IL VATICANO INDECISO SULL' OLOCAUSTO, I PRETI ERANO DIVISI SU PIO XII”
Nuovi cables di Wikileaks filtrati dai sacri palazzi mostrano una sostanziale empasse diplomatica nello schierarsi con decisione sui fatti della Seconda Guerra Mondiale.
Il Vaticano prima firmò un accordo scritto col quale si impegnava ad entrare in una organizzazione internazionale di ricordo e memoria dell’Olocausto, e poi se ne disimpegnò, dati i furiosi dibattiti all’interno della Curia sul ruolo e sul ricordo da dare a Pio XII, il papa della Seconda Guerra Mondiale più volte accusato di collusione con il nazismo e l’ antisemitismo.
SAN WIKILEAKS – A mostrare questa verità è ora l’ ennesimo cable indirizzato dall’ ambasciatore americano presso la Santa Sede al governo centrale di Washington, rintracciato da Wikileaks e pubblicato dal Guardian. In esso, tutte le esitazioni del clero a schierarsi con nettezza dalla parte delle vittime dell’ Olocausto:
principalmente per colpa della poca chiarezza sul ruolo del pontefice che prima di assurgere alla Cattedra di Pietro era stato Nunzio apostolico a Berlino. Sta di fatto che, dopo aver firmato un impegno scritto in questo senso, “il Vaticano si disimpegnò completamente” dall’ intenzione di aderire come osservatore al Task Force for International Cooperation on Holocaust Education, Remembrance, and Research, un network di organizzazioni e stati che voleva promuovere la memoria e la storia della Shoah. Il motivo, spiega il Guardian, non era molto chiaro ai diplomatici americani: due le ipotesi.
La decisione potrebbe essere stata presa del relativamente inesperto nuovo viceministro degli Esteri del Vaticano e, se così, non sarebbe la prima volta che il Vaticano si complica le relazioni internazionali. Ma il Vaticano si starebbe anche ritraendo per colpa delle richieste da parte dell’ITF di declassificare documenti del pontificato della Seconda Guerra Mondiale di Papa Pio XII. Indipendentemente dalla causa, comunque, l’ITF continuerà a ricercare legami più stretti con la santa sede nei mesi a venire.
PIO XII – Insomma: errore grossolano di un giovane diplomatico o intenzione deliberata della Santa Sede, non importa. Fatto sta che i paesi coinvolti nel network di ricordo e promozione della cultura della lotta all’ antisemitismo erano “dispiaciuti” dall’ atteggiamento del Vaticano. Tutta colpa di Pio decimo-secondo, di cui il Guardian restituisce un breve ritratto utile alla comprensione della vicenda.
Pio XII è stata una figura controversa: non ha mai pubblicamente denunciato l’ olocausto nel 1941 o nel 1942, quando il Vaticano fu per la prima volta informato di quanto si stava verificando. Prima di diventare Papa, servì come Nunzio Apostolico a Berlino. Alcuni gruppi ebraici lo hanno accusato di atteggiamenti antisemiti; i suoi difensori, fra di essi anche molti ebrei, hanno sottolineato che qualsiasi resistenza ulteriore ai nazisti sarebbe potuta essere controproducente, citando l’esempio della chiesa in Olanda, dove la repressione selvaggia e la deportazione di molti ebrei seguì la denuncia delle politiche Naziste dal pulpito.
DOCUMENTI CLASSIFICATI – Dunque la figura del papa di guerra era controversa per gli stessi sacri palazzi, che non sapevano bene come schierarsi, se a favore o contro la declassificazione di documenti riservati sulla sua epoca. La situazione prova ad evolvere sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, deciso a canonizzare il predecessore: ma per farlo, sarebbe stato essenziale un approfondimento sulla sua vita e sulle sue opere. Così, il Papa buono dette l’ordine ad un team di ricercatori di analizzare tutti i documenti del pontificato di Pio XII, in previsione di una loro pubblicazione integrale. Ma fu un breve idillio.
Nel 2002, in parte rispondendo ad una pressione americana, Papa Giovanni Paolo II, che voleva canonizzare il suo predecessore, autorizzò il rilascio di documenti risalenti all’era di ambasciatore in Germania di Pio XII. “La decisione appare essere un tentativo dal Papa per mettere a tacere accuse di anti-semitismo sollevate contro il suo predecessore Pio XII”, scriveva il diplomatico americano; “Potrebbe contare anche il rinnovato interesse del Vaticano nella beatificazione di Pio XII, libera dal peso dello scandalo e della derisione. La decisione da parte di Papa Giovanni Paolo II di dispensare con procedure standard i documenti in questo caso viene dopo anni di affermazioni del Vaticano sul fatto che questo materiale non potesse essere rilasciato, perchè mai propriamente catalogato. La decisione però mostra che qualsiasi cosa il Papa voglia, viene in effetti messo in pratica”. Ma questo non sarebbe rimasto vero per molto tempo. Mentre Papa Giovanni Paolo II affondava nel morbo di Parkinson, che lo avrebbe ucciso nel 2005, il Vaticano nicchiava. Ci sono riferimenti alla scarsità di ricercatori, e quando il tema verrà ripreso nel 2009 ogni speranza di compromesso sarà ormai perduta.
Dunque, secondo gli archivi di Wikileaks, si sarebbe trattato di un insabbiamento in piena regola da parte della Curia Vaticana, decisa a conservare un alone di dubbio su una figura tuttora dibattuta nella storiografia del XX secolo.
http://www.giornalettismo.com/archives/105876/il-vaticano-indeciso-sullolocausto/
sabato 28 gennaio 2012
venerdì 27 gennaio 2012
Massacrate gli ebrei di Roma. Quello che gli Alleati sapevano.
Il 16 ottobre 1943 rappresenta un giorno di infamia e di lutto. A Roma le SS tedesche comandate dal maggiore Kappler rastrellarono nel Ghetto 1.267 ebrei romani.
Recentemente in base al "Nazi War Crimes Disclosure Act" sono stati declassificati e resi di pubblico dominio più di 400.000 documenti dell'OSS (Office Strategic Services) i servizi segreti statunitensi dal 1942 al 1945 e i successivi documenti del Strategic Services Unit dal 1945 al 1946.
Tra questi documenti due - particolarmente importanti - riguardano la sorte degli ebrei romani. Olokaustos.org li presenta ai suoi lettori italiani con la traduzione di Daniela Millefiorini.
Il primo documento è una informazione proveniente da un agente segreto chiave dell’OSS durante la Seconda Guerra Mondiale: un funzionario del Ministero degli Esteri anti nazista chiamato Fritz Kolpe. Kolpe, nei suoi frequenti viaggi in Svizzera come diplomatico, si incontrava con gli agenti dell'OSS e consegnava loro i documenti segreti nazisti che aveva duplicato. Con il nome in codice di "George Wood", Fritz Kolpe divenne la miglior fonte di Allen Dulles a Berna durante il 1944 ed il 1945. Il documento che pubblichiamo, (classificato in Rapporti dell’Ufficio dei Servizi Strategici, RG 226, Registrazione 210, cassa 440) risale al 6 ottobre 1944 ed è stato reso pubblico nel 1998. In esso vengono rivelati i piani tedeschi per la razzia e deportazione degli 8.000 ebrei di Roma. Dunque con dieci giorni d'anticipo gli Alleati erano venuti a conoscenza delle intenzioni tedesche. Il testo del documento è il seguente:
[Segreto]
Ufficio Servizi Strategici
Washington, D. C.
TRATTAMENTO DEGLI EBREI ITALIANI
Il 6 Ottobre 1943 è stata fatta la seguente raccomandazione ad alte fonti tedesche da un ufficiale tedesco in Italia:
Sono stati ricevuti da Berlino dall’Obersturmbannf¸hrer Kappler (ordini per) catturare e portare al Nord Italia gli 8.000 Ebrei che vivono a Roma. Devono essere liquidati.
Il Generale Stahel, il Comandante della città di Roma, permetterà questa azione solo se sarà in armonia con le politiche Ministero degli Esteri del Reich. Sarebbe affare migliore, secondo la mia opinione, usare gli Ebrei come a Tunisi, per lavorare alle fortificazioni. Insieme a Kappler, presenterò questo punto di vista tramite il Feldmaresciallo Generale Kesselring.
Il 6 ottobre dunque il destino degli ebrei romani era stato deciso a Berlino: trasferirli a nord e eliminarli. Evidentemente Kappler e le SS in Italia ebbero l'idea di utilizzare la forza lavoro ebraica prima di eliminarla. Questa proposta - che avrebbe significato dilazionare l'eliminazione - non venne accolta a Berlino.
L'11 ottobre 1943 Ernst Kaltenbrunner - Capo dell'Ufficio Centrale per la Sicurezza del Reich e successore di Reinhard Heydrich - inviava un messaggio radio criptato a Herbert Kappler.
I servizi segreti britannici intercettarono la trasmissione e la trasmisero ai servizi segreti americani. Il messaggio [Records of the Office of Strategic Services (RG 226), Document # 670 (CIA Box4, Project 907122).] reso noto anch'esso nel 1998 recitava:
7458 GRUPPO XIII/52
Da BERLINO a ROMA
RSS 256/11/10/43
QGL su 6556 kcs 1902/15 GMT
1955/156
A KAPPLER.
E’ esattamente l’immediato e completo sradicamento degli Ebrei in ITALIA che è nello speciale interesse della presente situazione politica interna e della sicurezza generale in ITALIA. Per posporre l’espulsione degli Ebrei fino a che i CARABINIERI e gli ufficiali dell’Esercito Italiano non siano stati rimossi non si può più considerare che la menzionata idea di richiamare in ITALIA per quello che probabilmente è un lavoro del tutto improduttivo sotto la direzione responsabile delle autorità italiane. Più a lungo si dilazionerà, maggiormente gli Ebrei, che stanno senza dubbio facendo assegnamento su misure di evacuazione hanno un’opportunità di andare [a nascondersi] nelle case di Italiani favorevoli agli Ebrei [e] di scomparire completamente. [18 corrotto]. L’Italia [è stata] istruita ad eseguire gli ordini del RFSS per procedere con l’evacuazione degli Ebrei senza alcuna ulteriore dilazione.
KALTENBRUNNER. Obergruppenführer
Kaltenbrunner dunque respingeva l'idea di utilizzare gli ebrei come forza lavoro sotto la responsabilità italiana. Né si poteva aspettare che tutti i Carabinieri e gli ufficiali dell'Esercito (ritenuti inaffidabili) fossero neutralizzati. Occorreva far presto.
Dieci giorni dopo Herbert Kappler rastrellava gli ebrei del Ghetto di Roma: destinazione Auschwitz.
la fonte:http://www.olokaustos.org/index.htm
Recentemente in base al "Nazi War Crimes Disclosure Act" sono stati declassificati e resi di pubblico dominio più di 400.000 documenti dell'OSS (Office Strategic Services) i servizi segreti statunitensi dal 1942 al 1945 e i successivi documenti del Strategic Services Unit dal 1945 al 1946.
Tra questi documenti due - particolarmente importanti - riguardano la sorte degli ebrei romani. Olokaustos.org li presenta ai suoi lettori italiani con la traduzione di Daniela Millefiorini.
Il primo documento è una informazione proveniente da un agente segreto chiave dell’OSS durante la Seconda Guerra Mondiale: un funzionario del Ministero degli Esteri anti nazista chiamato Fritz Kolpe. Kolpe, nei suoi frequenti viaggi in Svizzera come diplomatico, si incontrava con gli agenti dell'OSS e consegnava loro i documenti segreti nazisti che aveva duplicato. Con il nome in codice di "George Wood", Fritz Kolpe divenne la miglior fonte di Allen Dulles a Berna durante il 1944 ed il 1945. Il documento che pubblichiamo, (classificato in Rapporti dell’Ufficio dei Servizi Strategici, RG 226, Registrazione 210, cassa 440) risale al 6 ottobre 1944 ed è stato reso pubblico nel 1998. In esso vengono rivelati i piani tedeschi per la razzia e deportazione degli 8.000 ebrei di Roma. Dunque con dieci giorni d'anticipo gli Alleati erano venuti a conoscenza delle intenzioni tedesche. Il testo del documento è il seguente:
[Segreto]
Ufficio Servizi Strategici
Washington, D. C.
TRATTAMENTO DEGLI EBREI ITALIANI
Il 6 Ottobre 1943 è stata fatta la seguente raccomandazione ad alte fonti tedesche da un ufficiale tedesco in Italia:
Sono stati ricevuti da Berlino dall’Obersturmbannf¸hrer Kappler (ordini per) catturare e portare al Nord Italia gli 8.000 Ebrei che vivono a Roma. Devono essere liquidati.
Il Generale Stahel, il Comandante della città di Roma, permetterà questa azione solo se sarà in armonia con le politiche Ministero degli Esteri del Reich. Sarebbe affare migliore, secondo la mia opinione, usare gli Ebrei come a Tunisi, per lavorare alle fortificazioni. Insieme a Kappler, presenterò questo punto di vista tramite il Feldmaresciallo Generale Kesselring.
Il 6 ottobre dunque il destino degli ebrei romani era stato deciso a Berlino: trasferirli a nord e eliminarli. Evidentemente Kappler e le SS in Italia ebbero l'idea di utilizzare la forza lavoro ebraica prima di eliminarla. Questa proposta - che avrebbe significato dilazionare l'eliminazione - non venne accolta a Berlino.
L'11 ottobre 1943 Ernst Kaltenbrunner - Capo dell'Ufficio Centrale per la Sicurezza del Reich e successore di Reinhard Heydrich - inviava un messaggio radio criptato a Herbert Kappler.
I servizi segreti britannici intercettarono la trasmissione e la trasmisero ai servizi segreti americani. Il messaggio [Records of the Office of Strategic Services (RG 226), Document # 670 (CIA Box4, Project 907122).] reso noto anch'esso nel 1998 recitava:
7458 GRUPPO XIII/52
Da BERLINO a ROMA
RSS 256/11/10/43
QGL su 6556 kcs 1902/15 GMT
1955/156
A KAPPLER.
E’ esattamente l’immediato e completo sradicamento degli Ebrei in ITALIA che è nello speciale interesse della presente situazione politica interna e della sicurezza generale in ITALIA. Per posporre l’espulsione degli Ebrei fino a che i CARABINIERI e gli ufficiali dell’Esercito Italiano non siano stati rimossi non si può più considerare che la menzionata idea di richiamare in ITALIA per quello che probabilmente è un lavoro del tutto improduttivo sotto la direzione responsabile delle autorità italiane. Più a lungo si dilazionerà, maggiormente gli Ebrei, che stanno senza dubbio facendo assegnamento su misure di evacuazione hanno un’opportunità di andare [a nascondersi] nelle case di Italiani favorevoli agli Ebrei [e] di scomparire completamente. [18 corrotto]. L’Italia [è stata] istruita ad eseguire gli ordini del RFSS per procedere con l’evacuazione degli Ebrei senza alcuna ulteriore dilazione.
KALTENBRUNNER. Obergruppenführer
Kaltenbrunner dunque respingeva l'idea di utilizzare gli ebrei come forza lavoro sotto la responsabilità italiana. Né si poteva aspettare che tutti i Carabinieri e gli ufficiali dell'Esercito (ritenuti inaffidabili) fossero neutralizzati. Occorreva far presto.
Dieci giorni dopo Herbert Kappler rastrellava gli ebrei del Ghetto di Roma: destinazione Auschwitz.
la fonte:http://www.olokaustos.org/index.htm
NON SIAMO SOLI!!!!!
Una notizia sconvolgente è circolata oggi proveniente dalla Russia, dove lo scienziato Leonid Ksanfomaliti ha mostrato una foto presa da una sonda sovietica su Venere nel 1982 che mostrerebbe una presunta forma di vita aliena. Sembra una notizia di fantascienza ma le foto esistono e se la loro veridicità dovesse essere confermata finalmente l’umanità sarebbe venuta in possesso di una prova che mostrerebbe l’esistenza di altre forma di vita nell’universo.
Aveva sollevato la questione un articolo pubblicato nella rivista Russian Solar System Research dove veniva spiegato che una sonda sovietica avrebbe appunto catturato immagini di possibili forme di vita su Venere. L’articolo è stato preparato da Leonid Ksanfomaliti in persona, scienziato dell’Istituto di Ricerca Russo, che ha tracciato un’analisi dettagliata di un video di 126 minuti filmato dalla sonda su Venere.
“Senza tornare alla convinzione presente per cui la vita sarebbe impossibile su Venere a queste condizioni, possiamo tranquillamente fare un respiro profondo e sostenere che le caratteristiche morfologiche delle immagini ci inducono a credere che certi oggetti ripresi sulla superficie del pianeta avrebbero qualità di esseri viventi”, ha commentato il ricercatore ai microfoni di Russia Today.
Nell’articolo sarebbero stati menzionati tre distinti oggetti, uno a forma di disco, una macchia indefinita nera e qualcosa di somigliante a uno scorpione. Il ricercatore Ksanfomaliti ha sostenuto che l’oggetto, che misurerebbe tra 0,1 e 0,5 metri, sarebbe in costante movimento rendendo difficile spiegare il tutto solo come semplici problemi tecnici. In particolare avrebbe destato stupore che le immagini dello scorpione sarebbero state registrate per 26 minuti prima di scomparire nel nulla. Lo scienziato aveva solo una vaga idea del video ma aveva deciso di rimanere in silenzio non divulgando le foto fino a oggi, quando basandosi su una nuova ondata di ricerche dedicate allo studio di potenziali forme di vita aliene fuori dal nostro sistema solare, ha deciso di riprenderle in mano. Lo scienziato avrebbe anche promesso di pubblicare ulteriori risultati delle sue ricerche nei prossimi articoli.
Ovviamente il mondo scientifico non ha prestato credito alla scoperta dello scienziato, soprattutto perchè le forme di vita fin qui conosciute sarebbero in grado di sopravvivere a una temperatura massima di 150 gradi mentre per loro sarebbe impossibile rimanere in vita a una temperatura, come quella su Venere, superiore ai 500 gradi. Una delle voci critiche è quella di Jonathan Hill, scienziato del centro di controllo della missione marziana Nasa presso l’Università dell’Arizona. Secondo Hill le immagini a maggiore risoluzione mostrerebbero che l’oggetto in questione sarebbe in realtà un componente meccanico e non una creatura vivente. Secondo la Nasa quindi sarebbero solo pezzi della sonda stessa. Bufala o no, coloro che hanno sempre sognato un incontro ravvicinato con gli et possono iniziare a sognare.
Fonte: Link
martedì 24 gennaio 2012
Le Dune di Titano
Le Dune di Titano
Titano come Arrakis, il pianeta di Dune, capolavoro di fantascienza di Frank Herbert. Ma anche Titano come la Terra, considerata l’incredibile somiglianza fra le dune sabbiose della grande luna di Saturno e quelle presenti nei deserti della Namibia o dell’Arabia Saudita. Una somiglianza che non va però molto oltre la forma. Le dune di Titano, che coprono circa il 13% della superficie della luna e si estendono per oltre 10 milioni di chilometri quadrati (un’area che corrisponde più o meno a quella del Canada), sono infatti molto più grandi di quelle terrestri: larghe uno o due chilometri, lunghe centinaia di chilometri e alte attorno ai 100 metri. Diverso è anche il materiale che le compone: non silicati, bensì idrocarburi solidi, che precipitando dall’atmosfera si aggregano, seguendo un processo non ancora compreso dagli scienziati, in granelli di dimensioni millimetriche. E diverse lo sono pure tra loro, influenzate a quanto pare dall’ambiente in cui sorgono.
Grazie ai dati del radar a bordo della sonda NASA-ESA-ASI Cassini, un team di ricercatori guidato da Alice Le Gall, del Laboratoire Atmosphères, Milieux, Observations Spatiales (LATMOS-UVSQ) di Parigi e del Jet Propulsion Laboratory della NASA, ha infatti scoperto che la dimensione delle dune di Titano dipende da almeno due fattori geografici: l’altitudine e la latitudine.
Partiamo dall’altitudine. Le principali distese di dune si trovano per lo più in basso, nelle zone di pianura. Le dune ad alta quota tendono a essere più strette, maggiormente distanti l’una dall’altra e con una copertura sabbiosa più sottile, come se ad altitudini elevate ci fosse meno sabbia rispetto a quella disponibile in pianura. Quanto alla latitudine, su Titano le dune sono confinate alla fascia equatoriale, fra i 30° sud e i 30° nord. Con un’asimmetria: nell’emisfero settentrionale tendono a essere, come ad alta quota, più strette e maggiormente distanti l’una dall’altra rispetto a quanto non accada alle latitudini più a sud.
Un’asimmetria, quest’ultima, che gli scienziati attribuiscono all’ellitticità dell’orbita di Saturno. Le stagioni, su Titano, dipendono dall’orbita percorsa da Saturno attorno al Sole. Poiché questa impiega circa 30 anni terrestri, la durata media di una stagione, su Titano, è di 7 anni abbondanti. A causa della leggera ellitticità dell’orbita di Saturno, però, non tutte le stagioni sono uguali: nell’emisfero sud di Titano, per esempio, le estati sono più brevi e più intense. Questo comporta che, nelle regioni meridionali, l’umidità che si registra in superficie – dovuta alla presenza nel terreno di vapori d’etano e metano – sia inferiore. E i grani di sabbia, essendo più asciutti, sono anche più soggetti a essere trasportati dal vento, formando così le dune con maggiore facilità.
Lo strumento di Cassini protagonista di questa scoperta, il radar multimodo, è stato sviluppato grazie a una collaborazione fra il Jet Propulsion Laboratory della NASA e l’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana.A cura di Redazione Media INAF
Foto in Alto:A sinistra, Belet e Fensal, due diverse distese di dune su Titano, fotografate dal radar a bordo di Cassini. A destra, due distese simili presenti sulla Terra, a Rub' al-Khali, in Arabia Saudita. La regione di Fensal si trova a latitudini e altitudini maggiori rispetto a Belet, e si può notare chiaramente come le dune siano più sottili e intervallate da zone più ampie e luminose. Crediti: NASA/JPL–Caltech/ASI/ESA, USGS/ESA
Fonte:http://www.media.inaf.it/2012/01/23/il-doppio-volto-delle-dune-di-titano/
Monti minaccia e sputa veleno indignato per lesa maestà
di Cedolin Marco
La prima (e ad oggi unica) vera protesta contro l'esproprio bancario, portato avanti dal governo dell'usura, sta facendo saltare i nervi di mr. Goldman Sachs e della congrega di servoprofessori che lo coadiuvano nell'impresa di rendere l'Italia un grande successo come la Grecia.Per ironia della sorte a far barcollare Monti non sono i sindacati, già preventivamente cooptati sul libro paga del professore, non è la sinistra antagonista in profonda crisi d'identità e decisamente a corto di antagonismo quando si tratta di combattere Bruxelles e le banche e neppure la Lega di Bossi dispensatrice di aria fritta. Sono i camionisti, che ridotti con le pezze al culo hanno messo i propri mezzi di traverso, bloccando la macchina del consumo e toccando nel vivo l'unico nervo scoperto di un banchiere con tanto aplomb: il portafoglio! Quello suo e dei suoi padroni naturalmente, perchè i portafogli degli italiani somigliano ogni giorno di più a dei porta monete.Mario Monti è rimasto un poco spiazzato, (ma solo un poco non fatevi illusioni) perchè fermamente convinto di avere comprato tutti coloro che era necessario comprare, per garantirsi l'acquiescenza del paese........dai partiti politici di ogni colore, oggi uniformemente dipinti di grigio, alle associazioni dei consumatori, dai sindacati ai giornalisti, giù a cascata fino ad arrivare ai leader antagonisti in grado di fomentare una qualche protesta imprevedibile. Con un tacito accordo di chiarezza adamantina. Non si protesta, e se lo si fa occorre sia una protesta puramente di facciata, utile a dare un contentino ai gonzi che menate per il naso da una vita, ma assolutamente priva di qualsiasi valenza pratica. Un paio d'ore di sciopero qua, un altro paio là, un corteo con qualche pietra contro le vetrine a sinistra (così da poter affogare ogni ambizione rivoltosa nell'anatema contro la violenza) una manifestazione dove i leghisti possano parlarsi addosso (e non è un bel vedere) più a destra, qualche mugugno della Camusso, qualche astratta esternazione di Vendola e Ferrero, riscopertisi paladini dei lavoratori, qualche rimbrotto degli ambientalisti immersi nell'illusione dell'acqua pubblica, fino a al punto da non riuscire a vedere le nuove trivelle del banchiere e il project financing che cementificherà il paese.Tutti buonini, o muti e rassegnati fate voi, tutti zitti, perfino di fronte ad un folle che racconta loro in TV (quella TV buona e certificata politicamente corretta e un poco di sinistra) come massacrando tassisti, benzinai, edicolanti e farmacisti farà salire il mitico pil dell'11% ed i salari (quali?) del 12%.Tutti buonini, in fila per tre (per usare l'eufemismo caro a Bennato) alle pompe di benzina e agli sportelli di Equitalia, pronti per riempire i centri commerciali anche la notte, felici dell'eliminazione del denaro contante, che tanto in tasca pesa, e della nuova IMU che si paga volentieri, non fosse altro che per fare un dispetto a Berlusconi.E poi arrivano loro, i camionisti (coadiuvati pure dai forconi, dai tassisti e da chissà quali armate di satana risalite dagli inferi per l'occasione) sporchi, brutti e volgari a rompere le uova nel paniere.Paralizzano l'Italia, bucano le gomme a chi non sciopera, sono a rischio d'infiltrazioni mafiose (tuonano Confindustria e la Cancellieri) e d'infiltrazioni fasciste (tuona il partito di Soros), ma soprattutto mettono a repentaglio la macchina del consumo e gli italiani tutti che altro non devono essere se non tubi digerenti dello stesso.Bloccano strade ed autostrade, impedendo la più preziosa libertà del cittadino, costituita dal pendolarismo e dallo shopping selvaggio. Osano mostrare il muso duro contro il professore che sta lavorando per il bene del paese.Ma soprattutto sfuggono al controllo dei partiti e dei sindacati, non obbediscono, non cadono nel trappolone destra vs sinistra e sembrano veramente incazzati.A questo punto bisogna spazzarli via, prima che facciano altri danni, non tanto quelli alla spesa degli italiani, contabilizzati da Confcommercio (che se non fosse una congrega di burattini senza spina dorsale avrebbe già reso pubblici i danni ben più corposi provocati dal professore) ma piuttosto quelli alla stabilità del governo della BCE, organizzata e studiata a tavolino e costata in prebende almeno quanto una manovra finanziaria.Pensate il disatro prossimo futuro se mai gli italiani sull'onda di questi disperati iniziassero a capire che protestare si può. Anche se non ti chiama in piazza il partito o il sindacato. E si può perfino protestare seriamente, non 2 ore di sciopero nella pausa caffè o sfilatine folkloristiche concordate con la digos, ma proteste vere, ad oltranza (quella parolina magica che brucia come acido) portate per ottenere un risultato e non solamente per fare colore.Inaccettabile, blasfema, una prospettiva da stroncare sul nascere senza se e senza ma. Chiamate la celere, l'esercito o se preferite il servizio d'ordine della Cgil ma fateli smettere! E smettere subito sia chiaro! Tutti sopra i propri mezzi e dritti a casa in fila per tre, altrimenti oltre alla patente gli confischiamo anche quelli, che tanto di clandestini da far lavorare a nero e mettere alla guida di un camion ce ne sono a profusione nel paese.
la fonte:http://ilcorrosivo.blogspot.com
/
lunedì 23 gennaio 2012
Atlantropa
Il progetto Atlantropa fu ideato dall’ingegnere tedesco Sorgel negli anni 20 e abbandonato dopo la realizzazione dell’energia nucleare e la fine della colonizzazione(anni 60).
L’obbiettivo era di raggiungere, anche tramite l’aiuto di apposite pompe, l’abbassamento del livello di circa 100-200 metri, un livello che avrebbe garantito l’emersione di nuovi territori da colonizzare e dedicare a nuove coltivazioni.
Lo stretto di Gibilterra avrebbe ospitato un grande complesso idroelettrico, capace di fornire il 30% del fabbisogno europeo del tempo .
L’obbiettivo era di raggiungere, anche tramite l’aiuto di apposite pompe, l’abbassamento del livello di circa 100-200 metri, un livello che avrebbe garantito l’emersione di nuovi territori da colonizzare e dedicare a nuove coltivazioni.
Lo stretto di Gibilterra avrebbe ospitato un grande complesso idroelettrico, capace di fornire il 30% del fabbisogno europeo del tempo .
Inoltre si pensava di rendere fertile l’inospitale deserto del Sahara tramite un’imponente diga costruita sul fiume Congo.
Sebbene sia un progetto effettivamente fattibile,inutile dire che il carattere Eurocentrico e la necessità di coordinazione sovranazionale non hanno mai permesso l’inizio dei lavori il che probabilmente fu una fortuna poiché nel progetto non si teneva affatto conto dei risvolti ambientali che una tale opera avrebbe portato nel Mediterraneo
L’italia ovviamente osteggiò profondamente Atlantropa poiché il sorgere delle nuove terre avrebbe profondamente cambiato la morfologia del nostro paese a danneggiato inesorabilmente la nostra economia.
Venezia sarebbe stata conservata mediante diga nella reinventata pianura adriatica,mentre la Sicilia sarebbe diventato qualcosa di COMPLETAMENTE DIVERSO.
Venezia sarebbe stata conservata mediante diga nella reinventata pianura adriatica,mentre la Sicilia sarebbe diventato qualcosa di COMPLETAMENTE DIVERSO.
domenica 22 gennaio 2012
Il Mistero della zona del Silencio
Uno dei misteri più affascinanti ma anche meno conosciuti del nostro pianeta si trova in una zona desertica di 50 km quadrati a Nord del Messico, dove convergono gli stati di Durango, Coahuila e Chihuahua, nell'attuale "Reserva de la Biosfera de Mapimi" sotto la sovraintendenza dell'Instituto de Estudios del Desierto.
Conosciuta già in epoche più antiche dalle popolazioni locali, quest'area è stata ribattezzata 'La zona del silenzio' ed è da alcuni decenni al centro di complesse ricerche degli scienziati e dei militari messicani ed americani.
Zona del silenzio perchè in questo deserto le comunicazioni radio ed altre gamme di frequenze vengono letteralmente inghiottite da un vortice di forze elettromagnetiche, che sono anche alla base di un altro strano fenomeno. Nel bel mezzo di questo deserto cadono ogni anni migliaia di micro-meteroriti e satelliti artificiali, attirati non si sa bene da cosa.
Il caso più eclatante avvenne all'inizio del 1969. Gli scienziati messicani si accorsero che la sonda sovietica Venera 5, che procedeva verso Venere, era in rotta di collisione con un oggetto di grandi dimensioni. Avvisarono le autorità sovietiche e congiuntamente osservarono uno stranissimo fenomeno, rimasto unico e inspiegato. Questo grosso meteorite prima cambiò traiettoria, evitando così la sonda per poi, all'ingresso nell'alta atmosfera terrestre, compiere un'intera rivoluzione attorno al pianeta prima di schiantarsi esattamente nella Zona del silenzio. Da questo evento tale meteorite, poi ritrovato nel deserto, prese il nome di 'meteorite intelligente' o 'meteorite di Allende' e attraverso analisi di laboratorio venne scoperto che al suo interno erano presenti non solo il carbonio, ma anche elementi che non esistono nel nostro sistema solare. Inoltre, da analisi di laboratorio è stato appurato che questo meteorite avendo circa 13.000 milioni di anni sarebbe più di tre volte più vecchio del nostro sistema solare.
Dato che le bussole impazziscono in prossimità dei sassi che ricoprono la zona, senza che questi contengono sostanze magnetiche, è stato ipotizzato dagli scienziati messicani che in un'era antichissima un grosso meteorite abbia impattato proprio qui, disseminando in tutta la zona frammenti più o meno grandi, oggi ormai sepolti dalla sabbia.
Nel 1968 un missile sperimentale americano di nome 'Athena' scomparve dai radar e cadde, chissà quanto accidentalmente, nella Zona del silenzio. La NASA prontamente avvertì le autorità messicane e quando i tecnici americani, fra i quali in incognito vi era anche Wernher von Braun, giunsero per recuperare i resti del missile, con il pretesto della contaminazione dell'area prelevarono molti altri reperti della zona, fra cui tonnellate di sabbia del deserto, pietre, frammenti meteorici, fossili, esemplari della flora e della fauna.
Quest'area in era Cenozoica era sommersa dal Mar di Thetis e questo giustifica la diffusa presenza di conchiglie e fossili marini.
Ma non è finito qui. Alcuni anni fa una equìpe di documentaristi della televisione spagnola, guidati da F. Jimenez del Oso e J.J. Benitez durante il rodaggio di un documentario ritrovarono alcune tombe ricoperte da pietre all'interno delle quali vi erano alcuni scheletri giganti, appertenenti ad esseri di oltre due metri di altezza. Esistono poche foto che attestano tale ritrovamento, che sono comparse sia sulla TV spagnola che messicana.
Alcuni anni dopo, al ritorno della medesima troupe nella zona, gli scheletri erano spariti, molto probabilmente venduti per pochi soldi dai contadini della zona o prelevati dai militari.
Il mistero, tuttavia, si infittisce a causa di un'altra insolita caratteristica del luogo, ovvero che molti animali vi si dirigano per morire al suo interno. I contadini delle zone limitrofe conoscono da sempre tale peculiarità e non impediscono ai propri capi di bestiani di migrare spontaneamente verso la Zona del silenzio.
Il cimitero di ossa è inquietante, ma non possiede altra logica spiegazione, a parte il racconto di alcuni vecchi shamani del luogo che sostengono che in queste zone vi sono strane energie tanto da sceglierle solitamente per le proprie meditazioni.
F. Jimenez del Oso e J.J. Benitez hanno intervistato e filmanto anche alcuni abitanti dei villaggi che si sviluppano ai margini della zona, che sono stati testimoni di strani avvistamenti di oggetti luminosi ed incontri con esseri viventi dalle caratteristiche non del tutto umane.
Colpisce il racconto di una coppia che al ritorno da un matrimonio in un villaggio della zona, dopo essersi impantanati nel fango con il proprio autoveicolo, dopo una delle rare piogge torrenziali che colpiscono questa parte del Messico, furono soccorsi da due individui, dalle caratteristiche simili agli uomini, ma con una voce profonda, l'altezza oltre i due metri, una lunga tunica impermeabile gialla ed un copricapo con l'effigie di un triangolo con un punto al centro. Cosa si nasconda dietro queste stranezze non è ancora stato ufficialmente riconosciuto dal governo messicano, evidentemente imbarazzato dalle anomalie. Aspetteremo il lavoro di altri ricercatori indipendenti o la rivelazione di nuovi dettagli nel tentativo di far chiarezza su questa misteriosa vicenda.
Conosciuta già in epoche più antiche dalle popolazioni locali, quest'area è stata ribattezzata 'La zona del silenzio' ed è da alcuni decenni al centro di complesse ricerche degli scienziati e dei militari messicani ed americani.
Zona del silenzio perchè in questo deserto le comunicazioni radio ed altre gamme di frequenze vengono letteralmente inghiottite da un vortice di forze elettromagnetiche, che sono anche alla base di un altro strano fenomeno. Nel bel mezzo di questo deserto cadono ogni anni migliaia di micro-meteroriti e satelliti artificiali, attirati non si sa bene da cosa.
Il caso più eclatante avvenne all'inizio del 1969. Gli scienziati messicani si accorsero che la sonda sovietica Venera 5, che procedeva verso Venere, era in rotta di collisione con un oggetto di grandi dimensioni. Avvisarono le autorità sovietiche e congiuntamente osservarono uno stranissimo fenomeno, rimasto unico e inspiegato. Questo grosso meteorite prima cambiò traiettoria, evitando così la sonda per poi, all'ingresso nell'alta atmosfera terrestre, compiere un'intera rivoluzione attorno al pianeta prima di schiantarsi esattamente nella Zona del silenzio. Da questo evento tale meteorite, poi ritrovato nel deserto, prese il nome di 'meteorite intelligente' o 'meteorite di Allende' e attraverso analisi di laboratorio venne scoperto che al suo interno erano presenti non solo il carbonio, ma anche elementi che non esistono nel nostro sistema solare. Inoltre, da analisi di laboratorio è stato appurato che questo meteorite avendo circa 13.000 milioni di anni sarebbe più di tre volte più vecchio del nostro sistema solare.
Dato che le bussole impazziscono in prossimità dei sassi che ricoprono la zona, senza che questi contengono sostanze magnetiche, è stato ipotizzato dagli scienziati messicani che in un'era antichissima un grosso meteorite abbia impattato proprio qui, disseminando in tutta la zona frammenti più o meno grandi, oggi ormai sepolti dalla sabbia.
Nel 1968 un missile sperimentale americano di nome 'Athena' scomparve dai radar e cadde, chissà quanto accidentalmente, nella Zona del silenzio. La NASA prontamente avvertì le autorità messicane e quando i tecnici americani, fra i quali in incognito vi era anche Wernher von Braun, giunsero per recuperare i resti del missile, con il pretesto della contaminazione dell'area prelevarono molti altri reperti della zona, fra cui tonnellate di sabbia del deserto, pietre, frammenti meteorici, fossili, esemplari della flora e della fauna.
Quest'area in era Cenozoica era sommersa dal Mar di Thetis e questo giustifica la diffusa presenza di conchiglie e fossili marini.
Ma non è finito qui. Alcuni anni fa una equìpe di documentaristi della televisione spagnola, guidati da F. Jimenez del Oso e J.J. Benitez durante il rodaggio di un documentario ritrovarono alcune tombe ricoperte da pietre all'interno delle quali vi erano alcuni scheletri giganti, appertenenti ad esseri di oltre due metri di altezza. Esistono poche foto che attestano tale ritrovamento, che sono comparse sia sulla TV spagnola che messicana.
Alcuni anni dopo, al ritorno della medesima troupe nella zona, gli scheletri erano spariti, molto probabilmente venduti per pochi soldi dai contadini della zona o prelevati dai militari.
Il mistero, tuttavia, si infittisce a causa di un'altra insolita caratteristica del luogo, ovvero che molti animali vi si dirigano per morire al suo interno. I contadini delle zone limitrofe conoscono da sempre tale peculiarità e non impediscono ai propri capi di bestiani di migrare spontaneamente verso la Zona del silenzio.
Il cimitero di ossa è inquietante, ma non possiede altra logica spiegazione, a parte il racconto di alcuni vecchi shamani del luogo che sostengono che in queste zone vi sono strane energie tanto da sceglierle solitamente per le proprie meditazioni.
F. Jimenez del Oso e J.J. Benitez hanno intervistato e filmanto anche alcuni abitanti dei villaggi che si sviluppano ai margini della zona, che sono stati testimoni di strani avvistamenti di oggetti luminosi ed incontri con esseri viventi dalle caratteristiche non del tutto umane.
Colpisce il racconto di una coppia che al ritorno da un matrimonio in un villaggio della zona, dopo essersi impantanati nel fango con il proprio autoveicolo, dopo una delle rare piogge torrenziali che colpiscono questa parte del Messico, furono soccorsi da due individui, dalle caratteristiche simili agli uomini, ma con una voce profonda, l'altezza oltre i due metri, una lunga tunica impermeabile gialla ed un copricapo con l'effigie di un triangolo con un punto al centro. Cosa si nasconda dietro queste stranezze non è ancora stato ufficialmente riconosciuto dal governo messicano, evidentemente imbarazzato dalle anomalie. Aspetteremo il lavoro di altri ricercatori indipendenti o la rivelazione di nuovi dettagli nel tentativo di far chiarezza su questa misteriosa vicenda.
sabato 14 gennaio 2012
La sonda Phobos-Grunt ci cadrà in testa, oramai è questione di giorni.
Una brutta fine attende la sonda Phobos-Grunt, lanciata dall’Agenzia Spaziale Russa lo scorso 8 novembre, alla volta di Phobos, uno dei due satelliti di Marte. Quella in alto (a sinistra) è una foto scattata da terra alla sonda in orbita, dall’astrofilo olandese Ralf Vandebergh.
La sonda avrebbe dovuto raccogliere dei campioni di suolo di Phobos (“grunt” in russo significa appunto “suolo”) e riportarlo a terra per essere poi analizzato.
Purtroppo, fin dalle sue prime fasi dopo il lancio, si sono susseguiti una lunga serie di problemi che hanno portato alla perdita di ogni contatto con la sonda che, a quanto pare, sta progressivamente perdendo quota e rientrerà inesorabilmente in atmosfera.
Nel momento in cui vi scrivo l’impatto in atmosfera è previsto, approssimativamente, per il 15 o il 16 gennaio, anche se al momento non è possibile sapere dove cadrà.
Vito Lecci
giovedì 12 gennaio 2012
Un brillante imbroglio o vero soldato del 2036?
E-BOOK:http://forum.tntvillage.org/index.php?showtopic=120663
Titor ha affermato di essere un soldato reclutato per un progetto di viaggio nel tempo. Fu inviato nel passato (precisamente nel 1975) per recuperare un esemplare del computer IBM 5100, che conterrebbe la soluzione per risolvere un bug di UNIX. Pare che questo bug sia relativo ad un difetto conosciuto già oggi: le macchine con architettura a 32 bit ed un sistema UNIX, infatti, potrebbero funzionare solo fino al 2038, visto che il 19 gennaio 2038 la variabile usata nei sistemi Unix per rappresentare la data supererà i 32 bit di lunghezza (overflow). Titor, tuttavia, ha rigettato l'ipotesi, sostenendo che il computer serviva per tradurre i linguaggi dei sistemi IBM con UNIX.
Non è chiaro però il comportamento di tale computer con il millenium bug...
Il sedicente viaggiatore nel tempo, avrebbe anche affermato di avere visitato la propria famiglia nel 2000, e di aver visto sé stesso da bambino.
Titor aprì una discussione su un forum, in apparenza per verificare le reazioni della gente. Il suo primo post porta la data del 2 novembre 2000 ed il nome usato inizialmente è Timetravel_0, poi mutato in John Titor. È perciò possibile che "John Titor" sia uno pseudonimo, forse derivato da Timetravel_0, più la lettera r (finale di TimeTraveller). "Titor" potrebbe essere anche la versione abbreviata di un cognome ucraino, Titorenko, che è il nome da nubile di Raisa Gorbaciova.
Titor era felice di ingaggiare una discussione domanda-risposta durante il suo soggiorno. Molti trovano che l'aspetto provocante della storia di Titor sia nel fatto che essa è accompagnata da ben descritte teorie sul viaggio nel tempo, insieme alle domande sull'impatto filosofico che ha avuto l'invenzione della macchina del tempo nella sua società. La teoria riportata da Titor era supportata da diverse prove, e anche da schemi e fotografie della sua "macchina", oltre che da una foto che mostra un raggio laser curvato dallo spostamento temporale al di fuori della "distanza verticale di sicurezza" del veicolo. Alcuni scettici ritengono che si tratti di una foto contraffatta. Essi affermano, inoltre, che una gravità di quel tipo, capace di piegare il laser sarebbe istantaneamente assorbita dalla materia circostante, e nell'auto in questione, il raggio sarebbe piegato attraverso la porta del lato del passeggero e passato attraverso la finestra (a differenza di quanto si vedrebbe nella foto).
Titor ha affermato che la sua macchina "C204" fu creata dalla General Electric. Pare che Titor l'abbia trasportata su un'automobile normale (una Chevrolet Corvette convertibile del 1966). Ha sostenuto che l'opinione pubblica della sua epoca è completamente informata della possibilità di viaggiare nel tempo, anche se gli scettici più estremi non ancora ci credono.
In pratica vi sarebbero forti similitudini con la trama dei film della serie Ritorno al futuro, a cominciare dal fatto che la macchina del tempo era installata su un'autovettura sportiva, una De Lorean nel film, una Corvette in questo caso. I detrattori della storia si chiedono se era necessario che la vettura raggiungesse le 88 miglia orarie e se fosse dotata di flusso canalizzatore in grado di generare 1.21 Gigawatt.
Il 24 marzo 2001 Titor annunciò che sarebbe ritornato nel proprio tempo, e non è più tornato su Internet. Secondo la madre di Titor (che si sarebbe presentata sul forum dopo la scomparsa del figlio), esisterebbe un video della sua macchina del tempo mentre scompare, ma questo non è stato rilasciato pubblicamente o visionato da parti neutrali. Titor ha affermato d'essersi spostato su un "Chevy Truck" per il suo ritorno al futuro. Le prove fotografiche mostrano che questo veicolo era una Chevrolet Suburban 4x4, che Titor ha preso durante il suo soggiorno presso i genitori.
Sebbene le indagini sulle affermazioni di Titor siano complicate a causa della natura stessa delle affermazioni (inverificabili), esse hanno avuto un grande effetto polarizzante sulle persone che le hanno lette. A tutt'oggi, esistono gruppi su Internet che cercano di localizzare gli autori dei messaggi di Titor. Alcuni usano tattiche intimidatorie; altri espongono i difetti delle prove fotografiche o delle argomentazioni logiche di Titor. D'altra parte, vi sono anche persone che credono nelle parole di Titor, che studiano le informazioni e le predizioni rilasciate da Titor:
Titor ha fornito dettagli tecnici riguardo la sua macchina del tempo, che userebbe studi avanzati sui buchi neri. Egli affermò, infatti, che il CERN avrebbe fatto un annuncio all'inizio del secolo proprio riguardo la possibilità di creare buchi neri da utilizzare per il viaggio nel tempo. E alla fine del 2001, dopo la dipartita di John, il CERN ha effettivamente annunciato questa possibilità (e forse addirittura creandoli). Escludendo il fatto che Titor fosse un ricercatore "burlone" del CERN, la circostanza è difficilmente spiegabile.
Titor ha affermato che il computer IBM 5100 ha speciali capacità che non sono state mai rivelate dalla IBM. Numerosi ingegneri della IBM hanno confermato questo annuncio.
Ha fatto numerosi commenti riguardo la Costituzione e i diritti civili che cambiano negli Stati Uniti d'America.
Ha affermato che il morbo della mucca pazza sarebbe arrivato negli Stati Uniti (e questo è presumbile che prima o poi possa avvenire).
Titor affermò che non sarebbero state trovate armi di distruzione di massa in Iraq e che un'altra guerra sarebbe stata combattuta con la pretesa di rimuovere le presunte armi.
Ha affermato che negli Stati Uniti si preferirà la sicurezza alla libertà. Il PATRIOT Act americano, approvato a seguito delle stragi dell'11 settembre 2001, va proprio in questo senso: esso limita le libertà costituzionali a favore di un maggiore controllo. Si crede che in futuro possa essere inasprito per arrestare i cittadini anche senza le attuali garanzie costituzionali.
Immagine di un IBM500
Titor ha affermato di essere un soldato reclutato per un progetto di viaggio nel tempo. Fu inviato nel passato (precisamente nel 1975) per recuperare un esemplare del computer IBM 5100, che conterrebbe la soluzione per risolvere un bug di UNIX. Pare che questo bug sia relativo ad un difetto conosciuto già oggi: le macchine con architettura a 32 bit ed un sistema UNIX, infatti, potrebbero funzionare solo fino al 2038, visto che il 19 gennaio 2038 la variabile usata nei sistemi Unix per rappresentare la data supererà i 32 bit di lunghezza (overflow). Titor, tuttavia, ha rigettato l'ipotesi, sostenendo che il computer serviva per tradurre i linguaggi dei sistemi IBM con UNIX.
Non è chiaro però il comportamento di tale computer con il millenium bug...
Il sedicente viaggiatore nel tempo, avrebbe anche affermato di avere visitato la propria famiglia nel 2000, e di aver visto sé stesso da bambino.
Titor aprì una discussione su un forum, in apparenza per verificare le reazioni della gente. Il suo primo post porta la data del 2 novembre 2000 ed il nome usato inizialmente è Timetravel_0, poi mutato in John Titor. È perciò possibile che "John Titor" sia uno pseudonimo, forse derivato da Timetravel_0, più la lettera r (finale di TimeTraveller). "Titor" potrebbe essere anche la versione abbreviata di un cognome ucraino, Titorenko, che è il nome da nubile di Raisa Gorbaciova.
Titor era felice di ingaggiare una discussione domanda-risposta durante il suo soggiorno. Molti trovano che l'aspetto provocante della storia di Titor sia nel fatto che essa è accompagnata da ben descritte teorie sul viaggio nel tempo, insieme alle domande sull'impatto filosofico che ha avuto l'invenzione della macchina del tempo nella sua società. La teoria riportata da Titor era supportata da diverse prove, e anche da schemi e fotografie della sua "macchina", oltre che da una foto che mostra un raggio laser curvato dallo spostamento temporale al di fuori della "distanza verticale di sicurezza" del veicolo. Alcuni scettici ritengono che si tratti di una foto contraffatta. Essi affermano, inoltre, che una gravità di quel tipo, capace di piegare il laser sarebbe istantaneamente assorbita dalla materia circostante, e nell'auto in questione, il raggio sarebbe piegato attraverso la porta del lato del passeggero e passato attraverso la finestra (a differenza di quanto si vedrebbe nella foto).
Titor ha affermato che la sua macchina "C204" fu creata dalla General Electric. Pare che Titor l'abbia trasportata su un'automobile normale (una Chevrolet Corvette convertibile del 1966). Ha sostenuto che l'opinione pubblica della sua epoca è completamente informata della possibilità di viaggiare nel tempo, anche se gli scettici più estremi non ancora ci credono.
In pratica vi sarebbero forti similitudini con la trama dei film della serie Ritorno al futuro, a cominciare dal fatto che la macchina del tempo era installata su un'autovettura sportiva, una De Lorean nel film, una Corvette in questo caso. I detrattori della storia si chiedono se era necessario che la vettura raggiungesse le 88 miglia orarie e se fosse dotata di flusso canalizzatore in grado di generare 1.21 Gigawatt.
Il 24 marzo 2001 Titor annunciò che sarebbe ritornato nel proprio tempo, e non è più tornato su Internet. Secondo la madre di Titor (che si sarebbe presentata sul forum dopo la scomparsa del figlio), esisterebbe un video della sua macchina del tempo mentre scompare, ma questo non è stato rilasciato pubblicamente o visionato da parti neutrali. Titor ha affermato d'essersi spostato su un "Chevy Truck" per il suo ritorno al futuro. Le prove fotografiche mostrano che questo veicolo era una Chevrolet Suburban 4x4, che Titor ha preso durante il suo soggiorno presso i genitori.
Sebbene le indagini sulle affermazioni di Titor siano complicate a causa della natura stessa delle affermazioni (inverificabili), esse hanno avuto un grande effetto polarizzante sulle persone che le hanno lette. A tutt'oggi, esistono gruppi su Internet che cercano di localizzare gli autori dei messaggi di Titor. Alcuni usano tattiche intimidatorie; altri espongono i difetti delle prove fotografiche o delle argomentazioni logiche di Titor. D'altra parte, vi sono anche persone che credono nelle parole di Titor, che studiano le informazioni e le predizioni rilasciate da Titor:
Titor ha fornito dettagli tecnici riguardo la sua macchina del tempo, che userebbe studi avanzati sui buchi neri. Egli affermò, infatti, che il CERN avrebbe fatto un annuncio all'inizio del secolo proprio riguardo la possibilità di creare buchi neri da utilizzare per il viaggio nel tempo. E alla fine del 2001, dopo la dipartita di John, il CERN ha effettivamente annunciato questa possibilità (e forse addirittura creandoli). Escludendo il fatto che Titor fosse un ricercatore "burlone" del CERN, la circostanza è difficilmente spiegabile.
Titor ha affermato che il computer IBM 5100 ha speciali capacità che non sono state mai rivelate dalla IBM. Numerosi ingegneri della IBM hanno confermato questo annuncio.
Ha fatto numerosi commenti riguardo la Costituzione e i diritti civili che cambiano negli Stati Uniti d'America.
Ha affermato che il morbo della mucca pazza sarebbe arrivato negli Stati Uniti (e questo è presumbile che prima o poi possa avvenire).
Titor affermò che non sarebbero state trovate armi di distruzione di massa in Iraq e che un'altra guerra sarebbe stata combattuta con la pretesa di rimuovere le presunte armi.
Ha affermato che negli Stati Uniti si preferirà la sicurezza alla libertà. Il PATRIOT Act americano, approvato a seguito delle stragi dell'11 settembre 2001, va proprio in questo senso: esso limita le libertà costituzionali a favore di un maggiore controllo. Si crede che in futuro possa essere inasprito per arrestare i cittadini anche senza le attuali garanzie costituzionali.
Immagine di un IBM500
mercoledì 11 gennaio 2012
Sfera
link: http://forum.tntvillage.org/?showtopic=112466
Una squadra di scienziati e militari viene chiusa in un laboratorio sul fondo dell'Oceano Pacifico per studiare un'enorme sfera liquida che galleggia all'interno di un'astronave precipitata sulla Terra 300 anni prima. Da un romanzo (1987) di Michael Crichton, adattato da S. Hauser e P. Attanasio, un fanta-thriller in cui lo spettatore cinefilo può trovare rimandi a Cameron (The Abyss), Kubrick (2001: Odissea nello spazio), Tarkovskij (Solaris), R. Scott (Alien) e tanti altri, mentre i più colti potrebbero citare il vaso di Pandora, Bioy-Casares (L'invenzione di Morel) e Borges (La sfera di Pascal in Altre inquisizioni), oltre al Verne di 20 000 leghe sotto i mari che uno dei personaggi legge. Nell'ultima mezz'ora il racconto va a massa come una macchina surriscaldata.
Misteri della manovra
Italia, emergenza caro-benzina
Alla fine del 2011 i prezzi più alti d’Europa
Alla fine del 2011 i prezzi più alti d’Europa
Oggi un litro di verde costa 1,747 euro. Atteso per giovedì il confronto con le cifre del resto del Continente che probabilmente confermerà quanto emerso a dicembre. Sulla situazione pesano l'estesa rete di distributori (il doppio della Germania) e le tasse che incidono per oltre la metà sul prezzo finale
Cresce ancora il prezzo della benzina e montano, di pari passo, le polemiche sulla persistente spirale inflattiva in attesa di un intervento di liberalizzazione ancora tutto da decifrare. Un litro di verde dal distributore, rileva oggi La Staffetta Quotidiana, costa in media 1,747 euro, un dato che evidenzia, da lunedì, un aumento al netto di accisa e Iva di 6,42 euro per mille litri per un complessivo +0,93%. In salita, ovviamente, anche diesel (+1,17%) e gpl (+0,76%). Atteso per giovedì il confronto con le cifre del resto del Continente e con le medie ponderate Ue che rischia di confermare quanto già emerso lo scorso 19 dicembre con la pubblicazione dei dati del Ministero dello Sviluppo economico: alla fine del 2011 la benzina italiana era la più cara d’Europa.
Venti giorni fa, un litro di benzina nella Penisola si pagava 1,673 euro, una cifra superiore a quella sborsata dagli automobilisti di Grecia (1,643) e Olanda (1,623), rispettivamente seconda e terza nella poco invidiabile classifica europea. Un primato abbastanza inquietante se si pensa che appena un anno prima ci piazzavamo al sesto posto della graduatoria. L’unica consolazione viene per il momento dal cosiddetto “stacco” dalla media europea pari, nell’ultima rilevazione, a 3,9 centesimi per la benzina e 4,1 per il gasolio, decisamente al di sotto dei massimi annuali toccati ad agosto (5,7 e 4,7 rispettivamente). Ma il dato, si diceva, potrebbe segnare un peggioramento nel calcolo di giovedì.
Sulla situazione italiana pesano almeno due tipi di fattori. Il primo è strutturale e chiama in causa l’efficienza stessa della distribuzione. Un anno fa, erano operative in Italia circa 24mila stazioni di servizio, il doppio rispetto alla Germania. Come dire che le singole pompe erogano in media una quantità inferiore di benzina, gasolio e Gpl con riduzione dei rendimenti di scala e conseguente aumento dei costi. Il secondo è invece contingente e fa riferimento alla componente fiscale. Le tasse (accise + iva) pesano in Italia per oltre la metà del prezzo finale. Il costo del carburante al netto delle imposte risulta infatti superiore in altri Paesi caratterizzati però da un regime più favorevole. Un esempio su tutti: al 19 dicembre scorso un litro di verde al netto delle tasse costava 72,6 centesimi a Malta contro i 67,9 pagati in Italia. Ma il prezzo pagato presso un distributore maltese non superava in media gli 1,41 euro contro gli 1,673 dell’Italia. Il paragone può sembrare scontato ma resta utile per capire il peso di una tassazione che continua ad incidere sul costo dei carburanti e quindi, al tempo stesso, sul prezzo di tutti quei beni che vengono trasportati su strada per essere distribuiti.
In una nota congiunta, Federconsumatori e Adusbef hanno stimato in 192 euro annui il rincaro sostenuto dagli automobilisti e in 161 quello scaricato sui generi alimentari a causa degli aumenti dei carburanti e delle tariffe autostradali. Una stima che potrebbe essere corretta al rialzo se le tensioni presenti sul mercato dovessero confermarsi anche nel lungo periodo. Da un lato c’è il momento critico vissuto dal colosso elvetico Petroplus che ha annunciato la chiusura, si spera momentanea, di tre impianti di raffinazione europei, dall’altro la debolezza dell’euro che continua a perdere terreno sul dollaro, la valuta di scambio del petrolio.
Ad animare il dibattito, in questi giorni, c’è la spasmodica attesa per l’annuncio di nuovi provvedimenti di liberalizzazione del settore italiano, ennesimo effetto di quella dottrina Monti che dovrebbe costituire la base del piano di crescita del Paese. Dai taxi alle farmacie nessuno sembra escluso dalle nuove norme, ma sul fronte dei carburanti resta ancora molto da chiarire. Tra le proposte più discusse c’è l’introduzione delle cosiddette pompe multimarca, distributori in grado di fornire carburanti di diversi produttori. L’ipotesi è tuttora allo studio ma gli ostacoli non mancano. La grande maggioranza degli impianti italiani, infatti, è di proprietà delle stesse compagnie ed è offerto ai gestori in comodato d’uso. A meno di non illudersi che un grande produttore possa iniziare a commercializzare benzina rivale sul proprio impianto, dunque, occorrerà apportare significative modifiche normative capaci di rivoluzionare il mercato italiano. Una strada tortuosa e ad oggi ancora molto lunga.
Venti giorni fa, un litro di benzina nella Penisola si pagava 1,673 euro, una cifra superiore a quella sborsata dagli automobilisti di Grecia (1,643) e Olanda (1,623), rispettivamente seconda e terza nella poco invidiabile classifica europea. Un primato abbastanza inquietante se si pensa che appena un anno prima ci piazzavamo al sesto posto della graduatoria. L’unica consolazione viene per il momento dal cosiddetto “stacco” dalla media europea pari, nell’ultima rilevazione, a 3,9 centesimi per la benzina e 4,1 per il gasolio, decisamente al di sotto dei massimi annuali toccati ad agosto (5,7 e 4,7 rispettivamente). Ma il dato, si diceva, potrebbe segnare un peggioramento nel calcolo di giovedì.
Sulla situazione italiana pesano almeno due tipi di fattori. Il primo è strutturale e chiama in causa l’efficienza stessa della distribuzione. Un anno fa, erano operative in Italia circa 24mila stazioni di servizio, il doppio rispetto alla Germania. Come dire che le singole pompe erogano in media una quantità inferiore di benzina, gasolio e Gpl con riduzione dei rendimenti di scala e conseguente aumento dei costi. Il secondo è invece contingente e fa riferimento alla componente fiscale. Le tasse (accise + iva) pesano in Italia per oltre la metà del prezzo finale. Il costo del carburante al netto delle imposte risulta infatti superiore in altri Paesi caratterizzati però da un regime più favorevole. Un esempio su tutti: al 19 dicembre scorso un litro di verde al netto delle tasse costava 72,6 centesimi a Malta contro i 67,9 pagati in Italia. Ma il prezzo pagato presso un distributore maltese non superava in media gli 1,41 euro contro gli 1,673 dell’Italia. Il paragone può sembrare scontato ma resta utile per capire il peso di una tassazione che continua ad incidere sul costo dei carburanti e quindi, al tempo stesso, sul prezzo di tutti quei beni che vengono trasportati su strada per essere distribuiti.
In una nota congiunta, Federconsumatori e Adusbef hanno stimato in 192 euro annui il rincaro sostenuto dagli automobilisti e in 161 quello scaricato sui generi alimentari a causa degli aumenti dei carburanti e delle tariffe autostradali. Una stima che potrebbe essere corretta al rialzo se le tensioni presenti sul mercato dovessero confermarsi anche nel lungo periodo. Da un lato c’è il momento critico vissuto dal colosso elvetico Petroplus che ha annunciato la chiusura, si spera momentanea, di tre impianti di raffinazione europei, dall’altro la debolezza dell’euro che continua a perdere terreno sul dollaro, la valuta di scambio del petrolio.
Ad animare il dibattito, in questi giorni, c’è la spasmodica attesa per l’annuncio di nuovi provvedimenti di liberalizzazione del settore italiano, ennesimo effetto di quella dottrina Monti che dovrebbe costituire la base del piano di crescita del Paese. Dai taxi alle farmacie nessuno sembra escluso dalle nuove norme, ma sul fronte dei carburanti resta ancora molto da chiarire. Tra le proposte più discusse c’è l’introduzione delle cosiddette pompe multimarca, distributori in grado di fornire carburanti di diversi produttori. L’ipotesi è tuttora allo studio ma gli ostacoli non mancano. La grande maggioranza degli impianti italiani, infatti, è di proprietà delle stesse compagnie ed è offerto ai gestori in comodato d’uso. A meno di non illudersi che un grande produttore possa iniziare a commercializzare benzina rivale sul proprio impianto, dunque, occorrerà apportare significative modifiche normative capaci di rivoluzionare il mercato italiano. Una strada tortuosa e ad oggi ancora molto lunga.
sabato 7 gennaio 2012
COSA ACCADE A SHALIA?
ROBERTO LA PAGLIA
In una serata di giugno del 1980 un improvviso sibilò squarciò il silenzio, e ancora oggi a distanza di quasi ventisette anni, i testimoni conservano un vivo ricordo dell’accaduto; l’osservazione riguarda un oggetto in fase di caduta dalle dimensioni notevoli e di colore scuro, l’oggetto finì il proprio volo dentro uno stagno situato al centro di un villaggio.
Il bollore dell’acqua prodotto dall’intrusione dell’oggetto alieno provocò una fitta nebbia umida e calda che in breve tempo coprì tutta la zona circostante.
A distanza di un paio di anni, iniziò ad occuparsi dell'anomalia l'ufologo locale Serghej Mihailovic Kolmogorov il quale, dopo aver setacciato in lungo ed in largo il fondo non eccessivamente profondo dello stagno, trovò un piccolo imbuto esattamente nel luogo dove era precipitato l'oggetto. La presenza di un'insolita anomalia magnetica dai contorni netti, venne successivamente confermata anche dal gruppo di ricercatori giunto direttamente da Mosca nel novembre del 2003.
Dal quel momento a Shalia le stranezze si moltiplicarono in maniera vertiginosa; sarà bene comunque riprendere il racconto dell’ufologo per meglio capire di cosa esattamente ci stiamo occupando.
L’oggetto notato aveva una forma insolita, alto, di forma cilindrica, notevolmente grande e di colore argento opaco.
Un calcolo approssimativo della sua distanza dalla superficie terrestre diede come risultato un diametro di alcune decine di metri.
Il racconto dei testimoni parla anche di un fascio uniforme di luce accecante proveniente dal fondo dello stagno e di cinque o sei fari mobili che battevano sia la terra che la superficie dell’acqua.
Oltre ogni dubbio che possa nascere dalle testimonianze e da quanto riportato, è bene ricordare che il territorio di Shalia è stato testimone di tre avvistamenti nel corso degli ultimi cinque anni, avvistamenti immortalati con diverse videocamere.
Il primo è databile al giugno del 1999, quando tre ragazzi del tutto casualmente, ripresero con la loro telecamera un "disco volante" dalla forma tradizionale. L'oggetto rimase fermo per qualche minuto al di sopra di un bosco nelle vicinanze del villaggio per poi sparire nel cielo. L'analisi della pellicola venne effettuata dapprima a Ekaterinburg, all'interno dello studio cinematografico "Pro" dal regista Vassilij Goloshapov e successivamente da un gruppo di documentaristi cinematografici giapponesi del canale televisivo "TNT" di Tokio.
Sia il regista russo che i documentaristi giapponesi giunsero alla stessa conclusione: non si trattava assolutamente di una contraffazione. Successivamente, al fine di analizzare ulteriormente la casuale ripresa effettuata dai tre ragazzi, ci si rivolse ad un gruppo di specialisti di grafica computerizzata di Ekaterinburg, i quali emisero il loro verdetto: per creare un'animazione del genere occorrono sia una tecnica di montaggio decisamente costosa che un'altissima preparazione professionale, oltre ad attori professionisti e una tecnica audio del tutto esclusiva. Stabilirono anche il prezzo: "Per fare un lavoro del genere chiediamo non meno di 10.000 dollari".
A distanza di tre anni, il 3 luglio 2002, Vladislav Lukanin, uno dei tre ragazzi che avevano ripreso l'UFO nel 1999, fece il suo secondo incontro con gli alieni. Una ripresa eccezionale della durata di due minuti di una "sfera nera", fatta ad una distanza inferiore ai duecento metri, si rivelò una vera e propria manna per molti ricercatori ed esperti della materia. E soprattutto sorprendeva il movimento inusuale dell'oggetto, il quale si dondolava nei campi magnetici terrestri effettuando tutta una serie di manovre irregolari, in piena contraddizione con le leggi di gravità.
La possibilità che si trattasse anche in questo caso di una semplice contraffazione venne verificata nei modi più disparati sia da un gruppo di esperti appositamente convocati che dagli stessi documentaristi giapponesi del canale "TNT", i quali successivamente, nell'autunno del 2002, misero in commercio un documentario sulla anomalie negli Urali che a Tokio ebbe un successo strepitoso.
La terza ripresa risale all'ottobre del 2002, e venne effettuata con una videocamera digitale professionale. Sullo spazio aereo sovrastante un bosco si vede un oggetto a forma di disco, che dopo aver dondolato un paio di volte dall'alto verso il basso e viceversa, improvvisamente vola via con una velocità supersonica.
Oltre alle tre riprese su videocamera, dagli abitanti di Shalia vennero inoltre scattate una decina di fotografie degli anomali oggetti dalle svariate forme e dimensioni.
Nell'estate del 2003, il piccolo villaggio sugli Urali venne nuovamente visitato da un "disco volante", anch'esso ripreso da una videocamera di un abitante di Shalia, e dopo aver attentamente osservato le immagini si notò che a giudicare dalla forma, l'oggetto volante appena ripreso era simile in tutto e per tutto a quello che fece la propria comparsa nel giugno del 1999.
Rimane sorprendente la fortuita coincidenza di avvistamenti multipli nel tempo fatti dalla stessa persona, ciò nulla però toglie alla stranezza dei fatti accaduti in questa piccola regione degli Urali.
Perchè agli alieni si interessano così da vicino questo piccolo villaggio sugli Urali? E’ in corso una fase di recupero del presunto crash del 1980 o ci troviamo in presenza di attività militari legate ad una base ancora segreta proprio sugli Urali?
Dopo aver accuratamente analizzato tutti i dati relativi alle osservazioni degli UFO nella zona di Shalia, i ricercatori ne hanno tracciato le traiettorie sulle carte. Ne e' emerso che gli oggetti volanti non identificati si muovono all'interno di un unico corridoio aereo che combacia con la dislocazione di un reparto militare segreto nei pressi di Shalia.
Ancora strane coincidenze?
la fonte:http://www.sevenradio.it/x-seven/item/cosa-accade-a-shalia?mid=56
mercoledì 4 gennaio 2012
Le autorità U.S.A. chiedono la censura stampa su un virus letale attualmente in studio
Gli Stati Uniti hanno in studio una nuova arma letale e chiedono alle riviste specializzate di non pubblicare i dati dello studio.
Gli Stati Uniti d’America hanno chiesto alla riviste scientifiche “Nature” e “Science” di censurare alcune loro affermazioni su un progetto di “virus letale” che sarebbe in fase di studio. Pare comunque, dalle informazioni trapelate, che tale virus derivi da un ceppo della temutissima “Aviaria”. La censura è stata richiesta dal Governo americano per evitare eventuali rischi di spionaggio terroristico.
Tale richiesta emessa dall’ “US National Science Advisory Board for Biosecurity”, un organismo creato ad hoc negli Stati Uniti dopo l’allarme antrace del 2001, ha richiesto quindi di censurare i dati di studio che erano stati in precedenza forniti dai due gruppi di ricerca (in Olanda e negli Usa) sul, sopra citato, virus di influenza aviaria, classificato H5N1, in grado di saltare dalla specie animale a quella umana.
Le conclusioni della ricerca possono essere pubblicate, “ma non i dettagli sperimentali e i dati che potrebbero rendere possibile una ripetizione degli esperimenti di laboratorio”, questo è quanto scritto nella raccomandazione inviata alle riviste.
Le autorità U.S.A. affermano che comunque gli studi sarebbero ancora in fase sperimentale ma che occorre cautela proprio per la potenziale capacità dell’arma che, provenendo da un ceppo influenzale dell’aviaria, sarebbe potenzialmente contagioso per gli esseri umani.
La rivista statunitense “New York Times”, preoccupata sta chiedendo stamane alle Autorità statunitensi, gli effettuali rischi e ripercussioni verso la popolazione, preoccupata del possibile rischio terroristico. Un’ ipotetica organizzazione terroristica potrebbe impossessarsi di informazioni importantissime e riservate in grado di permettere loro di ricrearlo e produrlo nei loro laboratori al fine di poter attuare un terribile ricatto con questa potentissima arma di distruzione di massa.
Fonte: paperblog
lunedì 2 gennaio 2012
2012- NASA!
La catastrofe elettromagnetica colpirà la Terra dallo spazio quasi senza preavviso, senza concederci neanche quella ragionevole preparazione che abbiamo diritto di aspettarci (per esempio) dai pericolosi ma più prevedibili asteroidi in rotta di collisione contro il nostro pianeta. Quindici minuti prima di mezzanotte del 22 Settembre 2012 la sonda spaziale ACE – che tiene d’occhio il Sole – avvertirà i computer del centro spaziale Houston che una colossale bolla di plasma (particelle ionizzate ad alta energia) si è staccata dalla superficie della nostra stella e si sta dirigendo verso di noi.
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