“Misteri in pinacoteca”. Con questo titolo la
Società cooperativa sociale “Il Poliedro”, ente gestore dell’area
museale della Pinacoteca comunale di Città di Castello, ha promosso un
incontro, a palazzo Vitelli alla Cannoniera. Al centro
dell’appuntamento, a cui hanno preso parte anche Alessandra Garavani,
presidente de “Il Poliedro”, e Michele Bettarelli, assessore alla
cultura del Comune di Città di Castello, ci sono stati i risultati della
ricerca svolta dall’esperto biometrico e indagatore dell’ignoto,
Daniele Gullà, coadiuvato da Florentina Richeldi, Mattia Mascagni e
Luciano Pederzoli, e volta a esplorare alcuni fenomeni inspiegabili da
sempre legati alla storia della residenza tifernate.
“Tutto è iniziato dalla suggestione di un’operatrice del museo – ha
spiegato Garavani – che, a fronte delle leggende legate alla residenza,
ha voluto sottoporre il palazzo a un approfondito esame. Anche questa –
ha aggiunto - è un’occasione per ‘vivere il museo’, quello a cui
puntiamo da ormai 15 anni”. “Siamo stati chiamati da ‘Il Poliedro’ – ha
spiegato Gullà - per fare dei test sulla struttura. Prima di arrivare
qui, a Città di Castello, abbiamo sottoposto le mappe del palazzo a
Florentina Richeldi, esperta nelle tecniche di percezione psichica, che,
attraverso una seduta di ‘visione a distanza’, ha fornito dei punti
interessanti, all’interno di questa struttura, su cui ci siamo poi
concentrati”. Dopo questa fase preliminare, lo staff di Daniele Gullà,
giunto a Città di Castello, ha compiuto una doppia rilevazione, audio e
video.
“Abbiamo chiesto la possibilità di esplorare, senza condizionamenti, il
locale – ha continuato Gullà –, effettuato un monitoraggio a frequenze
non visibili e registrato frequenze non udibili all’orecchio umano.
Abbiamo fatto chiudere la pinacoteca per 6 ore, nelle quali abbiamo
lasciato dei microfoni molto sensibili all’interno, accertandoci che
nessuno, come anche dimostrato dalle telecamere di sicurezza, potesse
introdursi nel palazzo”. L’esame ha prodotto suggestivi risultati,
accolti da numerosi interessati del paranormale, intervenuti
all’incontro con gli esperti. “Dopo il rilievo – ha raccontato Gullà -,
svolto il nastro registrato, ci siamo accorti che, a circa 3 ore dal
momento in cui avevamo lasciato il palazzo, erano stati rilevati dei
suoni. Alcuni dei quali, certo, possono essere provenuti dall’esterno,
ma, un paio, e in particolare uno, certamente accaduti all’interno della
struttura, per intensità sonora e per riverbero ambientale. Abbiamo
cercato di capire la natura del suono, che ha presentato caratteristiche
fisiologiche umane, comparandolo ad altri campioni audio, e ottenuto
che la traccia sonora a cui più si avvicina è quella che simula la
reazione vocale umana a una pugnalata”. “Altra cosa emersa – ha, poi,
proseguito Gullà - sono delle immagini, catturate in banda ultravioletta
e infrarossa, che hanno mostrato degli addensamenti, non spiegabili
scientificamente, che, in una sequenza di tre scatti, hanno fatto
rilevare una forma antropomorfa, molto simile a una figura femminile”. A
questi risultati, come spiegato anche nel corso dell’incontro di
giovedì sera, si aggiunge poi il rilevamento di alcuni oggetti metallici
sepolti dentro il palazzo, localizzati tramite georadar. Tutti gli
elementi emersi dall’esame, poi, hanno richiamato la leggenda tifernate
che, da sempre, lega a palazzo Vitelli alla Cannoniera le figure di
Alessandro Vitelli, la moglie Angela de’ Rossi di San Secondo e Laura,
nota come “Sora Laura”. Un personaggio, questo, privo di riferimenti
storici, ma di cui, nei secoli, si è tramandato, verbalmente, la
consuetudine di attrarre a palazzo, attraverso il lancio di un
fazzoletto per strada, uomini poi scomparsi. “La leggenda esiste – ha
concluso Gullà - e adesso anche dei dati, che abbiamo raccolto senza
interpretarli, perché non spetta a noi. Quanto rilevato è di sicuro
interessante, ma la ricerca andrebbe approfondita per cercare continuità
nei fenomeni registrati e un eventuale collegamento alla leggenda di
questa residenza”.
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