, Henri Paul – si verra’ a sapere soltanto dopo – era ubriaco. Anche lui, quella notte, trovo’ la morte.
Da allora, quelle ore furono scandagliate minuto per minuto, secondo per secondo, fotogramma per fotogramma. E proprio in pochi fotogrammi sono racchiusi gli ultimi momenti della vita di Lady D: un’anonima uscita da un hotel, insieme con Dodi Al Fayed, cercando di evitare gli occhi indiscreti dei paparazzi. Gli stessi occhi che – e’ l’ipotesi piu’ accreditata – segnarono la sua fine.
E’ questo l’ultimo ricordo della principessa piu’ discussa ma anche piu’ amata del Regno Unito. Fece parlare di se’ sempre, nel bene e nel male. Ed oggi, a dodici anni di distanza da quella “gelida” notte d’estate, quel ricordo e’ piu’ vivo che mai.
Con Madre Teresa verso il cattolicesimo
di Francesco Gerace
Difficile immaginare qualcosa di più lontano fra la vita di lady Diana e quella di Madre Teresa di Calcutta. Tanto brillante, mondana, aperta ai piaceri della vita e del lusso, era la bella principessa inglese, quanto schiva e dedita ai poveri con i quali ha condiviso l’intera sua esistenza, era la suorina di origine albanese dall’aspetto dimesso e quasi insignificante.
Eppure le due furono grandi amiche. Al loro legame, condito da numerosi incontri pubblici e privati, e da una forte sensibilità verso i poveri, sicuramente non fu estraneo anche il possibile desiderio di conversione al cattolicesimo da parte di Diana, benché mai ufficializzato. Le due si erano conosciute a Roma nel 1992, per iniziativa di Diana. La principessa era stata tempo prima a Calcutta, alla Casa dei poveri, ma la Madre in quei giorni era in ospedale. Andò a trovarla appena dimessa. Cominciò una sequenza di incontri, sempre molto festosi, e non tutti resi pubblici.
La Madre diventò la confidente della principessa dalla vita inquieta, tormentata da un matrimonio infelice e da mille dubbi religiosi, che passava da un amante all’altro e pregava di nascosto nelle chiese cattoliche e aveva una simpatia particolare per Santa Teresa di Lisieux. Madre Teresa era andata a trovarla a Londra, poi si erano riviste anche a New York. Il loro ultimo incontro nel giugno 1997 fu proprio a New York, nel quartiere del Bronx dove le missionarie della carità hanno una casa di accoglienza per i poveri della Grande Mela.
Lady Di si sentiva amata dalla piccola suorina, che l’ascoltava senza giudicarla, senza emettere sentenze sulle sue scelte di vita e sulle pesanti dicerie che accompagnavano ogni suo gesto. Madre Teresa non pronunciò una parola nemmeno quando Diana divorziò da Carlo nel 1996, e anzi si arrabbiò molto con un giornale inglese che le attribuì parole di approvazione per la scelta della principessa. La religiosa, quello che doveva dire l’aveva detto all’interessata. Quello che le due donne si dicevano in privato è destinato a restare un mistero, ma sono sicuramente significative le parole, tutt’altro che di circostanza, che Madre Teresa pronunciò quando morì la principessa: ‘Diana ha era una grande amica, amava i poveri ed era una buona madre’.
Poche parole per ricordare le generose donazioni con le quali Diana aveva sostenuto le opere di carità delle missionarie, la sensibilità con cui si poneva di fronte ai sofferenti e la premura nei confronti dei figli. Per Diana le missionarie della carità celebrarono una Messa di suffragio nella loro Casa generale a Calcutta. E così hanno fatto anche a Roma. Ma il legame fra quelle due donne così diverse è destinato a restare anche per altri due fatti simbolici: Diana fu sepolta in abito da sera, stringendo fra le mani una corona del rosario che Madre Teresa le aveva donato e la stessa Madre Teresa morì a Calcutta pochi giorni dopo.
Icona glamour grazie a Versace
(di Patrizia Vacalebri)
La musa ispiratrice di Lady D fu fin da bambina Grace Kelly, la star di Hollywood che divenne principessa di Monaco e icona dell’eleganza femminile anni ’50. Ma la trasformazione di Diana Spencer in donna elegante e simbolo dello stile upper-class anni ’90 è avvenuta con l’incontro con Gianni Versace, che realizzò il primo abito per Lady Diana nel ’92, dopo la separazione dal principe Carlo. I passaggi che hanno visto trasformare la crisalide in farfalla sono avvenuti pero’ nel corso di un decennio. La diciannovenne Diana Spencer, promessa sposa di Carlo d’Inghilterra, era una giovane paffutella e impacciata, che amava lo stile british e gli stampati a fiorellini. Una delle foto del periodo la ritrae mentre lavora con i bimbi dell’asilo di Kindergarden di Pimlico, con una gonna trasparente che lascia intravedere due splendide gambe. Il 29 luglio 1981 Diana sposa il principe Carlo nella cattedrale di Saint Paul con una cerimonia da fiaba trasmessa in mondovisione. L’abito da sposa, realizzato da David ed Elizabeth Emanuel incarna perfettamente la figura di Cenerentola. Il giorno dopo, lo stesso modello fu richiesto da migliaia di spose. L’abito era di taffettà di seta, color avorio, con merletti, fili di madreperle e perle. La maestosa gonna poggiava su una crinolina farcita con decine di sottane di tulle. La scollatura era circondata da volants di pizzo antico; le maniche gonfie e il velo di seta trasparente tempestato di paillettes di madreperla sovrastava uno strascico di otto metri, in taffettà bordato di pizzo. Dopo la nascita del secondogenito Henry, Diana cade in depressione preda di anoressia e bulimia anche a causa dei problemi ormai evidenti con Carlo che la tradisce con Camilla. In questo periodo lo stile di Diana è fedele a quello della Royal Family. Ma cappellini, perle e rouches la fanno sembrare una vecchia zia. Diana supera il periodo buio tra le braccia del maggiore James Hewitt che le fa tornare il sorriso e la voglia di vestire alla moda. Nel ’92 comincia il rapporto con Versace che la trasforma in icona delle fashion-victims anni ’90, come Grace Kelly lo era stata negli anni ’50 interpretando lo stile wasp americano con la sua bellezza. Fino a quel momento Diana aveva indossato abiti di stilisti londinesi come Oldfield, Victor Edelstein, Sassoon, Zandra Rodhes e Katherin Walker. Il gusto di Lady D si affina: ai piedi calza scarpe di Jimmy Choo e alle prime veste di rosso e royal blu. Infine si innamora dello stile Versace fino a diventarne la piu’ importante testimonial. Lo stilista calabrese le era stato suggerito da Ann Harvey, vicedirettrice di Vogue Inghilterra, una delle esperte che cura l’immagine della principessa. Gianni Versace in seguito invierà le sue collezione a Kensington Palace, residenza della principessa. La maison in via del Gesù ha un manichino con le sue misure. A Londra la premiere Franca Biagini e due sarte le pennellano gli abiti addosso. Versace dedicò a Lady Diana la borsa con la medusa, simbolo della maison. Anche Dior e Della Valle hanno realizzato due borse dedicate a Lady Diana.
martedì
set 1,2009
E’ da poco passata la mezzanotte quando un terribile incidente squarcia la calma di una sera parigina di fine estate. E’ il 31 agosto del 1997 e sotto il ponte dell’Alma, non lontano dalla Torre Eiffel, muoiono la principessa del Galles, Diana Spencer, ed il suo accompagnatore Dodi Al Fayed.
L’unico a salvarsi, in quella terribile notte, fu la guardia del corpo Trevor Rees-James. L’autista della Mercedes, Henri Paul – si verra’ a sapere soltanto dopo – era ubriaco. Anche lui, quella notte, trovo’ la morte.
Da allora, quelle ore furono scandagliate minuto per minuto, secondo per secondo, fotogramma per fotogramma. E proprio in pochi fotogrammi sono racchiusi gli ultimi momenti della vita di Lady D: un’anonima uscita da un hotel, insieme con Dodi Al Fayed, cercando di evitare gli occhi indiscreti dei paparazzi. Gli stessi occhi che – e’ l’ipotesi piu’ accreditata – segnarono la sua fine.
E’ questo l’ultimo ricordo della principessa piu’ discussa ma anche piu’ amata del Regno Unito. Fece parlare di se’ sempre, nel bene e nel male. Ed oggi, a dodici anni di distanza da quella “gelida” notte d’estate, quel ricordo e’ piu’ vivo che mai.
Con Madre Teresa verso il cattolicesimo
di Francesco Gerace
Difficile immaginare qualcosa di più lontano fra la vita di lady Diana e quella di Madre Teresa di Calcutta. Tanto brillante, mondana, aperta ai piaceri della vita e del lusso, era la bella principessa inglese, quanto schiva e dedita ai poveri con i quali ha condiviso l’intera sua esistenza, era la suorina di origine albanese dall’aspetto dimesso e quasi insignificante.
Eppure le due furono grandi amiche. Al loro legame, condito da numerosi incontri pubblici e privati, e da una forte sensibilità verso i poveri, sicuramente non fu estraneo anche il possibile desiderio di conversione al cattolicesimo da parte di Diana, benché mai ufficializzato. Le due si erano conosciute a Roma nel 1992, per iniziativa di Diana. La principessa era stata tempo prima a Calcutta, alla Casa dei poveri, ma la Madre in quei giorni era in ospedale. Andò a trovarla appena dimessa. Cominciò una sequenza di incontri, sempre molto festosi, e non tutti resi pubblici.
La Madre diventò la confidente della principessa dalla vita inquieta, tormentata da un matrimonio infelice e da mille dubbi religiosi, che passava da un amante all’altro e pregava di nascosto nelle chiese cattoliche e aveva una simpatia particolare per Santa Teresa di Lisieux. Madre Teresa era andata a trovarla a Londra, poi si erano riviste anche a New York. Il loro ultimo incontro nel giugno 1997 fu proprio a New York, nel quartiere del Bronx dove le missionarie della carità hanno una casa di accoglienza per i poveri della Grande Mela.
Lady Di si sentiva amata dalla piccola suorina, che l’ascoltava senza giudicarla, senza emettere sentenze sulle sue scelte di vita e sulle pesanti dicerie che accompagnavano ogni suo gesto. Madre Teresa non pronunciò una parola nemmeno quando Diana divorziò da Carlo nel 1996, e anzi si arrabbiò molto con un giornale inglese che le attribuì parole di approvazione per la scelta della principessa. La religiosa, quello che doveva dire l’aveva detto all’interessata. Quello che le due donne si dicevano in privato è destinato a restare un mistero, ma sono sicuramente significative le parole, tutt’altro che di circostanza, che Madre Teresa pronunciò quando morì la principessa: ‘Diana ha era una grande amica, amava i poveri ed era una buona madre’.
Poche parole per ricordare le generose donazioni con le quali Diana aveva sostenuto le opere di carità delle missionarie, la sensibilità con cui si poneva di fronte ai sofferenti e la premura nei confronti dei figli. Per Diana le missionarie della carità celebrarono una Messa di suffragio nella loro Casa generale a Calcutta. E così hanno fatto anche a Roma. Ma il legame fra quelle due donne così diverse è destinato a restare anche per altri due fatti simbolici: Diana fu sepolta in abito da sera, stringendo fra le mani una corona del rosario che Madre Teresa le aveva donato e la stessa Madre Teresa morì a Calcutta pochi giorni dopo.
Icona glamour grazie a Versace
(di Patrizia Vacalebri)
La musa ispiratrice di Lady D fu fin da bambina Grace Kelly, la star di Hollywood che divenne principessa di Monaco e icona dell’eleganza femminile anni ’50. Ma la trasformazione di Diana Spencer in donna elegante e simbolo dello stile upper-class anni ’90 è avvenuta con l’incontro con Gianni Versace, che realizzò il primo abito per Lady Diana nel ’92, dopo la separazione dal principe Carlo. I passaggi che hanno visto trasformare la crisalide in farfalla sono avvenuti pero’ nel corso di un decennio. La diciannovenne Diana Spencer, promessa sposa di Carlo d’Inghilterra, era una giovane paffutella e impacciata, che amava lo stile british e gli stampati a fiorellini. Una delle foto del periodo la ritrae mentre lavora con i bimbi dell’asilo di Kindergarden di Pimlico, con una gonna trasparente che lascia intravedere due splendide gambe. Il 29 luglio 1981 Diana sposa il principe Carlo nella cattedrale di Saint Paul con una cerimonia da fiaba trasmessa in mondovisione. L’abito da sposa, realizzato da David ed Elizabeth Emanuel incarna perfettamente la figura di Cenerentola. Il giorno dopo, lo stesso modello fu richiesto da migliaia di spose. L’abito era di taffettà di seta, color avorio, con merletti, fili di madreperle e perle. La maestosa gonna poggiava su una crinolina farcita con decine di sottane di tulle. La scollatura era circondata da volants di pizzo antico; le maniche gonfie e il velo di seta trasparente tempestato di paillettes di madreperla sovrastava uno strascico di otto metri, in taffettà bordato di pizzo. Dopo la nascita del secondogenito Henry, Diana cade in depressione preda di anoressia e bulimia anche a causa dei problemi ormai evidenti con Carlo che la tradisce con Camilla. In questo periodo lo stile di Diana è fedele a quello della Royal Family. Ma cappellini, perle e rouches la fanno sembrare una vecchia zia. Diana supera il periodo buio tra le braccia del maggiore James Hewitt che le fa tornare il sorriso e la voglia di vestire alla moda. Nel ’92 comincia il rapporto con Versace che la trasforma in icona delle fashion-victims anni ’90, come Grace Kelly lo era stata negli anni ’50 interpretando lo stile wasp americano con la sua bellezza. Fino a quel momento Diana aveva indossato abiti di stilisti londinesi come Oldfield, Victor Edelstein, Sassoon, Zandra Rodhes e Katherin Walker. Il gusto di Lady D si affina: ai piedi calza scarpe di Jimmy Choo e alle prime veste di rosso e royal blu. Infine si innamora dello stile Versace fino a diventarne la piu’ importante testimonial. Lo stilista calabrese le era stato suggerito da Ann Harvey, vicedirettrice di Vogue Inghilterra, una delle esperte che cura l’immagine della principessa. Gianni Versace in seguito invierà le sue collezione a Kensington Palace, residenza della principessa. La maison in via del Gesù ha un manichino con le sue misure. A Londra la premiere Franca Biagini e due sarte le pennellano gli abiti addosso. Versace dedicò a Lady Diana la borsa con la medusa, simbolo della maison. Anche Dior e Della Valle hanno realizzato due borse dedicate a Lady Diana.
Arrigoni ,Mistero sulla morte del volontario Italiano
Gaza City - Hanno confessato due dei militanti salafiti arrestati ieri dalla polizia di Hamas nella Striscia di Gaza nel quadro delle indagini sul rapimento e l’uccisione del volontario italiano Vittorio Arrigoni. Lo riferiscono fonti investigative locali, precisando che uno dei due è ritenuto il killer di Arrigoni, mentre l’altro ha ammesso di avere svolto un ruolo di fiancheggiatore nella logistica del sequestro. Entrambi erano tuttora in organico nei servizi di sicurezza di Hamas . Lo riferiscono fonti investigative locali, secondo le quali i due si chiamano rispettivamente Farid Bahar e Tamer al-Alhasasnah. Le fonti hanno aggiunto che sembra invece alleggerirsi la posizione del terzo sospetto arrestato, mentre altre tre persone risultano attivamente ricercate. La cellula che avrebbe gestito direttamente il rapimento e l’uccisione di Arrigoni sarebbe stata composta in totale da cinque persone, tutte militanti salafiti, ma almeno in parte provenienti dalle file di Hamas. I tre tuttora latitanti sono altri due palestinesi (originari come Bahar e al-Alhasasnah del campo profughi di Shati) e «un infiltrato giordano», hanno sottolineato le fonti. Per cercare di bloccarle le autorità di Hamas, oltre ad aver disposto retate su vasta scala e interrogatori a tappeto fra i simpatizzanti delle fazioni salafite, hanno disposto in queste ore la chiusura totale dei tunnel del contrabbando fra la Striscia di Gaza e l’Egitto.
IL PUNTO ALLE 16
Una morte atroce per mano di una frangia estrema di quel popolo palestinese alla cui causa si era dedicato da sempre, anima e corpo, anche a costo di sfidare il carcere israeliano. È finita così, a 36 anni, l’avventura umana di Vittorio Arrigoni, l’attivista, blogger e giornalista italiano rapito giovedì nella Striscia di Gaza, sua terra d’elezione, e ucciso nel giro di poche ore con disumana ferocia da un gruppuscolo locale di dichiarata matrice salafita: ispirato al verbo jihadista di Al Qaeda e ostile da posizioni ancor più radicali al “governo” islamico-nazionale di Hamas, che controlla l’enclave dal 2007.
Il suo corpo è stato trovato nell’angolo di una stanza spoglia, riverso su un materasso, in un appartamento del rione Qarama, a Gaza City, usato dai sequestratori come covo. Aveva indosso un giaccone nero, i polsi erano legati, con tracce di sangue sul volto e profondi segni rossastri attorno al collo. Secondo un primo referto medico, sarebbe stato strangolato con un cavo metallico o qualcosa di simile. Un epilogo agghiacciante, giunto all’improvviso dopo il rapimento di giovedì mattina - rivendicato dalle brigate Mohammed Bin Moslama, sigla salafita sinora poco nota - e la diffusione d’un filmato su YouTube in cui Arrigoni appariva malconcio, ma vivo. Mentre i sequestratori annunciavano un ultimatum di 30 ore (cioè sino alle 16 di ieri) per ottenere da Hamas la liberazione di un contingente di «confratelli», pena la morte di quell’ostaggio che additavano come «corruttore» occidentale dei costumi islamici e cittadino di «un paese infedele».
Da YouTube, manifestazione in ricordo di Arrigoni
Invece, tutto si è consumato molto più in fretta. E quando i miliziani di Hamas sono arrivati nel cuore della notte al covo, dopo aver arrestato un primo militante salafita, il volontario italiano era già senza vita. Stando ai primi esami - e in attesa che la salma sia restituita alla famiglia, dopo la riapertura del varco di Eretz fra la Striscia e Israele, prevista non prima di domani mattina - Arrigoni sarebbe stato ucciso sin dal pomeriggio di giovedì. O al massimo a tarda sera. Comunque, ben prima della scadenza del ricatto. L’ipotesi più plausibile è che la banda di rapitori fosse decisa ad assassinarlo sin dall’inizio, o al primo intoppo serio, non essendo abbastanza forte e attrezzata per gestire una detenzione di lungo termine.
Praga, manifestazione in ricordo di Arrigoni
Hamas, che durante l’irruzione nell’appartamento di Qarama ha eseguito un secondo arresto, non mostra di aver in ogni caso dubbi sulla matrice: un portavoce, Fawzi Barhum, ha additato apertamente i salafiti liquidandoli come «degenerati fuorilegge che vogliono seminare disperatamente anarchia e caos». Fonti del “ministero dell’Interno” di Gaza hanno a loro volta ammesso l’esistenza di fenomeni di «settarismo religioso» dietro il crimine, preannunciando a chiare lettere una «caccia al salafita».
Parole di dura denuncia sono arrivate da lì a poco direttamente dal capo del governo di fatto di Hamas, Ismail Hanyieh, che ha chiamato in prima persona la madre di Arrigoni, Egidia Beretta, per rendere onore all’ucciso, salutato come un eroe «della lotta contro l’assedio israeliano», ma anche dal fronte moderato dell’Autorità nazionale Palestinese (Anp).
Condanne unanimi rimbalzavano frattanto dall’Italia, da parte del governo, della Farnesina, del presidente della Camera e di esponenti di tutti i partiti, oltre che del mondo delle organizzazioni pacifiste e della sinistra antagonista vicine ad Arrigoni. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato alla famiglia un messaggio nel quale definisce l’assassinio «una barbarie terroristica» e più tardi, da Bratislava, ha chiesto a nome dell’intero paese chiarezza sulle responsabilità di questo crimine. Un crimine censurato con parole severe anche dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, e dall’Ue.
Da YouTube, le parole della madre di Vittorio Arrigoni
Sbigottimento e dolore si rincorrono intanto a Gaza - territorio ripetutamente sconsigliato ai viaggiatori dalla Farnesina anche per le difficoltà ad assicurare l’assistenza ai connazionali - dove manifestazioni spontanee di cordoglio si sono susseguite per tutto il giorno: in particolare di pescatori e contadini ai quali Arrigoni s’era spesso offerto in passato come “scudo umano”. Conosciuto più di ogni altro cooperante a Gaza - con il suo inconfondibile berretto, la pipa e i tatuaggi da marinaio - Vittorio Arrigoni era del resto di casa nella Striscia sin da quando vi era sbarcato nel 2008, con una delle prime flottiglie filopalestinesi salpate per sfidare il blocco marittimo imposto da Israele all’enclave dopo l’avvento al potere di Hamas. E ieri la sua salma, esposta all’omaggio dei visitatori nell’ospedale Shifa di Gaza City - lo stesso nel quale «l’amico italiano» era solito accompagnare ambulanze con i feriti (di nuovo, come “scudo umano”) nelle settimane della sanguinosa offensiva Piombo Fuso, condotta due anni fa da Israele contro Hamas - ha attratto file di persone commosse: «Vittorio era un fratello - ha esclamato fra gli altri, con le lacrime agli occhi, Khalil Abu Shamallah, promotore d’una associazione per i diritti umani a Gaza - Era venuto fra noi per rompere l’assedio israeliano, lasciando la sua patria e la famiglia. E qualcuno di noi l’ha ucciso. Perché»? Già, perché?
Foto - Arrigoni, manifestazioni in tutto il mondo
«Cancellate Arrigoni da Wikipedia»
La pagina Facebook di Vittorio continua a vivere
Video e foto - Il “testamento” di Arrigoni e la notizia della morte
IL PUNTO ALLE 16
Una morte atroce per mano di una frangia estrema di quel popolo palestinese alla cui causa si era dedicato da sempre, anima e corpo, anche a costo di sfidare il carcere israeliano. È finita così, a 36 anni, l’avventura umana di Vittorio Arrigoni, l’attivista, blogger e giornalista italiano rapito giovedì nella Striscia di Gaza, sua terra d’elezione, e ucciso nel giro di poche ore con disumana ferocia da un gruppuscolo locale di dichiarata matrice salafita: ispirato al verbo jihadista di Al Qaeda e ostile da posizioni ancor più radicali al “governo” islamico-nazionale di Hamas, che controlla l’enclave dal 2007.
Il suo corpo è stato trovato nell’angolo di una stanza spoglia, riverso su un materasso, in un appartamento del rione Qarama, a Gaza City, usato dai sequestratori come covo. Aveva indosso un giaccone nero, i polsi erano legati, con tracce di sangue sul volto e profondi segni rossastri attorno al collo. Secondo un primo referto medico, sarebbe stato strangolato con un cavo metallico o qualcosa di simile. Un epilogo agghiacciante, giunto all’improvviso dopo il rapimento di giovedì mattina - rivendicato dalle brigate Mohammed Bin Moslama, sigla salafita sinora poco nota - e la diffusione d’un filmato su YouTube in cui Arrigoni appariva malconcio, ma vivo. Mentre i sequestratori annunciavano un ultimatum di 30 ore (cioè sino alle 16 di ieri) per ottenere da Hamas la liberazione di un contingente di «confratelli», pena la morte di quell’ostaggio che additavano come «corruttore» occidentale dei costumi islamici e cittadino di «un paese infedele».
Da YouTube, manifestazione in ricordo di Arrigoni
Invece, tutto si è consumato molto più in fretta. E quando i miliziani di Hamas sono arrivati nel cuore della notte al covo, dopo aver arrestato un primo militante salafita, il volontario italiano era già senza vita. Stando ai primi esami - e in attesa che la salma sia restituita alla famiglia, dopo la riapertura del varco di Eretz fra la Striscia e Israele, prevista non prima di domani mattina - Arrigoni sarebbe stato ucciso sin dal pomeriggio di giovedì. O al massimo a tarda sera. Comunque, ben prima della scadenza del ricatto. L’ipotesi più plausibile è che la banda di rapitori fosse decisa ad assassinarlo sin dall’inizio, o al primo intoppo serio, non essendo abbastanza forte e attrezzata per gestire una detenzione di lungo termine.
Praga, manifestazione in ricordo di Arrigoni
Hamas, che durante l’irruzione nell’appartamento di Qarama ha eseguito un secondo arresto, non mostra di aver in ogni caso dubbi sulla matrice: un portavoce, Fawzi Barhum, ha additato apertamente i salafiti liquidandoli come «degenerati fuorilegge che vogliono seminare disperatamente anarchia e caos». Fonti del “ministero dell’Interno” di Gaza hanno a loro volta ammesso l’esistenza di fenomeni di «settarismo religioso» dietro il crimine, preannunciando a chiare lettere una «caccia al salafita».
Parole di dura denuncia sono arrivate da lì a poco direttamente dal capo del governo di fatto di Hamas, Ismail Hanyieh, che ha chiamato in prima persona la madre di Arrigoni, Egidia Beretta, per rendere onore all’ucciso, salutato come un eroe «della lotta contro l’assedio israeliano», ma anche dal fronte moderato dell’Autorità nazionale Palestinese (Anp).
Condanne unanimi rimbalzavano frattanto dall’Italia, da parte del governo, della Farnesina, del presidente della Camera e di esponenti di tutti i partiti, oltre che del mondo delle organizzazioni pacifiste e della sinistra antagonista vicine ad Arrigoni. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato alla famiglia un messaggio nel quale definisce l’assassinio «una barbarie terroristica» e più tardi, da Bratislava, ha chiesto a nome dell’intero paese chiarezza sulle responsabilità di questo crimine. Un crimine censurato con parole severe anche dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, e dall’Ue.
Da YouTube, le parole della madre di Vittorio Arrigoni
Sbigottimento e dolore si rincorrono intanto a Gaza - territorio ripetutamente sconsigliato ai viaggiatori dalla Farnesina anche per le difficoltà ad assicurare l’assistenza ai connazionali - dove manifestazioni spontanee di cordoglio si sono susseguite per tutto il giorno: in particolare di pescatori e contadini ai quali Arrigoni s’era spesso offerto in passato come “scudo umano”. Conosciuto più di ogni altro cooperante a Gaza - con il suo inconfondibile berretto, la pipa e i tatuaggi da marinaio - Vittorio Arrigoni era del resto di casa nella Striscia sin da quando vi era sbarcato nel 2008, con una delle prime flottiglie filopalestinesi salpate per sfidare il blocco marittimo imposto da Israele all’enclave dopo l’avvento al potere di Hamas. E ieri la sua salma, esposta all’omaggio dei visitatori nell’ospedale Shifa di Gaza City - lo stesso nel quale «l’amico italiano» era solito accompagnare ambulanze con i feriti (di nuovo, come “scudo umano”) nelle settimane della sanguinosa offensiva Piombo Fuso, condotta due anni fa da Israele contro Hamas - ha attratto file di persone commosse: «Vittorio era un fratello - ha esclamato fra gli altri, con le lacrime agli occhi, Khalil Abu Shamallah, promotore d’una associazione per i diritti umani a Gaza - Era venuto fra noi per rompere l’assedio israeliano, lasciando la sua patria e la famiglia. E qualcuno di noi l’ha ucciso. Perché»? Già, perché?
Foto - Arrigoni, manifestazioni in tutto il mondo
«Cancellate Arrigoni da Wikipedia»
La pagina Facebook di Vittorio continua a vivere
Video e foto - Il “testamento” di Arrigoni e la notizia della morte
lunedì 18 aprile 2011
Menhir Sardegna
In Sardegna
I menhir, termine di origine bretone, sono dei megaliti monolitici di forma allungata che possono essere eretti singolarmente o in gruppi; hanno forma generalmente squadrata, talvolta che si assottiglia verso la cima, con chiara simbologia fallica. Le dimensioni possono variare considerevolmente, e si possono raggiungere anche i venti metri di altezza. I menhir sono ampiamente distribuiti in tutta Europa, con massima concentrazione in Bretagna. In Sardegna, dislocati in tutto il territorio, vengono chiamati "pedras fittas". Solitamente sono completamente lisci, privi di incisioni, ma in alcuni è rappresentato il simbolo femminile della fecondità. In Sardegna i menhir più interessanti si trovano a Villa Sant'Antonio, in provincia di Oristano, dove, nella cosiddetta Valle dei Menhir, è presente un'alta concentrazione di rari menhir antropomorfi; a Goni, in provincia di Cagliari, si trova l'allineamento di Pranu Mutteddu, che fa parte di un'area molto ricca di monumenti megalitici del Neolitico, tra cui domus de janas e necropoli; infine a Sant'Antioco, sempre in provincia di Cagliari, vi sono non solo i famosi menhir di Su Para e Sa Mongia, ma anche, negli agglomerati urbanistici preistorici, numerosi menhir sia di genere maschile, di forma fallica, sia di genere femminile, con sezione concavo-convessa.
I menhir, termine di origine bretone, sono dei megaliti monolitici di forma allungata che possono essere eretti singolarmente o in gruppi; hanno forma generalmente squadrata, talvolta che si assottiglia verso la cima, con chiara simbologia fallica. Le dimensioni possono variare considerevolmente, e si possono raggiungere anche i venti metri di altezza. I menhir sono ampiamente distribuiti in tutta Europa, con massima concentrazione in Bretagna. In Sardegna, dislocati in tutto il territorio, vengono chiamati "pedras fittas". Solitamente sono completamente lisci, privi di incisioni, ma in alcuni è rappresentato il simbolo femminile della fecondità. In Sardegna i menhir più interessanti si trovano a Villa Sant'Antonio, in provincia di Oristano, dove, nella cosiddetta Valle dei Menhir, è presente un'alta concentrazione di rari menhir antropomorfi; a Goni, in provincia di Cagliari, si trova l'allineamento di Pranu Mutteddu, che fa parte di un'area molto ricca di monumenti megalitici del Neolitico, tra cui domus de janas e necropoli; infine a Sant'Antioco, sempre in provincia di Cagliari, vi sono non solo i famosi menhir di Su Para e Sa Mongia, ma anche, negli agglomerati urbanistici preistorici, numerosi menhir sia di genere maschile, di forma fallica, sia di genere femminile, con sezione concavo-convessa.
mercoledì 13 aprile 2011
Trovati i chiodi della croce di Gesù
"Abbiamo trovato i chiodi della croce di Gesù"
Annuncio di un investigatore israeliano: "Erano nella tomba del gran sacerdote Caifa"
"ECCO I CHIODI DELLA CROCE"
11:35 - Non è ancora stato pubblicato, e già ha scatenato un acceso dibattito in Terra Santa. Perché l'autore del documentario "I chiodi della croce", un investigatore israeliano, sostiene di aver ritrovato i chiodi con i quali Cristo venne inchiodato al legno sul Golgota. I due pezzetti di ferro sono stati ritrovati nel 1990 in una tomba a Gerusalemme, ma finora nessuno li aveva collegati alla morte di Gesù.
Lo ha fatto l'investigatore Simcha Jacobovici con un film che, dopo tre anni di ricerche, presenta le sue asserzioni. La cui pecca è però quella di non avere basi scientifiche, benché la ricostruzione possa apparire decisamente verosimile anche se scienziati e storici l'hanno immaediatamente bollata come una semplice trovata pubblicitaria.
Jacobovici sostiene di aver ritrovato il sepolcro di Gesù, e spiega che è differente da tutte le altre nella zona per il suo contesto storico e archeologico. Anche se, ammette lui stesso, "posso dire con una certezza del 100% che questi sono i chiodi con i quali è stato crocifisso Cristo? No, non posso".
Il film inizia con una panoramica sulla tomba scoperta nel 1990, che molti archeologi hanno immediatamente identificato come il sepolcro del gran sacerdote Caifa, colui che - stando al nuovo testamento - ha presieduto il "processo" contro Gesù. Nella tomba sono stati scoperti due chiodi di ferro, uno a terra e uno all'interno di un ossario; secondo il documentario, entrambi sono misteriosamente spariti subito dopo il ritrovamento. Jacobovici sostiene di averli rintracciati, dopo vent'anni, nel laboratorio di Tel Aviv di un antropologo esperto in ossa antiche.
Secondo Jacobovici, questi due chiodi "sono stati indiscutibilmente impiegati per una crocifissione, e siccome Caifa è stato coinvolto solo ed esclusivamente nella crocifissione di Gesù, è ovvio che quei chiodi siano quelli che hanno trafitto Cristo". Una conclusione, questa, che non convince né gli storici né gli archeologi, e tantomeno l'autorità archeologica israeliana, secondo la quale l'identificazione non viene provata oltre ogni ragionevole dubbio. Dubbio che quindi resta: saranno davvero i chiodi della crocifissione di Gesù?
Annuncio di un investigatore israeliano: "Erano nella tomba del gran sacerdote Caifa"
"ECCO I CHIODI DELLA CROCE"
11:35 - Non è ancora stato pubblicato, e già ha scatenato un acceso dibattito in Terra Santa. Perché l'autore del documentario "I chiodi della croce", un investigatore israeliano, sostiene di aver ritrovato i chiodi con i quali Cristo venne inchiodato al legno sul Golgota. I due pezzetti di ferro sono stati ritrovati nel 1990 in una tomba a Gerusalemme, ma finora nessuno li aveva collegati alla morte di Gesù.
Lo ha fatto l'investigatore Simcha Jacobovici con un film che, dopo tre anni di ricerche, presenta le sue asserzioni. La cui pecca è però quella di non avere basi scientifiche, benché la ricostruzione possa apparire decisamente verosimile anche se scienziati e storici l'hanno immaediatamente bollata come una semplice trovata pubblicitaria.
Jacobovici sostiene di aver ritrovato il sepolcro di Gesù, e spiega che è differente da tutte le altre nella zona per il suo contesto storico e archeologico. Anche se, ammette lui stesso, "posso dire con una certezza del 100% che questi sono i chiodi con i quali è stato crocifisso Cristo? No, non posso".
Il film inizia con una panoramica sulla tomba scoperta nel 1990, che molti archeologi hanno immediatamente identificato come il sepolcro del gran sacerdote Caifa, colui che - stando al nuovo testamento - ha presieduto il "processo" contro Gesù. Nella tomba sono stati scoperti due chiodi di ferro, uno a terra e uno all'interno di un ossario; secondo il documentario, entrambi sono misteriosamente spariti subito dopo il ritrovamento. Jacobovici sostiene di averli rintracciati, dopo vent'anni, nel laboratorio di Tel Aviv di un antropologo esperto in ossa antiche.
Secondo Jacobovici, questi due chiodi "sono stati indiscutibilmente impiegati per una crocifissione, e siccome Caifa è stato coinvolto solo ed esclusivamente nella crocifissione di Gesù, è ovvio che quei chiodi siano quelli che hanno trafitto Cristo". Una conclusione, questa, che non convince né gli storici né gli archeologi, e tantomeno l'autorità archeologica israeliana, secondo la quale l'identificazione non viene provata oltre ogni ragionevole dubbio. Dubbio che quindi resta: saranno davvero i chiodi della crocifissione di Gesù?
lunedì 11 aprile 2011
EVITIAMO CHE DIVENTINO MISTERI!!!!!!!
MISTERO IN LINEA PER IL SOCIALE!!!!!
ricevo e diffondo...fate altrettanto....
Daniela
E' molto importante per me, per te, per i tuoi amici, per i tuoi figli e per i tuoi nipoti, presentarsi al referendum abrogativo del 12-13 giugno 2011.
E' l'unico strumento, oltre alle elezioni, che ci fa sentire parte attiva di questo stato.
Il referendum avrà tre quesiti, uno più importante dell'altro.
Ve li elenco in maniera molto molto stringata.
Primo quesito: (Acqua)
Vuoi eliminare la legge che dà l'affidamento a soggetti privati o privati/pubblici la gestione del servizio idrico?
Secondo quesito (Acqua)
Vuoi eliminare la legge che consente al gestore di avere un profitto proprio sulla tariffa dell'acqua, indipendente da un reinvestimento per la riqualificazione della rete idrica?
Terzo quesito (Centrali Nucleari )
Vuoi eliminare la legge che permette la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano?
Quarto quesito (Legittimo Impedimento)
Vuoi eliminare la legge che permette al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri di non comparire in udienza penale durante la loro carica?
Come per ogni referendum, non basterà che vincano i SI ma bisognerà raggiungere il quorum. 25 milioni di persone, il 50% degli aventi diritto, dovrà recarsi alle urne per rendere il referendum valido.
La vera unità di noi tutti per far valere i nostri diritti di cittadini, capaci di dare una forte risposta a leggi che remano contro di noi.
Condividi questa mail con tutti i tuoi contatti, perchè questa volta abbiamo la possibilità di salvare il paese.
Oltre a tutto quanto contenuto in questo messaggio, informatevi correttamente circa le fonti di energia alternative e convenzionali. Cominciate con questo libro (scritto da ricercatori CNR) e se proprio non avete tempo/voglia, leggete almeno le ultime pagine (12 miti da sfatare - Forse non sapevi che).
http://search.4shared.com/q/1/energia%20astronave
L'INFORMAZIONE E' POTERE - Non lasciamola fare agli altri, essere informati per prima noi, e correttamente, è diventata un'esigenza improrogabile.
venerdì 8 aprile 2011
Non è Dylan Dog?????????????
IL CASO
E l’indagatore dell’incubo finisce sotto inchiesta
Chiede 100 euro a seduta agli studenti ansiosi, dopo la denuncia del Corriere si muove l’ordine degli psicologi
Il volantino pubblicitario del fantomatico indagatore dell'incubo (archivio)
NOTIZIE CORRELATE
«Tolgo gli incubi agli studenti» Ma lo psicologo non è abilitato
PADOVA – «L’indagatore dell’incubo » finisce sotto indagine dell’Ordine degli psicologi per abuso di professione. Non si tratta di Dylan Dog, il personaggio a fumetti creato da Tiziano Sclavi. Ma del dottor Giancarlo Moriconi, alias «Indagatore dell’incubo», laureato in psicologia, che promette di curare studenti stressati dell’università di Padova. Chiede 100 euro a seduta, «500 euro al mese». Indaga anche su fenomeni paranormali (a domicilio), consiglia «caffè zuccherati, un analgesico o Cepu» per l’ansia da esami. Moriconi non fugura nell’albo degli psicologi. Tanto meno risulta che abbia mai completato la laurea specialistica, ha conseguito la triennale che non consente accesso all’esame di Stato. Non potrebbe esercitare. Ci siamo finti uno studente in crisi da «ansia e stress» dovuto agli esami e abbiamo contattato il presunto psicologo. Ci ha chiesto 100 euro (ha allegato il numero di conto corrente) per pagare in anticipo un consulto fornito via mail.
Adesso emerge che il dottor Moriconi era già stato segnalato all’Ordine degli psicologi del Veneto. A suo carico risulta già pendente una verifica per abuso d’ufficio di professione: «E’ un caso che ci è stato segnalato di recente – spiega Mario Nicolussi, presidente dell’Ordine psicologi del Veneto –. La pratica è in carico alla commissione a tutela dell’Ordine, in fase istruttoria, per abuso d’ufficio di professione. Non risulta che questa persona sia iscritta ad alcun Ordine e tanto meno che abbia completato la laurea specialistica». E’ a tutela del cittadino: «L’ordine serve per garantire all’utenza che lo specialista ha seguito un percorso formativo adeguato - spiega Nicolussi -, con tirocini post-laurea e quattro prove selettive all’esame di Stato. Con la triennale non si può fare gli psicologi ».
Chiaro. Raggiunto al telefono, «l’Indagatore », dice di trovarsi fuori Padova («Al Vaticano», precisa via mail). Moriconi ha sostenuto che «essere iscritti all’albo non serve». Come mai? «Io do un aiuto alle persone, è bene che l’ordine esista ma per gli psicologi. Sono dottore in psicologia e la gente paga per i miei consigli». Il suo aiuto costa 100 euro a «consiglio »? «Il mio tempo si paga, è denaro ». Molti le chiedono aiuto? «Molti, studenti di ingegneria, statistica... Diciamocelo, a Padova ci sono molti “sfigati”, con il mio metodo sono soddisfatti ». E ha accettato anche casi di paranormale? «Sì, di visioni, allucinazioni... ». Non può raccontarcele? «Sono tenuto al segreto professionale». Una deontologia ce l’ha. Una sua foto? «Certo, concordiamo la tariffa». Cento euro?
Martino Galliolo
04 novembre 2009
E l’indagatore dell’incubo finisce sotto inchiesta
Chiede 100 euro a seduta agli studenti ansiosi, dopo la denuncia del Corriere si muove l’ordine degli psicologi
Il volantino pubblicitario del fantomatico indagatore dell'incubo (archivio)
NOTIZIE CORRELATE
«Tolgo gli incubi agli studenti» Ma lo psicologo non è abilitato
PADOVA – «L’indagatore dell’incubo » finisce sotto indagine dell’Ordine degli psicologi per abuso di professione. Non si tratta di Dylan Dog, il personaggio a fumetti creato da Tiziano Sclavi. Ma del dottor Giancarlo Moriconi, alias «Indagatore dell’incubo», laureato in psicologia, che promette di curare studenti stressati dell’università di Padova. Chiede 100 euro a seduta, «500 euro al mese». Indaga anche su fenomeni paranormali (a domicilio), consiglia «caffè zuccherati, un analgesico o Cepu» per l’ansia da esami. Moriconi non fugura nell’albo degli psicologi. Tanto meno risulta che abbia mai completato la laurea specialistica, ha conseguito la triennale che non consente accesso all’esame di Stato. Non potrebbe esercitare. Ci siamo finti uno studente in crisi da «ansia e stress» dovuto agli esami e abbiamo contattato il presunto psicologo. Ci ha chiesto 100 euro (ha allegato il numero di conto corrente) per pagare in anticipo un consulto fornito via mail.
Adesso emerge che il dottor Moriconi era già stato segnalato all’Ordine degli psicologi del Veneto. A suo carico risulta già pendente una verifica per abuso d’ufficio di professione: «E’ un caso che ci è stato segnalato di recente – spiega Mario Nicolussi, presidente dell’Ordine psicologi del Veneto –. La pratica è in carico alla commissione a tutela dell’Ordine, in fase istruttoria, per abuso d’ufficio di professione. Non risulta che questa persona sia iscritta ad alcun Ordine e tanto meno che abbia completato la laurea specialistica». E’ a tutela del cittadino: «L’ordine serve per garantire all’utenza che lo specialista ha seguito un percorso formativo adeguato - spiega Nicolussi -, con tirocini post-laurea e quattro prove selettive all’esame di Stato. Con la triennale non si può fare gli psicologi ».
Chiaro. Raggiunto al telefono, «l’Indagatore », dice di trovarsi fuori Padova («Al Vaticano», precisa via mail). Moriconi ha sostenuto che «essere iscritti all’albo non serve». Come mai? «Io do un aiuto alle persone, è bene che l’ordine esista ma per gli psicologi. Sono dottore in psicologia e la gente paga per i miei consigli». Il suo aiuto costa 100 euro a «consiglio »? «Il mio tempo si paga, è denaro ». Molti le chiedono aiuto? «Molti, studenti di ingegneria, statistica... Diciamocelo, a Padova ci sono molti “sfigati”, con il mio metodo sono soddisfatti ». E ha accettato anche casi di paranormale? «Sì, di visioni, allucinazioni... ». Non può raccontarcele? «Sono tenuto al segreto professionale». Una deontologia ce l’ha. Una sua foto? «Certo, concordiamo la tariffa». Cento euro?
Martino Galliolo
04 novembre 2009
I fuochi fatui
I fuochi fatui sono delle piccole fiammelle che si sprigionano dal terreno presumibilmente in
prossimità di resti organici sepolti - soprattutto nei cimiteri o in zone paludose.
Essi hanno da sempre ispirato gli scrittori horror. Anche nell'Ospite di Dracula - il racconto di Bram Stoker - si parla di fuochi fatui che appaiono ai lati di una strada.
Ancora non si capisce con precisione il processo chimico che porta alla comparsa di queste fiammelle. Si pensa che siano dovute all'autocombustione di miscele di gas - tra cui il metano - che si sprigionerebbero dal terreno lì dove dei materiali organici si decompongono nel sottosuolo. Tuttavia sembrerebbe che tali fuochi fatui siano freddi. In tal caso non si tratterebbe di autocombustione ma di fosforescenza.
Nell'antichità si pensava che fossero la manifestazione delle anime dei defunti.
Un esempio famoso di tali credenze era, dai tempi più remoti, la paura suscitata da un "pozzo" nel quale fin da tempi preistotrici venivano gettati i cadaveri dei defunti a Castellana.
Dall'imboccatura del pozzo infatti durante la notte era possibile osservare il fenomeno dei fuochi fatui.
Lo speleologo Anelli calandosi in questo pozzo scoprì le fantastiche, ed ora celeberrime, grotte di Castellana.
prossimità di resti organici sepolti - soprattutto nei cimiteri o in zone paludose.
Essi hanno da sempre ispirato gli scrittori horror. Anche nell'Ospite di Dracula - il racconto di Bram Stoker - si parla di fuochi fatui che appaiono ai lati di una strada.
Ancora non si capisce con precisione il processo chimico che porta alla comparsa di queste fiammelle. Si pensa che siano dovute all'autocombustione di miscele di gas - tra cui il metano - che si sprigionerebbero dal terreno lì dove dei materiali organici si decompongono nel sottosuolo. Tuttavia sembrerebbe che tali fuochi fatui siano freddi. In tal caso non si tratterebbe di autocombustione ma di fosforescenza.
Nell'antichità si pensava che fossero la manifestazione delle anime dei defunti.
Un esempio famoso di tali credenze era, dai tempi più remoti, la paura suscitata da un "pozzo" nel quale fin da tempi preistotrici venivano gettati i cadaveri dei defunti a Castellana.
Dall'imboccatura del pozzo infatti durante la notte era possibile osservare il fenomeno dei fuochi fatui.
Lo speleologo Anelli calandosi in questo pozzo scoprì le fantastiche, ed ora celeberrime, grotte di Castellana.
Fantasma di Firenze
Baldaccio d’Anghiari, fantasma di Firenze
I fantasmi escono di notte, vivono tranquillamente nascosti nei meandri dei castelli e delle ville medievalie poi nel calar della notte si danno da fare a impaurirne gli abitanti. Come poteva Firenze rimanere esente da queste leggende? Ogni città, ogni luogo storico ha un fantasma famoso e Palazzo Vecchio, da sempre palazzo di potere e residenza di uomini illustri ha immancabilmente il suo.
Non è raro, alla chiusura dei portoni di Palazzo Vecchio, di sentire passi, movimenti, cigolii ma non si riesce a vedere alcun che. Ci sono angoli che a Palazzo Vecchio rimangono ancora avvolti dal mistero e dalla leggenda dei quali, forse, della loro storia non sapremo mai niente. Angoli che sfuggono alle persone ed ai visitatori, ed è proprio in questi luoghi che si annidano i fantasmi. I fantasmi di Palazzo Vecchio sono tanti, ma uno in particolare ha il potere di evocare la curiosità e la paura, di un personaggio storico che ancora dopo tanti anni deve dire la sua; Baldaccio d’Anghiari.
Non gridate il nome, non nominatelo senza valido motivo, parlatene con rispetto e indulgenza e con voce bassa, in modo da non innescarne l’ira.
Baldaccio d’Anghiari (Baldaccio Bruni, Baldaccio da Citerno) figlio di Piero di Vagnone Bruni, nacque a Ranco, presso Anghiari intorno al 1400. Era un valoroso condottiero, uomo capace e coraggioso. Machiavelli lo definisce: “uomo di guerra eccellentissimo, perché in quelli tempi non era alcuno in Italia che di virtù di corpo e d’animo lo superasse; ed aveva intra le fanterie perché di quelle sempre era stato capo, tanta reputazione che ogni uomo estimava con quello in ogni impresa e a ogni sua volontà converrebbono”. Altri lo definiscono come: "Uomo valoroso e pieno di desiderio di guerra; prudente capitano; di animo grande e feroce in guerra; avventuroso ed audace; addirittura grande e grasso".
Senza dubbio un personaggio che faceva parlare di se, anche per i numerosi cambi di fronte nel corso di guerre e battaglie. Ha combattuto per i Malatesta, per Piccinino, per il Conte d’Urbino, poi assoldato spesso dai fiorentini, poi dal Papa contro il Piccinino che precedentemente aveva servito; un tipo stravagante.
E' di nuovo a Firenze ma non al soldo dei fiorentini, tenta inutilmente di conquistare Piombino mentre le sue fanterie scorrazzano e saccheggiano i dintorni suscitando vive proteste del governo.
In quel tempo era Gonfaloniere di Giustizia Bartolommeo Orlandini che volle vendicarsi dell’affronto subito da Baldaccio, con una spietatezza che fa rabbrividire. Il 6 settembre 1441, convocò Baldaccio a Palazzo Vecchio e lo fece uccidere a tradimento. “Fu assalito e ferito e gettato a terra dalle finestre nel cortile e subito così, quasi morto, gli feciono tagliare la testa a piè dell’uscio del capitano, su la piazza, e stettevi il corpo alquante hore..” recitano le conache del tempo.
Il corpo di Baldaccio Bruni fu sepolto nel chiostro di Santo Spirito in Firenze. La vedova Annalena Malatesta, dopo la morte prematura del figlio Galeotto, vendette tutti i suoi averi e trasformò la sua casa d’Oltrarno in un monastero che da lei prese il nome. Il fattaccio commosse tutta Firenze e lo stesso papa Eugenio IV provò dolore e sdegno per quell’efferato delitto, malamente ricoperto dall’accusa di tradimento, con la quale si uccideva due volte il valoroso Baldaccio d’Anghiari.
Da allora il fantasma di Baldaccio d’Anghiari si aggira nei meandri di Palazzo Vecchio aspettando il momento della sua vendetta, la presenza costante della sua immaginaria figura ci fa ricordare le ingiustizie del passato e l’ammonimento e l’efferatezza della giustizia di allora. Il 6 settembre si fa vedere anche nel Castello dei Sorci di Anghiari località natale del Baldaccio, località turistica, curiosità legittima!
2 febbraio 2011
di infinito
Rinvenute sulla Luna costruzioni fatte da alieni
Pochi giorni fa avevamo inserito la notizia relativa ad alcuni ritrovamenti di tracce aliene sul lato oscuro della Luna, sempre in questi giorni è trapelata anche la notizia per la quale gli scienziati e gli ingegneri della NASA che partecipavano all’esplorazione di Marte e della Luna hanno riferito i risultati delle loro scoperte al Washington National Press Club il 21 marzo 1996, annunciando per la prima volta che strutture e oggetti artificiali sono stati scoperti sulla Luna. All’incontro è stata citata anche la notizia che l’Unione Sovietica faceva uso di materiale fotografico in suo possesso che avrebbe provato la presenza di tale attività aliena.
Emerge che alcuni oggetti sulla superficie lunare, parzialmente distrutti, non possono essere considerati come formazioni geologiche naturali, dal momento che essi mostrano una formazione complessa e una struttura geometrica.
Nella parte superiore di Rima hadley, non lontano dal luogo dove l’Apollo15 era atterrato, è stata ritrovata una costruzione circondata da un muro con la forma di una “D” e vari manufatti sono stati scoperti in 44 regioni lunari. Il “NASA Goddard Space Flight Center” e lo “Houston Planetary Institute” stanno indagando su queste aree. Misteriosi scavi a forma di terrapieno di roccia sono stati rinvenuti vicino al cratere Ticho. Questi scavi concentrici esagonali e l’entrata della galleria sul lato delle terrazze non possono essere i risultati di processi geologici naturali, anzi la loro conformazione è molto simile all’effetto delle aperture ottenute con le mine.
Inoltre vicino al cratere Copernicus è stata scoperta una cupola trasparente che si innalza sopra il bordo del cratere. La cupola è insolita, visto che sembra emanare una luminescenza bianca e blu dall’interno.
Un altro oggetto piuttosto insolito è stato scoperto nella parte superiore dell’area Factory, si tratta di un disco di circa 50 metri di diametro che si erge su un basamento squadrato, circondato da mura.
Infine molti studiosi sono particolarmente interessati alle strutture antiche che somigliano a città parzialmente distrutte poiché pare che presentino una geometria straordinariamente regolare di costruzioni allineate e rettangolari. Essi somigliano alle nostre città viste dall’altezza di 5-8 chilometri.
Come sempre si attende di saperne di più.
Se vuoi commentare la notizia puoi farlo anche su: Facebook Bibbia e Alieni
Tags: alieni, apollo, astronauti, astronave, bibbia, costruzioni aliene, luna, missione, ritrovamenti alieni, ufo
giovedì 7 aprile 2011
Richard Hoover: i primi fossili di batteri alieni nei meteoriti
Richard Hoover: i primi fossili di batteri alieni nei meteoriti
Un ricercatore della Nasa sostiene di aver scoperto una forma aliena fossilizzata di vita giunta dallo spazio che può spiegare, tra l'altro, come la vita stessa sia arrivata sulla Terra. La sua scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Journal of Cosmology. Nonostante la certezza dalla scoperta il ricercatore Richard Hoover ha chiesto a ricercatori di tutto il mondo di verificare se le sue prove possono in qualche modo non essere corrette.
La fonte: http://scienze.liquida.it
Un ricercatore della Nasa sostiene di aver scoperto una forma aliena fossilizzata di vita giunta dallo spazio che può spiegare, tra l'altro, come la vita stessa sia arrivata sulla Terra. La sua scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Journal of Cosmology. Nonostante la certezza dalla scoperta il ricercatore Richard Hoover ha chiesto a ricercatori di tutto il mondo di verificare se le sue prove possono in qualche modo non essere corrette.
La fonte: http://scienze.liquida.it
28 DICEMBRE 1988 PORTORICO
|
Iscriviti a:
Post (Atom)
-
Fattore RH (Negativo) Autore: Time of Gods | Categoria: Conoscenza Commenti (5) | Commenta l'articolo Circa una settimana fà mi son...
-
di Raffaele Di Nicuolo Dopo l'uscita in Italia del film "Il Quarto Tipo (The Fourth kind)" mi sono chiesto se ci fosse qualc...
-
E’ possibile, come alcuni ricercatori sostengono, che il sangue Rh negativo sia collegato alla antica discendenza dei Nephilim, i bib...