La ricostruzione storica del passato, riferisce del rispetto e dell’adorazione da parte degli esseri umani per il sole, dai tempi più remoti. E’ facile capire il perché. Poiché ogni mattina il sole sorge portando con se luce, calore e sicurezza, proteggendo l’uomo dalla fredda e pericolosa oscurità della notte. Le antiche civiltà concepirono che senza il sole, i raccolti non sarebbero cresciuti e la vita sulla terra non sarebbe potuta esistere. Questa realtà ha fatto del sole l’oggetto più adorato di tutti i tempi, allo stesso modo erano anche molto consapevoli dell’importanza delle stelle. Difatti il tracciamento delle stelle permise loro di riconoscere e anticipare eventi che succedevano, come le eclissi e le lune piene. Classificarono anche i gruppi celesti, in quelle oggi note come costellazioni.
La Croce dello Zodiaco è una delle immagini concettuali più arcaiche nella storia umana, mostra il sole mentre, in modo figurato, passa attraverso le dodici costellazioni nel corso dell’anno. Mostra anche i dodici mesi dell’anno, le quattro stagioni, i solstizi e gli equinozi. Il termine “Zodiaco” deriva dal fatto che le costellazioni furono antropomorfizzate e personificate per mezzo di figure umane o d’animali. Il Sole, grazie alle sue qualità di portatore di vita, era personificato come rappresentante del Creatore Invisibile, il “Sole di Dio”, “Luce del mondo”, “Salvatore dell’umanità” ed in modo analogo le dodici costellazioni che raffiguravano le tappe del viaggio solare, furono abbinate, tramite dei nomi ad elementi naturali come ad esempio l’Acquario, il portatore d’acqua, che porta le piogge primaverili.
Horus, il Dio-Sole, di Heliopolis è spesso rappresentato simbolicamente con un occhio. Figlio di Osiride ed Iside e vendicatore del padre nei confronti di Seth, il quale gli cavò un occhio durante lo scontro. La vita di Horus, non è altro che una serie di mitologie allegoriche che hanno a che fare con i movimenti del Sole nella volta celeste. Molto si sa di questo Messia solare, grazie agli antichi geroglifici. Horus, che rappresenta il sole o la luce, aveva un nemico, Seth, e Seth è la personificazione dell’oscurità o della notte. Metaforicamente, ogni mattina Horus vinceva la battaglia contro Set, mentre la sera, Set sconfiggeva Horus, scagliandolo verso gli inferi.
In generale, la storia di Horus è la seguente: nacque il 25 dicembre dalla vergine Iside (che con Osiride erano la trinità egizia), la sua nascita fu annunciata e una stella dell’est, Sirio, indicò la strada ai tre Re (tre stelle della cintura di Orione) che la seguirono per trovare e adorare il nuovo Messia. All’età di dodici anni fu un insegnante prodigio e a trenta fu battezzato da una figura di nome Anup, ebbe cosi inizio il suo Ministero. Horus aveva dodici discepoli che viaggiavano con lui, ha compiuto miracoli come curare i malati e camminare sull’acqua. Era conosciuto con molti nomi essenziali, come “Verità”, “Luce”, “Sacro Figlio di Dio”, “Buon Pastore”, “Agnello di Dio”, e molti altri.
Queste qualità di Horus, originali o meno, sembrano essere presenti in molte culture nel mondo, poiché esistono altre divinità aventi la stessa struttura mitologica generale:
Attis di Frigia, nato dalla vergine Nana il 25 dicembre, la cui morte e resurrezione simboleggiavano il ciclo vegetativo della primavera;
Krishna, India, nato dalla vergine Devaki. Ottavo figlio, Krishna (incarnazione di Vishnu), nacque a mezzanotte e fu cresciuto nel vicino villaggio di Gokul, si ritiene che non sia il frutto di un rapporto sessuale ma di “trasferimento” divino;
Dionysus (Dioniso, Bacco per i romani) della Grecia, fu un insegnante itinerante e aveva compiuto dei miracoli come tramutare l’acqua in vino. A seguito della sua morte, fu resuscitato;
Mithra della Persia era anche noto come “Verità”, “Luce” e altri nomi. Il giorno sacro dedicato a Mithra, era la domenica.
Gesù Cristo nacque dalla vergine Maria il 25 dicembre a Betlemme, la sua nascita fu annunciata da una stella dell’est che i Re Magi, seguirono per trovare e adorare il nuovo Salvatore. Era anche noto come “Re dei Re”, “Figlio di Dio”, “Agnello di Dio” e molti altri. Fu crocifisso, sepolto in una tomba, e dopo tre giorni resuscitò e ascese al cielo.
Diversi Salvatori in differenti periodi, da tutto il mondo, che mantengono queste particolarità complessive con il più recente, storicamente parlando, dei Messia. Il 25 dicembre, data comune a tutti è assolutamente astrologica. La stella dell’est è Sirio la più luminosa della notte, che il 24 dicembre, si allinea con le tre stelle più luminose della cintura d’Orione. Queste tre stelle erano chiamate nell’antichità: i Tre Re. Le tre stelle con la stella più luminosa, Sirio, sono allineate e puntano tutte verso il punto in cui sorge il sole il 25 dicembre. Questa è la ragione, per la quale i Tre Re “seguono” la stella dell’est (Sirio) al fine di individuare il luogo in cui nascerà il sole.
La Maria Vergine è la costellazione Virgo (Vergine). L’antico simbolo di Virgo è la lettera M alterata. Questa è la ragione per cui Maria, assieme alle altre madri vergini, come Myrra, la madre di Adone o Maya, la madre di Buddha, hanno come inizio la lettera “M”. Virgo a volte è chiamata “Casa del Pane” ed è rappresentata con un fascio di grano. Questa “Casa del Pane” ed il simbolo del grano, rappresentano i mesi d’Agosto e Settembre, il periodo della raccolta. Betlemme, di fatto si traduce letteralmente con “Casa del Pane”, quindi Betlemme è un riferimento alla costellazione della Vergine, un luogo in cielo, non sulla terra. Le giornate più corte e la fine dei raccolti, verso il solstizio d’inverno, simboleggiava per gli antichi il processo della fine, la morte del sole.
Entro il 22 dicembre, la morte del sole era pienamente compiuta, e il giorno in cui si trova nel suo punto più basso restandovi, almeno in modo sensibile, per tre giorni. Durante questa “pausa”, il sole risiede nelle vicinanze della costellazione della “Croce del Sud” o della “Croce” per poi riprendere, il 25 dicembre, il suo cammino verso nord, portando giorni più lunghi, calore e la primavera. Per questo motivo si diceva: il Sole è morto sulla Croce, è restato morto per tre giorni, per poi rinascere. Questa la ragione per cui Gesù e altre divinità hanno in comune la crocifissione, la morte e la resurrezione. E’ il periodo di transizione dopo la quale il sole cambia direzione verso l’emisfero nord, portando la primavera, e dunque la salvezza.
Tuttavia, non si celebrava la resurrezione del sole, se non fino all’equinozio di primavera, o Pasqua. Questo è dato dal fatto che nell’equinozio di primavera, il sole annienta ufficialmente le tenebre e le giornate diventano più lunghe, in durata, rispetto alla notte, facendo riemergere i presupposti rivitalizzanti della primavera.
Il più evidente segno, tra tutto il simbolismo astrologico attorno alla persona di Gesù, risiede nella figura dei dodici discepoli: rispecchiano semplicemente le dodici costellazioni dello Zodiaco, con le quali Gesù, essendo il sole, si accompagna nel suo viaggio. Il numero 12, infatti, è spesso ricorrente nella Bibbia (questo libro ha molto più a che fare con l’astrologia che con qualsiasi altra cosa). Tornando alla Croce dello Zodiaco in altre parole alla vita metaforica del sole, questa non era soltanto un’espressione artistica o uno strumento per tracciare i movimenti del sole, era anche un simbolo pagano, la cui versione semplificata era simile ad una Croce cerchiata. Ecco perché Gesù, nelle prime arti mistiche viene raffigurato col volto davanti alla Croce, dato che Gesù è il Sole, Luce del Mondo, Salvatore Risorto, colui che ritornerà come avviene ogni mattina, la Gloria di Dio che protegge dall’operato delle tenebre, e può essere visto venire dalle nubi, alto nel cielo, con la sua Corona di Spine o raggi solari.
“La religione Cristiana è una parodia sull’adorazione del Sole, nella quale essa pone un uomo che chiama Cristo, al posto del Sole, e rivolge a lui la stessa adorazione che originariamente era rivolta al Sole….” – Thomas Paine –
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