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venerdì 21 ottobre 2011

Il segreto di Newton: dal 2060 possibile la fine del mondo


AVEVA STABILITO CHE L' APOCALISSE SAREBBE POTUTA ARRIVARE SOLO DOPO 1.260 ANNI DALLA RIFONDAZIONE DEL SACRO ROMANO IMPERO

Il segreto di Newton: dal 2060 possibile la fine del mondo

In mostra i manoscritti con i calcoli del fisico, legati all' incoronazione di Carlomagno nel Natale dell' 800Il documento è stato ereditato nel 1969 dalla Biblioteca nazionale di Gerusalemme

MILANO - Il conto alla rovescia è iniziato. E stavolta non si tratta di oscuri vaticini di Nostradamus, o di sette esoteriche impegnate a decifrare manoscritti impolverati dal tempo. La fine del mondo si sta avvicinando, è il 2060 il punto di non ritorno. Parola di Isaac Newton. Filosofo, matematico, fisico e alchimista, «padre» della legge di gravitazione universale, delle leggi del moto, in breve della meccanica classica, i suoi manoscritti - da domenica esposti nelle sale dell' università ebraica di Gerusalemme - svelano i pensieri più nascosti di colui che, prima ancora di aver spalancato le porte alla scienza moderna, è stato il trait d' union con i misteri del mondo antico: non a caso, il titolo scelto per la mostra è «I segreti di Newton». E il primo di questi segreti riguarda, appunto, la presunta «data di scadenza» del nostro Pianeta. Per chi crede nelle coincidenze, non è un caso che quei fogli vergati dalla mano del grande scienziato siano finiti chiusi in una teca, tra le mura color sabbia della Città Santa, poco lontano da luoghi mistici come il Santo Sepolcro, il Muro del Pianto e la Spianata delle Moschee: quello che emerge da queste lettere, presentate al pubblico per la prima volta dal 1969, è l' aspetto sotterraneo della personalità di Newton, quello più legato alla religione e ai rituali alchemici. Ecco, quindi, il calcolo relativo alle origini dell' Universo, e quello - ben più inquietante - sull' Apocalisse: per definirne con precisione la data, lo scienziato britannico riprende in mano un frammento della Bibbia, dal libro del profeta Daniele. Secondo il suo ragionamento, tra la rifondazione del Sacro Romano Impero da parte di Carlomagno - la cui incoronazione risale alla notte di Natale dell' 800 - e la fine del mondo dovranno passare 1.260 anni. L' Apocalisse, quindi, non avverrà prima del 2060. Saranno tempi, scrive Newton in una lettera datata 1704, in cui «si assisterà alla rovina delle nazioni malvagie, alla fine di ogni tristezza e sventura, al ritorno degli ebrei dall' esilio e al sorgere di un fiorente ed eterno Regno». I manoscritti, acquistati nel 1936 durante un' asta di Sotheby' s da uno studioso di origini ebraiche, sono stati ereditati nel 1969 dalla Biblioteca nazionale di Gerusalemme; c' è da scommettere che ad esaminarli accorreranno non solo storici e scienziati, ma anche un pubblico non «specializzato», sedotto dal fascino del grande studioso che uscì trionfante dal confronto con le leggi della gravitazione e del calcolo infinitesimale, e fu invece sconfitto nelle sue ambizioni alchemiche, senza realizzare il sogno eterno della pietra filosofale. Lui, forse, alle domande e alle risatine dei curiosi d' oggi risponderebbe con parole ormai vecchie di tre secoli, eppure sempre attuali: «Non so come il mondo potrà giudicarmi, ma a me sembra soltanto di essere un bambino che gioca sulla spiaggia, e di essermi divertito a trovare ogni tanto un sasso o una conchiglia più bella del solito, mentre l' oceano della verità giaceva insondato davanti a me». IL GRANDE STUDIOSO *** GLI STUDI Filosofo, matematico e fisico inglese, sir Isaac Newton nasce a Woolsthorpe-by-Colsterworth il 25 dicembre 1642 e muore a Londra il 20 marzo 1727. Studia al Trinity college di Cambridge, pone la basi della meccanica classica ed elabora la teoria della gravitazione universale LE INVENZIONI Scopre la scomposizione in colori della luce bianca, inventa il telescopio riflettore, il calcolo infinitesimale. Fu professore all' università di Cambridge, poi direttore della Zecca di Londra, nel 1703 diventa presidente della Royal Society *** LA MELA È per la «storiella» di Newton e la mela che lo scienziato inglese è noto agli scolari di tutto il mondo. La tradizione vuole che fosse seduto sotto un albero di mele quando una mela cadde sulla sua testa e questo gli fece capire che la forza gravitazionale terrestre e celeste erano la stessa cosa I CONTRIBUTI Newton contribuì a più di una branca del sapere. Pubblicò i Philosophiae Naturalis Principia Mathematica nel 1687, nella quale descrisse la legge di gravitazione universale e, attraverso le sue leggi del moto, creò i fondamenti per la meccanica classica
Jacomella Gabriela
Pagina 22
(19 giugno 2007) - Corriere della Sera

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