Translate

giovedì 9 febbraio 2012

Ricercatori a caccia del DNA di Hitler

MILANO - E' vero, è fantastoria. Ma l'occasione, ammettiamolo, è irresistibile. C'è grande attesa infatti per le novità scientifiche che potranno emergere dalle profondità antartiche del lago Vostok, il misterioso bacino subglaciale raggiunto in questi giorni da un team di scienziati russi, dopo oltre 10 anni di operazioni. E assieme alle teorie sulle possibili scoperte di organismi mai visti, dall'enorme lago che si trova quasi quattro chilometri sotto i ghiacci del Polo Sud riaffiora anche la storia dei resti di Hitler, che potrebbero essere stati trasportati in Antartide alla fine della Seconda guerra mondiale. Più che resti, campioni di dna, con l'obiettivo di clonare il Führer ed Eva Braun, la compagna morta con lui.

MISSIONE SEGRETA - Il mistero della missione nazista al Polo Sud è rievocato dal quotidiano russo Ria Novosti. La teoria, mai confermata da prove concrete, è che il Terzo Reich avesse costruito una base segreta tra i ghiacci antartici già negli anni Trenta, proprio in corrispondenza del lago Vostok ora raggiunto da un team scientifico russo, dopo quasi trent'anni di trivellazioni. Nel 1943, il Grande Ammiraglio Karl Doenitz si inorgogliva del fatto che una flotta sottomarina tedesca avesse creato «una fortezza inespugnabile per il Fuehrer all'altro capo del mondo», ovvero in Antartide. Secondo gli archivi navali tedeschi, mesi dopo la resa nazista agli alleati, nel 1945, il sottomarino U-530 arrivò da Kiel al Polo Sud. I membri dell'equipaggio avrebbero costruito una grotta di ghiaccio, dove avrebbero stoccato varie scatole, con «reliquie del Terzo Reich». Una storia parallela vuole che un altro sottomarino, l'U-977, abbia trasportato al Polo sud campioni di dna di Hitler e della Braun, per eventuale futura clonazione. A missione compiuta, i marinai nazisti si consegnarono alle autorità del porto argentino di Mar de la Plata.
CAMPIONI - Intanto anche le cronache attuali del Vostok danno vita a piccoli misteri, in attesa di sapere se davvero il bacino sotto i ghiacci conservi organismi mai visti o estinti sulla terra milioni di anni fa. I primi campioni di acqua saranno prelevati solo a dicembre, è stato comunicato, per evitare contaminazioni dai gas usati per le perforazioni. Ma dall'Accademia delle Scienze russe riferiscono che i primi campioni sono già in viaggio verso Mosca e Pietroburgo. «Nessuno sa cosa troveremo», ha dichiarato Nina Zaitseva, capo specialista della Divisione Scienze Terrestri, escludendo la possibilità della presenza di virus sconosciuti: «a quelle temperature non dovrebbero sopravvivere», ha detto la studiosa.

Nessun commento:

Posta un commento