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giovedì 13 febbraio 2014

LA SIBILLA DI CUMA

Nel sesto libro dell’Eneide Virgilio ci descrive la visita di Enea alla Sibilla di Cuma. L’eroe troiano, sbarcato sulle spiagge sottostanti la città greca, penetra in un antro descritto dettagliatamente e riceve dalla Sibilla in stato di trance, una serie di profezie sul proprio futuro e su quello dei suoi discendenti.
Nella mitologia greca e romana, la Sibilla era una donna dotata di poteri divinatori donatile dal dio Apollo. Le Sibille erano numerose, vivevano in grotte o nei pressi di corsi d’acqua e vaticinavano in stato di trance.

"Ma il pio Enea si dirige alle rocche, su cui l’alto Apolo
comanda e le caverne della spaventosa Sibilla,
antro gigantesco: ad essa il profeta di Delo infonde
la grande anima e la mente e svela il futuro."

Cuma è un’antica città della Campania, situata non lontano da Napoli, a nord del Lago d’Averno nella zona vulcanica dei Campi Flegrei, Stando alla mitologia greco-romana, il suddetto lago rappresentava l’ingresso dell’Ade, il regno dei morti.
Secondo le fonti Cuma è la più antica colonia greca dell’Italia meridionale. Eusebio ne data l’origine intorno al 1050 a.C., ma gli storici attuali ne collegano la fondazione all’arrivo nel basso Tirreno, tra il sec. IX e l’VIII a..C., di coloni provenienti da Calcide (Eubea).
Volendo assecondare la narrazione di Virgilio, dovremmo ammettere che la datazione di Eusebio è attendibile. Il periodo in cui Enea sarebbe sbarcato a Cuma è databile intorno al 1100 a.C., epoca approssimativa della distruzione di Troia.
Fra le rovine di Cuma troviamo quello che viene definito l’antro della Sibilla, un lungo corridoio scavato nel tufo, il quale appare simile alla dimora descritta da Virgilio nell’Eneide.

"C’è un lato scavato della rupe Uboica in caverna,
a cui menano cento vasti ingressi, cento porte
da cui corrono altrettante voci, responsi della Sibilla."

La grotta ha una sezione a forma trapezoidale, singolarmente simile alla galleria di accesso alla camera del Faraone all’interno della piramide di Cheope in Egitto. Si tratta di uno stile architettonico antecedente ai periodi dorico e ionico, somigliante a quello usato in epoca cretese e micenea.
L’antro è costituito da un corridoio, lungo esattamente 131 metri; esso presenta nove diramazioni rivolte ad ovest, sei delle quali comunicanti con l’esterno e tre chiuse. All’interno della galleria, rivolta verso est, vi è una diramazione articolata in tre ambienti rettangolari disposti a croce, probabilmente usati in età romana come cisterne. Sul fondo delle cisterne alcune fosse sepolcrali indicano che questa parte della galleria svolse in età paleocristiana funzione di catacomba.
Più avanti lungo il corridoio c’è una sala rettangolare, da cui un vestibolo introduce in un piccolo ambiente che si suddivide in altre tre cellette. Questa stanza è stata interpretata come il luogo in cui la Sibilla, stando seduta su di un trono, avrebbe pronunciato i suoi vaticini, scrivendoli su foglie. La copertura della sala è a forma di volta, una struttura tipica dell’architettura romana. È comunque intuibile che il luogo abbia subito nel corso dei secoli numerose modifiche, le quali ne hanno profondamente alterato la struttura originale.
Recentemente si è ritenuto che l’antro fosse una struttura difensiva, un camminamento di epoca romana. A sostegno di questa ipotesi vi sono due fattori principali:
la posizione della galleria posta sotto la sella che unisce l’acropoli con la collina meridionale e l’analogia con altre strutture difensive. D’altro canto però sappiamo che i Romani erano abilissimi nel fabbricare strutture ad arco ed a volta e che nel loro stile architettonico non comparivano strutture ad architrave trapezoidale.
Oltretutto la struttura geologica dell’antro si presentava molto adatta per la costruzione di volte, tanto che una di queste si trova proprio nella presunta stanza della Sibilla. Appare strano che gli architetti militari del più potente esercito dell’era classica abbiano trascurato la statica di un camminamento destinato alla difesa del porto di Cuma.
Attualmente gli archeologi stanno prendendo in esame la zona situata nei pressi del tempio di Apollo dove è situato un ambiente quasi completamente sotterraneo, chiamato "la cisterna greca".
Secondo la leggenda, il dio Apollo aveva praticamente "adescato" la sibilla di Cuma promettendole di esaudire qualunque suo desiderio in cambio della sottomissione. La donna gli chiese di poter vivere altrettanti anni quanti erano i granelli di sabbia che poteva tenere nella sua mano. Dimenticò tuttavia, di domandare al dio anche l’eterna giovinezza, quindi inizio ad invecchiare. In queste condizioni la Sibilla, costretta ad un’esistenza in schiavitù, aveva un desiderio di "morte" che non poteva essere soddisfatto proprio in virtù della condizione indotta dal nume.
La notevole longevità della Sibilla la fa spesso raffigurare molto vecchia, ma non immortale.
Virgilio ci descrive come la Sibilla fornì ad Enea profezie sul futuro suo e della sua discendenza.
Al momento della profezia la donna entrò in uno stato di invasamento, come fosse letteralmente posseduta dalla divinità; cercò di resistere alla possessione indotta, ma alla fine cedette e pronunciò i suoi vaticini.
In chiave psichiatrica l’intero evento può essere paragonato ad un accesso isterico, accompagnato da una momentanea destrutturazione della funzione cosciente e dal manifestarsi di numerosi dejavou. Anche quest’ultimo aspetto è contemplato nella clinica psichiatrica, sebbene non ne sia chiaro il significato e la dinamica.

"Ed il cuore selvaggio si gonfia di rabbia e sembrava più grande e non parlare umanamente, poiché si espresse essendo troppo vicina la potenza del dio.
- Esiti nei voti e nelle preghiere, disse, troiano Enea? Esiti? No si apriranno prima le grandi bocche della casa invasata - Dopo aver parlato così, tacque."
"Ma la profetessa non ancora soggetta di Febo, gigantesca nell’antro sì agita, se potesse scuotere dal petto Il gran dio: tanto più egli affatica la bocca rabbiosa domando il cuore furioso e la plasma incalzando. Ora le cento grandi porte della casa si apriron spontaneamente per l’ampia aria trasmettono i responsi della profetessa."

La scena è piena di toni drammatici.
Il cambiamento del colore del volto, il petto ansante, il torace che si gonfia, sembrano voler dimostrare una ribellione della Sibilla al Dio stesso.
Virgilio la definirà in seguito come una baccante che infuria per scacciare Apollo dal suo petto. Questo stato termina solo quando Apollo l’abbandona. Lo stato di trance coincide con l’affiorare nella stanza di vapori infernali e qui ci si ricollega ad un dato reale: Cuma sorge su di un terreno vulcanico nel quale anche oggi è possibile assistere a fenomeni suggestivi come la presenza di fumarole sparse e l’affiorare di esalazioni sulfuree da piccole crepe del terreno.
Secondo la leggenda, la sibilla di Cuma, nella sua attività, non si limitò a fornire presagi dal vivo, ma lasciò una serie di scritti definiti "Libri Sibillini", probabilmente nove in tutto.
Si trattava di vere e proprie guide di consultazione, paragonabili ad alcuni testi orientali molto dì moda ai nostri giorni, come il libro dell’I Ching. Chi avesse voluto conoscere il destino delle proprie azioni poteva accostarsi a tali testi che ovviamente erano custoditi gelosamente da élite sacerdotali e riservati solo ai potenti.
Il potere dei libri sibillini era enorme, infatti essi sapientemente manipolati ed interpretati potevano dare addirittura indirizzi politici.
Per accedere a questi libri oltre al consenso dei senatori occorreva un vero e proprio rito di iniziazione che includeva il lavaggio del corpo, la vestizione con abiti puliti e la deposizione rami di lauro sui seggi del "Deorum Omnium", il tempio in cui gli scritti erano custoditi. Solo allora si potevano srotolare gli scritti sacri, con le mani opportunamente guantate.
Ci troviamo di fronte ad un rituale tipico, in cui l’oggetto sacro non può essere manipolato direttamente dall’uomo comune, perché composto di materia divina, "non umana".
Anche la tradizione ebraica ci racconta che l’Arca dell’Alleanza doveva essere trasportata da uomini opportunamente coperti di pesanti pelli. Uno studio attuale dell’Arca e delle sue potenzialità ce la fa paragonate ad un grosso condensatore elettrico, per cui l’uso delle pelli avrebbe potuto avere l’obiettivo di isolare i trasportatori e preservarli da una folgorazione.
Vi sono molti aspetti nell’intera questione, comuni ad altri miti, appartenenti a civiltà lontane sia geograficamente che cronologicamente. Altri aspetti possono essere analizzati alla luce dell’attuale evoluzione tecnologica e ricondotti a situazioni tecnicamente riproducibili.
La sottomissione passiva, ma non consensuale all’Essere divino o comunque ritenuto tale, ricorre nel mito Biblico dei Nefilim.
Questi erano creature gigantesche "cadute dal cielo" stando al significato della parola, le quali avrebbero fecondato le donne della Palestina in epoca pre-diluviana, creando una razza ibrida, successivamente sterminata dal grande diluvio.
L’acquisizione di poteri paranormali, quali la veggenza e la longevità, viene dal connubio o meglio dal patto con l’essere superiore. Essa ha però un prezzo: la Sibilla dovrà vivere al buio, in ambienti umidi, nel caso della Sibilla Cumana, in una zona vulcanica. Questo habitat corrisponde a quello del demonio biblico, l’Angelo ribelle, "Precipitato" negli abissi, impossibilitato a vedere la luce del cielo.
Se volessimo azzardare un paragone paleo astronautico, potremmo dire che esisteva una vasta schiera di creature legate indissolubilmente al buio, al sottosuolo, creature esiliate nell’ipogeo, alle quali era stato interdetto il volo spaziale.
Il desiderio di morte che anima la Sibilla è la diretta conseguenza del suo "patto scellerato" con una creatura che l’ha geneticamente mutata, togliendole quelle prerogative di vita comune a cui ogni vivente ha diritto.
Non sappiamo in cosa potrebbe consistere questa modifica indotta da una creatura che ci riesce difficile da immaginare?
In teoria una mutazione genetica potrebbe sconvolgere l’assetto ormonale di un organismo agendo specificamente su funzioni neuroendocrine collegate al cosiddetto sistema delle encefaline. Queste ultime sono sostanze prodotte dal cervello, capaci di scandire i ritmi metabolici, ma anche quelli neuropsichici.
Esiste attualmente uno studio scientifico ed approfondito su soggetti che riferiscono in stato di regressione ipnotica passati contatti con creature non classificabili come umane e convenzionalmente definite come sospette E.B.E. (Entità Biologiche Extraterrestri). Si tratta di un’indagine condotta in collaborazione da biologi, medici, psicoterapeuti ed ipnoterapeuti, i cui risultati sono ovviamente parziali e soggetti a continue revisioni.
Fra i numerosi indizi rilevati comunque vi è (aumento in circolo di sostanze appartenenti alla categoria delle encefaline, in particolare delle endorfine e della DMT (dimetiltriptamina), un neuroormone prodotto in assenza di luce, che potrebbe indurre stati di trance, con tutto ciò che da questo consegue.
Studi neurochimici hanno evidenziato come l’esposizione alla luce solare favorisca un temperamento estroverso ed ottimista per effetto della produzione di serotonina, mentre la permanenza prolungata in ambienti oscuri induca stati depressivi, o comunque iper-riflessivi. È consuetudine che gli studiosi o coloro i quali devono prendere gravi decisioni si appartino al buio.
Se la donna che noi chiamiamo Sibilla fosse stata per ipotesi sottoposta ad un trattamento di manipolazione genetica che ne avesse modificato il ritmo metabolico, fino ad indurle una longevità, accoppiata ad un aumento spiccato delle facoltà psicopercettive, tutto ciò avrebbe dovuto essere necessariamente accompagnato da una vita biologicamente preservata, lontana dalle radiazioni solari che accelerano l’invecchiamento cellulare e vicina a fonti ricche di zolfo che risulta essere un potente protettore delle cellule, nonché stimolatore dei processi di disintossicazione.
In Medicina Omeopatica lo zolfo viene considerato un fattore fondamentale per l’allontanamento delle tossine, quindi un potente depuratore organico.
Ci troviamo di fronte all’ipotesi, inquietante e fiabesca allo stesso tempo, che nei secoli e forse nei millenni precristiani, Esseri la cui natura ci è ignota effettuassero interventi manipolativi su campioni umani, dando origine a creature mutate, dotate di poteri e prerogative al di fuori della norma, comunque anomale.
Volendo seguire il racconto mitico, tutto ciò avveniva con un consenso quasi obbligato da parte degli umani prescelti, oltretutto trasfigurato nei panni di una possessione sessuale che appare perlomeno fuori luogo, sia per una divinità che per una creatura aliena.
Chi agiva doveva evidentemente farsi passare per un essere divino e comunque doveva rendersi minimamente credibile ed intelligibile da parte degli uomini del tempo.
La funzione sessuale era un veicolo ideale, inquietante, gratificante e comunque legato a quello che ai tempi era il mistero della riproduzione.
Si trattava comunque di un’operazione che aveva dei limiti tecnici, tanto è vero che l’organismo della Sibilla invecchiava ma non moriva. Addirittura Ovidio sosteneva che questa strana creatura avesse un’aspettativa di vita di 300 anni, ma che dopo la sua morte fisica ne sarebbe sopravvissuta la voce.
Cosa potrebbe voler dire una simile affermazione?
Ai nostri giorni è possibile conservare la voce di una persona defunta, registrandola su di un comune nastro magnetico. Quest’ultimo può essere opportunamente immesso nel programma di un computer e dare l’impronta vocale a qualsiasi tipo di comunicazione.
In questo modo possiamo far parlare il soggetto di qualsiasi argomento, fargli pronunciare frasi mai dette da lui, in qualsiasi lingua; basta averne registrato la voce quand’era ancora vivo.
Se esiste nell’ipotesi avanzata in questo lavoro una percentuale variabile di attendibilità, dobbiamo necessariamente chiederci di che cosa e "da chi" è stata scritta la nostra storia.
Non sappiamo se sulla Terra, nei millenni passati, ha vissuto una élite segreta, formata da individui in possesso di cognizioni scientifiche avanzate, tanto da poter effettuare manipolazioni di svariato genere sulla popolazione ed influenzare il corso degli eventi storici. La mitologia ci fornisce una vasta mole di indizi, suffragata da reperti archeologici di dubbia interpretazione.
Attualmente non possiamo sapere chi fossero questi esseri, da dove venissero, quali fossero le loro finalità e quale sia stato il loro destino. Tuttavia dobbiamo ammettere che, se ne accertassimo l’esistenza, dovremmo riscrivere in una chiave del tutto nuova la storia della nostra specie, nonché la cronaca di numerosi eventi attuali che la scienza ufficiale annovera fra il paranormale ed il fantascientifico.

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