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venerdì 23 luglio 2021

Nel 1955 Hitler era in sud America. Giallo nei file segreti della CIA

 






«Hitler nel ’55 era in sud America». Giallo nei file segreti della CIA. Mistero da alcuni dei dossier dei servizi segreti Usa. Ufficialmente fu cremato a Berlino


Un testimone sostenne che il dittatore nazista era sopravvissuto alla guerra: ci sarebbe anche una foto. I sovietici hanno detto per anni di avere dei suoi resti

NEW YORK. Un documento che potrebbe riscrivere la storia: in uno dei file desegretati della Cia, cu­stoditi dagli Archivi Naziona­li Usa, si afferma che Adolf Hitler è sopravvissuto alla Seconda guerra mondiale, e fu contattato in sud America alla metà degli anni Cinquanta da un informatore dei servizi segreti americani.

Lo ha sostenuto un agente dell’agenzia di intelligence in Sudamerica, dal nome in co­dice Cimelody-3. L’agente, stando al documento, reso noto dai media, sarebbe stato «contattato il 29 settembre 1955 da un amico di fiducia che ha servito sotto il suo co­mando in Europa e che at­tualmente risiede a Maracai­bo».

«L’amico di Cimelo­dy-3», ha continuato, «ha af­fermato che nel settembre 1955 Phillip Citroen, ex uffi­ciale tedesco, gli ha detto in via confidenziale che Hitler era ancora vivo».

La presunta non morte di Adolf Hitler, come di alcuni dei suoi più fidati ufficiali, rimane ancora avvolta nel mistero, come lo è il caso di Heinrich Müller, comandante dell’Amt IV del RSHA e della Gestapo, scomparso da una Berlino sotto assedio il 1º maggio 1945 e più ritrovato. Proprio la figura di Müller è stata più volte nominata durante il processo di Norimberga.

Sembra che si debba a lui l’organizzazione della “via di fuga”, il macchinoso piano organizzato grazie anche all’aiuto di alcuni alti prelati tedeschi compiacenti, per salvare la vita al fuhrer e ai suoi più stretti collaboratori.






Il mistero della Foto

Ci sa­rebbe anche una presunta fo­tografia, arrivata nelle mani dell’agente segreto, e conte­nuta nel file: «Il 28 settembre 1955, l’amico di Cimelo­dy-3 ha ottenuto la fotografia citata, e il giorno dopo è stata mostrata a Cimelody-3». Nel­la didascalia è scritto: «Adolf Schrittelmayor, Tunga, Co­lombia, America del Sud, 1954». Con lui c’è una perso­na, che dovrebbe esser Ci­troen.


I resti mai ritrovati

I sovietici per anni hanno detto di avere resti di Hitler, anche se i corpi del dittatore e di Eva Braun ufficialmente sono sta­ti cremati, ma in diversi negli Usa hanno dubbi in merito. Lo scienziato americano Nick Bellantoni dell’Univer­sità del Connecticut, per esempio, nel 2009 ha studia­to il frammento di un teschio in possesso dei russi, affer­mando che molto probabil­mente apparteneva a una donna dai 20 ai 40 anni e non a Adolf Hitler.

Il destino del dittatore ha da sempre fatto discutere, e sono molti quelli che fin dai primi anni dopo la guerra hanno avanzato l’ipotesi che non fosse morto e fosse inve­ce fuggito, come molti gerar­chi nazisti, in Sudamerica do­ve poi avrebbe fatto perdere le sue tracce, vivendo ancora molto allungo.

In merito a questo, sul finire degli anni 50, l’esercito Americano, secondo voci mai confermate, avrebbe disposto una squadra speciale con l’intento di verificare o meno la possibile fuga di Hitler all’estero.

Sembra che i componenti della task force, dopo un’intricata ricerca degna di una spy story da guerra fredda, siano stati determinanti per la cattura di diversi nazisti, fornendo importantissime informazioni allo stesso Simon Wiesenthal.

Per la storiografia ufficiale invece non ci sono dubbi: il capo della Germania nazista si è suicidato nel suo bunker a Berlino, il 30 aprile 1945, quando ormai i sovietici era­no entrati in città.

Fonte: il Giornale di Vicenza

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