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venerdì 28 ottobre 2011

Mistero Licenziamenti "facili"

Scatta la rivolta dei sindacati - Sindacati pronti allo sciopero contro le misure indicate dal Governo Italiano nella lettera all’Unione Europea. Entro maggio 2012 il governo formalizzerà i licenziamenti per motivi economici, questo il punto in comune contro cui si sono schierate ad unanimità le organizzazioni dei lavoratori. I sindacati annunciano un autunno di scioperi, e si dicono pronti ad intraprendere e a combattere una battaglia dura sui  licenziamenti facili che  il premier Silvio Berlusconi ha promesso nella sua riforma ai leader europei.

La lettera presentata all’Ue - Entro maggio 2012 l'esecutivo approverà una riforma della legislazione del lavoro, è quanto scritto tra gli impegni presi con l'Ue, “funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell'impresa anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato; più stringenti condizioni nell'uso dei 'contratti para-subordinati' dato che tali contratti sono spesso utilizzati per lavoratori formalmente qualificati come indipendenti ma sostanzialmente impiegati in una posizione di lavoro subordinato”.

Parola ai sindacati - La Cgil parla di norme da “incubo”, e assicura, per voce della sua segretaria generale, Susanna Camusso, una “reazione con la forza necessaria e una mobilitazione unitaria”. Per il leader della Cisl Raffaele Bonanni la riforma presentata dal Premier “è un' istigazione alla rivolta, una provocazione”. In una nota congiunta le tre sigle sindacali ribadiscono che Qualora il Governo - scrivono - intendesse intervenire sulle materie del lavoro senza il consenso delle parti sociali, Cgil, Cisl, e Uil saranno costrette a ricorrere a scioperi”.

Le dichiarazioni di Sacconi – “Siamo l’unico Paese al mondo che ha regole così rigide sui licenziamenti” – afferma il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che assicura che presto partirà il tavolo con le parti sociali, alle quali chiede di avere un atteggiamento responsabile mettendo da parte pregiudizi,“dismettendo il loro abito ideologico”. “È assolutamente falso parlare di licenziamenti facili” – dice, respingendo le accuse fatte dai sindacati e dall’opposizione, e successivamente spiega che“l’obiettivo della norma non è licenziare, ma incoraggiare le aziende ad assumere. Evitando così, in presenza di andamenti economici negativi per l’azienda o il settore, le grandi difficoltà nel fare un passo indietro. Anche se le prospettive sono incerte”.

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