Petrolio, armamenti, appalti
Il dossier sugli interessi italiani
La relazione degli 007 al Viminale: 100 imprese coinvolte
ROMA - Sistemi di alta tecnologia, veicoli, elicotteri, infrastrutture, impianti, mangimi industriali: sono affari da miliardi di euro quelli che le imprese italiane hanno concluso in Libia negli ultimi anni. E nell'elenco delle esportazioni tra il 2008 e il 2010 figurano anche ricambi per navi da guerra e per armamenti, dispositivi di tiro, materiali per bombe, razzi e missili. L'ultima relazione trasmessa dagli apparati di sicurezza al ministero dell'Interno fa il punto sulla crisi che sta travolgendo il regime del colonnello Gheddafi. Dedica un ampio capitolo alle ripercussioni che la rivolta può avere sull'economia del nostro Paese. Conferma le relazioni tra il Raìs e le industrie belliche. Poi analizza le ripercussioni che la guerra civile può avere sulla nostra economia «tenendo conto che la Libia si colloca al quinto posto nella graduatoria dei Paesi fornitori dell'Italia con un peso percentuale del 4,5 per cento sul totale delle nostre importazioni, mentre il nostro Paese rappresenta il primo esportatore che ricopre circa il 17,5 per cento delle importazioni libiche con un interscambio complessivo stimato nel 2010 di circa 12 miliardi di euro». Non solo. Nella relazione viene evidenziato come «la Libia risulta essere il primo fornitore di greggio e il terzo fornitore di gas per l'Italia».
Gli investimenti di 100 aziende
Ricambi per bombe e siluri
Alla relazione sono allegate le tabelle che danno conto degli affari più remunerativi ed elencano sia le «esportazioni definitive» sia le «trattative contrattuali per le esportazioni definitive». Si scopre così che l'8 maggio 2009 la società Mbda Italia ha firmato un accordo da 2,5 milioni di euro per la fornitura di «materiale per bombe, siluri, razzi e missili», mentre nell'ottobre dello scorso anno Agusta ha ottenuto due contratti per apparecchiature di alta tecnologia a un costo complessivo di oltre 70 milioni di euro. A novembre la Oto Melara ha invece avviato la negoziazione per «armi o sistemi d'arma di calibro superiore a 12,7 mm oltre a materiale, ricambi, tecnologia know-how, attrezzature». Nel 2010 la Selex Sistemi Integrati, gruppo Finmeccanica, ha siglato un contratto da oltre 13 milioni di euro per materiale e ricambi di apparecchiature elettroniche e apparecchiature per la direzione del tiro». A gennaio la Intermarine spa ha avviato un negoziato da 500 milioni di euro per la fornitura di materiale e software per le navi da guerra». E un mese dopo ha fatto partire una nuova trattativa per 100 milioni di euro, mentre la Oto Melara discuteva la stessa cifra per la fornitura di materiale di uso bellico.
Alla relazione sono allegate le tabelle che danno conto degli affari più remunerativi ed elencano sia le «esportazioni definitive» sia le «trattative contrattuali per le esportazioni definitive». Si scopre così che l'8 maggio 2009 la società Mbda Italia ha firmato un accordo da 2,5 milioni di euro per la fornitura di «materiale per bombe, siluri, razzi e missili», mentre nell'ottobre dello scorso anno Agusta ha ottenuto due contratti per apparecchiature di alta tecnologia a un costo complessivo di oltre 70 milioni di euro. A novembre la Oto Melara ha invece avviato la negoziazione per «armi o sistemi d'arma di calibro superiore a 12,7 mm oltre a materiale, ricambi, tecnologia know-how, attrezzature». Nel 2010 la Selex Sistemi Integrati, gruppo Finmeccanica, ha siglato un contratto da oltre 13 milioni di euro per materiale e ricambi di apparecchiature elettroniche e apparecchiature per la direzione del tiro». A gennaio la Intermarine spa ha avviato un negoziato da 500 milioni di euro per la fornitura di materiale e software per le navi da guerra». E un mese dopo ha fatto partire una nuova trattativa per 100 milioni di euro, mentre la Oto Melara discuteva la stessa cifra per la fornitura di materiale di uso bellico.
Il fondo d'investimento
L'ultimo affare la Alenia Aermacchi l'ha siglato il 14 gennaio 2011: fornitura di ricambi per aeromobili per quasi un milione di euro. Selex e Oto Melara hanno invece avviato contrattazioni per complessivi 70 milioni di euro, mentre Agusta sta negoziando un contratto da 80 milioni di euro «per apparecchiature elettroniche e materiale per l'addestramento militare o per la simulazione di scenari militari». Non si sa che futuro avranno queste «commesse», così come ci si interroga sulla presenza del fondo «Libyan Investment Authority» in alcune aziende italiane. Oltre alle partecipazioni azionarie in Fiat, Finmeccanica, Eni e Unicredit, nel dossier si evidenzia il possesso del «31 per cento della società Olcese nel settore manufatturiero, il 7,5 per cento della Juventus e il 33 per cento della Triestina».
L'ultimo affare la Alenia Aermacchi l'ha siglato il 14 gennaio 2011: fornitura di ricambi per aeromobili per quasi un milione di euro. Selex e Oto Melara hanno invece avviato contrattazioni per complessivi 70 milioni di euro, mentre Agusta sta negoziando un contratto da 80 milioni di euro «per apparecchiature elettroniche e materiale per l'addestramento militare o per la simulazione di scenari militari». Non si sa che futuro avranno queste «commesse», così come ci si interroga sulla presenza del fondo «Libyan Investment Authority» in alcune aziende italiane. Oltre alle partecipazioni azionarie in Fiat, Finmeccanica, Eni e Unicredit, nel dossier si evidenzia il possesso del «31 per cento della società Olcese nel settore manufatturiero, il 7,5 per cento della Juventus e il 33 per cento della Triestina».
Fiorenza Sarzanini
26 febbraio 2011
26 febbraio 2011
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