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domenica 16 gennaio 2011

McCartney è morto?



McCartney è morto? Le analisi sul suo cranio non smontano la credenza

Le analisi scientifiche non smontano la credenza che il musicista sia scomparso nel 1966 dopo un incidente

HTTP://DIGILANDER.LIBERO.IT/JAMESPAUL/FC1.HTMLSU WIRED IL LAVORO DI UN INFORMATICO E UN MEDICO LEGALE CHE HANNO ESAMINATO IL CASO


Nemmeno la scienza è riuscita a mettere la parola fine a una delle leggende metropolitana più longeve: quella secondo cui Paul McCartney sarebbe deceduto nel 1966 in un incidente stradale e che, da allora, sarebbe stato sostituito da un sosia. Una scienziata e un informatico hanno così indagato sul cranio del musicista per dimostrare che la leggenda nata 40 anni fa è una bufala. Il risultato però va contro le loro aspettative: i dubbi restano e cinque prove dimostrerebbero che McCartney, dal 1966, potrebbe essere stato sostituito da un sosia.
Nel nuovo numero della rivista Wired, vengono ricostruite le indagini svolte da due detective d’eccezione, l’informatico Francesco Gavazzeni e il medico legale Gabriella Carlesi, per dare una risposta al quesito: chi è veramente quel Beatle? Nel 2006 i due super consulenti, che in passato hanno collaborato a indagini come quelle sul Mostro di Firenze, l’attentato a Giovanni Paolo II e l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, hanno accettato la sfida di applicare le tecniche medico-forensi di comparazione biometrica a gruppi di fotografie che ritraggono Paul McCartney dalla prima metà degli anni ‘60 ai giorni nostri. Doveva essere un caso semplice, un fascicolo da aprire e chiudere in pochi minuti con la prevedibile sconfessione scientifica di una delle più longeve, tenaci e articolate leggende metropolitane di ogni tempo.
IL GIALLO RESISTE - Invece, come in un vero giallo, i confronti biometrici su conformazione del cranio, curva mandibolare, padiglioni auricolari, dettagli di dentatura e palato hanno mostrato discrepanze sempre più significative e sconcertanti tra le immagini scattate prima e dopo il 1966. La perizia di Francesco Gavazzeni e Gabriella Carlesi si è chiusa così senza un verdetto inequivocabile. Non poteva essere altrimenti, visto che l’analisi antropometrica e craniometrica si esprime solo in termini di compatibilità, non di certezza. Stavolta la scienza non offre risposte, anzi rilancia clamorosamente i dubbi.

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