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mercoledì 13 luglio 2011

La stirpe del Sangreàl

Si racconta che i segreti del Graal siano costuditi gelosamente da un gruppo di individui predestinati, il cui compito viene tramandato di generazione in generazione come il sangue della loro stirpe, la stirpe del Sangreàl. Compito dei custodi è quello di mantenere vivi i principi del Graal e di vegliare sulla giustizia nel mondo.
Sono state studiate e tramandate diverse teorie sull’origine della Stirpe dei custodi graaliani:
 
  • LA STIRPE DEL RE PESCATORE
  • In questa versione: la stirpe ha radici nel “Re Pescatore”, colui che ha sfamato una moltitudine con un solo pane.  Il Re Pescatore è identificato nella figura di 
  • Bron, fratello di Giuseppe d’Arimatea – il detentore originario del mitico Graal.  I Vangeli indicano Giuseppe d’Arimatea come l’uomo incaricato di deporre la salma del Cristo dopo la crocifissione. Successivamente accusato dai romani di averne trafugato il corpo, riesce a scappare dalla sua prigionia grazie a un miracolo compiuto proprio con il Sacro Graal. A quel punto scappa con il fratello Bron per vivere il resto della vita in esilio. Lì il compito di costudire il Sacro Calice viene passato a Bron, e ai suoi discendenti: la stirpe del Sangréal.
  • MARIA MADDALENA
  • La capostipite della stirpe in questa versione è  Maria Maddalena. Convertita e divenuta seguace del Cristo, ne diventa anche la sposa e di conseguenza la matriarca della stirpe graaliana, discendente diretta del sangue di Cristo. In questo senso Ella è la prima costude del Sacro Graal. L’eredità graaliana viene però trasmessa soltanto per la linea di discendenza femminile (matriarcale) e gli eredi diretti vengono chiamati Desposyni. Nei secoli, grazie all’eredità contenuta nel sangue del Cristo, le discendenti di Maria Maddalena  sono state le grandi fautrici della storia dell’uomo (tra cui ne è un esempio Giovanna D’Arco).
  • RE ARTU’
  • Come la letteratura medioevale legata al Graal, così anche la discendenza della stirpe di custodi è intrecciata alle origini del leggendario Re Artù di Camelot. Il mito lo  vuole come uno dei primi custodi del Graal, forse per incarico di Merlino.  Qui viene fatto un parallelismo tra la tavola rotonda dei cavalieri di Camelot e quella che Gesù fa formare a Giuseppe di Arimatea mentre gli consegna il Santo Grall: una tavola rotonda con dodici membri riuniti attorno al Graal, in ricordo dell’ Ultima Cena con gli apostoli.
  • FARAONI EGIZIANI
  • Andando ancora più lontano nel tempo, attraverso lo studio genealogico delle famiglie reali considerate graaliane, si può trovare un riscontro fino alle origini della cultura faraonica egiziana. La discendenza prende il via dal re Davide di Israele per continuare con il figlio, il saggio Salomone, e diffondersi attraverso una travagliata storia di conquiste anche in Occidente. La dinastia di re Davide porta con sè un prezioso antico sapere, quello dei faraoni egizi, con il quale Salomone riuscì a far costruire il Tempio di Gerusalemme, vicino alla sacra cultura egizia. Dalla stirpe di Salomone diffusasi in Occidente derivano il lignaggio Merovingio dei franchi e Capetingio.
  • ALBIGENS
  • Legando la tradizione graaliana a quella del Signore dell’Anello, è possibile far risalire la stirpe alla discendenza degli Albi-gens, i “rispendenti, i purissimi”; Catari collegati alla dinastia messianica della razza elfica. Il lignaggio di sangue viene trasmesso dalle regine del Graal: Lilith, Miriam, Betsabea e Maria Maddalena. Questa discendanza ha allo stesso tempo radici più lontane e profonde, nella Mesopotamia. Nella mesopotamia sumerica la parola “Risplendente” (assimilabile all’antico EL), infatti, indica un dio o un essere elevato ed era associata ai Anunnaki o agli Anannage, potenti divinità. Da questi ultimi avrebbe origine la discendenza graaliana.
Qualunque origine dinastica si associ al lignaggio graaliano, tutti i reali susseguitesi nel tempo hanno sempre cercato di avere nel proprio albero genealogico un discendente della stirpe, e soprattutto un legame di sangue con MELUSINA, figura femminile leggendaria dotata di ali di pipistrello e coda serpentina, considerata nume tutelare graaliano.

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