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lunedì 6 giugno 2011

Il 12 Pianeta



Proviene dallo spazio profondo, è più grande di Giove e la sua traiettoria è opposta a quella degli altri pianeti del sistema solare. La sua presenza, accertata dalla Open University britannica, confermerebbe le tesi di Zecharia Sitchin sul mondo degli Anunnaki che si avvicina alla Terra. E’ del sette Ottobre scorso la notizia, diffusa dalla BBC, circa la probabile scoperta di un ulteriore pianeta del nostro sistema solare la cui grandezza sarebbe superiore a quella di Giove. Nonostante fossimo abituati a considerare lo spazio attorno al nostro pianeta blu pieno di satelliti e sonde in viaggio verso i punti più remoti, non possiamo nascondere che la notizia di un altro fratello orbitante attorno alla stella che chiamiamo Sole, ha causato un forte impatto emozionale in gran parte delle persone e forse anche in "uomini di scienza". Fino ad oggi si andava in cerca di buchi neri, di ammassi globulari, di galassie, si auscultava il rumore di fondo dell'Universo, si andava alla ricerca di messaggi intergalattici segno dell'esistenza di altre civiltà, ma era stata ormai chiusa la pagina del libro relativa ai nomi dei pianeti componenti il nostro sistema solare. Si dovrà rivedere e correggere la cantilena mnemonica: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone, aggiungendo un altro nome? Pare di sì. C'è chi potrebbe darci una mano a decidere il nome del nuovo pianeta; già molto tempo prima di Cristo infatti i Sumeri lo chiamarono Nibiru.

Il dodicesimo PianetaIn un testo mesopotamico (K.3558), tradotto da Charles Virolleaud, nel quale vengono descritti i membri del gruppo mulmul, ovvero del nostro sistema solare, nell'ultima riga si legge esplicitamente: "Il numero dei suoi corpi celesti è dodici. Dodici sono le stazioni dei suoi corpi celesti. Il totale dei mesi della luna è dodici ". La riga 20, poi, della cosidetta tavola TE diceva: "naphar 12 sheremesh ha.la sha kakkab.lu sha Sin u Shamash ina libbi ittiqu" che significa "in totale 12 membri a cui appartengono il Sole e la Luna, e dove orbitano i pianeti". Il conto è presto fatto: Sole, Luna, i nove pianeti oggi conosciuti più un altro: quello che lo storico Zecharia Sitchin chiama il Dodicesimo Pianeta. A questo punto, e alla luce dei recenti avvenimenti, nasce ovvio fare le seguenti considerazioni; o i Sumeri avevano mezzi e conoscenze scientifiche pari o superiori alle nostre (va ricordato che Plutone è stato scoperto solo nel 1930), oppure, come afferma Sitchin, i Nefilim, abitanti del pianeta Nibiru, diedero la conoscenza agli antichi sacerdoti-astronomi, fra l'altro, dei pianeti che orbitano attorno al Sole. Antichi testi mesopotamici, risalenti al 2000 a C., parlano non solo di presenze aliene, ma di una cosmogonia nella quale è chiara la presenza di un pianeta dalle stesse caratteristiche di quello "scoperto" dal Dr. Murray. Provenienza: dalla profondità dello spazio, grandezza: superiore a quella di Giove e, cosa più strabiliante: traiettoria opposta a quella degli altri pianeti del nostro sistema solare. E' facile immaginare molti scienziati che posti di fronte all'enigma chiedono di attendere "dati ufficiali" o tutt'al più, con sorrisi ironici - che più volte abbiamo visto esibire in trasmissioni televisive riguardanti tali argomenti - affermare che senz'altro si tratta di coincidenze fra storie fantastiche e odierne scoperte scientifiche. Possiamo capire che uno scienziato si chiuda su posizioni di riscontro dati o prove empiriche (ci stupirebbe l'inverso!), quello che non accettiamo è il rifiutare a priori l'analisi di certe ipotesi. Questi scienziati ci devono dire, sempre che non contestino prima le traduzioni dei testi mesopotamici, da cosa può essere derivata la conoscenza, ben 4000 anni fa, del nostro sistema solare, dilettandosi a calcolare quante probabilità esistono statisticamente che nel racconto si potesse prevedere un pianeta con traiettoria opposta agli altri. Ci potrebbero anche spiegare perché i Dogon, un popolo dell'Africa, conosce da generazioni la stella Sirio e la sua compagna, che chiamano Po Tolo, stella seme, invisibile ad occhio nudo e scoperta solo nel 1844 con il nome di Sirio B. Tralasciamo queste considerazioni per ritornare al nostro tema. Esiste un testo mesopotamico - la Enuma Elish ("Quando nell'alto"), risalente al 2000 A.C., scritta in caratteri cuneiformi, composta da sette tavole, ciascuna di 115/170 righe nel quale, in chiave narrativa, si descrive la formazione del nostro sistema solare. Ne evidenziamo alcune parti significative per la nostra ricerca. Enuma elish la nabu shamamu (quando nell'alto il Cielo non aveva ancora un nome) Shaplitu ammatum shuma la zakrat (e in basso anche il duro suolo non aveva nome). Così comincia il racconto. Esistono all'inizio solo tre dèi, o pianeti, AP.SU (uno che esiste fin dal principio), MUM.MU (uno che è nato) e TIAMAT (vergine della vita). Dal rimescolamento delle acque (le acque primordiali, gli elementi base dell'universo) nascono LAHMU e LAHAMU. Comparvero poi AN.SHAR e KI.SHAR che generarono ANU e GAGA; quest'ultimo, da identificarsi con Plutone, era inizialmente un emissario (satellite) di AN.SHAR per poi allontanarsi, come vedremo fra poco.
Abbiamo quindi:· APSU, il Sole, "che esiste fin dal principio".
· MUMMU, Mercurio, consigliere di APSU.
· LAHAMU, Venere, "signora delle battaglie".
· LAHMU, Marte, "dio della guerra".
· TIAMAT, "la vergine che dà la vita"; vedremo in seguito le sue vicessitudini.
· KI.SHAR, Giove, "primo delle terreferme".
· AN.SHAR, Saturno, "primo dei cieli".
· GAGA, Plutone, consigliere e messaggero di AN.SHAR
· ANU, Urano, "quello dei cieli".
· EA, Nettuno, "abile creatore".
Il testo prosegue poi descrivendo la turbolenza (orbite irregolari) dei pianeti e di tutta una serie di contese che portarono ad una relativa pace, interrotta dall'arrivo di MARDUK, un nuovo dio, un nuovo pianeta formatosi nel Profondo.
Morte e rinascita del Pianeta TerraNella Camera dei Fati, nel luogo dei Destini, un dio fu generato, il più capace e saggio degli dei; nel cuore del Profondo fu creato Marduk. Attraente era la sua figura, scintillante il levarsi dei suoi occhi; maestoso era il suo passo, imponente come nei tempi antichi…. Egli era il più alto tra gli dèi, superiore in tutto… Superbo fra gli dèi, superava tutti per statura; le sue membra erano enormi, egli era eccezionalmente alto. Il racconto seguita con l'entrata di MARDUK nel sistema solare e, dopo una serie di correzioni di traiettoria a seguito del passaggio vicino agli altri corpi celesti, si dirige contro TIAMAT, dando inizio ad uno spettacolare scontro epico. All'inizio TIAMAT viene colpita da un satellite di MARDUK che la rende inoffensiva, eliminandone la vita. Il Signore distese la sua rete per avvilupparla; il Vento del Male, che gli stava dietro, le scatenò contro. Quando Tiamat aprì la bocca per divorarlo, Egli le spinse contro il Vento del Male, in modo che non potesse più chiudere le labbra. I feroci Venti di tempesta quindi caricarono il suo ventre; il suo corpo si gonfiò, la bocca si spalancò. Egli scagliò una freccia che le dilaniò il ventre; penetrò nelle sue viscere e le si conficcò nel grembo. Dopo averla così domata, egli spense il suo soffio vitale. MARDUK prosegue la sua corsa e la sua nuova traiettoria orbitale lo riporta a passare da TIAMAT; e questa volta è lo stesso MARDUK a colpirla, dividendola in due (una metà frantumata formerà la fascia degli asteroidi) mentre uno dei satelliti di MARDUK si scontra con la metà separata (che diventerà la Terra) spingendola in un'orbita nuova assieme a KINGU (la Luna), già suo satellite. Il Signore calpestò la parte posteriore di Tiamat; con la sua arma le tagliò di netto il cranio; recise i canali del suo sangue; e spinse il Vento del Nord a portare la parte ormai staccata verso luoghi che nessuno ancora conosceva. L'altra metà di lei egli innalzò come un paravento nei cieli: schiacciatala, piegò la sua coda fino a formare la Grande Fascia, simile a un bracciale posto a guardia dei cieli. Dopo di ciò, nel suo giro orbitale, attrasse il satellite di AN.SHAR (Saturno), GAGA (Plutone), che così ebbe una propria orbita attorno ad APSU (il Sole).
Una bella fantasia non c'è che dire! Stranamente coincidente, ripeto, 4000 anni fa, con la conoscenza attuale del nostro sistema solare!
Le influenze di corpi celesti ancora sconosciutiIl testo epico afferma chiaramente che MARDUK era un invasore proveniente dall'esterno del sistema solare; i Sumeri lo chiamavano NIBIRU, "il pianeta che attraversa". I testi mesopotamici affermano che MARDUK arrivava fino a regioni sconosciute dei cieli e alle profondità dell'Universo. Che il dodicesimo pianeta, il pianeta degli Dei, come dice Sitchin, tornasse, nella sua grandiosa orbita, nelle vicinanze della Terra, rappresentava un punto centrale delle convinzioni astronomiche e religiose del mondo antico.
Le fonti mesopotamiche e bibliche parlano di un suo periodo orbitale di tremilaseicento anni. Sitchin si domanda ad un certo punto : "… l'esistenza dei pianeti al di là di Saturno fu scoperta dagli astronomi dapprima matematicamente, non visivamente: gli astronomi, in pratica, si accorsero che le orbite dei pianeti che già si conoscevano sembravano influenzate da altri corpi celesti, ancora sconosciuti. Non potrebbe essere questo il metodo con cui gli astronomi 'scopriranno' in futuro il dodicesimo pianeta?".
CIVILTÀ ANTICHE: NEI TESTI MESOPOTAMICI LE VERE ORIGINI DELL'UMANITÀ?
Antichissime tavolette Sumere rivelerebbero l'esistenza nel nostro sistema solare di un misterioso pianeta il cui popolo - gli Anunnaki - avrebbe creato l'essere umano ed edificato le prime civiltà sulla Terra. Nella storia dell'archeologia le presunte origini della civiltà hanno subito diversi spostamenti. Dapprima si credeva che furono i Greci a dare i natali alla nostra cultura, poi, con i rinvenimenti di età neolitica, il ruolo d'iniziatrice passò alla magnificenza egiziana. Ma tra gli studiosi aleggiava un dubbio: gli imperi di Babilonia e di Assiria, di cui si narra nell'Antico Testamento, erano precedenti all'epoca egizia? Successive scoperte indussero gli esperti a portare l'inizio della civiltà più indietro nel tempo, fino alla fondazione dell'impero Sumero: il 3.000 a.C. Ulteriori scavi riportarono alla luce migliaia di tavolette che riferiscono la storia degli "Dei" di Sumer. Gli Anunnaki (letteralmente: "Coloro che dal Cielo sono venuti sulla Terra") sarebbero giunti sul nostro pianeta circa 450.000 anni fa in cerca di risorse minerarie ed in particolare di oro perché questo metallo, necessario per risolvere problemi concernenti l'atmosfera di Nibiru (il pianeta "dell'attraversamento"), scarseggiava. A Eridu, nel sud della Mesopotamia, gli Dei attrezzarono il primo avamposto sul pianeta Terra; l'entità denominata "Enki" era il comandante di questa spedizione. Dopo 28.000 anni giunse il fratello, Enlil e furono fondate altre città. Il comando della spedizione passò a quest'ultimo, dopo che Enki si trasferì in Africa nei pressi dell'attuale Zimbabwe, per estrarre oro dai vasti giacimenti presenti nel sottosuolo.
L'Homo Sapiens e la camera delle creazioniDopo un lunghissimo tempo gli Anunnaki, stanchi di continuare il pesante e gravoso incarico, decisero di elaborare una soluzione alternativa e grazie alle loro avanzate conoscenze scientifiche, 300.000 anni fa effettuarono un esperimento. Al fine di creare una razza di lavoratori, decisero di manipolare geneticamente, innestandovi il proprio DNA, una specie di ominidi allora presenti in quell'area. Tale progetto fu realizzato in collaborazione con la sposa di Enki: Ninhursag (chiamata significativamente la "Dea Madre" o la "Sapiente Mami" o anche "Signora che dà la vita") che ritirandosi nella camera delle creazioni dopo vari tentativi mostrò tra le sue mani la nuova creatura; era stato generato l'Homo Sapiens. Al principio questo "novello schiavo" venne utilizzato nella "terra delle miniere" (in Africa), ma ben presto si richiese la sua presenza anche a Sumer. L'uomo, creato in serie dagli Anunnaki, come tutti gli ibridi, non era in grado di procreare fino a quando, ad un certo punto della storia, Enki decise di dargli questa opportunità senza l'approvazione dei suoi superiori, suscitando notevole scalpore. Trascorsero gli anni e avvenne, come recita la Bibbia: "Che i figli degli Dei videro le figlie dei terrestri e presero per mogli quelle che piacquero loro più di tutte". Enlil non apprezzò tale iniziativa e decise di sfruttare un evento di sua conoscenza per eliminare l'umanità.
Il Diluvio e la rinascita della civiltàGli Anunnaki sapevano che, entro un breve periodo, sulla Terra si sarebbe verificata un'immane ed inevitabile catastrofe (avvenuta all'incirca 13.000 anni fa). Tale cataclisma sarebbe stato provocato dalla notevole forza gravitazionale esercitata dalla vicinanza di Nibiru alla Terra. Senza avvertire l'uomo, gli Dei partirono sulle loro navicelle e tornarono solo quando la furia degli elementi si placò. Ma Enki, da sempre simpatizzante dell'umanità, contravvenne alla decisione progettando di salvarla attraverso una "famiglia prescelta" ed informando del pericolo un uomo, ricordato nella Bibbia con il nome di Noé. La divinità decise di fornire le informazioni necessarie alla costruzione di "un'arca" dove venissero preservate le specie terrestri dall'imminente disastro. In seguito, quando le navicelle si posarono sul monte Ararat, grande fu la sorpresa di Enlil nel constatare che alcuni uomini erano sopravvissuti all'immane evento. A quel punto, per intercessione di Enki, l'umanità fu finalmente accettata in pieno e gli Dei aprirono la Terra all'uomo. Poiché il diluvio aveva spazzato via le città, fu deciso di dare la possibilità ai terrestri di ricostruire una civiltà stabilendosi in tre zone: nella Valle del Nilo, nella bassa Mesopotamia e nella Valle dell'Indo. Una quarta area, definita sacra (termine che originariamente significava "dedicata, riservata") e alla quale l'uomo non poteva avvicinarsi senza autorizzazione, fu lasciata agli dei. Questa regione si chiamava Tilmun ("il luogo dei missili") e, come la traduzione letterale indica chiaramente, costituiva la nuova base spaziale, dopo che la precedente era stata cancellata dal diluvio. Numerose leggende narrano gli sforzi incessanti di alcuni valorosi per giungervi e trovare "l'albero della vita", capace di renderli immortali. Simili testimonianze costituiscono la nutrita documentazione tramandataci dai Sumeri.
Il pianeta XPerché in seguito gli Anunnaki abbandonarono la Terra, perché non vissero più con l'uomo? E, soprattutto - come ha sottolineato Sitchin  nei suoi libri - perché stanno ritornando? Se al primo quesito è arduo rispondere, il secondo trova conferma in dati astronomici tangibili e quindi non assimilabili al campo delle ipotesi.
Nibiru, il pianeta degli Anunnaki, starebbe ritornando verso la Terra, come ha sempre fatto nel passato. Sino a poco tempo fa gli astronomi erano convinti che Plutone fosse il pianeta che segnava il limite estremo del nostro sistema solare. Ricordiamo, per inciso, che Plutone è così piccolo che, ultimamente, gli è stato negato lo status di pianeta, declassandolo ad asteroide. Negli ultimi decenni si è ipotizzata, attraverso un modello matematico, l'esistenza di un corpo celeste oltre il Sole che con la sua enorme mole gravitazionale influirebbe sull'orbita delle comete passanti per l'estrema periferia del sistema solare. Denominato Pianeta X, presenta una massa tre volte superiore a quella di Giove ed un'orbita contraria a quella degli altri pianeti. Ma perché crediamo che questo misterioso astro corrisponda a Nibiru? Proprio per il dato appena riferito: le tavolette sumere parlano del pianeta degli Dei come di un enorme corpo celeste con orbita contraria rispetto ai nostri.
Nibiru torna ogni 3.600 anniGli studiosi ipotizzano che, se anche non fosse un pianeta, Nibiru comunque potrebbe essere una nana bruna: una stella più piccola del Sole, incapace di emettere luce e collassata su se stessa dopo aver esaurito l'energia contenuta nel proprio nucleo. Ma, a parte quel poco che gli astronomi possono dirci su Nibiru, possiamo ancora una volta ricavare delle preziose notizie a riguardo dalle suddette tavole sumere, sforzandoci però di interpretarne i dati obiettivamente e non considerarle semplici miti. Nibiru, ci svelano i Sumeri, avrebbe una perfetta orbita ellittica che lo fa entrare ed uscire dal nostro sistema solare ogni 3.600 anni. Può quindi venire considerato, a buon diritto, appartenente al nostro sistema solare, sebbene risulti invisibile per lungo tempo. Orbiterebbe tra due soli (il nostro ed uno esterno) che ne costituirebbero i perigei. Quando Nibiru passa vicino al nostro pianeta, porterebbe degli scompensi tellurici, vista la sua alta potenza gravitazionale. Tale affermazione non vuole essere allarmistica, tanto più che bisogna considerare la posizione della Terra durante questi passaggi: più si è vicini e più la possibilità di sommovimenti naturali si accentua. I Sumeri ci insegnano che il famoso Diluvio sarebbe stato provocato dall'approssimarsi di Nibiru alla Terra e che la nascita di tutte le grandi civiltà è sempre stata scandita dal metronomico lasso di tempo dei fatidici 3.600 anni. Questa osservazione risulta particolarmente interessante se notiamo che tutti i popoli antichi avrebbero appreso i fondamenti della loro cultura da "divinità celesti". Andrea Carusi, ricercatore dell'Istituto di Astrofisica Spaziale del CNR, sostiene che l'orbita retrograda del pianeta X ci invita a comprendere che esso non può essere stato generato con il Sole. Quindi, Nibiru dev'essere stato "catturato" nel nostro sistema solare in un secondo tempo. E, guarda caso, questo è proprio quanto sostengono i "miti" sumeri! Ma, chi fornì alla fiorente civiltà sumera dei dati astronomici così minuziosi da risultare ancora oggi esatti? La risposta, secondo Sitchin, è stata e sarà sempre la stessa: gli Dei o meglio, gli Anunnaki. 

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